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Galatina: primo weekend orsiniano

“Santa Caterina d’Alessandria: dei segni e dei poteri” dal venerdì 21 a domenica 23 novembre

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Tre giornate programmate dalla Città di Galatina, Assessorato alla Cultura, con il contributo della Regione Puglia, Assessorato Mediterraneo, Cultura e Turismo, e la collaborazione del Club UNESCO di Galatina, ricche di appuntamenti per promuovere interesse, studio e ricerca intorno all’unicità della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria e del suo ciclo di affreschi.


Layout 1Da venerdì 21 a domenica 23 novembre la Chiesa (per vastità dei suoi cicli pittorici seconda solo alla Basilica di San Francesco d’Assisi) e i suoi affreschi, che da tempo attirano l’attenzione di importanti critici e storici dell’arte, saranno al centro di una serie di azioni il cui obiettivo fondante, nelle intenzioni del Comune di Galatina e del locale Club UNESCO, è promuoverne non solo la conoscenza presso il più vasto pubblico, ma soprattutto promuoverne lo studio, primo passo del complesso iter necessario per ottenere il riconoscimento internazionale UNESCO e la sua iscrizione nella Lista dei Siti Patrimonio dell’Umanità. Non solo, le iniziative previste (mostra, installazione virtuale, lectio magistralis e ricostruzioni storiche) intendono agire a sostegno della prossima creazione di un Centro Studi sulla Basilica di Santa Caterina d’Alessandria presso il Polo Biblio-Museale Comunale.


La manifestazione avrà inizio venerdì 21 novembre, alle ore 18, con una tavola rotonda presso la Sala “Celestino Contaldo” del Palazzo della Cultura in Piazza Dante Alighieri. L’incontro avrà come oggetto lo studio della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, simbolo della forte presenza della famiglia Orsini nel nostro territorio. Al dibattito, moderato dall’Assessore alla Cultura di Galatina, Daniela Vantaggiato, partecipano Giancarlo Vallone, Benedetto Vetere e Loris Sturlese, docenti dell’Università del Salento, e Antonio Cassiano direttore emerito del Museo Provinciale di Lecce  L’appuntamento,  con la partecipazione di un’ospite d’onore, Maria Paola Azzario, Presidente della FICLU (Federazione Nazionale dei Centri UNESCO) e Membro della Commissione Nazionale UNESCO del Ministero degli Esteri, rappresenta una tappa del progetto di valorizzazione di S. Caterina, elaborato dal Comune di Galatina e sostenuto dalla Regione Puglia, che si è avviato negli ultimi mesi con la collaborazione di altri studiosi, della stessa Basilica e del Club UNESCO di  Galatina.


Alle ore 20, sempre all’interno del Palazzo della Cultura verrà inaugurata “Di cieli e di mondi: tra Medioevo e Rinascimento in Terra d’Otranto“, mostra di documenti e libri rari a cura di dott. Luca Carbone, in collaborazione con Beatrice Chezzi ed Elisa Moro e con la partecipazione delle cooperative “Libermedia” e “Le pagine“. La mostra si articola su più livelli: come in un viaggio nel tempo, i volumi esposti, incunaboli e cinquecentine di uno dei più ricchi e preziosi repertori di Puglia, si propongono di riesplorare i territori di studio e d’interesse che sono maturati in lunghi secoli, nel Salento ed a Galatina in particolare, grazie alla confluenza di molteplici influenze: ebraiche, greco-bizantine, arabe e latine; da qui anche il titolo della mostra che rimanda alla molteplicità di visioni del cosmo e dell’uomo, che si sono confrontate, scontrate, amalgamate tra medioevo e rinascimento. All’esposizione dei volumi si affiancheranno, grazie alla collaborazione dello spin-off dell’Università del Salento AVR-MED (Augmented Virtual Reality for Medicine), due postazioni in cui viene utilizzato un prototipo sperimentale per sfogliare i volumi pregiati, e digitalizzati, senza usare supporti fisici. Sempre grazie a questa applicazione verranno per la prima volta offerti alla consultazione di un più vasto pubblico anche quaderni e registri dove lo studioso Pietro Cavoti ha raccolto relazioni, corrispondenze, mappature e disegni concernenti la Basilica di Santa Caterina. E poi ancora alcune delle pergamene originali di età orsiniana custodite dal Museo Cavoti, e per la consultazione, uno scaffale degli studi orsiniani e cateriniani sinora prodotti, disponibili nei Fondi della Biblioteca Siciliani, il tutto accompagnato da materiali illustrativi e didascalici; la mostra sarà visitabile fino al 6 dicembre.


La seconda giornata del weekend Orsiniano, sabato 22, si aprirà con Philippe Daverio, insigne storico dell’arte, il quale a partire dalle 17,30 sarà a disposizione nella Sala del Sindaco a Palazzo Orsini per un incontro con i giornalisti (è richiesto l’accredito), studenti ed addetti ai lavori. A seguire, dalle 19, il Prof. Daverio terrà all’interno della Basilica, una Lectio Magistralis sulla Basilica di S.Caterina d’Alessandria a Galatina, “una meta leggendaria”.


A seguire, sempre all’interno della chiesa, si potrà fruire dell’installazione “Virtual Reality Experience” con la visita allo spazio Dune Cube del consorzio CETMA di Brindisi, per fare una singolare esperienza della Basilica e dei suoi affreschi; grazie alla collaborazione sinergica tra ingegneri, architetti, informatici, modellatori 3D e professionalità accademiche, come storici ed archeologi, il dispositivo Dune Cube permetterà di fare una esperienza di realtà virtuale in ambito culturale,  grazie a scenari e soggetti 3D ad alto impatto visivo e scientificamente validati.


Si conclude domenica 23 con i festeggiamenti civili e religiosi: in Piazzetta Orsini, nelle Corti e nelle vie del Centro Storico i cantastorie di “Raccontami Sherazade” reciteranno racconti ed aneddoti del ‘300 e ‘400 galatinese; saranno inoltre disponibili visite guidate presso la Basilica. La manifestazione è patrocinata dal Ministero dei Beni Culturali , dalla Federazione  Nazionale dei Centri UNESCO (FICLU), e dalla Federazione Europea dei Clubs e Centri UNESCO (FEACU), ed è stata organizzata in collaborazione con l’Università degli Studi del Salento, l’Accademia Belle Arti di Lecce, la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, il Club UNESCO di  Galatina,  la Sezione di Storia Patria di Galatina,  iI Centro di Studi Orsiniani,  il Centro Studi Salentini.


Info: Club UNESCO Galatina; clubunescogalatina@gmail.com, Segreteria cell.348.2746393, Ufficio Stampa cell. 338.83221161


PHILIPPE DAVERIO


Philippe Daverio

Philippe Daverio


Philippe Daverio è nato il 17 ottobre 1949 a Mulhouse, in Alsazia, e vive a Milano dove ha avuto inizio la sua attività di mercante d’arte. Quattro le gallerie d’arte moderna da lui inaugurate, di cui due a New York. Assessore alla Cultura a Milano dal 1993 al 1997, si è occupato del restauro e del rilancio di Palazzo Reale a Milano. Opinionista per “Panorama”, “Liberal”, “Vogue”, “Gente”, consulente per la casa editrice Skira, Philippe Daverio si è sempre definito uno storico dell’arte. Così infatti lo ha scoperto il pubblico televisivo di Raitre: nel 1999 in qualità di “inviato speciale” della trasmissione Art’è, nel 2000 come conduttore di Art.tù, poi autore e conduttore di Passepartout, programma d’arte e cultura che ha avuto grande successo e ha notevole riconoscimento di critica e di pubblico.


Si occupa inoltre di strategia ed organizzazione nei sistemi culturali pubblici e privati, e svolge attività di docente: è stato incaricato di un corso di Storia dell’arte presso lo IULM di Milano, e mantiene corsi di Storia del design presso il Politecnico di Milano. Dal 2006 Philippe Daverio è Professore Ordinario di “Sociologia dei processi artistici”, presso l’Università degli Studi di Palermo, facoltà di Architettura – dipartimento Design.


Da marzo 2008 è il nuovo direttore della prestigiosa rivista d’arte Art e Dossier, della casa editrice fiorentina Giunti


Da dicembre 2010 è anche autore e conduttore di Emporio Daverio su RaiCinque, una proposta di invito al viaggio attraverso le città d’Italia e le unità minori del Belpaese, una introduzione al museo diffuso e uno stimolo a risvegliare le coscienze sulla necessità d’un vasto piano di salvaguardia.


Da gennaio 2012 il  programma d’arte e  cultura Passepartout è stato sostituito dal programma Il Capitale, sempre in onda su Raitre (la domenica alle 13.20) .


Tra le ultime pubblicazioni, nel 2011 è uscito il volume “Il Museo Immaginato”, edito da Rizzoli, nel 2012 il volume “Il Secolo lungo della Modernità”, sempre edito dalla stessa casa editrice, con cui nel 2013 ha pubblicato “Guardar lontano veder vicino. Esercizi di curiosità e storia dell’arte”, e nel 2014 il volume “Il Secolo spezzato delle Avanguardie”.


Da settembre 2014, Philippe Daverio è il nuovo Direttore Artistico del Grande Museo del Duomo di Milano.


LA BASILICA DI SANTA CATERINA D’ALESSANDRIA


Uno dei più insigni monumenti dell’arte romanica e gotica in Puglia, è un edificio del centro storico di Galatina. La basilica fu realizzata tra il 1369 e il 1391, per volontà di Raimondello Orsini del Balzo. Questi, in uno dei suoi numerosi viaggi, di ritorno dalle crociate, si spinse sino alla sommità del Monte Sinai per rendere omaggio al corpo di santa Caterina; secondo la leggenda, nel ripartire, baciò la mano della santa, strappandole il dito con i denti. Tornato in Italia portò con sé la reliquia che, incastonata in un reliquiario d’argento, tuttora si conserva nel tesoro della chiesa. L’edificio, alla morte di Raimondello avvenuta nel 1405, sarà completato dalla moglie, la principessa Maria d’Enghien, e poi dal figlio, Giovanni Antonio Orsini Del Balzo. L’edificio fu costruito su una preesistente chiesa bizantina di rito greco risalente al IX-X secolo le cui tracce sono ben visibili nel muro esterno della navata destra in cui è stata inglobata, forse per risparmiare materiale edilizio, l’abside.

DI CIELI E DI MONDI: TRA MEDIOEVO E RINASCIMENTO IN TERRA D’OTRANTO”: LA MOSTRA


La mostra prevede l’esposizione di incunaboli e cinquecentine di uno dei più ricchi e preziosi repertori di Puglia. La selezione dei volumi esposti si propone di riesplorare, come in un viaggio nel tempo, i territori di studio e d’interesse che sono maturati in lunghi secoli, nel Salento ed a Galatina in particolare, grazie alla confluenza di molteplici influenze: ebraiche, greco-bizantine, arabe e naturalmente latine. Il titolo dell’esposizione rimanda alla molteplicità di visioni del cosmo e dell’uomo che si sono confrontate, scontrate, amalgamate tra medioevo e rinascimento; delle quali possediamo ampie, e sia pur lacunose, tracce documentarie. Tali visioni sono in parte radicate nei saperi medioevali ed in parte si aprono ai nuovi sviluppi dell’umanesimo: la “scienza” del tempo oltre alla medicina, in cui si distinsero i medici orsiniani, e poi molti galatenisi nel Cinquecento, comprendeva anche l’historia animalium, l’alchimia ed un intreccio di astrologia ed astronomia, che ha radici antichissime, e che noi ritroviamo ancora in un Galilei e persino in un Newton [“Nondimeno è noto quanta parte della sua vita abbia occupato lo studio dell’alchimia: i suoi numerosi scritti su questo argomento, secondo i contabili della sua opera, constano di ben 650.000 parole. Siccome egli utilizza gli ideogrammi planetari per i suoi riferimenti ai metalli, si può ben dire che in questo senso la materia stessa lo portava ad “impregnarsi” del pensiero astrologico. Ma vi è dell’altro: Wilhelm Knappich ci ricorda che nella sua vecchiaia Newton si era molto interessato al simbolismo astrale dell’Apocalisse di San Giovanni. Una ragione in più per non giungere a conclusioni definitive e che induce Lord Keynes, a celebrare Newton, in occasione del suo terzo centenario alla Società Reale, come “l’ultimo dei Maghi”].


All’esposizione dei volumi si affiancheranno, grazie alla collaborazione dello spin-off dell’università del salento AVR-MED (Augmented Virtual Reality for Medicine) sotto la guida del Prof. Lucio De Paolis due postazioni dove viene utilizzato un prototipo sperimentale per sfogliare i volumi pregiati, e digitalizzati, senza usare suporti fisici. In occasione delle celebrazioni orsiniane, grazie anche


alla collaborazione della cooperativa Imago che ha digitalizzato i quaderni e registri dove Pietro Cavoti ha raccolto relazioni, corrispondenze, mappature disegni concernenti la Basilica di Santa Caterina, questi materiali cavotiani, lungamente e meritatamente studiati da Luigi Galante ed altri studiosi, che per la prima volta sono offerti alla consultazione di un più vasto pubblico; attraverso l’applicazione sviluppata da AVR MED.


Il curatore Luca Carbone è dottore di ricerca, ha collaborato lungamente con l’Università del Salento ed altri Enti pubblici e privati, in progetti europei (del quale è stato co-estensore) e ricerche interdisciplinari,  è uno studioso dei mutamenti socioculturali.


Consorzio CETMA e Dune Cube, tecnologie per la fruizione immersiva ed interattiva di beni culturali


Il consorzio CETMA, capofila del Progetto IT@CHA – “Tecnologie italiane per applicazioni avanzate nei Beni Culturali”, nell’ambito del Programma Operativo Nazionale Ricerca e Competitività 2007-2013, ha sviluppato delle soluzioni tecnologiche sempre più innovative in grado di supportare tecnici, operatori ed Enti nel complesso processo di valorizzazione di un sito archeologico nonché di un bene museale, monumentale e culturale. Nell’ambito del progetto sono stati svolti lo studio, la progettazione e lo sviluppo del framework software per la gestione e la creazione di scenari 3D atti a consentire una fruizione immersiva da parte dell’utente, nonché la progettazione e lo sviluppo di una struttura di visualizzazione immersiva trasportabile, denominata Dune Cube, dove i visitatori hanno la possibilità di vivere un’esperienza multisensoriale diventando parte integrante dell’ambientazione ricostruita.


Lo spazio interattivo Dune Cube, nasce dall’esigenza di progettare e ideare un luogo fisico tecnologicamente avanzato, nel quale interagire con contenuti digitali 3D ad alto impatto visivo e in differenti modalità.  Oltre ad offrire un’esperienza unica nel genere grazie all’integrazione di un sistema di realtà virtuale,  Dune Cube si presenta come  una struttura modulare  collocabile presso musei, fiere, convegni, luoghi della cultura e smart cities.


Grazie ad una collaborazione sinergica tra ingegneri, architetti, informatici, modellatori 3D e professionalità accademiche, come storici ed archeologi, sono stati prodotti scenari e soggetti 3D ad alto impatto visivo e scientificamente validati.


Le demo prodotte e fruibili nello spazio interattivo sono le seguenti:



  • Ricostruzione di una capanna dell’abitato dell’età del Bronzo i cui resti sono stati rinvenuti in località Scogli di Apani. I materiali, le tecniche costruttive e l’organizzazione dello spazio interno alla capanna sono ricavati dall’elaborazione della documentazione di scavo del 2008-2009

  • Ricostruzione di un’imbarcazione mercantile di età romana per il trasporto di prodotti salentini al porto di Brindisi. Le derrate venivano invasate nelle anfore prodotte negli impianti produttivi del Brindisino, come quello di Apani, che si trovava presso l’insenatura di Guaceto. E’ presumibile pensare, anche in base ai rinvenimenti subacquei, che l’approdo di Torre Guaceto fungesse da caricatore per le imbarcazioni che trasportavano le merci al porto principale di Brindisi, dove erano trasbordate sulle grandi navi mercantili dirette in particolare nel Mediterraneo orientale.

  • Ricostruzione della Tomba dei Demoni Azzuri al suo stato originario. Rinvenuta nel 1985, sotto la strada che oggi porta all’ingresso della necropoli di Monterozzi (Viterbo), la tomba  risale alla seconda metà del V secolo a.C. (430-400 a.C. circa). L’eccezionalità di questo monumento funerario sta nelle scelte iconografiche del pittore che realizzò gli affreschi parietali: fanno infatti la loro comparsa, per la prima volta, figure demoniache dell’aldilà.

  • Ricostruzione della sala delle travi lignee del XIV secolo a copertura della volta presbiteriale della Cattedrale della S.S. Assunta di Nardò. Le coperture del vasto edificio furono in origine costituite da travature lignee a vista, a due spioventi la navata centrale, ad uno quelle laterali. Le incavallature lignee della prima, “tra le più svariate ed originali forse in tutta Italia”, furono poi dipinte nel tempo di Roberto d’ Angiò, principe di Taranto, con vivacità coloristica forse ideata in funzione della ricchezza cromatica delle pareti interne, dove probabilmente era già stato realizzato il ciclo di affreschi.

  • Ricostruzione della Cripta dei SS. Stefani di Vaste (Le), di età bizantina interamente ricavato nel banco tufaceo. Con l’ausilio di un distanziometro laser sono stati effettuati dei rilievi col metodo delle triangolazioni in loco: tali dati sono stati poi integrati al rilievo tradizionale, permettendo la ricostruzione 3D dell’intera struttura. La cripta è stata rilevata fotograficamente con fotocamere digitali ad alta risoluzione e mediante laser scanner. Il risultato di tale scansione è una nuvola di punti che, attraverso uno specifico software, ne permette la ricostruzione in formato digitale, sia dal punto di vista delle coordinate spaziali che delle caratteristiche cromatiche. Le coperture del vasto edificio furono in origine costituite da travature lignee a vista, a due spioventi la navata centrale, ad uno quelle laterali. Le incavallature lignee della prima, “tra le più svariate ed originali forse in tutta Italia”, furono poi dipinte nel tempo di Roberto d’ Angiò, principe di Taranto, con vivacità coloristica forse ideata in funzione della ricchezza cromatica delle pareti interne, dove probabilmente era già stato realizzato il ciclo di affreschi. 


 


Approfondimenti

Certezze ed incertezze del presente

Lo spettro della guerra, malavita, femminicidi, violenza dilagante nel mondo adolescenziale e giovanile. E il Salento? Terra di anziani residenti o fugaci vacanzieri…

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di Hervé Cavallera

di Hervé Cavallera

La Pasqua da poco trascorsa dovrebbe aver ricordato ai Cristiani che essa, per il tramite della passione, morte e resurrezione di Gesù, è l’invito al passaggio ad una vita migliore.

Le feste del Cristianesimo, infatti, possono essere considerate come una sollecitazione per un futuro che sia, per i singoli e per la collettività, più buono e sereno rispetto al passato.

Ma l’immagine del presente non è così.

In campo internazionale permangono almeno due conflitti e i rischi che i campi di battaglia si allarghino non sono da sottovalutare.

E non è un problema dappoco.

Poi, per quanto riguarda l’Italia (ma il fenomeno non è solo italiano) si può constatare un aumento della violenza.

E non ci si riferisce solo ai casi più eclatanti, ossia ai delitti legati al mondo della malavita e alla crisi delle relazioni sentimentali (basti ricordare i femminicidi).

Ci si riferisce particolarmente alla violenza diffusa nel mondo adolescenziale e giovanile con i tumulti nelle università volti ad impedire la libertà di parola a conferenzieri non graditi, alle dimostrazioni pacifiste che generano saccheggi e vandalismi di vario genere, alle conflittualità che serpeggiano in certe scuole in una contrapposizione tra docenti ed allievi, con la partecipazione talvolta dei genitori.

Si ha l’impressione di trovarci in un mondo in cui non si riesce più a controllare gli impulsi.

Così accade che le frustrazioni, che sicuramente la maggior parte di noi ha pure conosciuto nel corso della propria esistenza, non vengano superate rafforzando il carattere e abituando a saper affrontare le difficoltà, ma producano comportamenti aggressivi che si propagano con facilità.

Ciò significa che gli adulti, i genitori in particolar modo, devono ben essere attenti oggi più che mai alle dinamiche dell’età evolutiva dei giovani.

Per fortuna sembrerebbe un fenomeno che non riguarda in modo preoccupante il nostro Salento.

Non che manchino i fatti di cronaca nera, ma fenomeni di scontri di piazza da parte di minorenni sono assai pochi.

E qui allora emerge un’altra considerazione: quello dello spopolamento.

Le nascite sono da tempo in netto calo nella Penisola.

Secondo i dati dell’ISTAT in Italia nascono 6 bambini ogni mille abitanti.

Nel Salento al calo demografico si aggiunge poi il fatto che molti giovani compiono gli studi universitari in altre regioni d’Italia e non tornano più nel paese nativo.

Certo, vi sono anche coloro che tornano e con coraggio, come si è scritto su questo giornale, ma sono pochi.

Il Salento diventa la terra di anziani residenti o di fugaci vacanzieri.

E allora l’invito alla gioia che proviene dal suono delle campane pasquali si spegne in una triste rassegna.

Conflitti sempre più minacciosi tanto da spingere qualcuno a sostenere il ritorno alla leva obbligatoria, sviluppo della criminalità organizzata, violenze e tragedie domestiche, violenza giovanile, fragilità nell’affrontare le difficoltà connesse al quotidiano, spopolamento, stagnazione produttiva…

Occorre precisare che non si nega che esistano casi positivi, anzi di eccellenza nella imprenditoria, nei giovani, nella vita coniugale e così via, ma l’ombra del negativo è sempre più visibile e preoccupante.

LA COMUNICAZIONE DELL’EFFIMERO

Vi è poi la sensazione di una crescita dell’individua- lismo accentuato dai social, dalla facilità di esprimere pareri su tutto e su tutti.

Al tempo stesso la comunicazione digitale isola fisicamente l’utente pur avendo egli un contatto online con centinaia se non migliaia di persone.

È la comunicazione dell’effimero, mentre si continua a rimanere soli.

Come diceva l’antico filosofo, l’uomo è un animale sociale; ha bisogno di vivere concretamente, fisicamente col prossimo, non di limitarsi a parole diffuse con mezzi artificiali.

Ed è questo l’aspetto che è il lascito ideale delle recenti celebrazioni pasquali: quello di tornare ad essere una comunità.

Una comunità di persone che si incontrano e dialogano ed elaborano progetti che permettano una crescita economica e spirituale.

Tutto questo richiede buona volontà e competenza, richiede il mettere da parte l’attrazione per il proprio tornaconto, per il proprio particulare come diceva Guicciardini.

È un compito che devono tornare ad assumere quelle istituzioni ad esso preposte quali la famiglia e la scuola.

In un momento storico in cui i legami familiari diventano sempre più fluidi, bisogna che la scuola diventi davvero un centro di formazione di responsabilità oltre che di conoscenze e competenze.

Un futuro migliore è affidato da sempre ad una buona educazione e di ciò dobbiamo tornare a prendere consapevolezza.

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Il fallimento della democrazia

Astensionismo: nelle regionali del 2023 raggiunse il 60% in Lombardia e Lazio; nel 2014 in Emilia-Romagna votò solo il 37,7%. Nel 2020 l’affluenza alle regionali pugliesi è stata del 56,43%…

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di Hervé Cavallera

Il prof. Hervé Cavallera

Il 25 febbraio si è votato per la Regione in Sardegna.

I candidati alla Presidenza della Regione erano 4 e le liste presenti 25.

Ora, quello che particolarmente colpisce, a prescindere da vinti e vincitori e dalle stesse modalità di votazione (voto disgiunto, ad esempio), è l’affluenza degli elettori.

Poco al di sopra del 52%, quindi ancor meno dell’affluenza avuta nelle precedenti elezioni regionali.

Né si tratta di un fenomeno meramente sardo.

L’affluenza elettorale è effettivamente bassa e, come si suole dire, l’astensionismo è in assoluto il maggior partito in Italia (ma la situazione non è dissimile anche in altri Paesi europei).

Nelle regionali del 2023 l’astensionismo raggiunse il 60% in Lombardia e nel Lazio e nel 2014 in Emilia-Romagna per l’elezione del presidente della Regione votò solo il 37,7% degli elettori.

Nel 2020 l’affluenza alle regionali in Puglia è stata del 56,43%. Ciò non può lasciare indifferenti in quanto, se democrazia significa partecipazione, il “successo” dell’astensionismo significa fallimento della democrazia.

Esiste ormai nella realtà uno scollamento tra cittadini e politica.

È un dato inequivocabile che non può essere risolto con la diffusione del cosiddetto “civismo” ossia con la nascita di movimenti localistici.

Invero nel 1946 l’Assemblea Costituente introdusse il principio della obbligatorietà del voto che però all’art. 48 della Costituzione italiana risulta solo un dovere civico.

Nel 1957, col D. P. R. n.361, si rendeva obbligatorio il voto nelle elezioni politiche, dichiarando che occorreva fare un elenco degli astenuti.

Il tutto poi venne meno nel 1993 (D. L. 20 dicembre 1993, n . 534).

Il che è anche corretto poiché il concetto di liberta implica anche l’astensione. E tuttavia quando l’astensione raggiunge livelli elevatissimi sì da quasi superare il numero dei votanti, è chiaro che è in atto una crisi della sensibilità politica dei cittadini.

Si tratta di un processo che in Italia si può far risalire alla cosiddetta fine della prima Repubblica (1994) ossia con la fine dei partiti che esistevano nella Penisola dal 1946.

In realtà, il fenomeno rientra nel collo delle grandi ideologie e, di conseguenza, in una semplificazione della vita politica tra due schieramenti, etichettati come moderati o conservatori da una parte e progressisti dall’altra.

Non per nulla negli Stati Uniti d’America dove esistono praticamente solo due partiti, il repubblicano e il democratico, l’astensionismo tocca spesso punte del 70% a cui peraltro ci si è abituati.

Di qui un altro aspetto che va considerato: il ruolo decisivo del candidato alla presidenza.

Sostanzialmente si vota la persona più che le idee.

D’altronde tutti possiamo constatare che nei nostri Comuni sono pressoché inesistenti le tradizionali sezioni dei partiti, ove una volta i tesserati potevano discutere vari temi politici.

Di qui un ulteriore paradosso. Si ritiene che in una società democratica chi “comanda” o, per essere più corretti, chi ha la gestione della cosa pubblica sia la maggioranza.

Nei fatti, invece, proprio grazie all’astensionismo, la gestione del potere è comunque affidata ad una minoranza, mentre la maggioranza dei cittadini assiste con apatia, rassegnazione o altro, a quello che la minoranza decide.

Negli anni ’80 del secolo scorso il sottoscritto scrisse un libro sull’importanza dell’educazione politica, intesa non come educazione partitica, ma come educazione alla partecipazione responsabile alla vita pubblica.

Al presente, di fronte a fenomeni come l’astensionismo, la cancel culture, l’improvvisazione demagogica che talvolta si fa sentire per il tramite dei social, una riflessione articolata, ponderata e di largo respiro sulla necessità di una rifondazione della vita civile, in modo che non sia soggetta alle pulsioni del momento, sarebbe opportuna.

Naturalmente tutto riesce difficile ed è inutile evocare il ricordo della vecchia Educazione civica, anche se dal settembre del 2020 l’Educazione civica è considerata una disciplina trasversale che riguarda tutti i gradi scolastici.

In una società ove predomina il relativismo individualistico, mancano i grandi valori che danno davvero lo slancio vitale all’impegno civile che investa la collettività e tutto si risolve nel gioco degli interessi di piccoli gruppi o dei singoli.

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Galatina, il Liceo Vallone si mobilita “fa rumore” per le Donne

Sceglie di “far rumore” al fine di sensibilizzare i giovani, e la cittadinanza tutta, sul significato intrinseco di questa ricorrenza.

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In occasione dell’8 marzo, Giornata Internazionale dei Diritti della donna, il Liceo A. Vallone, di Galatina, sceglie di “far rumore” al fine di sensibilizzare i giovani, e la cittadinanza tutta, sul significato intrinseco di questa ricorrenza.

Previsto in mattinata, alle ore 11.45, un corteo che partirà dalla sede centrale del Liceo, in viale don Tonino Bello, e si muoverà verso Piazza San Pietro dove si terrà un flash mob di riflessione chiuso con la lettura di Knocking on Heaven’s door, profondo monologo in voce maschile tratto da Ferite a morte, di Serena Dandini. 

“L’ignominia continua da Giulia…1,2,3…12 vittime” è il messaggio che gli studenti e le studentesse del Liceo porteranno in corteo, ribadendo che “Nessun delitto ha una giustificazione”!

Tutti gli studenti e le studentesse del Liceo, accompagnati dal personale scolastico, attraverseranno le strade principali della città (viale don Tonino Bello – via Ugo Lisi – C.so porta Luce – Piazza San Pietro) con l’obiettivo di fare un silenzioso rumore sull’inefficacia di questa ricorrenza, dipanando un drappo rosso lungo 30 metri, simbolo del dolore e delle violenze che le donne ancora subiscono, visto il perdurante divario di genere.

“Non si ha nulla da celebrare se non vi è uguaglianza. Non si celebra la Donna se non La si rispetta” Queste le parole della Dirigente Scolastica, prof.ssa Angela Venneri, che ha fortemente promosso e sostenuto l’iniziativa, in un’ottica di sensibilizzazione e condivisione d’intenti.

Non un’occasione per festeggiare, dunque, ma solo per riflettere e tenere alta l’attenzione, con l’auspicio che l’educazione culturale possa riaffermare un ineludibile principio di civiltà.

Da qui l’augurio conclusivo dei nostri studenti e studentesse a tutte le donne con i dolcissimi versi della poesia di Alda Merini, Sorridi donna.

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