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Attualità

L’incontro del Papa con le Diocesi salentine

Una delegazione delle 3 diocesi nostrane, ha incontrato il Santo Padre in Vaticano in occasione del ventennio del progetto Policoro

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Una delegazione della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca e della Diocesi di Nardò-Gallipoli e Otranto ha partecipato, il 14 dicembre scorso all’udienza con il Papa nell’aula Paolo VI, per i  vent’anni del Progetto Policoro, di cammino, di proposte e iniziative che hanno portato e continuano a portare frutto sul territorio. Papa Francesco, nel corso di alcune recenti visite pastorali, ha definito il Progetto Policoro “un segno concreto di speranza per i giovani che vogliono mettersi in gioco e creare possibilità lavorative per sé e per gli altri”.


Il Santo Padre ha celebrato l’anniversario alla presenza del Coordinamento nazionale del Progetto Policoro – promosso dall’Ufficio nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro, la Caritas e il Servizio di Pastorale Giovanile della Cei – di formatori, vescovi, rappresentanti delle circa 128 Diocesi Italiane in 14 regioni, su un totale di 225, che in tutto il paese sono coinvolte nell’iniziativa lanciata all’epoca da don Mario Operti. In questi anni le regioni del Sud che per prime hanno aderito al progetto – Puglia, Calabria e Basilicata, poi Campania, Sicilia e Sardegna – e poi nel tempo anche quelle del Nord tra cui Trentino, Piemonte, Emilia-Romagna (dal 2012 fanno parte della rete anche Abruzzo, Molise, Umbria, Toscana, Marche, Lazio), hanno messo insieme energie con un unico obiettivo: creare relazioni sul territorio tra soggetti ecclesiali e associativi (Acli, Confcooperative, Cisl, Coldiretti, Confartigianato, Banche di Credito Cooperativo, Associazione Libera) per mettere in piedi realtà lavorative concrete dove i giovani disoccupati, hanno potuto pensare, progettare e realizzare attività lavorative. Su tutto il  territorio del Sud in modo particolare, sono nate circa 1.300 imprese tra cooperative sociali, consorzi, ditte individuali.  Numerosi “gesti concreti“appunto, per usare il linguaggio del progetto, nati grazie a un’attività capillare sul territorio, partendo dalle diocesi dove agiscono gli animatori di comunità, laici opportunamente formati per fare rete tra Chiesa, formazione, evangelizzazione, attività legislative a favore del lavoro. Molteplici i settori che hanno visto nascere imprese, quali: l’artigianato, i beni culturali, le comunicazione, l’alberghiero, l’accoglienza e la cura delle persone. “Tra i risultati che abbiamo ottenuto – sottolinea monsignor Fabiano Longoni, Direttore  della PSL – uno dei più significativi è che le realtà lavorative sorte non sono soltanto a beneficio dei giovani, contro la disoccupazione, ma anche intraprese e vissute dai giovani stessi. Questo significa qualità del lavorare insieme, vivere una dimensione di impresa che diventa capitale sul territorio”.


Sono circa 30 milioni di euro annui di fatturato dalle aziende attive, supportate in molti contesti da forti realtà di microcredito, e in numerosi casi sorte su terreni confiscati alla mafia.


Il discorso del Pontefice, è stato preceduto dal saluto del Card. Mons. Angelo Bagnasco,  Presidente della Cei, e dagli interventi di tre animatori di comunità  Luca, Alessandro e Flora, e da una giovane imprenditrice, Francesca. Bagnasco ha ricordato le “crisi esistenziali” dei giovani disoccupati, che non sono “privi di risorse, ma della possibilità di realizzarle”. Presente anche il segretario generale della Cei, Mons. Nunzio Galantino.


“Vent’anni fa nasceva il Progetto Policoro, frutto del Convegno ecclesiale di Palermo”, ha esordito Papa Bergoglio. “Il progetto veniva alla luce con una volontà precisa: quella di individuare risposte all’interrogativo esistenziale di tanti giovani che rischiano di passare dalla disoccupazione del lavoro alla disoccupazione della vita. Nel suo tentativo di coniugare il Vangelo con la concretezza della vita, questo progetto rappresentò da subito una grande iniziativa di promozione giovanile, una vera occasione di sviluppo locale a dimensione nazionale. Le sue idee-forza ne hanno segnato il successo: la formazione dei giovani, il lancio di cooperative, la creazione di figure di mediazione come gli “animatori di comunità” e una lunga serie di gesti concreti, segno visibile dell’impegno di questi venti anni di presenza attiva».“Ogni lavoratore – ha detto Francesco – ha il diritto di vederla tutelata la propria vita, e in particolare i giovani devono poter coltivare la fiducia che i loro sforzi, il loro entusiasmo, l’investimento delle loro energie e delle loro risorse non saranno inutili. Quanti giovani oggi sono vittime della disoccupazione! E quando non c’è lavoro, rischia la dignità, perché la mancanza di lavoro non solo non ti permette di portare il pane a casa, ma non ti fa sentire degno di guadagnarti la vita. Oggi sono vittime di questo. Quanti di loro hanno ormai smesso di cercare lavoro, rassegnati a continui rifiuti o all’indifferenza di una società che premia i soliti privilegiati, benché siano corrotti, e impedisce a chi merita di affermarsi. Il premio sembra andare a quelli che sono sicuri in se stessi benché questa sicurezza sia stata sviluppata nella corruzione”, ha proseguito Bergoglio tra gli applausi. “Il lavoro non è un dono gentilmente concesso a pochi raccomandati: è un diritto per tutti!”.

Rivolgendosi ai giovani presenti il Papa ha poi aggiunto:”Voi rappresentate certamente un segno concreto di speranza per tanti che non si sono rassegnati, ma hanno deciso di impegnarsi con coraggio per creare o migliorare le proprie possibilità lavorative. Il mio invito è quello di continuare a promuovere iniziative di coinvolgimento giovanile in forma comunitaria e partecipata. Spesso dietro a un progetto di lavoro c’è tanta solitudine: a volte i nostri giovani si trovano a dover affrontare mille difficoltà e senza alcun aiuto. Le stesse famiglie, che pure li sostengono – spesso anche economicamente – non possono fare tanto, e molti sono costretti a rinunciare, scoraggiati. Qui potete fare la vostra parte: sostenere le nuove energie spese per il lavoro; promuovere uno stile di creatività che ponga menti e braccia attorno a uno stesso tavolo; pensare insieme, progettare insieme, ricevere e dare aiuto: sono queste le forme più efficaci per esprimere la solidarietà come dono. Vi incoraggio a continuare nel vostro impegno di sviluppare progetti a misura d’uomo: progetti rispettosi della dignità di chi li realizza e di chi ne beneficia; progetti che sappiano dare il giusto valore allo sforzo profuso, ma anche al meritato riposo; progetti concreti per esigenze concrete”.


Poi ha parlato della vocazione al lavoro, che è uno dei tratti della dignità umana e ha detto, scherzando, che non esiste una vocazione alla pigrizia.”Spesso l’idea del lavoro di realizzazione della persona è stata confusa a un’idea della ricchezza e del benessere che spinge a ritmi di lavoro disumani. È meglio spingere i giovani a trovare la giusta misura perché non si inseguano gli idoli di un falso benessere“. Gesù non ci ha insegnato come creare possibilità lavorative, ma la sua parola non smette mai di essere attuale, concreta e di toccare tutto l’uomo e tutti gli uomini, parla anche a noi, ci esorta a fare delle nostre idee, progetti, voglia di fare e creare una lieta notizia per il mondo. Il nostro compito non è semplicemente di aiutare i giovani a trovare lavoro, è anche una responsabilità di evangelizzazione attraverso il valore santificante del lavoro, non di un lavoro qualunque, non del lavoro che sfrutta, che schiaccia, che umilia, mortifica, ma del lavoro che rende l’uomo veramente libero secondo la sua nobile dignità.


Il Papa ha concluso dicendo: “Soffro quando vedo tanti giovani disoccupati. Qui in Italia, dai 25 anni in giù quasi il 40% non ha lavoro. E che cosa fa un giovane senza lavoro? Si ammala, deve andare dallo psichiatra, o cade nelle dipendenze o si suicida”e su quest’ultimo punto ha aggiunto che le statistiche sui suicidi giovanili non sono pubblicate e si trovano degli escamotage per non renderle pubbliche. Poi ha detto anche che alcuni giovani cercano nuovi ideali e vanno a fare i guerriglieri.Infine il Papa ha detto:”Vi assicuro la mia preghiera, vi sono vicino, contate su di me per questo perché questo tocca tanto. E per favore non dimenticatevi di pregare per me perché anche io ho bisogno di preghiere”


Alliste

Nasce la ciclovia del Salento Ionico, un percorso a tappe lungo 300 km

Oltre al percorso è stata mostrata anche l’app che rende facile e intuitiva la navigazione lungo la ciclovia, mettendo in evidenza la rete di sentieri, strade secondarie e rurali, punti di interesse e strutture bike-friendly

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C’è un altro Salento, non solo quello più noto delle spiagge, della pizzica e della movida. E da oggi c’è un altro modo di scoprirlo e apprezzarlo, in maniera lenta e sostenibile, coinvolgendo tutti e cinque i sensi e con l’uso delle due ruote.

Nasce così la ciclovia del Salento Ionico: un percorso a tappe lungo 300 chilometri, alla portata di tutti, e articolato in cinque anelli, ottimi per escursioni di una giornata. Un modo nuovo di vivere uno dei luoghi più suggestivi d’Italia, attraversando masserie, spiagge selvagge, borghi ricchi di arte ed enogastronomia.

Il percorso, realizzato da Vivilitalia, società specializzata nei turismi ambientali, grazie al progetto Green Community Ionico-Adriatica con capofila il comune di Nardò, finanziato con i fondi del PNRR, è stato presentato a Lecce, nella Sala conferenze stampa della Provincia, a Palazzo Adorno. L’iniziativa è promossa in collaborazione con la Provincia di Lecce.

Oltre al percorso è stata mostrata anche l’app che rende facile e intuitiva la navigazione lungo la ciclovia, mettendo in evidenza la rete di sentieri, strade secondarie e rurali, punti di interesse e strutture bike-friendly.

Lunga 305 chilometri, per l’82% su asfalto e il restante 18% su sterrato, la ciclovia si snoda prevalentemente su stradine secondarie a bassa intensità di traffico.

La traccia principale è poi articolata in cinque percorsi ad anello che, tra mare, parchi e borghi interni, consentono di organizzare su misura il proprio viaggio in bici: Ugento/Racale; Gallipoli/Racale; Nardò/Gallipoli; Porto Cesareo/Nardò e infine Manduria/Torre Lapillo. Un viaggio realizzato grazie alla conoscenza e all’esperienza di chi ogni giorno vive il territorio e lavora per valorizzarlo.

Da oggi il Salento ha un prodotto turistico in più disegnato per un mondo, quello di chi fa vacanze a pedali, che sta crescendo vertiginosamente con un giro d’affari che nell’ultimo anno ha raggiunto i 5,5 miliardi di euro. Il nostro lavoro non si è limitato solo a tracciare un itinerario, ma stiamo operando per creare una vera comunità accogliente, fatta di amministratori, associazioni e operatori economici che si sono confrontati fra riunioni e pedalate e che hanno deciso di scommettere su una proposta di vacanza fortemente destagionalizzante dimostrando che anche in Salento un altro turismo è possibile” ha affermato Sebastiano Venneri, presidente di Vivilitalia.

La ciclovia del Salento Ionico apre le porte a un nuovo capitolo di turismo sostenibile per tutto il Salento, con la possibilità di incrementare le presenze sul territorio provinciale, soprattutto in quelli che sono considerati periodi di bassa stagione, come la primavera e l’autunno e che per il settore sono, invece, i periodi più intensi e in cui si pedala di più. Questa iniziativa propone una fruizione del territorio rispettosa della natura del Salento e, al tempo stesso, offre un’opportunità per prospettive turistiche, che incentivano l’economia locale e rafforzano l’idea di sviluppo ecosostenibile. La ciclovia non è un’opera solo per i 10 Comuni che hanno saputo mettersi insieme, ma un’infrastruttura che arricchisce l’offerta turistica e di svago di tutto il Salento e della Puglia” ha dichiarato Stefano Minerva, presidente della Provincia di Lecce.

La ciclovia del Salento Ionico è un po’ la ciliegina sulla torta della Green Community. Da anni lavoriamo a un’offerta turistica ‘slow’, che punti sul fattore esperienziale e identitario; per questo la possibilità di percorrere in bicicletta un itinerario che lambisce il mare e che taglia l’entroterra e contesti ricchi di arte, cultura ed enogastronomia, è una delle cose in assoluto più efficaci. Raccogliamo con molta determinazione insieme ad altri nove comuni la sfida del green e di un approccio più equilibrato, l’approccio di chi amministra e ha responsabilità pubbliche, ma prima ancora dei cittadini” ha aggiunto Giuseppe Mellone, sindaco di Nardò.

Questo progetto si inserisce a pieno titolo nella via italiana al cicloturismo”, afferma Roberto Guido, ideatore del percorso, “offrendo una straordinaria esperienza di viaggio nel Salento che mette insieme i tesori dell’entroterra con il mare, ma soprattutto con la natura, andando oltre i cliché del turismo balneare. La ciclovia del Salento Ionico, infatti, attraversa ben cinque parchi e aree verdi, tutti sul litorale, da Ugento fino a Manduria, uniti dal filo dell’autenticità e della meraviglia. Si scopre così che pedalare nel cuore del Sud è un’esperienza immersiva in un paesaggio che crea stupore e bellezza in tutte le stagioni”.

Fanno parte della Green Community Ionico-Adriatica i comuni di Alliste, Avetrana, Galatone, Gallipoli, Manduria, Nardò, Porto Cesareo, Racale, Taviano, Ugento.

Da ognuno di questi centri, proprio grazie alla struttura modulare del percorso, sarà possibile iniziare il viaggio percorrendo l’intero anello, con o senza il passaggio da Lecce.

https://ebike.bikesquare.eu/ita/salento/percorsi

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AQP: “A Corsano mancherà l’acqua per alcuni lavori”

Disagi saranno avvertiti esclusivamente negli stabili sprovvisti di autoclave e riserva idrica o con insufficiente capacità di accumulo.

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L’acquedotto Pugliese fa sapere che, per consentire l’esecuzione di alcuni lavori, sarà necessario sospendere temporaneamente la normale erogazione idrica il 22 aprile 2024, in via Nino Bixio, a Corsano.

La sospensione avrà la durata di 8 ore, a partire dalle ore 9:00 con ripristino alle ore 17:00.

Disagi saranno avvertiti esclusivamente negli stabili sprovvisti di autoclave e riserva idrica o con insufficiente capacità di accumulo.

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Surbo: Cataldi (M5S) entra in consiglio comunale

Come primo dei non eletti alle amministrative della scorsa primavera subentra ad un consigliere dimissionario

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Salvatore Cataldi, (nella foto con il presidente Giuseppe Conte) «militare, classe 1979, pentastellato storico del MoVimento 5 Stelle di Surbo, è stato chiamato, come primo dei non eletti alle amministrative della scorsa primavera, a subentrare in Consiglio comunale ad un consigliere dimissionario. La proclamazione avverrà nel primo Consiglio utile, verosimilmente mercoledì 24 aprile».

Lo dichiara in una nota il Coordinatore M5S per la Provincia di Lecce e già senatore, Iunio Valerio Romano che aggiunge: «Salvatore e tutta la comunità pentastellata di Surbo hanno sempre lavorato bene e quest’opportunità consentirà loro di essere direttamente incisivi nell’amministrazione di Surbo e Giorgilorio sui temi più identitari, quali il welfare e la transizione ecologica».

«Sono estremamente motivato a fare del mio meglio e l’impegno sarà massimo, unitamente al Gruppo M5S di Surbo e Giorgilorio, che ringrazio per il costante supporto, al fine di portare le nostre idee e i nostri progetti in Comune, al servizio dei nostri concittadini», le prime parole di Cataldi, «ringrazio, altresì, il MoVimento 5 Stelle, la mia casa da oltre dieci anni, che mi ha consentito di crescere, prima di tutto come persona, rappresentando sempre un luogo di confronto e condivisione».

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