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Attualità

Casarano, Città… Contemporanea

Tanto hanno fatto che… I casaranesi perderanno i palazzi gioiello della città, acquistati per 30 denari dalla banca. E questo, nessuno lo aveva calcolato! O forse si…?

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Non c’è niente di più complicato, per un giornalista, che cercare di far comprendere ai non addetti ai lavori i passaggi giuridico-economici delle operazioni amministrative messe in atto da una Giunta Comunale, non fosse altro che per il fatto che, per prima cosa, i passaggi giuridico-economici li deve comprendere il giornalista stesso!


PalazzoProviamoci, quindi, insieme e per farlo, non me ne vogliano i puristi dei numeri, dei conti ed i cacciatori di responsabilità, dovremo necessariamente procedere con delle approssimazioni. Alcuni anni fa, sembrerà strano, Casarano aveva un bel po’ di debiti e le tasse (per quanto innalzate al massimo) non sarebbero mai state in grado di ripianare il deficit che, intanto, aumentava di mese in mese. Come si fa in questi casi, occorre vendere i gioielli di famiglia che, nel caso del Comune di Casarano, sono i suoi palazzi storici.

La burocrazia però ci ammazza e quindi sperare che un Comune o un Ente pubblico qualsiasi riesca a vendere direttamente, al miglior offerente, anche solo una spillatrice o una stufetta elettrica, intascandone poi i guadagni direttamente, è in Italia poco meno di un’utopia; figuriamoci i palazzi storici. Fu creata allora una cosiddetta Società di cartolarizzazione e le fu dato il nome di “Casarano città contem- poranea”. Una società di cartolarizzazione altro non è che una S.r.l. in cui c’è solo il Comune come socio ma si ha il vantaggio di poter gestire la vendita degli immobili in maniera diretta e quindi più celermente e con meno lungaggini burocratiche.

La cosa fu fatta anche piuttosto bene, tant’è che la Corte dei Conti diede il suo nullaosta e garantì la banca che, sulla fiducia, tirò fuori una bella saccocciata di euro come anticipo (ricordate questo passaggio che è importante).

L’operazione era tecnicamente perfetta ma aveva almeno un paio di punti deboli.

Il primo era legato proprio al valore degli immobili stessi: il Comune decise che essi avessero un certo valore e li considerò già venduti a quel valore; come dire: voglio vendere un’auto usata, decido io il suo valore e, senza nemmeno l’ombra di un potenziale cliente, considero già intascata la somma. Il secondo punto debole, fu indubbiamente il costo necessario per mantenere in vita questa stessa Società che, fra consulenze, stipendi e gomme per cancellare, erodeva di mese in mese quei soldi che non erano assolutamente stati intascati ma che la banca aveva già anticipato sulla fiducia.

Con un esempio possiamo dire che l’operazione era perfettamente riuscita ma il paziente era morto! Non ci vuole una laurea in economia per capire che una società così era destinata a fallire, ed infatti… fallì!

Cosa pensate avesse quindi voglia di fare la banca, che vantava un’ipoteca di quasi 2 milioni di euro? Sicuramente metter mani sul patrimonio immobiliare storico che sarebbe stato “svenduto” per ripianare i debiti del fallimento.

Per evitare questa manovra (per l’amor di Dio, legittima, ma condotta con l’opportunismo dello sciacallo), il Comune decise di accollarsi il debito e di salvare quindi i palazzi storici dalla longa manu della banca.

Quest’operazione, inserita nel cosiddetto piano di riequilibrio, fu approvata dalla Corte dei Conti nel momento in cui approvò il piano stesso nella sua totalità.

Forse i giudici contabili, nel frattempo, avranno letto meglio le carte (o forse le hanno soltanto lette) e con una delibera (la 164 del 2014) dicono che questo, il Comune non lo avrebbe potuto fare. Come risultato, il Comune decide quindi (in autotutela) di ritirare quanto deciso e di non accollarsi più i debiti della società fallita. Da qui, lo scambio di accuse fra chi critica l’avversario di incompetenza e chi risponde con le accuse di scellerata amministrazione.

Fare i nomi dei protagonisti sarebbe inutile come indicare il re che sfila nudo nel corteo, ma quel che non si legge in nessuna dichiarazione ed in nessun social, è il fatto che noi, i palazzi gioiello della nostra città, li perderemo perché acquistati dalla banca per trenta denari. E questo, nessuno lo aveva calcolato!… O forse si?

Antonio Memmi


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Surbo: Cataldi (M5S) entra in consiglio comunale

Come primo dei non eletti alle amministrative della scorsa primavera subentra ad un consigliere dimissionario

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Salvatore Cataldi, (nella foto con il presidente Giuseppe Conte) «militare, classe 1979, pentastellato storico del MoVimento 5 Stelle di Surbo, è stato chiamato, come primo dei non eletti alle amministrative della scorsa primavera, a subentrare in Consiglio comunale ad un consigliere dimissionario. La proclamazione avverrà nel primo Consiglio utile, verosimilmente mercoledì 24 aprile».

Lo dichiara in una nota il Coordinatore M5S per la Provincia di Lecce e già senatore, Iunio Valerio Romano che aggiunge: «Salvatore e tutta la comunità pentastellata di Surbo hanno sempre lavorato bene e quest’opportunità consentirà loro di essere direttamente incisivi nell’amministrazione di Surbo e Giorgilorio sui temi più identitari, quali il welfare e la transizione ecologica».

«Sono estremamente motivato a fare del mio meglio e l’impegno sarà massimo, unitamente al Gruppo M5S di Surbo e Giorgilorio, che ringrazio per il costante supporto, al fine di portare le nostre idee e i nostri progetti in Comune, al servizio dei nostri concittadini», le prime parole di Cataldi, «ringrazio, altresì, il MoVimento 5 Stelle, la mia casa da oltre dieci anni, che mi ha consentito di crescere, prima di tutto come persona, rappresentando sempre un luogo di confronto e condivisione».

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Depressa di Tricase: lavori al Calvario

La vice sindaco Francesca Longo: «Luogo di interesse religioso, oltreché culturale e identitario della nostra Città per questo abbiamo deciso di investire centomila euro utilizzando fondi del bilancio comunale»

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Avviati i lavori per la riqualificazione del Calvario a Depressa di Tricase.

Ne ha dato annuncio la vice sindaco di Tricase Francesca Longo: «Il Calvario, sito nella zona denominata “Largo Dei Pozzi Messapici”», la premessa, «venne costruito nel 1885 e abbellito nel 1973, su progetto e disegni di G. Villani, con le terracotte della prestigiosa ditta Garrisi di Galatina».

Ne consegue che «rappresenta un luogo di interesse religioso, oltreché culturale e identitario della nostra Città».

Per questa ragione, «l’amministrazione comunale ha deciso di investire centomila euro utilizzando fondi del bilancio comunale, per riqualificare l’intera area».

 

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Il piano antincendi per l’estate

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 Il Prefetto Luca Rotondi ha presieduto una riunione finalizzata a fare il punto sulle misure e strutture messe in campo per la previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi e di interfaccia e per la gestione delle emergenze.

All’incontro hanno partecipato i vertici delle Forze di Polizia, i comandanti di Vigili del Fuoco, Polizia Stradale, Polizia Provinciale, Gruppo Carabinieri Forestale, Capitaneria di Porto, Aeronautica militare, nonché i rappresentanti della Regione Puglia e del Coordinamento Provinciale del Volontariato di Protezione Civile e, in collegamento da remoto, i referenti dei comuni della provincia, di A.R.I.F. ed i soggetti gestori della rete viaria e ferroviaria.

In avvio dell’incontro, si è proceduto all’analisi dei dati relativi alla decorsa stagione estiva, che ha registrato un incremento degli incendi di vegetazione e sterpaglie in numerose aree del territorio provinciale, come risulta dalla mappa tematica elaborata dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco (foto a fine articolo).

In tale quadro, anche per quest’anno il sistema messo a punto dalla Regione Puglia, competente per la pianificazione e il coordinamento, mette a regime tutte le risorse disponibili, grazie alle diverse convenzioni in via di redazione e sottoscrizione con Vigili del Fuoco, A.R.I.F., Volontariato di Protezione Civile e altri soggetti competenti, nonché grazie all’intercettazione di fondi, anche di derivazione europea, per l’acquisto di ulteriori mezzi aerei e di altri mezzi che saranno in uso ad ARIF.

Inoltre, nell’ottica di implementare l’attività di monitoraggio e di segnalazione tempestiva di eventuali focolai d’incendio, l’ARIF metterà a disposizione su tutto il territorio regionale 60 droni con telecamere, anche termiche, tecnologicamente avanzate, mentre l’Arma dei Carabinieri garantirà la possibilità di utilizzo di un elicottero.

È stato altresì dato atto dell’impegno delle competenti articolazioni regionali ai fini del supporto agli Enti locali, anche con risorse economiche finalizzate alla promozione di progettualità in tema di monitoraggio, allertamento e avvistamento precoce, con il finanziamento di 7 comuni costieri della provincia per importi tra 50mila e 100mila euro, oltre ai consueti avvisi pubblici con cadenza annuale per il finanziamento di piccole attività di prevenzione, formazione ed informazione della popolazione.

È stato quindi rivolto un forte invito agli amministratori locali, nell’ambito delle attività di prevenzione, ai fini della sensibilizzazione dei privati circa la necessità di porre in essere le necessarie opere preventive sui terreni, al fine di evitare di incorrere in responsabilità amministrative e penali.

È stata inoltre ribadita la necessità di una immediata segnalazione di possibili focolai d’incendio, nella consapevolezza che la tempestività dell’intervento appare fondamentale ai fini della tutela del patrimonio paesaggistico ed ambientale e della pubblica incolumità.

Il Prefetto Luca Rotondi ha rivolto un ringraziamento a tutte le componenti del sistema di prevenzione e lotta agli incendi boschivi e di interfaccia riservandosi la convocazione di ulteriori incontri operativi in caso di necessità ed assicurando che, attesa la rilevanza del fenomeno nel contesto provinciale in particolare nei mesi estivi, saranno avviate interlocuzioni con il Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Ministero dell’Interno ai fini della valutazione di un eventuale potenziamento di uomini e mezzi nel periodo di maggiore pericolosità.

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