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Botrugno

“Salviamo il Parco dei Paduli”

Un mega parco eolico con dieci torri da 70 metri l’una: per il TAR di Lecce si può fare. Gli ambientalisti non ci stanno e promettono ricorsi a Consiglio di Stato e Corte di Giustizia Europea…

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Accolto il ricorso della società interessata alla realizzazione di un mega impianto eolico industriale da realizzarsi nel “Parco naturale dei Paduli – Foresta Belvedere”. È proprio in questo meraviglioso angolo del Salento infatti che potrebbe sorgere il mega impianto eolico di 10 aerogeneratori alti più di 70 metri, in grado di produrre energia elettrica con una potenza complessiva di 20 MW, dopo che il Tar di Lecce ha espresso parere positivo alla sua realizzazione accogliendo il ricorso della ditta eolica interessata alla realizzazione dell’impianto.


Non basta produrre energia pulita per essere promossi sul fronte dell’ambiente. Pulita a scapito di cosa? Dell’integrità di posti unici dal punto di vista paesaggistico-ambientale? Unica è infatti la zona oggetto dell’intervento, compresa tra i Comuni di Miggiano e Nociglia, Ruffano, Montesano, Supersano, Specchia, Taurisano, San Cassiano, Botrugno, Scorrano, Poggiardo, Surano, Spongano, ecc., nota con il nome di “Paduli” che conta una superficie di 5.500 ettari quasi totalmente destinati a oliveti e attraversati da una fitta rete di sentieri e canali. L’altissimo valore ambientale storico e paesaggistico del “Parco naturale dei Paduli-Foresta Belvedere”, è riconosciuto e tutelato dagli appositi strumenti istituzionali tanto a livello provinciale che regionale. Nel PTCP, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, del 2008, infatti, la Provincia di Lecce ha ipotizzato l’istituzione del “Salento come parco” e ha individuato l’area dei “Paduli” come la “casa”, il “cuore” del Salento, un grande parco culturale e naturale con elementi di forte tipicità ed interesse; una vera e propria “Stanza del parco”, ovvero la “parte del territorio fortemente connotata, tanto da dar luogo a specifici ambienti naturali e artificiali fortemente radicati nella cultura locale”. In aggiunta, nel PPTR, Piano Paesaggistico Territoriale Regionale, la Regione riconosce l’importanza storica, naturale e paesaggistica dell’area Parco Paduli, quale “patrimonio territoriale collettivo”, di elevato pregio naturalisticoambientale, da promuovere a parco regionale.


Il coro dei “no”.


In ragione della tutela e della salvaguardia di questo incontaminato e fragile territorio si è alzato un accorato coro di “no”. La stessa Regione Puglia aveva espresso parere sfavorevole alla compatibilità del progetto in virtù della presenza di estesi e pregiatissimi uliveti nella zona di Miggiano.


I motivi del disappunto.


Il mega impianto eolico, vero e proprio impianto industriale, dovrebbe essere ubicato in un’area finora molto ben conservata del nostro territorio. L’oggettivo dissenso alla sua realizzazione riguarda in primo luogo il fatto che l’area interessata dal progetto è stata dichiarata “Parco Paduli” ed è divenuta così oggetto di tutela dalle “Linee Guida in materia di istallazione di impianti di energia rinnovabile” contenute nel Regolamento Regionale n. 24 del 30 dicembre 2010, entrato in vigore il 1° gennaio 2011, che impediscono la presenza di tali installazioni. Non di secondaria importanza è, inoltre, la difesa dei maestosi ulivi, patrimonio di indiscutibile valore naturalistico della zona, vere e proprie roccaforti che da secoli identificano e caratterizzano il territorio a cui appartengono, tutelati da leggi nazionali e regionali, il cui possibile espianto-trapianto previsto dal progetto potrebbe minare in maniera significativa la sopravvivenza stessa delle piante, così come la configurazione dell’intera zona. È stato, poi, ampiamente e scientificamente dimostrato come gli impianti eolici producano seri effetti negativi sulle biocenosi e in particolare sugli uccelli e sui chirotteri. Tali effetti consistono essenzialmente in due tipologie d’intervento: quello diretto, dovuto alla collisione degli animali con parti dell’impianto, in particolare il rotore; quello indiretto, dovuto all’aumento del disturbo antropico con conseguente allontanamento e/o scomparsa degli individui, modificazione di ambienti (aree di riproduzione e di alimentazione), frammentazione degli habitat e delle popolazioni, ecc.

Entrambi gli effetti riguardano un ampio spettro di specie, dai piccoli passeriformi ai grandi veleggiatori (cicogne, rapaci, aironi, ecc.), ai chirotteri, agli invertebrati, ecc. In molti casi le specie più esposte agli effetti negativi causati dagli impianti eolici, risultano già minacciate da altri fattori derivanti dalle attività dell’uomo. È evidente che la misurazione della mortalità dà valori molto approssimati per difetto. Infatti molte carcasse non vengono ritrovate in quanto possono essere spostate e divorate da altri animali quali topi, volpi o cani randagi. Per quanto riguarda la perdita di habitat e gli effetti sulla densità delle specie è stato calcolato che gli impatti indiretti determinano una riduzione della densità di alcune specie di uccelli, nell’area circostante gli aerogeneratori, fino ad una distanza di 500 metri. Anche se altri autori hanno rilevato effetti di disturbo fino a 800 metri ed una riduzione degli uccelli presenti in migrazione o in svernamento. L’area dei Paduli è un ecosistema ricco di biodiversità e di specie della flora e della fauna molto rare e per questo protette. È il caso ad esempio delle cicogne bianche (Ciconia ciconia) e nere (Ciconia nigra), l’aquila minore (Hieraaetus pennatus), numerose specie di aironi, i fenicotteri rosa (Phoenicopterus roseus) protetti dalla Direttiva europea Uccelli 79/409/CEE, il grande serpente Cervone, il Rospo smeraldino (Bufo viridis), la Raganella e il Tritone italico (Triturus


italicus), protetti dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE. Tra le specie vegetali rarissime si può citare il Salicone (Salix caprea), presente negli uliveti e seminativi acquitrinosi nei dintorni di Miggiano, unica stazione ad oggi nella Puglia meridionale protetto dalla stessa Direttiva Habitat 92/43/CEE e il Frassino meridionale (Fraxinus angustifolia), ormai in pochissimi esemplari, lì ancora diffusi e per questo gli habitat di questa specie, quale i Paduli salentini appunto, sono protetti espressamente dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE.


L’installazione di mega turbine eoliche, inoltre, può determinare inquinamento acustico, visivo ed  elettromagnetico con conseguenze significative su chi lavora ogni giorno nei propri terreni agricoli, ma anche su chi abita le numerose masserie presenti nella zona dei paduli o nei centri abitati limitrofi. Altra importante conseguenza dell’inquinamento visivo provocato da queste mega installazione è l’interdizione dell’area a divenire uno dei “Parchi delle Stelle” italiani, per lo studio dell’astronomia, parchi a basso inquinamento luminoso: l’intera zona, infatti, è già teatro di importanti studi astronomici proprio in virtù del bassissimo inquinamento luminoso che permette una visione tersa del cielo stellato.


Ovviamente resta viva la protesta delle associazioni ambientaliste: dal “Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio e della Salute del Cittadino” di Maglie al “Forum Ambiente e Salute del Grande Salento” al “Comitato Nazionale contro fotovoltaico ed eolico nelle aree verdi”. Tutti promettono battaglia per la salvaguardia dei Paduli. E, ne siamo certi, il pronunciamento del Tar non sarà l’ultimo atto di questa storia. Già preannunciati, infatti, ricorsi al Consiglio di Stato e Corte di Giustizia europea.


Donatella Valente


Attualità

La politica non è per tutti

L’8 e il 9 giugno si voterà per Europee e Amministrative. I 27 paesi della provincia che rinnoveranno sindaco e consiglio comunale. Le ambizioni di ogni candidato non riguardino la sfera personale, privata e utilitaristica ma puntino il bene comune

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Nella prima metà degli anni ’70 Antonello Venditti scrisse una canzone che oggi si definirebbe profetica per la sua attualità, antesignana del tempo.

La canzone si intitola “Sora Rosa”, peraltro colonna sonora d’un film poliziottesco di quegli anni con Tomas Milian.

C’è una strofa in particolare, in coda al testo, che dice: “Annamo via, tenemose pe’ mano, c’è solo questo de vero pe’ chi spera, che forse un giorno chi magna troppo adesso, possa sputà le ossa che so’ sante”.

Direi un testo eloquente che si rivela ancora attuale quando la politica non assurge a quella dignità di cui parlava Pio XI: «La politica è la più alta forma di carità».

La politica con la “P” maiuscola.

L’attuale Pontefice integra la suddetta frase con molte altre considerazioni, tra cui: «La politica cresce per attrazione ed amicizia».

Sono tante ed infinite le definizioni che di vera politica; chiudo questa parentesi con l’ultima di Aristotele che dice: «L’essere umano è un animale politico».

Ho voluto fare questa premessa per riflettere meglio sul tema.

È vero, la politica, richiede sforzi.

Perché il suo compito è legato indissolubilmente al bene, al benessere della gente, della comunità in tutti i suoi aspetti: morali, amministrativi, funzionali, egualitari.

Quando manca o viene a mancare uno qualsiasi di questi elementi essa corre il rischio di perdere il filo conduttore che dà continuità e consenso a colui che la esercita, generando sentimenti di disorientamento e instabilità sociale.

Le prossime elezioni sono ormai alle porte.

Sabato 8 e domenica 9 giugno l’elettore voterà per l’elezione dei componenti il Parlamento Europeo e nello stesso frangente, si voterà per le elezioni amministrative.

Un appuntamento importante a cui non ci si può sottrarre.

In Puglia sono 58 i comuni chiamati a votare con qualche città con più di 15 mila abitanti oltre ai capoluoghi Bari e Lecce.

Oltre a Lecce rinnoveranno sindaco e consiglio comunale 27 paesi della provincia: AndranoBagnolo del Salento, BotrugnoCampi SalentinaCarpignano Salentino, Castrì di Lecce, Copertino, Corsano, Cursi, Giuggianello, Lequile, Martignano, Miggiano, Minervino di Lecce, Morciano di Leuca, Muro Leccese, Novoli, PalmariggiParabita, Seclì, Soleto, Sternatia, Supersano, Surano, TiggianoTuglie e Zollino.

L’attenzione maggiore come sempre è per le “comunali” circostanza nella quale affiorano i sentimenti più forti: entusiasmo, determinazione, ambizione, passione e, talvolta “rabbia”. La rabbia derivata dalla delusione delle aspettative che talvolta rischia di generare anche risvolti non prevedibili. Nelle nostre collettività fortunatamente non si sono mai registrati fatti rilevanti sotto questo aspetto, non si è mai andati oltra il piano verbale.

I comuni sono quasi tutti pronti, una sorta di “Fuga per la Vittoria…”, il vecchio film nel quale uno dei protagonisti dice all’altro: «Non possiamo permetterci di rischiare. Dobbiamo vincere».

Ecco, nelle competizioni elettorali comunali ognuno si pone lo stesso obiettivo! Le liste sono quasi pronte. Si tratta ormai di avviarsi lungo quel sentiero di convincimento e persuasione, lasciando dietro i sentimenti che non c’entrano con la corsa: la tracotanza, la superbia, la boria, la maldicenza. Sostituendoli con i valori dell’empatia, dell’accoglienza, della socialità e del sorriso! La politica non vuole volti scuri, incupiti, ringhiosi; la politica deve immedesimarsi nelle difficoltà che la gente vive.

La politica si fa insieme alla gente, e deve rispondere in prima istanza alle attese delle persone.

Senza raggiri né sotterfugi.

Il nuovo mondo in cui viviamo, caratterizzato dalla globalizzazione, dalla dimensione del mondo “Metaverso” e tecnologico, nonché dall’Intelligenza Artificiale, impone a tutti uno sforzo decuplicato rispetto al passato.

È soprattutto sul piano politico che si gioca la “partita del cuore”, laddove la politica, seppure esercitata in un piccolo comune, deve essere pronta ed in grado di affrontare ogni sorta d’innovazione, restando al passo coi tempi.

È lo strumento per non retrocedere, è la via della conoscenza, che va alimentata giorno dopo giorno con l’impegno, la dedizione, il sacrificio e la passione. Ingredienti che i prossimi candidati alle elezioni comunali (soprattutto!) debbono possedere, senza i quali, è meglio rinunciare!

Le ambizioni di ogni candidato non riguardino la sfera personale, privata e utilitaristica (succede anche questo) ma puntino il bene comune.

Le persone cercano la serenità delle famiglie, vogliono il rispetto e l’equità: non vogliono diseguaglianze e/o disparità di trattamento.

Non cercano risse perché è negato loro un diritto, soltanto un comportamento che sia suffragio di rispettosa dignità.

Rivolgo infine un “in bocca al lupo” soprattutto ai nuovi candidati alle prossime elezioni comunali.

Auspicando che “il nuovo” possa essere “terra di sogni e di speranze” per tutti, e che ognuno possa scorgere i sentimenti puliti del bene.

L’unico investimento certo in questo mondo.

Alberto Scalfari

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Botrugno

In casa droga, seimila euro e banconote false, nei guai 19enne

Per ora è ai domiciliari. Dovrà rispondere di detenzione illecita di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e possesso di denaro falso

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I carabinieri della Stazione di Nociglia, hanno arrestato un 19enne di Botrugno con l’accusa di detenzione illecita di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio nonché per possesso di banconote falsificate.

I militari hanno proceduto al controllo del giovane, già noto.

Il suo nervosismo ha destato l’attenzione dei carabinieri che hanno approfondito i controlli e proceduto alla perquisizione, poi estesa al domicilio.

Presso l’abitazione del giovane, all’interno di uno zainetto nella camera da letto, sono stati rinvenuti quasi 100 grammi di hashish e 12 grammi di marijuana.

Sul ripiano di una scrivania, invece, è stato rivenuto materiale vario per il confezionamento delle sostanze mentre all’interno di un borsello vi erano banconote in vario taglio per un importo complessivo di quasi seimila  euro, probabile provento dell’attività di spaccio.

In un vano a parte, infine, sono state rinvenute banconote false per un importo pari a 180 euro.

Somma, anche questa è stata sequestrata per poi essere inviata presso il Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria.

Al termine delle operazioni, il giovane è stato arrestato e, come disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.

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Botrugno

Treni, Puglia isolata: «Viaggio tragicomico»

L’odissea raccontata da una nostra lettrice: «Oltre dieci ore da Lecce a Roma a bordo di pullman sostitutivi». Disorganizzazione totale, emblematico quanto avvenuto a Caserta: «L’autista si è preso tra le campagne e i passeggeri provavano ad indicargli la via col navigatore in mano…»

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In treno da Lecce a Roma, altro che alta velocità!

Per chi viaggia da e per il Salento continua l’odissea ferroviaria (e non solo).

I disagi ovviamente riguardano le tratte che transitano dalla Campania, in direzione Caserta e Roma.

La frana caduta ad Ariano Irpino, sei giorni fa, ha provocato danni ad una galleria e Ferrovie dello Stato ha già annunciato la necessità di almeno un mese per il ripristino della tratta ferroviaria.

Ma aveva anche annunciato soluzioni alternative che avrebbero ridotto al minimo i disagi per gli utenti.

Così invece non è stato, come testimonia Maria Grazia, di Botrugno, che ci ha raccontato l’odissea del suo viaggio per raggiungere Roma, dove lavora, sul Frecciarossa Lecce-Milano.

La nostra lettrice ci chiede di parlarne per «smuovere l’opinione pubblica ed impegnare i nostri politici perché non è giusto che tutto passi sotto traccia».

Anche perché, va detto per inciso, anche se chi ha già prenotato il biglietto del treno prima della frana, decidesse di acquistarne un’altra per un viaggio alternativo in bus o in aereo, non troverebbe vita facile. Ovunque posti esauriti o costi esorbitanti quasi a voler lucrare sulle difficoltà della gente.

Ferrovie dello Stato aveva annunciato un collegamento in pullmansolo” da Foggia a Caserta (o viceversa) per bypassare la zona colpita dalla frana. Non è, invece, andata così ieri, come conferma il racconto di Maria Grazia.

Vi riportiamo la sua (e quella di tanti altri viaggiatori) «paradossale domenica che, come passeggeri, ci siamo trovati a vivere. Tutti noi avevamo acquistato un biglietto per il treno Frecciarossa 9560 delle ore 13,10 in partenza da Lecce per Milano. Raggiungere Roma è stata un’odissea. A causa della frana, (purtroppo non prevedibile), dopo 5 giorni dall’evento, abbiamo dovuto fare i conti con i disservizi di Trenitalia e di chi dovrebbe gestire una situazione di emergenza».

I punti critici sono diversi e tutti a carico del povero viaggiatore:

«Siamo stati avvertiti delle novità in maniera assai approssimativa con una mail e, alla stazione di Lecce, non vi era alcun addetto di Trenitalia in prossimità del pullman sostitutivo per fornire informazioni ai passeggeri confusi»;

«Autisti dei pullman, come da loro stessi riportato, non informati sulla tratta da percorrere e convocati per il viaggio un’ora prima»;

«Pullman non confortevole sia nella tratta Lecce/ Barletta che nella tratta Barletta/Roma. A Barletta chi doveva proseguire per Roma, ha dovuto cambiare pullman».

«Assenza di bagni con disagio importante dei passeggeri a bordo costretti a servirsi dei bar della stazione con ritardi ulteriori»

«Non sono state date da Trenitalia informazioni chiare per poter scegliere tratte alternative, neanche via mail»;

«In prossimità di Caserta, gli autisti hanno vagato per un’ora tra le campagne, non riuscendo a raggiungere la stazione di Caserta. I passeggeri, smartphone con navigatore in mano, provavano ad indicare la strada ma si girava sempre intorno… Pareva quasi un film, non fosse la tragicomica realtà»;

«Molti a Caserta hanno provato a scendere dal pullman e prendere un treno per Roma Termini, ma il primo utile aveva 50 min di ritardo e così son ripartiti con lo stesso pullman. E, beninteso, nessun operatore di Trenitalia era presente».

Concludendo: «Siamo partiti alle 13,10 e arrivati a Roma alle 23,30 circa: a fronte della durata originaria del viaggio di 5 ore e 45 minuti, siamo rimasti in pullman per  10 ore e 20 minuti!».

Non mettiamo in dubbio che davvero occorra un mese per ripristinare la linea ferroviaria che attraversa l’Irpinia e comprendiamo la situazione di emergenza.

Emergenza che, però, può essere tollerata nelle 24ore successive alla frana.

Dopodiché non è più emergenza ma solo disorganizzazione sulle spalle di chi quel biglietto lo ha comprato e pagato.

Giuseppe Cerfeda

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