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Tiggiano

“Addio Davide, nostro eroe”

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A parlare sono soprattutto gli occhi. E la dicono lunga. Gonfi, rossi, lucidi. Lo sguardo è perso nel vuoto, come se la mente lo indirizzasse verso l’incredulità. L’incredulità di pensare a Davide e trovare la forza di ammettere che non c’è più. Che d’ora in poi sarà sì ancora con loro, ma da lassù, a guidarli com’era nella vita terrena ed ora a proteggerli con il ricordo della sua dinamicità, del suo modo di divertirsi, della sua gioia, soprattutto del suo amore per gli altri. Andrea, Antonio, Piero, Salvatore e Miriam sono nella nostra Redazione la mattina dopo aver dato l’estremo saluto al loro Davide, con il toccante rito funebre celebrato nella Chiesa del Cristo Redentore a Tiggiano.


davideE’ una piccolissima “delegazione” di quanti, innumerevoli, hanno avuto la fortuna di apprezzare le straordinarie doti umane del Primo Caporalmaggiore dei Paracadutisti della Folgore, barbaramente ucciso a soli 26 anni da mani vigliacche, che hanno spezzato il suo sogno e la sua missione (e quelli di altri cinque militari) di portare la pace nel martoriato Afghanistan. Era lì proprio per questo nobile scopo, Davide Ricchiuto, ragazzone buono, dalla mole imponente e dal carattere deciso e schietto. Per portare aiuto e conforto a quella gente disperata, che lui aveva imparato ad amare e proteggere, come in precedenza aveva fatto nelle altre impegnative missioni, in Kosovo ed in Libano. “Davide era nato per la Missione, con la M maiuscola!”, ripetono in coro, quasi meccanicamente, i cinque amici, a sottolineare, se ce ne fosse ancora bisogno, che Davide ha dedicato tutta la sua vita al prossimo.


Non voleva stare semplicemente in caserma”, ricorda, sforzandosi di sorridere, Antonio Martella, “lui volava con il paracadute, ma il volo era anche la metafora della sua esistenza: spiccare il volo verso gli altri, andare lì dove poteva rendersi utile. Addirittura, quando qualche anno fa l’allora premier Romano Prodi valutò la possibilità di sospendere le missioni all’estero, Davide la prese male…”. Gli fa eco Miriam Martella: “Sì, è vero quanto è stato detto in questi giorni drammatici e cioé che Davide avesse sempre espresso il desiderio che se la morte lo avesse colto, avrebbe voluto volare in cielo da eroe, servendo l’Italia”. E’ tutto quello che riesce a sussurrare Miriam, prima che la commozione le mozzi il fiato. Allora è Andrea Marzo, amico sin dall’infanzia, compagno di scuola sin dalle Elementari, a completare: “Sin da piccolo Davide nutriva profondi sentimenti patriottici! A 17 anni era entrato nell’Esercito e dopo un anno di leva, si è ritrovato subito a far parte dei Paracadutisti della Folgore”. Andrea ha un Salone di Parrucchiere in via Giuseppe Mazzini e nella stessa strada c’è la Pizzeria “Vip” di Antonio, punto di ritrovo speciale per Davide e gli amici ed il cui ricordo inumidisce ancora una volta gli occhi di tutti.


Che dire, Davide era meraviglioso”, aggiunge Antonio, “con la sua allegria riusciva a coinvolgere tutti, coetanei e non. Proprio ultimamente riflettevo sul fatto che io, 40enne, mi trovassi benissimo con lui che era più piccolo di ben 14 anni… Ma Davide era un fiume in piena, che travolgeva tutti e tutto. Non era splendido solo nel suo lavoro, sapeva anche divertirsi e far divertire con le sue passioni ed i suoi hobby: la pizza, lo jogging, la palestra, il sigaro, le donne, le auto, le vacanze. La settimana prima della tragedia era stato per due giorni a godersi il sole e le spiagge di Dubai, negli Emirati Arabi”. Salvatore Baglivo, letturista dell’Acquedotto Pugliese, sentenzia: “Era impossibile non stravedere per lui, desiderava condividere la sua felicità con tutti. Ad un altro nostro amico, Gianluca Russo, aveva promesso di portarlo molto presto proprio a Dubai. Un destino cinico, però, non ha voluto”. Inevitabile scivolare verso quei tremendi momenti della mezza mattinata del 17 settembre: le prime, generiche, notizie e poi un sottile timore che comincia ad insinuarsi nella mente e nel cuore.


Racconta Antonio Martella: “Una volta appreso dai mass media dell’attentato, è cominciato il giro di telefonate tra di noi, ma già era forte la sensazione che stavolta a Davide fosse capitato qualcosa. Abbiamo avuto come un sesto senso… Ad un certo punto, ho deciso di recarmi a casa dei genitori di Davide e devo dire che inizialmente mi sono tranquillizzato perché tutto pareva nella norma. Ma naturalmente c’era grande apprensione, soprattutto nella mamma, la signora Marina, la quale mi confessava di sentire dentro di sé la convinzione e la paura che Davide fosse tra le vittime. Poi, verso le 13,50, quando stavo per andare via, il suono del campanello ci ha gelato… Aperta la porta, è bastato vedere le figure dei militari per capire che la tragedia si era compiuta”. Davide era al suo posto di autista sul primo Lince saltato in aria. L’ultimo suo contatto con gli amici era stato tramite una mail ad Antonio il venerdì precedente: “Già pensava a quando ci saremmo rivisti alla fine di novembre, al termine della missione in Afghanistan, e ci aveva scritto che la prima cosa da fare sarebbe stata una grande abbuffata di carne!”. L’ultima telefonata, invece, ai primi di settembre: “Non voleva che lo chiamassimo noi, lo faceva sempre lui. E sempre ci tranquillizzava, continuando a scherzare com’era nel suo carattere, dicendoci che le cose andavano bene e non facendo mai trapelare la difficile situazione creatasi lì, anche se siamo certi che un po’ di paura ce l’avesse. Ed era normale che fosse così”.


Ad aprile era stato una ventina di giorni in vacanza in Egitto, a Sharm El Sheik, poi la partenza per l’Afghanistan. “Un’altra missione che lui ha affrontato con grande orgoglio, perché così voleva. E questo è per noi motivo di enorme conforto”, spiega Piero Martella, poliziotto in servizio a Milano, nonché da pochi mesi consigliere comunale di maggioranza a Tiggiano (ed a questo proposito, occorre rimarcare l’eccellente lavoro organizzativo svolto dall’intera Amministrazione nei giorni del lutto). L’intera nazione adesso si chiede se sia ancora il caso di mandare i nostri militari in missioni cosiddette di pace, ma a questo proposito gli amici non hanno alcun dubbio: “Per noi conta quello che pensava Davide e lui era entusiasta di andare in quelle zone per portare il proprio contributo. Certo, quando giungevano notizie di attentati, la paura ci attanagliava, ma sapevamo che Davide era lì con gioia ed orgoglio perché voleva bene a quelle persone”. Tanto che, interpretando la sua volontà di compiere un estremo gesto di altruismo, la famiglia ha deciso di aprire un Conto Corrente per la costruzione di una scuola in Afghanistan. Il numero sarà comunicato successivamente.


Man mano che si parla, Andrea, Antonio, Piero, Salvatore e Miriam non ce la fanno a resistere alla commozione, specie quando ci dicono di alcuni particolari del funerale, dal saluto con il rombo delle moto (altra sua passione), voluto da un altro amico, Giorgio Rizzo, al gesto “di andare per l’ultima volta con Davide in pizzeria, sostando per qualche minuto con la bara di fronte al locale simbolo di tante nostre serate felici”. Per un istante, lo sguardo di tutti si abbassa. Poi il saluto più bello: “Noi saremo sempre qui ad aspettare Davide!”.


Federico Scarascia


 


Ecco la lettera scritta dagli amici a Davide in occasione del rito funebre celebrato a Tiggiano


Ciao Davide…

Oggi ci ritroviamo qui, stretti intorno a te, come ad ogni tuo ritorno.


Era questo che amavi fare…


Ti piaceva circondarti di noi amici, trascorrere intere serate tra il buon cibo e l’allegria per poi riuscire sempre a convincerci ad aspettare con te l’alba di un nuovo giorno.


Tutto questo ti caricava di forza e di energia che trasmettevi anche a noi…


Perché è questo che tu eri: Solare, Dinamico, Propositivo, Orgoglioso, Forte, Generoso, Protettivo, Testardo e sempre preso dalle tue mille passioni che vivevi con assoluta intensità.


Come gli avventurosi viaggi, le intense estati al mare, le magre battute di pesca, le donne e i motori, ma soprattutto la tua vita militare…


E’ proprio a quest’ultima che hai dedicato te stesso, con la tua grinta e il tuo coraggio, la tua tenacia e la tua caparbietà; doti che ti sono state trasmesse dai tuoi cari genitori, Angelo e Marina, che abbracciamo e sosteniamo, ma soprattutto ringraziamo per averci donato un Eroe, il NOSTRO EROE… IL NOSTRO DAVIDE… che è stato, è e resterà un buon amico, un grande fratello e un vero compagno!


CIAO DAVIDE


Gli amici


Attualità

Visit Sud Salento

In occasione dell’ultima fiera svoltasi a Parigi, per il Salon Mondial du Tourisme, presente una delegazione composta dagli amministratori di Tricase (la vice sindaco Francesca Longo), Ugento (assessora al turismo Anna Chiara Congedi), Tiggiano (sindaco Giacomo Cazzato) e Montesano Salentino (consigliere con delega al turismo Luigi Mele). Francesco Longo: «Partecipare ad eventi internazionali è ormai imprescindibile per far conoscere le bellezze dei territori, il patrimonio e la cultura e per cercare di competere con realtà che sono ormai avanti anni luce, grazie all’adozione di strategie vincenti ed efficaci»

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Promuovere il turismo nelle fiere internazionali: un obiettivo che accomuna i territori appartenenti all’Area Interna Sud Salento.

Grazie ad un finanziamento della Regione Puglia (POC Puglia FESR e FSE 2024-2020 Asse VI-Azione 6.8- interventi per il riposizionamento competitivo delle destinazioni turistiche), l’Area Interna Sud Salento ha avviato un progetto di promozione turistica dei territori (“Visit Sud Salento”, adottando una strategia comune e cercando di mettere a sistema opportunità e punti di forza condivisibili con tutti i paesi che ne fanno parte.

A sentire i protagonisti, «la presenza dell’Area Interna Sud Salento a Milano, Berlino e Parigi è stata preziosa e fondamentale per la strategia di sviluppo turistico dei territori».

Le delegazioni dei comuni che hanno partecipato alle tre fiere hanno avuto l’opportunità di conoscere altre realtà, di immaginare nuove forme di sviluppo del turismo, di tessere relazioni, di promuovere gli operatori economici del territorio e partecipare a conferenze stampa, alcune delle quali di rilievo istituzionale, all’interno di Consolati Italiani all’estero.

Su una cosa non c’è dubbio: la strategia vincente è fare rete, anche oltre i confini nazionali, per aumentare la competitività dei territori che possiedono enormi potenzialità ed anche tante criticità.

In occasione dell’ultima fiera svoltasi a Parigi, per il Salon Mondial du Tourisme, era presente una delegazione composta dagli amministratori di Tricase, Ugento, Tiggiano e Montesano Salentino, rispettivamente con Francesca Longo, Anna Chiara Congedi, Giacomo Cazzato e Luigi Mele.

Un importante incontro si è svolto presso l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, dove è stato presentato il patrimonio culturale materiale e immateriale dei paesi interessati.

Una conferenza stampa all’interno del Consolato Generale d’Italia a Parigi, alla presenza della Console Irene Castagnoli, dell’Ambasciatore Mario Boffo, della stampa parigina e dei vertici di Enit, strategica e diretta a raccontare i nostri territori e far conoscere le nostre bellezze, anche grazie ai video di promozione del territorio che ha incantato la platea.

La partecipazione alla fiera è stata utile a promuovere gli operatori economici ed a tessere relazioni con altri enti e istituzioni presenti.

«Adottare una strategia congiunta, facendo rete con i territori e le istituzioni», ha spiegato la vice sindaco di Tricase con delega al turismo Francesca Longo, «aiuta a mettere in risalto potenzialità e fragilità degli stessi, permettendo di formulare un’offerta turistica comune e condivisa che possa risultare vincente rispetto a quelle adottate negli ultimi anni. Isolarsi è controproducente per chi già paga il prezzo dell’arretratezza dell’infrastrutturazione di trasporto, dalla quale ne deriva la competitività. Partecipare ad eventi internazionali», ha concluso Francesca Longo, «è ormai imprescindibile per far conoscere le bellezze dei territori, il patrimonio e la cultura e per cercare di competere con realtà che sono ormai avanti anni luce, grazie all’adozione di strategie vincenti ed efficaci».

L’assessora al turismo di Ugento, Anna Chiara Congedi, ha sottolineato come sia «stata un’opportunità importante salire sui palcoscenici mondiali, sedici comuni con un unico denominatore: la fragilità e la forza della bellezza del Sud Salento. Sappiamo di vivere in borghi bellissimi, alla pari di altre realtà, ma è altrettanto vero che su certi aspetti di natura sovraordinata siamo depotenziati. Fare rete è la nostra strategia. Crediamo sia necessaria una soluzione associativa ampia», ha concluso l’amministratrice ugentina, «chiave di volta per rafforzare la gestione associata dei servizi e per elevare la competitività territoriale».

Il presidente dell’Assemblea dei Sindaci di Aree Interne e sindaco di Tiggiano Giacomo Cazzato, sostiene che «il Capo di Leuca è nel solco di un turismo che mette al centro la dimensione comunitaria in cui i turisti diventano viaggiatori.  Un turismo responsabile e autentico lontano da modelli commerciali, un turismo in cui paesaggi, natura e umanità si legano in una dimensione che ammalia e permette a tutti di ritrovare un proprio dolce nido, così come diceva David Maria Turoldo».

Il consigliere con delega al turismo di Montesano, Luigi Mele, osserva: «Un’opportunità, questa, di primaria e fondamentale importanza, in quanto strumento efficace per esportare il modello Salento e le nostre potenzialità oltre i confini nazionali. L’amore per la nostra terra non si può ridurre a meri slogan, ma deve essere perenne azione di promozione e slancio di ciò che siamo e delle bellezze di cui disponiamo».

Tutto grazie al lavoro di Area Interna Sud Salento, del coordinatore di progetto e della giornalista Carmen Mancarella che ha organizzato in maniera precisa e puntuale la partecipazione alle fiere e le Conferenze istituzionali: «Se vogliamo dare concretezza alla parola “destagionalizzazione” l’unico modo è partecipare alle Borse Internazionali del Turismo per farci conoscere nel cuore dell’Europa. Ringrazio Area Interna Sud Salento per avermi conferito questo prestigioso incarico».

Scogliere a picco sul mare, sentieri selvaggi, muretti a secco, spiagge morbide e dorate lambite da un mare caraibico, borghi ricamati nella pietra, feste patronali, musica ed enogastronomia, un ventaglio di emozioni da vivere nel Sud Salento.

 

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Attualità

«Il Salento si ribella all’invasione»

Eolico offshore: un «esercito pacifico» a Porto Miggiano contro le pale in mare. Paolo Pagliaro: «Siamo la terra del sole, del mare e del vento, ma non vogliamo diventare terra di conquista per chi vuole sfruttarci»

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«Un esercito pacifico, unito dall’amore per il Salento e dalla voglia di proteggerlo, contro l’esercito di pale galleggianti che minaccia il nostro mare».

È questa, secondo il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani e presidente Movimento Regione Salento, l’immagine che fotografa la grande manifestazione di un giorno, il 17 marzo (che rimarrà alla storia), a Porto Miggiano (Santa Cesarea Terme), dove si era già manifestato il 21 novembre 2021 e il 1° maggio 2022.

«Più che un sit-in», prosegue Pagliaro, «è diventato l’inno alla bellezza del Salento e allo stesso tempo il grido di battaglia di un territorio stanco di essere sfregiato dalla bramosia di denaro delle multinazionali».

«Il Salento che non si arrende, non retrocede», aggiunge il consigliere regionale, «il Salento fiero e orgoglioso combatte per il futuro dei propri figli. Siamo la terra del sole, del mare e del vento, è vero, ma non vogliamo diventare terra di conquista per chi vuole sfruttarci. Non può esserci futuro se ci lasciamo colonizzare, abbiamo il dovere di lasciare ai nostri figli una terra più bella di quella che abbiamo trovato».

I partecipanti si sono ritrovati a Porto Miggiano per dire «no a tutte le mega centrali del vento che le multinazionali vorrebbero piazzare, nel Salento e in Puglia, a pochi chilometri dalle nostre coste, come in un grande risiko che calpesta la bellezza e ogni logica di corretta pianificazione dello spazio marittimo».

«Attenzione lo ribadiamo», chiarisce il fondatore di Regione Salento, «siamo a favore della transizione energetica, delle energie rinnovabili, ma ci sono luoghi dove si possono istallare gli impianti; noi diciamo no dove rovinano, sfregiano, deturpano».

Questa è una battaglia che Paolo Pagliaro combatte in Consiglio regionale invocando un piano regolatore del mare con paletti che delimitino le aree destinate all’istallazione delle centrali del vento galleggianti: «La mia mozione presentata il 22 novembre 2021, che abbiamo discusso in Consiglio solo il 26 aprile 2022 dopo numerosi rinvii, supportata dalle delibere di ben 72 Comuni, era chiara: no a questi scempi. Non fu portata a votazione a causa di alcuni artifizi tecnici. Ma non ho mollato: ho presentato altre due mozioni su questa tema, l’8 luglio 2022 e il 13 aprile 2023. Mozioni ancora da discutere, che testimoniano un impegno continuo che non conosce soste».

Il consigliere regionale Paolo Pagliaro e l’assessore regionale all’ambiente Anna Grazia Maraschio

Alla manifestazione di Porto Miggiano erano presenti l’assessora regionale all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio, ef i consiglieri regionali Antonio Gabellone e Paride Mazzotta, oltre ai sindaci e agli amministratori locali di 87 Comuni della provincia di Lecce, le associazioni e i movimenti Italia Nostra, Forum Ambiente e Salute, Movimento Regione Salento, Sinistra Italiana, Verdi.

«Questa è l’immagine forte di un popolo intero che si ribella all’invasione dei giganti dell’eolico offshore e alla prevaricazione delle speculazioni sulla difesa del paesaggio», sottolinea orgoglioso Pagliaro, «un popolo che difende il proprio patrimonio identitario. Vogliamo impedire che il nostro mare diventi area di conquista. E combatteremo, non arretreremo di un centimetro. Il nostro è un “no” secco a tutti i progetti d’insediamento di impianti eolici galleggianti che minacciano le coste con un impatto visivo devastante e conseguenze ambientali pesanti anche sui fondali e a terra, con le opere di ancoraggio e allaccio alla rete energetica. I signori dell’eolico offshore non riusciranno a passare sulle nostre teste. Sia rispettata la volontà dei territori, espressa ancora una volta a Porto Miggiano dal popolo del Salento».

In calendario già altri appuntamenti ed altri luoghi «dove manifesteremo ancora il nostro dissenso»: a Leuca, «su richiesta dei sindaci del Capo di Leuca che mi hanno chiesto di organizzare una manifestazione» e poi nell’atrio di Palazzo dei Celestini, nella sede della Provincia di Lecce.

«Volontà di tutti noi è di continuare questa battaglia, non ci fermeremo di fronte a nulla», conclude Paolo Pagliaro, «attendiamo che la Regione convochi il consiglio monotematico che ho richiesto il 21 giugno del 2021 per mettere un punto fermo su questa questione. Deve vincere il buonsenso, deve vincere la Puglia, deve vincere il Salento. Abbiamo già dato».

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Attualità

Eolico offshore, anche le Regione si oppone. Domenica sit-in a Porto Miggiano con Regione Salento

L’assessora regionale Anna Grazia Maraschio non sembra lasciare spazio a repliche: «L’impianto Odra confligge con la pianificazione regionale». Paolo Pagliaro: «Impianti solo dove non sfregiano il paesaggio»

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Eolico offshore nel basso Adriatico, anche la Regione si oppone. Domenica sit in a Porto Miggiano con Regione Salento.

LA REGIONE: QUELLO È LUOGO PAESAGGISTICO CULTURALE

Anche la Regione fa sentire la sua voce attraverso l’assessora all’ambiente.

Anna Grazia Maraschio non sembra lasciare spazio a repliche: «L’impianto Odra confligge con la pianificazione regionale».

Anna Grazia Maraschio

«La Regione Puglia, tramite l’assessorato all’ambiente», spiega Maraschio, «ha già realizzato una proposta di pianificazione dello spazio marittimo, inviata al Ministero delle Infrastrutture, in cui si fornisce un indirizzo chiaro su quali debbano essere le aree in cui concentrare gli impianti eolici offshore, che reputiamo fondamentali per la transizione energica, purché rispettino la pianificazione regionale, realizzata nell’unico interesse del territorio. In generale abbiamo proposto l’installazione di questi impianti nella linea di confine delle 12 miglia. Per quanto riguarda l’area che va da Santa Cesarea Terme a Santa Maria di Leuca (come quella del Gargano) abbiamo previsto, fino al limite delle 12 miglia, un uso prioritario come “Paesaggistico culturale”, quindi non adatto a ospitare tali impianti».

L’area in questione, difatti, rappresenta uno dei patrimoni paesaggistici e naturalistici della Puglia rinomati in tutto il mondo, tra i più apprezzati dai pugliesi e di notevole importanza anche per il turismo, settore trainante della Regione. Infatti, nell’area costiera insiste il Parco naturale regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca, che presenta una costa con falesie di alta valenza panoramica e paesaggistica ed è in via di definizione l’area marina protetta.

«L’impianto Odra», tira le somme l’assessore regionale all’ambiente, «è attualmente confliggente con gli indirizzi espressi dalla Regione Puglia, che non prevedono impianti entro le 12 miglia».

Il progetto in questione prevede la realizzazione di un parco eolico marino galleggiante, con 90 aerogeneratori alti 315 metri, in un’area pari a 162 chilometri quadrati nello specchio di mare antistante Santa Cesarea, Otranto, Castro, Andrano, Tricase, Alessano, Castrignano del Capo, a distanze comprese tra le 6,5 miglia marine e le 13 miglia.

«Non a caso all’interno dello studio di impatto ambientale presentato dall’azienda», aggiunge l’assessora Maraschio, «riguardo gli impatti sui beni paesaggistici, l’azienda scrive testualmente che “gli impatti stimati sono di entità bassa in fase di costruzione e di entità alta in fase di esercizio, per l’impatto visivo degli aerogeneratori”. Auspichiamo, dunque, che il Ministero dell’Ambiente, in fase di Valutazione di impatto ambientale (Via), tenga conto della programmazione regionale sullo spazio marittimo e delle osservazioni e istanze che perverranno dal territorio. Il ministero è l’unico organo deputato alla decisione finale, a stabilire se tale impianto si farà o pure no e auspico che tutte le forze politiche interessate alle sorti di quell’area facciano le dovute sollecitazioni al fine di ottenere il risultato auspicato dalle comunità del territorio e dalle 41 amministrazioni comunali, che si stanno esprimendo con seria preoccupazione».

PAGLIARO: «NON SIAMO MARE NÉ TERRA DI CONQUISTA»

Intanto Porto Miggiano torna ad essere il luogo simbolo della protesta.

Paolo Pagliaro, consigliere regionale e fondatore di Regione Salento, annuncia: «Di nuovo uniti dall’unica bandiera della difesa del paesaggio dall’assalto sregolato dell’eolico offshore. Ci ritroveremo a Porto Miggiano, luogo simbolo della nostra protesta, dove abbiamo già manifestato il 21 novembre 2021 e il 1° maggio 2022, per ribadire che il nostro patrimonio di bellezza non è in vendita».
Quello di domenica prossima non sarà un “no” ad un impianto in particolare, «ma a tutti quelli che, per come sono stati progettati, minacciano di sfregiare il mare e le coste. Per questo, da anni, invochiamo un piano regolatore del mare con paletti che delimitino le aree destinate all’uso di produzione energetica e che quindi possono ospitare le centrali del vento galleggianti. In Consiglio regionale abbiamo presentato una mozione che ricalcava le 72 delibere dei comuni interessati che hanno detto il loro NO a questi impianti; inoltre ho chiesto un consiglio monotematico per discutere di questa insensata invasione e attendiamo di trovare una soluzione, tutti uniti, comuni e Regione, per far vincere il buonsenso”.

«Solo adesso», evidenzia Pagliaro, «vediamo esprimersi la Regione contro un progetto, ma finora ha fatto… l’indiano e, col suo silenzio, ha spalancato le porte alle multinazionali e alla colonizzazione delle nostre acque. Senza fermare le speculazioni, senza dire una parola contro tutti i progetti incompatibili con la proposta di pianificazione dello spazio marittimo inviata al Ministero, dove fornisce un indirizzo sulle aree in cui concentrare gli impianti eolici offshore. Proposta che abbiamo pubblicamente apprezzato per quanto riguarda l’indicazione delle zone marine già sfruttate, come i porti industriali».

Ma c’è un “però: «Sull’indicazione della linea di confine delle 12 miglia dalla costa, non ci siamo: troppo poche per garantire che questi mostri galleggianti, che superano addirittura i 300 metri di altezza, non vadano ad impattare visivamente con panorami da preservare. E non è solo questione di distanza: più volte abbiamo evidenziato i danni collaterali ai fondali marini e a terra, dovuti alle infrastrutture di ancoraggio e di allaccio alla rete energetica; lo stress per la fauna marina; le interferenze con le attività di navigazione e di pesca; l’impatto acustico prodotto da un esercito di turbine in mare. E poi c’è un discorso di misura: la concentrazione di progetti lungo le coste salentine e pugliesi va davvero oltre ogni limite, se consideriamo che nel solo capo di Leuca sono stati presentati progetti che prevedono concessioni demaniali marittime per 600 chilometri quadrati, quattro volte il territorio dell’unione dei comuni del Capo di Leuca».

È anche una questione di equità che riguarda il federalismo energetico: «Ogni territorio faccia la sua parte. Poiché la Puglia è già seconda in Italia per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, e prima per l’eolico con il 25,2% del totale nazionale, crediamo di aver già dato abbondantemente, sacrificando il nostro paesaggio ad insediamenti eolici e fotovoltaici selvaggi senza riceverne alcun beneficio in cambio, neppure in termini di sconto in bolletta».

L’iniziativa di protesta di domenica prossima a Porto Miggiano servirà a ribadire tutto questo: «Non siamo mare né terra di conquista, perché la pioggia di nuove richieste d’insediamento non risparmia terreni e zone di pregio già inaridite dal flagello della Xylella e che adesso hanno bisogno di essere rinverditi e riforestati con nuove coltivazioni per rigenerare vita e produzioni al Salento e non possono essere svenduti e ridotti a campi per il fotovoltaico. Chiediamo rispetto per la volontà dei territori e dei comuni che si sono già espressi con delibere contro alcuni progetti, e che domenica 17 marzo manifesteranno insieme a noi».

 

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