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Botrugno

Botrugno: “Scippata la dirigenza scolastica”

Nonostante ci fossero i numeri l’Istituto Comprensivo Botrugno-San Cassiano-Nociglia è stato accorpato a quello di Supersano con conseguente spostamento della sede della Dirigenza e degli uffici amministrativi

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Per l’anno scolastico 2013/14, l’Istituto Scolastico Comprensivo Botrugno-San Cassiano-Nociglia è stato accorpato a quello di Supersano e, di conseguenza, la sede della Dirigenza e degli uffici amministrativi della scuola è stata spostata a Supersano.

Da quest’anno, dunque”, lamenta il Gruppo Centrosinistra di Botrugno, “ogni studente che avrà bisogno di documenti, certificati, ecc., di colloqui o confronti con la Dirigenza, dovrà recarsi presso l’Istituto Scolastico di Supersano, di cui siamo evidentemente diventati una semplice succursale. Chi dobbiamo ringraziare per questo “regalo”? Certamente”, puntano il dito, “l’Amministrazione comunale di Botrugno e la Giunta Provinciale di Lecce”.

La Delibera della Giunta Regionale n. 2157 del 29.10.12  approvava le Linee di indirizzo per il dimensionamento della rete scolastica 2013-2014, che prevedevano un numero minimo di studenti pari a 600 per il mantenimento dell’autonomia scolastica per l’anno 2013-2014. La procedura prevedeva: l’adozione del Piano di dimensionamento comunale; l’approvazione dei Piani comunali e formazione dei Piani provinciali da parte delle Provincie; la deliberazione del Piano regionale, sulla base dei singoli piani provinciali, da parte della Regione.

Secondo il centrosinistra locale, però, “L’Istituto Comprensivo di Botrugno aveva 646 alunni iscritti. Vi erano, dunque, i numeri sufficienti per mantenere senza problemi l’autonomia e la sede della Dirigenza in Botrugno anche per l’anno 2013-14, fissata dal ministero nel minimo a 600 alunni. Il Comune di Botrugno, invece, senza alcun obbligo in tal senso, decideva di deliberare l’accorpamento dell’istituto di Botrugno con quello di Supersano. (Delibera Giunta Comunale n.72/12). Tale deliberazione”, insitono, “veniva assunta senza alcuna preventiva intesa con il Comune di Supersano, come sarebbe stato logico presumere, nonché in violazione di quanto stabilito dalla Regione, che prevedeva l’acquisizione del preventivo parere obbligatorio del Consiglio d’Istituto Scolastico che, invece, non veniva richiesto dal Comune di Botrugno.

Purtroppo, però, anche il Comune di Supersano chiedeva con delibera l’accorpamento a sé dell’Istituto di Botrugno, con sede della Direzione a Supersano. Si creava, dunque, un contrasto tra gli interessi di Botrugno e di Supersano per la sede della Dirigenza e degli uffici amministrativi. In realtà, al contrario di Botrugno
”, spiegano dal centrosinistra botrugnese, “Supersano era stato obbligato ad adottare una delibera che modificava lo stato delle cose in quanto non avrebbe più avuto i numeri per mantenere l’autonomia per l’anno 2013-14, poiché il numero di suoi alunni era inferiore a 600”.

Le delibere, “palesemente contrastanti” arrivavano così sul tavolo della Provincia, che doveva approvare il Piano provinciale con il compito, fondamentale, di programmare e coordinare le delibazioni dei singoli Comuni, convocando le singole Amministrazioni, gli Organi scolastici e le parti sociali per trovare una soluzione condivisa e risolvere eventuali contrapposizioni tra Comuni. “Invece”, secondo il Gruppo di Centrosinistra, “la Provincia non adempiva minimamente ai suoi doveri, limitandosi ad inserire nel Piano provinciale le deliberazioni dei singoli Comuni senza verificare contrasti o incompatibilità.

La Provincia approvava, dunque, il Piano provinciale, con voto favorevole anche dell’assessore provinciale boturugnese Silvano Macculi ( Delibera Giunta Provinciale n.240 del 06.12.12).

Il contrasto tra Botrugno e Supersano, dunque, giungeva sino alla Regione, la quale si limitava ad approvare i piani provinciali così come elaborati dalle singole Province, senza entrare nel merito. (Del. G.R. n.20 del 18.01.13). La stessa Regione, però, precisava che, in caso di aggregazione di Istituti Scolastici con sedi in Comuni diversi, la Direzione veniva ubicata nel Paese con maggior numero di alunni. Dunque, nel nostro caso, Supersano.

Tutta questa situazione rimaneva nascosta sino a quando ne veniva a conoscenza il Consiglio d’Istituto, nel mese di Febbraio 2013. Immediatamente, venivano convocati in un Consiglio d’Istituto i Sindaci dei tre Comuni per chiedere loro conto di quanto stava accadendo. “Di fronte ad un’vidente passività amministrativa”, i consiglieri d’istituto stilavano un documento di contestazione, sottoscritto da tutti i genitori degli alunni, in cui si chiedeva (a Comune, Provincia, Regione, Ministero) la conferma della sede dirigenziale a Botrugno, senza accorpamento con Supersano. “Per quanto ne sappiamo, però”, affondano ancora dal centrosinistra, “il Comune di Botrugno non ha neppure rettificato la sua stessa delibera (G.C. n.72/12) che ha dato causa a tutto quanto sopra esposto”.

Nonostante tutti i presupposti numerici fossero assolutamente favorevoli a Botrugno, “i nostri Amministratori sono riusciti nella brillante impresa di farci accorpare a Supersano. Totale superficialità? Incapacità amministrativa? Inaccettabili interessi elettorali personali? Comunque la si voglia intendere, la realtà è che Botrugno, dopo decenni, ha ingiustamente perso la sede della Direzione e degli uffici amministrativi scolastici.

A ciò si è aggiunto il ruolo dell’assessore provinciale il quale, invece di controllare gli interessi di questa comunità, diciamo che si è distratto, consentendo a Supersano,
senza avere i numeri per mantenere neppure la sua autonomia, di riuscire ad accorpare Botrugno, San Cassiano e Nociglia, strappandoci la Dirigenza. Il risultato finale è che i grossolani errori di pochi amministratori verranno pagati, già nel prossimo futuro, da tutti i ragazzi e le famiglie di Botrugno”.


Attualità

La politica non è per tutti

L’8 e il 9 giugno si voterà per Europee e Amministrative. I 27 paesi della provincia che rinnoveranno sindaco e consiglio comunale. Le ambizioni di ogni candidato non riguardino la sfera personale, privata e utilitaristica ma puntino il bene comune

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Nella prima metà degli anni ’70 Antonello Venditti scrisse una canzone che oggi si definirebbe profetica per la sua attualità, antesignana del tempo.

La canzone si intitola “Sora Rosa”, peraltro colonna sonora d’un film poliziottesco di quegli anni con Tomas Milian.

C’è una strofa in particolare, in coda al testo, che dice: “Annamo via, tenemose pe’ mano, c’è solo questo de vero pe’ chi spera, che forse un giorno chi magna troppo adesso, possa sputà le ossa che so’ sante”.

Direi un testo eloquente che si rivela ancora attuale quando la politica non assurge a quella dignità di cui parlava Pio XI: «La politica è la più alta forma di carità».

La politica con la “P” maiuscola.

L’attuale Pontefice integra la suddetta frase con molte altre considerazioni, tra cui: «La politica cresce per attrazione ed amicizia».

Sono tante ed infinite le definizioni che di vera politica; chiudo questa parentesi con l’ultima di Aristotele che dice: «L’essere umano è un animale politico».

Ho voluto fare questa premessa per riflettere meglio sul tema.

È vero, la politica, richiede sforzi.

Perché il suo compito è legato indissolubilmente al bene, al benessere della gente, della comunità in tutti i suoi aspetti: morali, amministrativi, funzionali, egualitari.

Quando manca o viene a mancare uno qualsiasi di questi elementi essa corre il rischio di perdere il filo conduttore che dà continuità e consenso a colui che la esercita, generando sentimenti di disorientamento e instabilità sociale.

Le prossime elezioni sono ormai alle porte.

Sabato 8 e domenica 9 giugno l’elettore voterà per l’elezione dei componenti il Parlamento Europeo e nello stesso frangente, si voterà per le elezioni amministrative.

Un appuntamento importante a cui non ci si può sottrarre.

In Puglia sono 58 i comuni chiamati a votare con qualche città con più di 15 mila abitanti oltre ai capoluoghi Bari e Lecce.

Oltre a Lecce rinnoveranno sindaco e consiglio comunale 27 paesi della provincia: AndranoBagnolo del Salento, BotrugnoCampi SalentinaCarpignano Salentino, Castrì di Lecce, Copertino, Corsano, Cursi, Giuggianello, Lequile, Martignano, Miggiano, Minervino di Lecce, Morciano di Leuca, Muro Leccese, Novoli, PalmariggiParabita, Seclì, Soleto, Sternatia, Supersano, Surano, TiggianoTuglie e Zollino.

L’attenzione maggiore come sempre è per le “comunali” circostanza nella quale affiorano i sentimenti più forti: entusiasmo, determinazione, ambizione, passione e, talvolta “rabbia”. La rabbia derivata dalla delusione delle aspettative che talvolta rischia di generare anche risvolti non prevedibili. Nelle nostre collettività fortunatamente non si sono mai registrati fatti rilevanti sotto questo aspetto, non si è mai andati oltra il piano verbale.

I comuni sono quasi tutti pronti, una sorta di “Fuga per la Vittoria…”, il vecchio film nel quale uno dei protagonisti dice all’altro: «Non possiamo permetterci di rischiare. Dobbiamo vincere».

Ecco, nelle competizioni elettorali comunali ognuno si pone lo stesso obiettivo! Le liste sono quasi pronte. Si tratta ormai di avviarsi lungo quel sentiero di convincimento e persuasione, lasciando dietro i sentimenti che non c’entrano con la corsa: la tracotanza, la superbia, la boria, la maldicenza. Sostituendoli con i valori dell’empatia, dell’accoglienza, della socialità e del sorriso! La politica non vuole volti scuri, incupiti, ringhiosi; la politica deve immedesimarsi nelle difficoltà che la gente vive.

La politica si fa insieme alla gente, e deve rispondere in prima istanza alle attese delle persone.

Senza raggiri né sotterfugi.

Il nuovo mondo in cui viviamo, caratterizzato dalla globalizzazione, dalla dimensione del mondo “Metaverso” e tecnologico, nonché dall’Intelligenza Artificiale, impone a tutti uno sforzo decuplicato rispetto al passato.

È soprattutto sul piano politico che si gioca la “partita del cuore”, laddove la politica, seppure esercitata in un piccolo comune, deve essere pronta ed in grado di affrontare ogni sorta d’innovazione, restando al passo coi tempi.

È lo strumento per non retrocedere, è la via della conoscenza, che va alimentata giorno dopo giorno con l’impegno, la dedizione, il sacrificio e la passione. Ingredienti che i prossimi candidati alle elezioni comunali (soprattutto!) debbono possedere, senza i quali, è meglio rinunciare!

Le ambizioni di ogni candidato non riguardino la sfera personale, privata e utilitaristica (succede anche questo) ma puntino il bene comune.

Le persone cercano la serenità delle famiglie, vogliono il rispetto e l’equità: non vogliono diseguaglianze e/o disparità di trattamento.

Non cercano risse perché è negato loro un diritto, soltanto un comportamento che sia suffragio di rispettosa dignità.

Rivolgo infine un “in bocca al lupo” soprattutto ai nuovi candidati alle prossime elezioni comunali.

Auspicando che “il nuovo” possa essere “terra di sogni e di speranze” per tutti, e che ognuno possa scorgere i sentimenti puliti del bene.

L’unico investimento certo in questo mondo.

Alberto Scalfari

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Botrugno

In casa droga, seimila euro e banconote false, nei guai 19enne

Per ora è ai domiciliari. Dovrà rispondere di detenzione illecita di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e possesso di denaro falso

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I carabinieri della Stazione di Nociglia, hanno arrestato un 19enne di Botrugno con l’accusa di detenzione illecita di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio nonché per possesso di banconote falsificate.

I militari hanno proceduto al controllo del giovane, già noto.

Il suo nervosismo ha destato l’attenzione dei carabinieri che hanno approfondito i controlli e proceduto alla perquisizione, poi estesa al domicilio.

Presso l’abitazione del giovane, all’interno di uno zainetto nella camera da letto, sono stati rinvenuti quasi 100 grammi di hashish e 12 grammi di marijuana.

Sul ripiano di una scrivania, invece, è stato rivenuto materiale vario per il confezionamento delle sostanze mentre all’interno di un borsello vi erano banconote in vario taglio per un importo complessivo di quasi seimila  euro, probabile provento dell’attività di spaccio.

In un vano a parte, infine, sono state rinvenute banconote false per un importo pari a 180 euro.

Somma, anche questa è stata sequestrata per poi essere inviata presso il Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria.

Al termine delle operazioni, il giovane è stato arrestato e, come disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.

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Botrugno

Treni, Puglia isolata: «Viaggio tragicomico»

L’odissea raccontata da una nostra lettrice: «Oltre dieci ore da Lecce a Roma a bordo di pullman sostitutivi». Disorganizzazione totale, emblematico quanto avvenuto a Caserta: «L’autista si è preso tra le campagne e i passeggeri provavano ad indicargli la via col navigatore in mano…»

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In treno da Lecce a Roma, altro che alta velocità!

Per chi viaggia da e per il Salento continua l’odissea ferroviaria (e non solo).

I disagi ovviamente riguardano le tratte che transitano dalla Campania, in direzione Caserta e Roma.

La frana caduta ad Ariano Irpino, sei giorni fa, ha provocato danni ad una galleria e Ferrovie dello Stato ha già annunciato la necessità di almeno un mese per il ripristino della tratta ferroviaria.

Ma aveva anche annunciato soluzioni alternative che avrebbero ridotto al minimo i disagi per gli utenti.

Così invece non è stato, come testimonia Maria Grazia, di Botrugno, che ci ha raccontato l’odissea del suo viaggio per raggiungere Roma, dove lavora, sul Frecciarossa Lecce-Milano.

La nostra lettrice ci chiede di parlarne per «smuovere l’opinione pubblica ed impegnare i nostri politici perché non è giusto che tutto passi sotto traccia».

Anche perché, va detto per inciso, anche se chi ha già prenotato il biglietto del treno prima della frana, decidesse di acquistarne un’altra per un viaggio alternativo in bus o in aereo, non troverebbe vita facile. Ovunque posti esauriti o costi esorbitanti quasi a voler lucrare sulle difficoltà della gente.

Ferrovie dello Stato aveva annunciato un collegamento in pullmansolo” da Foggia a Caserta (o viceversa) per bypassare la zona colpita dalla frana. Non è, invece, andata così ieri, come conferma il racconto di Maria Grazia.

Vi riportiamo la sua (e quella di tanti altri viaggiatori) «paradossale domenica che, come passeggeri, ci siamo trovati a vivere. Tutti noi avevamo acquistato un biglietto per il treno Frecciarossa 9560 delle ore 13,10 in partenza da Lecce per Milano. Raggiungere Roma è stata un’odissea. A causa della frana, (purtroppo non prevedibile), dopo 5 giorni dall’evento, abbiamo dovuto fare i conti con i disservizi di Trenitalia e di chi dovrebbe gestire una situazione di emergenza».

I punti critici sono diversi e tutti a carico del povero viaggiatore:

«Siamo stati avvertiti delle novità in maniera assai approssimativa con una mail e, alla stazione di Lecce, non vi era alcun addetto di Trenitalia in prossimità del pullman sostitutivo per fornire informazioni ai passeggeri confusi»;

«Autisti dei pullman, come da loro stessi riportato, non informati sulla tratta da percorrere e convocati per il viaggio un’ora prima»;

«Pullman non confortevole sia nella tratta Lecce/ Barletta che nella tratta Barletta/Roma. A Barletta chi doveva proseguire per Roma, ha dovuto cambiare pullman».

«Assenza di bagni con disagio importante dei passeggeri a bordo costretti a servirsi dei bar della stazione con ritardi ulteriori»

«Non sono state date da Trenitalia informazioni chiare per poter scegliere tratte alternative, neanche via mail»;

«In prossimità di Caserta, gli autisti hanno vagato per un’ora tra le campagne, non riuscendo a raggiungere la stazione di Caserta. I passeggeri, smartphone con navigatore in mano, provavano ad indicare la strada ma si girava sempre intorno… Pareva quasi un film, non fosse la tragicomica realtà»;

«Molti a Caserta hanno provato a scendere dal pullman e prendere un treno per Roma Termini, ma il primo utile aveva 50 min di ritardo e così son ripartiti con lo stesso pullman. E, beninteso, nessun operatore di Trenitalia era presente».

Concludendo: «Siamo partiti alle 13,10 e arrivati a Roma alle 23,30 circa: a fronte della durata originaria del viaggio di 5 ore e 45 minuti, siamo rimasti in pullman per  10 ore e 20 minuti!».

Non mettiamo in dubbio che davvero occorra un mese per ripristinare la linea ferroviaria che attraversa l’Irpinia e comprendiamo la situazione di emergenza.

Emergenza che, però, può essere tollerata nelle 24ore successive alla frana.

Dopodiché non è più emergenza ma solo disorganizzazione sulle spalle di chi quel biglietto lo ha comprato e pagato.

Giuseppe Cerfeda

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