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Casarano

L’asino Papiro ha ottenuto giustizia: tutti dentro!

Nove arrestati per associazione a delinquere, furto, estorsione, ecc. L’indagine prende il nome dall’asino del Presepe Vivente di Tricase, divenuto vittima, suo malgrado, per il “sostentamento” del gruppo criminale

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La Compagnia di Maglie ha eseguito alle ordinanze di custodia cautelare emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Lecce, Dott. Carlo Cazzella, richieste dalla Dott.ssa Carmen Ruggero, a carico di 9 persone di cui 7 in carcere e 2 ai domiciliari, facenti parte di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, in particolare furti di rame presso campi fotovoltaici e 2 persone per estorsione. Tutte le ordinanze riguardano soggetti di Casarano. Le operazioni hanno avuto inizio alle 4 del mattino, con l’ausilio di una unità cinofila e delle Compagnie di Tricase, Casarano, Gallipoli, per un totale di 65 militari e 25 autovetture. I provvedimenti hanno riguardato: Quintino Causo, 49 anni, di Ugento, residente a Casarano; Sabrina Angilè, 38 anni, nata in Germania, residente a Casarano; Cristian Giovanni Causo, 25 anni, nato a Nardò, residente a Casarano; Salvatore Protopapa, 29 anni, di Casarano; Emanuele Zompì, 23 anni, di Casarano; Alessandro Zompì, 28 anni di Casarano; Alessio Ciriolo, 22 anni, nato a Poggiardo, residente a Casarano; Antonio Amin Agendi, 22 anni, di Casarano; Simone Alfarano, 23 anni, di Casarano.


Sono accusati di: associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio; furto di cavi elettrici e cavi in rame ; detenzione abusiva di armi da fuoco; furto ; ricettazione ed estorsione. Tra i reati imputati anche macellazione clandestina e il furto di un somaro (Papiro, da cui prende il nome l’intera operazione), fatti avvenuti a Tricase nel marzo 2012.


Perchè operazione Papiro


Come detto “Papiro” è il nome dell’asino che da diversi anni veniva impiegato nel Presepe Vivente di Tricase, divenuto vittima, suo malgrado, per il “sostentamento” del gruppo criminale. Durante un’intercettazione ambientale il padre e il fratello di uno degli arrestati,  hanno riferito di aver rubato l’animale, trasportato a bordo di un camion a Casarano e poi ammazzato e macellato. La carne del povero somaro è stata cucinata e portata all’interno della Casa Circondariale di Lecce in omaggio a familiari e amici dei detenuti.


L’indagine


Trae origine dagli arresti effettuati a Maglie, presso l’ex deposito dell’Enel, per il tentato furto di rame del 31 agosto 2011 ( in cui furono arrestate 3 persone) ed del 6 novembre 2011 (in cui furono arrestate 2 persone). Le immediate attività investigative hanno consentito di disvelare, da subito, un vera associazione, con base a Casarano, rivolta principalmente ad attività predatorie presso campi fotovoltaici.


L’attività investigativa da parte del Nucleo Operativo della Compagnia di Maglie, inizia proprio nel gennaio 2011, mese in cui l’attività predatoria nei confronti dei campi fotovoltaici era piuttosto consistente, in particolare nella zona tra Soleto, Sternatia e Zollino. Le indagini quindi cercano di legare i due furti di rame del gruppo criminale all’ex deposito dell’ENEL di Maglie agli innumerevoli furti di rame del territorio della Compagnia di Maglie e della provincia di Lecce.


L’attività, terminata nel mese di aprile 2012, supportata non solo da attività tecniche mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali anche in carcere, ma anche da riscontri e sequestri effettuati presso i raccoglitori di rame, fa emergere da subito un’articolata organizzazione che nasce nel comune di Casarano, epicentro del sodalizio criminale, per la presenza di Quintino Causo, a capo della stessa, il quale alle dipendenze di un servizio di vigilanza presso i campi fotovoltaici, “sfruttava” il suo lavoro per indicare ai “suoi ragazzi”, compreso il figlio, Cristian Giovanni Causo, i colpi da effettuare e soprattutto le modalità per accedere ai campi.


Durante l’attività è stato accertato che il gruppo criminale nell’anno 2011 avesse operato indisturbato in tutto il sud salento effettuando ogni tipologia di furto di rame, presso i campi fotovoltaici in particolare, o presso i cimiteri o campi sportivi e che a partire da ottobre 2011, in conseguenza agli arresti citati eseguiti dalla Compagnia CC di Maglie, quando il numero degli stessi diminuiva consistentemente, portava il gruppo a ricercare diversi obbiettivi da depredare, quali chiese, bar e abitazioni.


Le attività del Nucleo Operativo della Compagnia di Maglie, sono terminate con l’arresto l’8 marzo 2012 di Alessio Ciriolo, Emanuele Zompì, Cristian Giovanni Cause Cosimo Giorgino per furto in abitazione a Casarano.


L’indagine ha portato anche alla denuncia a piede libero di altri 10 soggetti, responsabili a vario titolo dei vari colpi insieme al gruppo ma non facenti parte dell’associazione.


L’attività d’indagine del Nucleo Operativo di Maglie ha disvelato l’esistenza di un’organizzazione volta a depredare in particolar modo i campi fotovoltaici. Infatti, Quintino Causo, che lavorava come vigilante presso questi campi, aveva la possibilità di indicare come e quando entrare per effettuare i furti di rame.

Il gruppo è responsabile di 16 “colpi”, 6 furti di rame presso campi fotovoltaici (Ugento, Soleto, Matino, 2 volte Zollino e Sternatia), il furto di rame al Campo Sportivo di Sanarica, il furto di rame a cabine dell’Enel di Ruffano, il furto di rame al cimitero di Collepasso, il furto  di una slot-machine ad un bar di Casarano, 3 furti all’interno di Chiese (Casarano, Gemini di Ugento e Melissano), oltre ai 2 tentati furti all’ex deposito dell’Enel di Maglie ed il furto in abitazione a Casarano per i quali sono stati effettuati gli arresti a riscontro dell’attività d’indagine.


I campi fotovoltaici


L’ indagine ha permesso di accertare che nell’anno 2011 l’attività principale del sodalizio criminale era il furto di rame presso i campi fotovoltaici, grazie soprattutto all’insider man della banda all’interno dell’istituto di vigilanza privata degli stessi, Causo Quintino. Una volta riscontrato questo comune denominatore tra le società depredate, sono stati controllati numerosi raccoglitori di rame/demolitori dell’area centro Salento e sono stati quindi accertati continui depositi di materiale rame effettuati dagli appartenenti al gruppo, in particolare presso tre di essi. Da una stima, comunque approssimativa, risulta sia stato venduto dagli indagati ai raccoglitori di materiale ferroso oltre il 35% della quantità di rame denunciato come rubato (denunce presentate negli anni 2011 e 2012). Bisogna anche aggiungere che a partire dei primi del mese di Aprile 2012, a seguito di uno specifico controllo eseguito presso i raccoglitori di materiale ferroso,  sono diminuiti notevolmente sia le grosse consegne di rame sia i furti presso i campi fotovoltaici.


Nel corso delle intercettazioni è emerso chiaramente come i principali raccoglitori di rame rilasciassero al gruppo regolare fatturazione, della quale è stato trovato riscontro durante i suddetti controlli: le fatture del rame rubato erano intestate ai soggetti appartenenti al sodalizio o a loro parenti. Pertanto, due responsabili delle tre ditte controllate, sono stati denunciati per ricettazione, in quanto avrebbero dovuto\potuto distinguere e capire dalla quantità e dalle continue consegne da parte delle medesime persone, che il rame era di provenienza illecita o quanto meno dubbia.


Da un calcolo sempre approssimativo desunto dai sequestri della fatturazione effettuati presso 3 raccoglitori di rame del centro salento, può essere verosimile che il gruppo avesse “ricavato” oltre 100 mila euro (circa 250 quintali) dalla vendita del rame anche se oggi vengono contestati loro 24 mila euro ricavati dalla vendita di circa 50 quintali di rame, grazie all’incrocio con altri riscontri.


L’estorsione e la disponibilità di armi


A dimostrazione dello spessore criminale degli indagati vi è il fatto che senza scrupoli si minacciano reciprocamente per perseguire i propri interessi economici. In un’occasione, infatti, Simone Alfarano e Antonio Amin Afendi, il 6 marzo 2012, effettuano una vera e propria estorsione nei confronti di  Emanuele Zompì, irrompendo in casa sua con una pistola e, dopo averlo portato in auto, gli sottraggono 350 euro. I due pretendevano la quota del furto del giorno prima alla chiesa di Gemini, commesso dai tre insieme, che, a loro dire, lui avrebbe occultato per tenersi tutto il danaro; risulterà poi che la cosa non aveva nessun fondamento di verità, perché, in realtà, lo Zompì non aveva trovato contante. Lo stesso decide di vendicarsi dello sgarro subito e afferma, in intercettazione, di essersi procurato una pistola per lo scopo, che non porterà mai a termine.


Nel corso dell’attività d’intercettazione è stato appurato come il gruppo avesse la disponibilità di armi, tanto che il 31 agosto 2011 in occasione del tentato furto all’ex deposito Enel di Maglie, giungono con una pistola per effettuare il colpo e, per un caso fortuito, poco prima di esssere fermati dalle pattuglie della Compagnia di Maglie, riescono a disfarsene gettandola dietro un muretto a secco in campagna.


Arresti e sequestri a riscontro


Nel corso dell’attività investigativa sono state arrestate in flagranza 9 persone, 3 arresti il 31 agosto 2 arresti il 6 novembre e 4 il 6 marzo 2012.


Casarano

Calcio: il Casarano rimonta e si regala una Pasqua serena

I rossoazzurri dopo essere stati sottto di due gol ribaltano il Santa Maria Cilento in casa sua. 4-3 il finale per le serpi che agganciano al 4° posto il Nardò sconfitto a Manfredonia

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S.MARIA CILENTO – CASARANO 3-4

Reti: pt 9’Coulibaly (SM), 21’rig.Gaeta (SM), 31’Giannini (C), 39’Guastamacchia (C); st 15’Diop (C), 18’Corvino (C), 41’Catalano (SM)

Festival del gol nel testa-coda tra Santa Maria Cilento e Casarano, nella ventinovesima giornata del girone H della serie D, dove si registrano ben otto vittorie fuori casa e solo una fra le proprie mura.

I Rossoazzurri con la rocambolesca vittoria sopra descritta agguantano il Nardò (sconfitto a Manfredonia) a quota cinquanta e sono quarti per via degli scontri diretti.

A cinque giornate dal termine della regular-season, la testa della classifica parla pugliese: Team Altamura 62, Martina 55, Fidelis Andria 52, Casarano e Nardò 50; staccato di cinque punti il Matera.

Insomma, il girone più ostico della serie D nazionale conferma sempre più le sue caratteristiche di difficoltà e imprevedibilità.

Al rientro dal miniriposo pasquale, gli uomini di mister Laterza avranno forse sulla carta gli incontri più impegnativi, nell’ordine Gallipoli, a Barletta, Matera, a Manfredonia, Bitonto.

Bisognerà dare fondo ad ogni risorsa utile, evitando disattenzioni e fasi di stanca, che, come accaduto nell’arco del torneo finora disputato, han causato un cospicuo e spesso inopinato lascito di punti.

Giuseppe Lagna

* Nelle foto, una fase di gioco (in alto) e il settore dei volenterosi tifosi casaranesi in trasferta (nella foto in basso)

 

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Attualità

Pillola rossa o pillola blu…

Intervista esclusiva al noto giornalista Sigfrido Ranucci a cura di Simone Andrani

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L’intervista, pubblicata da TuttoCasarano.it, gentilmente concessaci dal collega Simone Andrani

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“Ci sono cose che nessuno ti dirà

  Ci sono cose che nessuno ti darà

  Sei nato e morto qua

  Sei nato e morto qua

  Nato nel paese delle mezze verità”

 

Queste sono le parole attraverso cui Fabri Fibra, noto rapper, in una sua celebre canzone volle descrivere quel Paese (il nostro) che se in passato è sempre stato considerato la culla di poeti, santi e navigatori, da più di qualche decennio, scandalo dopo scandalo e governo dopo governo, è divenuto bacino di inciuci ai limiti della legalità, intrighi di palazzo e giochi di potere; a determinare e incentivare questo salto di qualità, sono stati magistrati tarocchi e giornalisti “balocchi” che si sono totalmente votati all’ alienazione della veridicità dei fatti (previa distorsione degli stessi) e alla disintegrazione di quella democraticità e di quella sovranità che il popolo, oramai, è sempre più libero di esercitare in quel vano solitamente collocato in fondo a destra, con il beneplacito di statisti lobbisti e di “Mangiafuoco” del tutto lontani, politicamente e geograficamente dal Belpaese. Anche solo per avere contezza di quanto detto nelle righe precedenti, occorrerebbe considerare le nefandezze e le menzogne che hanno caratterizzato importanti vicende storico-politiche come, ad esempio: il sequestro e l’assassinio di Aldo Moro di cui, solo in seguito all’eliminazione del vincolo di segretezza vigente su alcuni documenti e alla scomparsa di ambigui politicanti con funzioni di ministri lungodegenti, si è avuto conferma del fatto che la regia fosse di Henry Kissinger, allora Segretario di Stato USA ; lo sgretolamento fisico e politico della figura di Bettino Craxi, reo di aver contribuito all’invio, presso l’aeroporto militare di Sigonella, di un plotone di carabinieri avente l’ordine di fermare un aereo civile privo del permesso di sorvolo e di atterraggio sul territorio nazionale, ma su cui, purtroppo per il leader del PSI e della corporazione intervenuta, i Servizi segreti americani avevano imbarcato un terrorista palestinese responsabile del dirottamento del transatlantico “Achille Lauro” e del conseguente omicidio di Leon Klinghofer, passeggero statunitense molto vicino all’allora presidente Ronald Reagan.

A dover essere presa in considerazione è poi anche la serie di negoziati tra Stato e Mafia di cui, nonostante le più che attendibili deposizioni del Gen.Mario Mori attestanti l’idillio tra “uomini d’onere” e “uomini d’onore”, alcuni discutibili magistrati ne hanno quasi totalmente negato l’esistenza.

Di verità artefatte da giornalisti e giudici senza etica, di valori da assumere e azioni che possono influire positivamente o negativamente sulla propria e altrui integrità, ne parliamo con un’autorevole firma del giornalismo italiano, Sigfrido Ranucci, conduttore di Report (programma tv che va in onda ogni Domenica alle 20:50 su Rai 3), reduce dal grande successo de “Il Patto”,  opera libraria frutto della sua collaborazione con il collega Nicola Biondo, incentrata sulla cosiddetta “Trattativa Stato-Mafia” e di cui, non molto tempo fa, se n’è discusso in alcune delle cornici più suggestive del Salento.

Sig. Ranucci, da cosa ha origine “Il Patto”?

«Tutto ebbe inizio in seguito ad un’informativa relativa alla cosiddetta “Missione Fonte Oriente”, un’operazione condotta dal Ten. Col. Michele Riccio e volta ad attestare l’idillio tra funzionari dello Stato ed esponenti della Mafia, mediante prove raccolte grazie all’infiltrazione di Luigi Ilardo, ex affiliato di Cosa Nostra che decise di voler imboccare la strada per diventare un collaboratore di giustizia e che, per questo, venne ucciso nel Maggio del 1996 in quel di Catania; quanto riportato nelle pagine di quel famigerato rapporto, mi affascinò così tanto che cominciai a volerne sapere sempre di più a riguardo, coincidenza volle che, un bel giorno, il mio responsabile di redazione mi proponesse di scrivere un libro, senza però darmi nessuna indicazione sull’argomento da trattare, fu così che mi venne in mente di incentrare l’opera proprio su ciò che avevo letto poco prima e d’intitolare la stessa “Il Patto”, successivamente, al fine di non trascurare qualche importante aspetto a causa del tempo da dedicare a Report e, intenzionato a non rendere vano il lavoro fatto, diedi inizio alla collaborazione con il collega Nicola Biondo».

A cosa si deve l’incredibile successo che tale opera ha avuto e continua ad avere?

«L’incredibile e longevo successo di questo romanzo scritto 13 anni fa (di recente arrivato alla diciottesima ristampa), non si deve solamente allo straordinario contributo dato da Ilardo, dimostratosi un uomo molto intelligente poiché capace di comprendere quanto la vita offra sempre una seconda possibilità a chi desideri di riscattarsi, ma va attribuito anche, e soprattutto, alla straordinaria forza dei fatti che esso racconta pagina per pagina».

Non molto tempo fa, la Corte di Cassazione ha emesso una sentenza che, in qualche modo, va quasi a negare che ci siano stati dei legami tra lo Stato e la criminalità organizzata, lei cosa pensa a riguardo?

 

«Penso che vada analizzata con estrema attenzione poiché ha confermato la sentenza di assoluzione della Corte d’Assise d’Appello, sostenendo che il fatto non abbia costituito reato e dunque, affermando sostanzialmente l’esistenza di una qualche trattativa; seppur agli imputati non fosse contestabile il reato di trattativa, a venir contestato loro sarebbe dovuto essere il reato di attentato agli organi politici e istituzionali dello Stato, crimine avvenuto proprio per mezzo di quella famigerata trattativa. Una delle cose più singolari di questa storia sta nel fatto che in molti abbiano accusato giornalisti e magistrati di aver inventato questa trattativa, quando in realtà il primo a parlarne fu uno dei principali imputati del processo a cui essa ha dato origine, il colonnello Mori che, durante un’udienza tenutasi in un’aula del tribunale di Firenze, raccontò di aver avvicinato Vito Cianciamino (ex sindaco di Palermo e referente di Cosa Nostra, ndr), chiedendogli quali fossero i motivi scatenanti di quella spietata guerra allo Stato e cosa volesse il clan di Salvatore Riina e Bernardo Provenzano per porre fine ad essa.

Di tutta la vicenda appena narrata, a lasciarmi attonito è il fatto che nonostante essa sia sporca del sangue di valorosi eroi che si sono sacrificati in nome della giustizia, niente e nessuno abbia voluto, o potuto, essere in grado di stabilire come siano andate realmente le cose; ma bisogna rassegnarsi ad accettare che la verità giudiziaria possa non coincidere sempre con quella storica o giornalistica e che per farle combaciare occorra attendere del tempo, vedasi l’omicidio Moro, l’attentato alla stazione di Bologna e la tragedia aerea di Ustica che, da quanto finalmente ammesso da alcune recenti sentenze, fu determinata da un missile lanciato da una nave di un armatore francese incaricato dall’Eliseo di abbattere l’aereo civile su cui si supponeva viaggiasse l’ex capo di Stato libico Muammar Gheddafi ».

A suo avviso, cosa dovrebbero fare le istituzioni e i cittadini per evitare che il passato possa riflettersi sul presente e sul futuro?

«A mio avviso, per garantire il bene comune e per far sì che quanto accaduto in passato non si verifichi nuovamente, sarebbe necessario che lo Stato si dimostrasse finalmente pronto a processare sé stesso, ma sarebbe altrettanto necessario che ognuno di noi, qualsiasi ruolo esso ricopra, agisse come se fosse ancora in piena fanciullezza poiché, quella è una fase della vita in cui si è determinati ad apprendere e comprendere quale sia l’effettiva realtà dei fatti e cosa nasconda l’ambiente circostante, pur correndo il rischio di veder ridotte in frantumi le proprie poche ed apparentemente forti convinzioni ».

Volge così al termine un’intensa conversazione che induce a riflettere su quanto, spesso e volentieri, gli esseri umani si lascino ammaliare da false riproduzioni della realtà alimentate dall’avarizia, dall’avidità, dalla superbia e dalla vanità, relegandosi in una platonica caverna che porta loro a dimenticare di avere la facoltà di scegliere, così come il protagonista del film “Matrix”, tra una pillola rossa che porta a scegliere di lottare per far trionfare la giustizia e la mera – seppur scomoda – verità ed una pillola blu che, invece, induce a muoversi continuamente nella propria zona di comfort, non ponendosi tanti interrogativi sulle proprie e altrui azioni, dunque a vivere all’insegna della menzogna e dell’illegalità.

Alla luce degli ultimi avvenimenti che hanno interessato il Salento, bisognerebbe realizzare che scegliere di perseguire la strada del male e della falsa verità, a discapito del bene comune, porti all’ acquisizione di strumenti e valori che, pur lenendo una momentanea esigenza, alla lunga, riducono a brandelli la mente, il cuore e l’anima. Gli effetti della pillola blu sono paragonabili a quelli prodotti da quella sigaretta che Zeno Cosini, protagonista del romanzo “ La coscienza di Zeno“ di Italo Svevo, non riesce a tenere spenta e che, in apparenza, addolciva le sue sofferenze, ma in realtà, lo allontanava dalla vita.

 

 

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Attualità

Tempo di prenotazioni per l’ExpoJob di Miggiano. Eurospin cerca 81 lavoratori

Arpal Puglia ha lanciato la chiamata pubblica alle aziende in cerca di personale: c’è tempo fino al 4 aprile. Ha conferato la sua presenza Eurospin Puglia, che selezionerà lavoratori per i punti vendita di Gagliano del Capo, Maglie, Gallipoli, Taviano, Presicce, Taurisano, Ruffano, Casarano, Martano e Melendugno. Il dodicesimo Report 2024 delle offerte di lavoro

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Proseguono i preparativi per ExpoJob, seconda edizione della Fiera del mercato del lavoro del Salento che si terrà dal 18 al 20 aprile presso il quartiere fieristico di Miggiano.

Sono numerose le aziende che hanno iniziato a prenotare le proprie postazioni per effettuare colloqui di lavoro con i candidati.

Tra le prime anche Eurospin Puglia, che sarà presente per la selezione di 81 lavoratori per i punti vendita della provincia (Gagliano del Capo, Maglie, Gallipoli, Taviano, Presicce, Taurisano, Ruffano, Casarano, Martano e Melendugno).

Per candidarsi è possibile prendere visione di tutte le offerte attive su lavoroperte.regione.puglia.it, (clicca qui), entro il termine del 6 aprile 2024.

I candidati che risulteranno in linea con i requisiti richiesti saranno convocati da Arpal per lo svolgimento dei colloqui nel corso della fiera.

In vista di ExpoJobArpal Puglia ha già lanciato la chiamata pubblica alle aziende in cerca di personale: entro il prossimo 4 aprile, potranno prenotare la propria postazione gratuita per effettuare attività di recruiting.

Basterà compilare il Google form e attendere conferma dell’iscrizione (clicca qui).

Inoltre, Arpal promuove la possibilità per gli utenti di preparare o aggiornare il proprio curriculum vitae, da consegnare alle aziende durante i colloqui in fiera.

È possibile prenotare un apposito appuntamento presso tutti e dieci i centri per l’impiego dell’Ambito di Lecce, ogni giovedì pomeriggio, dalle 15 alle 16,30.

Le date ancora disponibili sono 28 marzo, 4 e 11 aprile.

Si consiglia di contattare in anticipo, telefonicamente o via mail, il proprio centro per l’impiego.

Organizzato da Comune di Miggiano e Arpal Puglia, l’evento – unico nel suo genere – si propone di promuovere le politiche attive del lavoro a livello territoriale, favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e stimolare l’occupazione e l’inserimento lavorativo.

L’evento sarà caratterizzato da una serie di attività, tra cui recruiting, seminari, convegni, laboratori, talk.

Un padiglione sarà riservato all’Inclusion ExpoJob, dedicato ad aziende che hanno scoperture ai sensi della legge n.68/99 e focalizzato su categorie di lavoratori svantaggiati, come persone con disabilità, migranti e donne vittime di violenza.

IL REPORT SETTIMANALE

Intanto, il dodicesimo Report delle offerte di lavoro conta 337 annunci, per un totale di 1.084 posti disponibili.

Nel settore turistico si hanno 483 posizioni aperte, con in testa il Capo di Leuca (135 posti disponibili), seguito dalla Costa Ionica (114), dall’entroterra (83), dalla Costa Adriatica (78) e da Lecce e nord Salento (73).

Nel comparto edile i posti a disposizione sono 222; 43 in quello delle pulizie e multiservizi, anche se molte opportunità si ritrovano nel settore turistico in quanto suo indotto.

Si hanno 89 posizioni nel commercio, di cui 81 figure ricercate da Eurospin Puglia; 19 nel settore trasporti e riparazione veicoli; 23 nel settore amministrativo e informatico e 9 in quello pedagogico.

Nella sanità privata e nei servizi alla persona, sono 85 le figure richieste. Si prosegue con 25 offerte nel settore agricolo, agroalimentare e ambiente; 5 nel settore bellezza e benessere; 22 nel Tac; 16 nell’industria del legno e 33 nel metalmeccanico.

Sono numerose anche le opportunità di lavoro diffuse dalla rete europea dei servizi per l’impiego Eures. Quattro annunci, poi, sono destinati esclusivamente a persone con disabilità e sei a persone iscritte alle cosiddette “Categorie protette”, per altrettanti profili.

Le offerte, parimenti rivolte ad entrambi i sessi, sono pubblicate quotidianamente sul portale lavoroperte.regione.puglia.it e sono diffuse anche sulla pagina Facebook “Centri Impiego Lecce e Provincia”, sul portale Sintesi Lecce e sui profili Google di ogni centro per l’impiego. Le candidature possono essere trasmesse tramite Spid, via mail o direttamente allo sportello presso gli uffici, aperti dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 11,30, il martedì anche nel pomeriggio dalle 15 alle 16.30 e il giovedì pomeriggio su appuntamento.

Clicca qui per la versione integrale del 12° Report 2024 delle offerte di lavoro.

12° REPORT Ambito Lecce

 

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