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News & Salento

Vertenza Adelchi: interrogazione di Bellanova e Ria

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Interrogazione dell’On. Teresa Bellanova, firmata anche dall’On. Lorenzo Ria, al Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali sul caso Adelchi. “Come annunciato durante l’incontro svoltosi in Provincia lo scorso 11 gennaio”, recita la nota dell’On. Bellanova, “è stata presentata un’interrogazione a risposta scritta al Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali sul caso Adelchi, firmata da me e dall’On. Lorenzo Ria.


Con questa interrogazione abbiamo evidenziato al Ministro la necessità di verificare al più presto, attraverso le Istituzioni preposte in primis la magistratura, come siano stati utilizzati da Sergio Adelchi i fondi pubblici, incassati nel corso degli anni, destinati al salvataggio dei posti di lavoro. Chiediamo, quindi, di accertare se ci siano state irregolarità o addirittura comportamenti illeciti nell’uso di quei fondi. Non possiamo accettare l’idea che questi soldi possano essere stati utilizzati per delocalizzare la produzione all’estero senza ipotizzare di pretendere una sorta di risarcimento sociale prima di tutto per i lavoratori e le loro famiglie, lasciati in mezzo ad una strada, ed in secondo luogo per tutto il nostro territorio.


Lorenzo Ria

Lorenzo Ria


Se consideriamo che dal 2003 Adelchi ha smesso perfino di versare i contributi per i dipendenti, bisogna prendere atto prima di tutto che Sergio Adelchi è ufficialmente fuori dai giochi. Ma il contenuto dell’interrogazione riguarda solo un aspetto della vicenda. È il secondo aspetto quello più importante. L’impegno prioritario, infatti, deve essere quello di dare un lavoro a chi è rimasto senza. Come emerso dalla riunione in Provincia, occorre individuare ed incentivare le aziende disponibili a investire nel Salento, che possano così riassorbire i lavoratori coinvolti nelle vicende del TAC. A questo scopo occorre agire in diverse direzioni. Prima di tutto bisogna attivare un tavolo permanente presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri oppure presso il Ministero dello Sviluppo Economico, focalizzato su questa problematica, che prenda decisioni sugli strumenti a disposizione per risolvere la questione.


Si deve partire dalla verifica delle eventuali disponibilità già presentate nell’ambito dell’accordo di programma già attivato dall’allora Ministro Bersani nel 2008. Ovviamente ove esistessero delle imprese già disponibili queste pratiche andrebbero accelerate. Parallelamente va stimolata l’attività di attrazione di investimenti di concerto con Invitalia, ex Sviluppo Italia. Gli ulteriori ammortizzatori sociali sono sicuramente da tenere in considerazione, ma solo finché non si riescono a trovare soluzioni definitive in direzione della ri-occupazione di questi salentini, necessaria per restituire serenità e dignità a loro ed alle loro famiglie”. Di seguito il testo. 


INTERROGAZIONE


a risposta in Commissione


BELLANOVA – Al Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. 


Per sapere, premesso che: 


– il Gruppo Adelchi di proprietà del sig. Sergio Adelchi, con sede a Tricase (Le), opera da anni nel settore calzaturiero. La crisi che ha investito durante questi anni il settore Tessile Abbigliamento e Calzaturiero ha determinato una grave situazione aziendale che sta producendo ricadute devastanti sui livelli occupazionali locali. 


– il Gruppo Adelchi si compone di diverse aziende alcune delle quali nel corso degli anni hanno cessato la propria attività per avvenuta crisi, mentre altre hanno continuato la loro attività pur ricorrendo all’utilizzo degli ammortizzatori sociali ed altre ancora sono sorte sembrerebbe con l’intento di riavviare e riqualificare l’attività aziendale ed il prodotto; 


– questo Gruppo aziendale nel corso degli anni è stato caratterizzato dalle due aziende “cardine”, vale a dire La Nuova Adelchi S.p.a. e l’Adelchi S.r.l. e le cosiddette aziende “satellite” sempre di proprietà dello stesso Sergio Adelchi; 

– le aziende cosiddette “satellite” facenti parte del Gruppo Adelchi in un primo momento constavano solo nella Magna Grecia S.r.l., Sky S.r.l., Selcom S.r.l. e la KNK S.r.l. Nel corso degli anni sono poi sorte, anche in taluni casi dalle ceneri delle precedenti la C.R.C S.r.l, la G.S.C. Plast S.r.l; 


– questo insieme di aziende che a detta dei gestori sarebbero state utili a rilanciare il prodotto e la competitività  di fatto si sono trasformate per i lavoratori in una sorta di labirinto nel quale la manodopera è stata costretta ad una continua precarizzazione transitando in modo continuo da un’azienda all’altra vedendosi poi sospendere anche l’attività lavorativa per crisi aziendale ed il continuo ricorso da parte delle aziende rivenienti al Gruppo Adelchi a tutti gli strumenti previsti dagli ammortizzatori sociali; 


– insieme ai lavoratori, il Gruppo Adelchi ha inoltre costantemente fatto transitare dall’opificio di Tricase presso altri distretti le stesse catene di montaggio utili a produrre le calzature nonostante accordi precedentemente sottoscritti presso l’Amministrazione Provinciale di Lecce – Ufficio Politiche del lavoro nei quali si fa esplicito riferimento all’impegno che l’azienda prendeva nei confronti dei lavoratori di lasciare a disposizione degli stessi le catene di montaggio senza spostarle dall’opificio di Tricase; 


– ciò che negli anni si è determinato è stata solo una lenta agonia del Gruppo con una ricaduta pesantissima sui livelli di occupazione se si pensa che prima di dar vita alle aziende “satellite” il Gruppo contava circa duemila dipendenti e che oggi invece la manodopera quantificabile è di circa 550 lavoratori, collocati dapprima in regime di cassa integrazione straordinaria e che da mesi non percepiscono più alcun reddito; 


– attualmente le aziende “satellite” che compongono il Gruppo Adelchi sono quantificabili nel numero di tre. La Nuova Adelchi S.p.a che ad oggi si trova ad usufruire della Cassa Integrazione Straordinaria per crisi aziendale in deroga ministeriale, la C.R.C S.r.l., anche questa usufruisce della Cassa Integrazione Straordinaria per crisi aziendale in deroga ministeriale e la G.S.C. Plast S.r.l. che avendo già avuto accesso a tutte le forme di ammortizzatori sociali attualmente usufruisce della Cassa Integrazione Straordinaria in Deroga Regionale; 


– più volte al Gruppo è stato chiesto di presentare un piano industriale utile a rilanciare l’attività, ma lo stesso non è stato in grado di garantire nulla di tutto ciò avanzando per di più l’istanza di un continuo bisogno di finanziamenti per far ripartire l’attività di produzione; 


– per altro dalle notizie apparse sulla stampa locale sembrerebbe che lo stesso Sergio Adelchi abbia dichiarato di avere richieste per cento mila paia di scarpe e che sia intenzionato a produrle non nell’opificio di Tricase ma a dare la commessa da produrre o in conto terzi oppure presso altre aziende all’estero; 


se il Ministro interrogato non intenda approfondire la situazione pregressa ed attuale del Gruppo Adelchi al fine di verificare se nel corso degli anni lo stesso Gruppo ha avuto accesso delle risorse pubbliche e quale utilizzo ne è stato fatto; 


se i passaggi effettuati dal Gruppo da un’azienda all’altra hanno visto i lavoratori interessati collocati in mobilità e se sono stati utilizzati da parte del Gruppo incentivi alla ricollocazione previsti dalla Legge n. 223 del 23 luglio 1991, ciò al fine di tutelare lavoratori che hanno vissuto e tutt’oggi vivono una situazione lavorativa, economica ed umana drammatica. 


Bellanova, Ria


Attualità

”FRIENDS 4 AUT”, parte il progetto del centro servizi per l’autismo

Con la realizzazione di percorsi di assistenza alla socializzazione in favore di soggetti di età fino ai 21 anni con disturbi dello spettro autistico, residenti nei 14 Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo…

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E’ partito il progetto: ”FRIENDS 4 AUT” promosso dall’Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo e finanziato dall’assessorato al Welfare della Regione Puglia, in collaborazione  con “GLI AMICI DI NICO” -Centro servizi per l’autismo.
Il tutto si mescola delicatamente con la realizzazione di percorsi di assistenza alla socializzazione in favore di soggetti di età fino ai 21 anni con disturbi dello spettro autistico, residenti nei 14 Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo.
In ultimo, l’ingrediente più prezioso, capace di rendere tutto unico e indimenticabile: i bambini ed i ragazzi coinvolti nel progetto, che verranno coadiuvati e supportati da bambini e ragazzi normodotati in un’ottica di integrazione. Senza definizioni, senza diagnosi, senza barriere né etichette, i partecipanti vivranno più giornate loro dedicate all’insegna del divertimento, della sperimentazione, della scoperta, ma soprattutto della vera inclusione.
Tali eventi, programmati, per il momento, nei comuni di Tricase, Ugento e Castrignano del Capo, accoglieranno diversi tipi di laboratori (piantumazione di piante da fiore, ortoterapia, pittura con tempere e acquerelli, sport all’aperto, musicoterapia), ma anche momenti di convivialità con ricchi e gustosi buffet di rinforzo ai quali parteciperanno altresì associazioni del territorio e famiglie.
Obiettivo generale del progetto è valorizzare l’autonomia, le abilità sociali, la capacità di autodeterminazione e promuovere lo scambio di competenze e valore reciproco. È importante sottolineare che ogni bambino è un individuo unico, con le proprie preferenze e stili di comunicazione.
Quindi, sarà fondamentale adattare le strategie di comunicazione alle esigenze specifiche di ognuno. Osservare attentamente il bambino, imparare a conoscerne i segnali non verbali e adattarsi alle sue preferenze per favorire una comunicazione più efficace e significativa.
Ma il sapore più intenso che lascerà questa esperienza è senza dubbio la condivisione, con un retrogusto di gentilezza.
Sì, perché i ragazzi che partecipano al progetto donano più di quanto ricevono. Ancora una volta queste pagine di vita danno a tutti noi la possibilità di comprendere quanto la diversità ci possa arricchire, quanto ancora possiamo e dobbiamo imparare da chi riesce a rendere un punto debole, un chiaro punto di forza!
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Attualità

Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare

Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»

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È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.

Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.

L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.

La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.

Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».

Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.

Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.

Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.

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Lecce, i bambini tornano nelle aule in via Basilicata

A giugno del 2022, infatti, a seguito dell’avvio dei lavori di adeguamento sismico furono riscontrati importanti elementi di instabilità che coinvolgevano i pilastri e le travi,

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Ammirato Falcone, via Basilicata: i bambini tornano nelle aule

Da giovedì 4 aprile i bambini della scuola dell’infanzia dell’istituto di Lecce, Ammirato Falcone, di Via Basilicata, sono tornati nelle loro aule, dopo i lavori urgenti di ristrutturazione e messa in sicurezza del corpo B dell’edificio. 

A giugno del 2022, infatti, a seguito dell’avvio dei lavori di adeguamento sismico furono riscontrati importanti elementi di instabilità che coinvolgevano i pilastri e le travi, tanto da costringere il sindaco, su relazione della direzione dei lavori, ad una ordinanza di chiusura per inabilità dell’edificio e determinare di conseguenza la chiusura anticipata delle lezioni e il conseguente spostamento degli alunni in altro plesso scolastico, nelle more del completamento dei lavori. 

Da giovedì, dunque, i bambini di Via Basilicata sono tornati nell’edificio ristrutturato e messo in sicurezza, adeguato a norme e tecnologie costruttive antisismiche.

Riqualificati anche gli ambienti destinati al servizio di mensa.

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