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Attualità

Emiliano: «I pugliesi potranno scegliere se andare avanti o tornare indietro»

Regionali 2020, intervista al governatore uscente: «La nostra squadra può contare su centinaia di candidati che vogliono continuare a far crescere la Puglia e che non vogliono farla tornare al buio di quindici anni fa. Ci vogliono due mandati per impostare bene il lavoro e vederne i frutti. Vorrei continuare a spingere su uno sviluppo economico compatibile con la tutela della vita e dell’ambiente»

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Ci spiega la scelta delle 15 liste a sostegno della sua candidatura?


«Le 15 liste rappresentano la coalizione della Puglia, un grande popolo plurale unito intorno a un programma di governo che stiamo scrivendo insieme ai pugliesi dal basso. La nostra squadra può contare su centinaia di candidati che vogliono continuare a far crescere la Puglia e che non vogliono farla tornare al buio di 15 anni fa».


Quanto le ha dato fastidio la candidatura di Scalfarotto con Italia Viva?


«Per me non è una questione personale. Mi sento parte di una storia che i pugliesi hanno cominciato a scrivere quindici anni fa e che oggi si esprime in una moltitudine di bravissimi sindaci e amministratori che tengono alto il nome della Puglia».


Ha ancora senso parlare di centrosinistra unito in Puglia?


«Certo, la coalizione è forte come dimostrano le 15 liste che ci sostengono e tutte le amministrazioni ben governate dal centro sinistra».


CON I 5 STELLE


Lei ha sempre lasciato una porta aperta ai 5 Stelle sia prima che dopo le elezioni. Alla luce delle pressioni di Zingaretti e Conte che prevedono alleanze regionali tra Pd e 5 Stelle, sarebbe eventualmente disponibile ad un passo indietro in nome di una futura alleanza come avvenuto in Liguria?


«La mia candidatura è stata decisa con le primarie da 80mila pugliesi e non è calata dall’alto, quindi le condizioni vanno ricercate come sempre nelle cose da fare insieme, non nei nomi. La nostra coalizione in Puglia è aperta a loro prima o dopo le elezioni perché ci sono punti programmatici che potremmo realizzare insieme».


Cosa pensa dell’introduzione della doppia preferenza di genere?


«Va introdotta a partire dal voto di settembre. Con la Giunta abbiamo approvato lo schema di disegno di legge per garantire la parità di accesso fra donne e uomini alle cariche elettive e pubbliche. Ma com’è noto la competenza è del Consiglio regionale.

Se il Consiglio non dovesse approvare la modifica della legge elettorale regionale, sono favorevole all’intervento sostitutivo del Governo per introdurre la doppia preferenza di genere».


Viene fuori da una gestione che si può tranquillamente definire straordinaria perché un emergenza sanitaria come quella del covid nessuno avrebbe mai potuto neanche immaginarla. Cosa le è rimasto in particolare di questa lunga e sofferta esperienza?


«È stato uno dei momenti più difficili della mia vita, però oggi posso dire che in Puglia abbiamo fronteggiato al meglio la pandemia portando praticamente a zero i contagi. Ma il rischio rimane per questo il monitoraggio è costante, gli unici casi registrati arrivano da fuori regione e li individuiamo noi grazie ad una meticolosa attività di sorveglianza. Adesso la cosa più urgente è aiutare i pugliesi a risollevarsi dal lockdown. Come Regione abbiamo messo in campo una manovra da 750 milioni di euro per chi si trova in difficoltà, lavoratori, partite iva, imprese. Le persone oggi hanno bisogno di concretezza».


Cosa ne pensa del prolungamento da parte del governo dello stato di emergenza?


«Dobbiamo essere pronti a gestire una nuova ondata del virus in autunno, così dicono gli esperti. Dietro ogni decisione del Governo ci sono istruttorie dettagliate ed è chiaro che dobbiamo affidarci. Di sicuro oggi di fronte a un picco non saremmo colti di sorpresa. Mai sottovalutare i rischi, però: avete visto cosa sta accadendo in altri Paesi! Non bisogna abbassare la guardia, neanche per un attimo».


Dopo la pandemia dovremo aspettarci un sistema sanitario diverso? Che idea ha lei per il futuro sanitario pugliese?


«L’emergenza sanitaria ci dà la possibilità di potenziare gli ospedali, anche quelli di base, con una nuova rete di terapie intensive e di ridurre la mobilità passiva. Siamo riusciti a sbloccare le assunzioni di medici, infermieri e operatori sanitari dopo 18 anni. Da ultimi che eravamo in Italia nei livelli essenziali di assistenza, oggi siamo passati nella parte alta della classifica.

Significa che riusciamo a garantire meglio servizi e prestazioni ai cittadini rispetto al passato. Avendo impostato bene il lavoro, il prossimo obiettivo è ridurre quel divario tra nord e sud offrendo ai pugliesi le cure migliori a casa loro».


Com’è nata la candidatura del prof. Lopalco?


«Pier Luigi Lopalco si candida per dare una mano alla sua regione, la Puglia, mettendo al servizio della collettività la sua competenza, la sua storia, la sua capacità di ascoltare e dialogare con tutti.

È un onore che una personalità come la sua decida di scendere in campo, sarei disponibile a cedergli la delega alla sanità, abbiamo lavorato bene in questi mesi, è molto determinato a dare il massimo. Di persone competenti in materia come lui ne avremo un gran bisogno nei prossimi mesi».


Non è difficile prevedere che alla fine sarà un duello tra lei e Fitto. Si aspettava una sfida con il candidato magliese…

«Quella di Fitto è una candidatura di tutto rispetto, i pugliesi hanno il vantaggio di conoscere bene entrambi e potranno scegliere se andare avanti o se tornare indietro».


Com’è cambiata la Puglia da quando è Governatore?


«Pensate alla Puglia cos’era 15 anni fa e guardate dove siamo oggi. Nessuno sapeva nemmeno dove fosse la Puglia, parlavano di noi solo per fatti negativi. Adesso siamo una delle mete turistiche più ambite al mondo, riusciamo ad attrarre investimenti, siamo una eccellenza nella spesa dei fondi europei, siamo un esempio positivo di Sud. La Puglia è percepita come un luogo accogliente e solidale, siamo in cammino e, ogni giorno, come dicevano i nostri nonni, portiamo una pietra alla parete».


LAVORO DA PORTARE A TERMINE


Ha lasciato qualcosa in sospeso? Quali sono le cose che in caso di rielezione vorrà realizzare ad ogni costo?


«Ci vogliono due mandati per impostare bene il lavoro e vederne i frutti. Vorrei sicuramente continuare a spingere su uno sviluppo economico della regione compatibile con la tutela della vita e dell’ambiente. Grazie alle agevolazioni regionali abbiamo sviluppato in Puglia investimenti per più di 5 miliardi di euro in soli 5 anni che stanno creando occupazione per oltre 23mila nuove unità.

Sarà importante continuare a innovare. Uno degli obiettivi più grandi? La decarbonizzazione dell’Ilva di Taranto: una scelta che non dipende dalla Regione, ma per la quale mi sono battuto dal primo giorno e che adesso, dopo le dichiarazioni del ministro Patuanelli, è una prospettiva più vicina».


A suo avviso che direzione dovrà prendere la Puglia per assicurarsi un futuro senza grandi affanni soprattutto economici?


«Più le imprese sono evolute, più sono competitive. La Regione resterà al fianco delle imprese piccole, medie e grandi per aiutarle a innovare processi industriali e aziendali, prodotti, ricerca, internazionalizzazione, sostenibilità. Tante aziende sono cresciute grazie agli incentivi regionali, e grandi imprese con proprietà estera venute ad investire qui da noi».


Agricoltura (emergenza xylella in particolare) e risorse europee: qual è il suo piano?


«In questa legislatura abbiamo lavorato su un Piano di sviluppo rurale concepito prima che diventassi presidente: la scrittura del nuovo PSR, in modo partecipato e condiviso, sarà il punto da cui ripartire, fermo restando che tutte le graduatorie non esaurite con l’attuale PSR correranno nel nuovo piano. Il Piano di azione di contrasto alla Xyella prevede il rispetto di normative comunitarie che noi già applichiamo alla lettera: monitoraggio e attività di eradicazione e contenimento. Su questo lavorano Arif (oggi impegnata con 170 tecnici abilitati), laboratori e ispettori fitosanitari. Il Servizio fitosanitario continuerà a fare informazione sul territorio delle misure di contenimento ai fini della prevenzione».


Turismo e trasporti: cosa c’è da fare e soprattutto come farlo?


«Valorizzare la regione, anche nei suoi angoli meno conosciuti, e destagionalizzare l’offerta. In questa fase post emergenza, stiamo sostenendo fortemente il turismo di prossimità e promuovendo la destinazione Puglia attraverso accordi con le grandi piattaforme online di viaggi, intercettando i nuovi trend. Abbiamo incrementato gli investimenti per la riqualificazione delle strutture puntando molto sui borghi e attrattori naturali non frequentati dal turismo di massa».


TRASPORTI A SUD EST


A proposito di turismo e di trasporti: il Salento denuncia ancora una carenza cronica di collegamenti infrastrutturali e per un turista che arriva a Brindisi giungere fino a Leuca o Gallipoli è un’odissea. A riguardo cosa intende fare?


«Stiamo collegando l’aeroporto di Brindisi con la stazione di Brindisi e la rete ferroviaria. Quest’opera consentirà di raggiungere l’aeroporto in treno anche da Lecce e Taranto. Stiamo completando la messa in sicurezza di tutta la rete ferroviaria di Sud Est che diventerà interoperabile con la rete di RFI e, con l’elettrificazione della cosiddetta metropolitana di superficie Martina Franca – Lecce – Gagliano del Capo e poi con la tratta Lecce – Gallipoli avremo collegamenti più rapidi e frequenti: una parte dell’opera è già finanziata e in via di realizzazione e il resto sarà completato con la prossima programmazione dei fondi strutturali».


ACQUEDOTTO E FOGNATURA NELLE MARINE


Nonostante il mare limpido molte delle nostre località, soprattutto del Salento non possono ambire alla bandiera blu, alle 5 vele di Legambiente e a quei riconoscimenti che tanto portano in termini di notorietà e ritorno turistico per il mancato completamento della rete idrica e fognaria soprattutto nelle marine. E questo nonostante una legge europea lo imponga da anni…


«In Salento abbiamo praticamente azzerato le infrazioni comunitarie sulla depurazione e oggi il sistema di depurazione salentino è una eccellenza a livello nazionale.

I dati ci dicono che il mare pugliese è il più bello di Italia ex aequo con la Sardegna, con il 99,7% di chilometri di coste balneabili definite eccellenti dal Sistema nazionale per la prevenzione dell’ambiente. 4 delle 15 bandiere blu pugliesi sono nel mare del Salento, a Castro, Salve, Melendugno, Otranto, in tutto due in più rispetto allo scorso anno. Se stiamo migliorando di anno in anno è perché in Puglia abbiamo stanziato oltre 100 milioni di euro per interventi sul sistema depurativo-fognario. L’Acquedotto Pugliese ha investito altri 65 milioni per il comparto depurativo e 42 milioni per le opere fognarie. Abbiamo potenziato le reti nel Salento estendendole in diverse marine dove prima non esistevano, grazie alla sinergia con i Comuni che hanno competenza in materia attraverso le urbanizzazioni. Nella prossima legislatura continueremo il lavoro di risanamento delle reti per migliorare l’efficienza del sistema, incrementare la disponibilità di acqua attraverso la ricerca di nuove fonti, completare l’estensione di tutti i servizi alle marine, riutilizzare tutta l’acqua che viene depurata in agricoltura e usi civili».


Giuseppe Cerfeda


Appuntamenti

#SVAPOTAURISANO, nuova apertura dopo Maglie e Tricase

“Abbiamo sempre lavorato per fornire il miglior servizio possibile, anche esponendoci di persona per cercare di diventare trend setter in questo settore”…

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Nuova apertura a Taurisano per Svapo già presente a Tricase e Maglie.

«Già presenti sul territorio leccese con due negozi», spiega Dario Surano, «abbiamo deciso di arricchire il sud Salento con un terzo punto vendita. Lo scopo cardine è di espandere la nostra rete di negozi per avvicinare sempre più persone alla nostra visione».

Infatti, prosegue, «operando nel settore svapo dal 2015, abbiamo affinato esperienza e coltivato la clientela con un rapporto che va oltre il mero aspetto lavorativo. Vogliamo mettere a disposizione, tutta l’esperienza maturata in questo tempo per creare luoghi dove passione e professionalità incontrano il meglio che il mercato della sigaretta elettronica possa offrire. Al centro dell’attenzione mettiamo sempre le esigenze e le richieste di tutti coloro che negli anni si sono approcciati o che si vogliono avvicinare alla sigaretta elettronica».

Come si è arrivati alla nuova apertura?

«Insieme a tutti i nostri collaboratori», premette Surano, «abbiamo sempre lavorato per fornire il miglior servizio possibile, anche esponendoci di persona per cercare di diventare trend setter in questo settore che amiamo e in cui mettiamo tutti noi stessi. Con l’apertura di #TAURISANOSVAPO ci rimettiamo in gioco ma siamo sicuri che riusciremo a vincere anche questa una sfida con l’aiuto e anche l’apprezzamento di tutti i consumatori che si affidano a noi con fiducia».

«Vogliamo che ogni cliente di senta parte del nostro progetto», insiste, «offrire il meglio nel mondo dello svapo, con prodotti di qualità e un servizio che faccia sentire ogni persona importante grazie alla professionalità dei nostri collaboratori.

Tutti insieme ci divertiamo, certamente, ma non dobbiamo mai dimenticare che lo svapo è prima di tutto salute, ovvero uno strumento per abbandonare il vizio del fumo. Se riusciremo a trasmettere questo messaggio in allegria e con il sorriso sulle labbra, secondo me, avremo ancora più successo».

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Attualità

Maria Antonietta I di Puglia

È in primo luogo necessario elaborare una strategia di massima che riguarda, per così dire, una più profonda capacità di comprendere, anticipare e soddisfare le attese e le potenzialità del territorio e un aumento del numero dei corsi di laurea e dei dipartimenti, ossia di quelle che una volta (sino al 2010) si chiamavano facoltà….

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Unisalento, ecco la prima rettrice

Maria Antonietta Aiello: «Per me motivo di orgoglio diventare la prima rettrice: non ho dubbi che altre ce ne saranno, perché non c’è alternativa a un futuro di reali pari opportunità»

La professoressa sarà rettrice per il sessennio 2025-2031.

Al primo turno il voto pesato per ciascuno dei tre candidati ammessi alla procedura elettorale era stato: Maria Antonietta Aiello, 338,269; Luigi Melica, 278,944; Salvatore Rizzello, 138,239.

Dopo il ritiro degli altri due candidati, ovvero il direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche Luigi Melica e il direttore della Scuola superiore ISUFI Salvatore Rizzello, i voti della comunità accademica si sono indirizzati in blocco, infatti, sull’attuale prorettrice vicaria e ordinaria di Tecnica delle Costruzioni al Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione. Di Marzi (Cosenza), sarà dal prossimo 1° novembre, a prendere il testimone dal rettore Fabio Pollice.

La vera sfida del futuro

di Hervé Cavallera

di Hervé Cavallera

Il 2025 è un anno importante per l’Università del Salento. Da non molto sono trascorsi i festeggiamenti per il suo 70° anno di vita ed è stato appena eletto, nella persona della prof.ssa Maria Antonietta Aiello, il suo 11° rettore, anzi la prima Rettrice di Unisalento.

Il primo rettore, e inoltre fondatore dell’Università, fu Giuseppe-Codacci-Pisanelli (nel 1955 rettore del Consorzio Universitario Salentino, dal 1956 al 1976 rettore dell’Università di Lecce), quindi Saverio Mongelli (1976-1979), Mario Marti (1979-1981), Alberto Sobrero (1981-1983), Donato Valli (1983-1992), Angelo Rizzo (1992-2001), Oronzo Limone (2001-2007) che mutò (2007) il nome da Università di Lecce in Università del Salento, Domenico Laforgia (2007-2013), Vincenzo Zara (2013-2019), Fabio Pollice (2019-2025).

In 70 anni, ovviamente, non solo è cresciuta l’offerta formativa dell’Università salentina (sorta con la Facoltà di Magistero a cui seguì quella di Lettere e Filosofia), ma è cambiato l’intero panorama nazionale.

L’Università di Lecce fu la terza ad esistere, dopo Napoli e Bari, nell’Italia meridionale continentale.

Oggi numerose sono le università statali nelle diverse regioni del Sud, a cui devono aggiungersi quelle non statali legalmente riconosciute e quelle telematiche. Il che, si capisce, comporta una serie di problemi di natura economica, che crescono ulteriormente pensando al numero consistente di studenti del Sud che preferiscono recarsi in università del Centro-Nord e, non ultimo, alla denatalità che riduce il numero dei giovani.

Mantenere al meglio l’esistente è ciò che diventa immediatamente evidente per chi assurge alla carica rettorale.

Ma “mantenere”, in una realtà sempre più complessa, concorrenziale e globalizzata, non è invero sufficiente. Nel mondo della flessibilità, non si mantiene: si sviluppa. Occorre crescere ulteriormente e divenire sempre più concorrenziali.

Sotto tale profilo il compito che attende la Rettrice, non è affatto facile.

È in primo luogo necessario elaborare una strategia di massima che riguarda, per così dire, una più profonda capacità di comprendere, anticipare e soddisfare le attese e le potenzialità del territorio e un aumento del numero dei corsi di laurea e dei dipartimenti, ossia di quelle che una volta (sino al 2010) si chiamavano facoltà.

Al tempo stesso è opportuno migliorare la qualità dell’assistenza studentesca, dei servizi che si offrono.

Basti pensare agli alloggi, ai collegamenti, alla viabilità, alle mense universitarie.

Si tratta di una serie di obiettivi che – una volta raggiunti – farebbero risaltare l’immagine di una università dinamica, accorta ai bisogni del presente e del territorio, volta all’innovazione.

E’ opportuno che per raggiungere tutto questo la Rettrice sia coadiuvata da uno staff efficiente e coeso.

Certo, quello che si è indicato pare necessario e tuttavia non facile da conseguire in quanto comporta in primo luogo una serie di interazioni con il mondo politico ed economico abbastanza complesse. Soprattutto non sono trascurabili, ad avviso di chi scrive, i dati già rilevati connessi alla denatalità e alla volontà giovanile di spostarsi altrove, anche fuori d’Italia, in vista di una più proficua occupazione dopo aver conseguito la laurea.

Alla luce di quanto sopra il problema diventa allora quello di rendere appetibile – mi si passi il termine – Unisalento.

Affinché questo sia, bisogna tornare ad essere quello che l’università ha voluto essere nel suo significato pieno, come del resto è attestato dalla storia.

Certo, è il luogo ove studiare le discipline che consentono di acquisire le conoscenze e le competenze di base della propria professione per il bene personale e del prossimo, ma in primo luogo è un centro di ricerca di alta cultura.

Solo puntando alla realizzazione di uno stimolante centro di ricerca è possibile dare veramente vita ad una università.

Si tratta, insomma, di mettere totalmente da parte sia l’idea di un mero titolificio sia quella di un’azienda che offre pure velleitarie illusioni.

Un centro di ricerca, con docenti scientificamente qualificati, sarebbe certamente in grado di diventare punto di riferimento dell’utenza studentesca e quindi motore di crescita territoriale proprio perché in sé garante della serietà e della qualità degli studi.

In un momento storico in cui prevale l’innovazione è evidente che solo un serio approfondimento nei diversi campi dello scibile umano può diventare forza attrattiva e positivamente propulsiva.

Come scrive Dante nel Canto VI del Paradiso, grande merito dell’imperatore Giustiniano fu quello di aver tolto dalle leggi, nel suo Corpus iuris, «il troppo e ‘l vano».

Ecco: il compito della Rettrice Maria Antonietta Aiello (e ciò in realtà vale per ogni università) è di snellire le lungaggini burocratiche e di puntare sull’essenziale, ossia sull’apporto di docenti veramente all’altezza del presente, che siano in grado di contribuire, ognuno per il proprio settore scientifico-disciplinare, allo sviluppo della ricerca nazionale e internazionale. Infatti, solamente rendendo ancor di più l’Università del Salento un polo di eccellenza scientifica non soltanto i giovani sarebbero indotti ad iscriversi, ma essa diventerebbe un notevole centro di promozione dell’intero territorio.

Tutto questo, si comprende bene, non si realizza in un batter d’ali e richiede lungimiranza e capacità di costituire un corpo docente di rilievo. È ciò che si augura alla Rettrice neoeletta in un momento storico in cui l’Occidente sembra scivolare nei vaniloqui e nell’asservimento alla tecnologia.

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Albaservice: Risanamento e tutela dell’occupazione le parole d’ordine

Il percorso di rilancio è stato reso possibile grazie all’impegno del Consiglio Provinciale e alla piena collaborazione dei dirigenti e funzionari dell’Ente….

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Dopo oltre un decennio segnato da difficoltà economiche, ammortizzatori sociali e incertezza occupazionale, Albaservice spa, società interamente partecipata dalla Provincia di Lecce, volta finalmente pagina.

Grazie a un lavoro sinergico e determinato, guidato dal presidente della Provincia Stefano Minerva e dall’amministratore unico Marco Miceli, è stato raggiunto un risultato straordinario: dal 2025 nessun lavoratore sarà lasciato indietro. Tutti i dipendenti torneranno all’orario pieno di 40 ore settimanali, senza più ricorso alla cassa integrazione o altri strumenti di sostegno al reddito.

Un traguardo impensabile fino a pochi mesi fa, ottenuto attraverso un’azione politica e amministrativa forte, che ha visto la rimodulazione delle convenzioni quadro tra Provincia e partecipata, relative alla gestione degli edifici scolastici e alla manutenzione della rete viaria, e l’affidamento di nuovi servizi strategici per garantire la sostenibilità dell’azienda.

Il percorso di rilancio è stato reso possibile grazie all’impegno del Consiglio Provinciale e alla piena collaborazione dei dirigenti e funzionari dell’EnteIn soli sei mesi, la nuova amministrazione ha saputo imprimere una svolta concreta, restituendo ad Albaservice un’identità operativa, una prospettiva industriale e una dignità occupazionale.

Non parliamo solo di un risultato economico, ma di un atto di responsabilità istituzionale e di giustizia sociale. Albaservice torna a essere una risorsa per il territorio, per le scuole, per le strade, per i cittadini, e questo è stato possibile anche grazie alla disponibilità dei lavoratori e al lavoro infaticabile dei sindacati, che ringrazio per il proficuo confronto e la piena convergenza per il raggiungimento di questo importante traguardo”, ha dichiarato il presidente Minerva.

Albaservice rappresenta oggi un modello di servizio pubblico efficiente e vicino alle comunità, con operatori che garantiscono quotidianamente la sicurezza e il decoro del patrimonio scolastico e stradale provinciale. Un ruolo che torna a essere valorizzato, anche grazie alla stabilità lavorativa finalmente restituita a tutte le maestranze.

Anche l’amministratore unico Marco Miceli ha espresso la propria soddisfazione: “Abbiamo lavorato con rigore, visione e rispetto per ogni lavoratore. Questo risultato è la dimostrazione che le partecipate pubbliche, se ben governate, possono essere centri di eccellenza e coesione sociale.”

Il futuro di Albaservice riparte dunque da basi solide: un piano industriale sostenibile, una squadra di lavoro motivata e un ente pubblico che ha saputo credere e investire nel cambiamento.

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