Attualità
Tumori: preoccupante aumento in provincia
«Esplodono» in Salento i tumori al rene, alla tiroide e al retto
Da un confronto condotto da Salute Salento sui dati più recenti conosciuti, quelli del quinquennio 2003-2007, presentati lo scorso 9 aprile a Bari, è emerso preoccupante incremento delle neoplasie in Salento.
Al primo posto i tumori al rene, che riguardano ambo i sessi. Il più colpito è l’uomo che nel 2007 fa registrare 70 casi in più rispetto ai 60 del periodo precedente (2003-2006), con un incremento del 117%. Anche nella donna i tumori al rene fanno registrare un incremento: 30 casi in più, rispetto ai 33 della casistica precedente (+91%).
Stesso discorso per il tumore alla tiroide, che colpisce l’uomo con 14 casi in più sui 22 precedenti (un aumento del 64%) e la donna con 39 casi in più nel 2007, sui 90 precedenti (+43%).
Allarmante crescita anche dei tumore al retto, che fanno segnare un +45% negli uomini (37 casi in più rispetto agli 83 degli anni precedenti) ed un +27% tra le donne (18 in più su 66 precedenti). A questo proposito va sottolineato come l’Asl di Lecce non abbia ancora avviato lo screening del colon-retto istituito in quasi tutte le altre regioni.
Oltre al tumore al polmone, che non ha fatto registrare incrementi, fermandosi ai 455 casi l’anno, nel 2007 il maschio salentino è stato colpito frequentemente dal tumore maligno alla vescica: 72 casi in più rispetto ai 64 di media degli altri anni (+113%). La donna invece è stata “risparmiata”, con 47 casi l’anno.
A preoccupare di più, tra gli uomini, gli aumenti registrati nel 2007 riguardo: i tumori delle vie biliari (+38%); le leucemie (+31%); i tumori del pancreas (+15%) e della prostata (+8%).
Nelle donne è invece allarmante la crescita delle leucemie in tutte le forme, che marcano quasi un raddoppio nel 2007, passando dai 34 ai 65 casi annui (+91%).
Motivi di preoccupazione per il sesso femminile arrivano anche dai linfomi non Hodgkin , con 13 casi in più su 56 (+ 23%) e dal tumore allo stomaco che segna 11 casi in più su 54 (+20%) e delle vie biliari (+13%).
Nel 2007 in provincia di Lecce si sono registrati 4.378 tumori, 12 al giorno, con un aumento del 2% rispetto agli anni precedenti. Nei 5 anni dal 2003 al 2007 presi in esame dal registro tumori leccese, si sono registrate oltre 20mila diagnosi di tumore: 11.500 nell’uomo, pari a una media di 2.300/anno e 8.792 nella donna, pari a 1.758 anno.
Attualità
Salento svendesi?
a cura di Hervè Cavallera
E non ci si riferisce solo alle false notizie, o fake news per dirla col linguaggio alla moda, o ai raggiri sulla buonafede degli anziani, sì da spingere i Carabinieri a realizzare opportunamente delle iniziative per la prevenzione.
Una delle più profonde contraddizioni riguarda proprio il dualismo tra il bisogno del ristabilimento dell’equilibrio di vita e la volontà di un accrescimento delle comodità.
Da una parte, infatti, abbiamo una diffusa consapevolezza dell’inquinamento del pianeta, del riscaldamento globale, dell’esigenza di una green-economy, cioè di una economia sostenibile che riduca l’impatto ambientale attraverso l’uso di energie rinnovabili, la riduzione dei consumi, il riciclaggio dei rifiuti.
È una consapevolezza acquisita, razionale. Dall’altra abbiamo l’impulso naturale a star meglio, a non perdere almeno quello che abbiamo acquisito.
È un sentimento per così dire connaturato nel nostro istinto.
A questo si aggiunge la logica economica delle grandi potenze industriali nazionali e soprattutto transnazionali che devono necessariamente accrescere i profitti.
Si tratta di due tendenze elementari opposte ed entrambe strettamente legate alla natura umana.
Alla luce di questa tensione, che non è per nulla da sottovalutare, si può osservare quanto accaduto e sta accadendo nel nostro Salento, che, come ben sappiamo, ha acquisito vasta notorietà nazionale e internazionale, divenendo ambita sede turistica.
Del resto, questa parte marginale dell’Italia ha goduto per secoli di un terreno incontaminato con i suoi stupendi paesaggi e la sua storia plurimillenaria.
Ora, qualcosa rischia di alterare la bellezza del Salento. Un fattore intrinseco è lo spopolamento.
Esiste, come del resto in tutta la Penisola, un preoccupante calo della natalità, a cui deve aggiungersi il fatto che molti giovani, come abbiamo altre volte sottolineato, non rientrano più nel Salento.
I residenti sono per lo più anziani e questo diventa molto grave anche perché non si vede alcuna strategia politica che faciliti e stimoli il ritorno.
I paesi e le campagne si svuotano.
Già, le campagne.
È assai recente il tentativo dell’ampliamento del Nardò Tecnichal Center, ossia dell’ampliamento della pista di Nardò gestita dalla Porsche, che avrebbe comportato la fine di centinaia di ettari di superficie boscosa. Per fortuna, come ricordato sul numero precedente del giornale, la minaccia è stata sventata grazie all’intervento della Commissione Europea.
EOLICO OFFSHORE
Più complesso il problema della transizione energetica e dell’eolico offshore, cioè di un impianto di produzione di energia elettrica che utilizza turbine (o pale) eoliche collocate in mare aperto, le quali si aggiungerebbero a quelle già presenti nell’entroterra.
Un entroterra, peraltro, dove esistono da tempo numerosi impianti fotovoltaici, come quelli che si trovano su varie nostre case, e si prevedono, con il parere sfavorevole di Italia nostra che teme la desertificazione del territorio, tre impianti agrivoltaici, che dovrebbero permettere la continuità delle attività di coltivazione agricola, impianti che occuperebbero ben oltre 200 ettari.
Sulla realizzazione di un parco eolico offshore presso la costa tra Otranto e Santa Maria di Leuca ha preso netta posizione il Movimento Regione Salento che, con diversi sindaci dei Comuni del Capo di Leuca, ha protestato prima a Porto Miggiano quindi a Santa Maria di Leuca.
Il Movimento non è contrario all’eolico in sé, ma, giustamente, alla collocazione in una zona di grande valore ambientale e paesaggistico come è quella dove si vorrebbe collocare il parco.
IL DUBBIO
Quindi si arriva alla questione principale: quella della contrapposizione tra la produzione della cosiddetta energia pulita e il danneggiamento del paesaggio e dell’ambiente naturale.
Se sono evidenti i vantaggi di una energia prodotta dalle pale eoliche, è altrettanto evidente il danneggiamento paesaggistico già appariscente nelle campagne dove imperano gli impianti fotovoltaici.
La previsione pessimistica potrebbe essere quella di un Salento, terra du sule du mare du ientu, popolato da anziani e sfruttato come centrale energetica.
Ragionevole sarebbe la collocazione del parco eolico offshore e degli impianti fotovoltaici e agrivoltaici in zone scarsamente produttive e poco appariscenti, ma è anche vero che tali impianti richiedono luce e vento.
Al cuore del problema vi è sempre la questione che l’essere umano non intende ridurre le proprie comodità e i propri diletti (si pensi al consumo energetico connesso agli aerei privati, ai tanti eventi notturni con conseguente investimento di illuminazione pubblica e così via) e ciò significa la necessità di produrre una energia sostenibile.
La conseguenza, però, è ancora una volta proprio quello che non si vorrebbe: lo snaturamento della natura con campagne abbandonate in cui predominano pannelli solari e con gigantesche turbine nel mare, alterando sia la bellezza esteriore sia lo stesso fondale marino.
Si aggiunga il problema che verrà intorno allo smaltimento dei pannelli del fotovoltaico una volta inutilizzabili.
Un tentativo di ragionevole e momentaneo compromesso potrebbe essere la collocazione, senza spese per i proprietari, di pannelli solari e fotovoltaici sulle case che hanno delle coperture “piatte”, ossia senza tetti spioventi, che sono peraltro la maggior parte nel Salento.
Comunque occorre promuovere, al di là degli impianti di energia pulita, una politica di austerità, di lotta alla spreco, che eviti il proliferare eccessivo di pannelli di vario genere e di varia grandezza.
Il che, come si può capire, è più facile a dirsi che a farsi.
Attualità
”FRIENDS 4 AUT”, parte il progetto del centro servizi per l’autismo
Con la realizzazione di percorsi di assistenza alla socializzazione in favore di soggetti di età fino ai 21 anni con disturbi dello spettro autistico, residenti nei 14 Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo…
Attualità
Meteo: siamo ad Aprile ma l’inverno continua…
Il sole ormai alto sull’orizzonte mitigherà certamente il clima diurno, ma in montagna farà decisamente freddo per il periodo, mentre nottetempo e in pianura le minime potranno scendere sotto i 5-7°C anche in pianura.
Secondo le previsioni di 3bmeteo.com, “Proseguirà per almeno altri 8 giorni la fase fredda con temperature sotto la media per via dei venti in discesa dall’Artico. Tempo spesso instabile con ulteriori rovesci e temporali; lunedì neve anche a quote collinari al Nord”
Anche nei prossimi giorni, e almeno fino al 25 aprile, l’Italia sarà interessata da correnti provenienti dalle latitudini artiche, quindi decisamente fredde per il periodo, riportandoci indietro di oltre un mese sul calendario.
Il sole ormai alto sull’orizzonte mitigherà certamente il clima diurno, ma in montagna farà decisamente freddo per il periodo, mentre nottetempo e in pianura le minime potranno scendere sotto i 5-7°C anche in pianura.
Ciò manderà in sofferenza la vegetazione, e relativa fioritura, che peraltro si era risvegliata con largo anticipo durante la fasi di caldo anomalo di marzo e dei primi giorni di aprile.
Tra sabato e domenica un nuovo impulso di matrice artica attraverserà l’Italia portando rovesci e temporali sparsi, localmente accompagnati da grandinate anche di una certa rilevanza, maggiormente coinvolto il Centrosud con la neve che potrà spingersi fin sotto i 1000m in Appennino durante i rovesci più intensi. Le temperature saranno in generale spesso sotto la media”.
Tra lunedì e martedì prossimo prenderà inoltre vita una nuova depressione sui mari italiani, con ulteriori piogge e temporali sparsi su gran parte dello Stivale, pur distribuiti in modo estremamente irregolare.
Volgendo lo sguardo al medio termine, sembra molto probabile che questa fase instabile e decisamente fresca possa protrarsi fino al 25 aprile, prima di una successiva possibile graduale stabilizzazione atmosferica contestualmente ad un addolcimento termico.
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