Cronaca
Picchiata e resa invalida dal compagno, le negano di vedere il figlio
Interrogazione parlamentare per caso di Maglie che arriva in Commissione femminicidio
Sul tavolo della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio arriva una singolare vicenda che vede protagonista una donna di Maglie.
La signora, resa invalida dall’ex compagno, si è vista allontanare in seguito il figlio.
L’interrogazione parlamentare presentata dalla deputata salentina Veronica Giannone (parlamentare del Gruppo misto e segretario della Commissione infanzia e adolescenza) ha portato il caso all’attenzione del ministro della Giustizia Bonafede.
La donna che, come detto si è vista allontanare il figlio, è vittima di atteggiamenti persecutori del suo ex per il quale tuttora è in corso un procedimento penale.
Il figlio della coppia ad oggi vive in una comunità a Lecce, con il padre, e vede la madre una sola volta a settimana per un’ora.
La deputata salentina si esprime così sulla vicenda, in considerazione anche del fatto che la Cassazione ha respinto la richiesta avanzata dai legali della donna di rivedere la decisione: “Una madre, sana, non drogata, non violenta, nel pieno possesso della responsabilità genitoriale, può incontrare il figlio solo una volta a settimana per una sola ora”. “Fatto ancor più scandaloso”, aggiunge, “continua Giannone, è che oggi il bambino si trova nella Comunità Chiara Luce di Lecce (comunità per gestanti e madri con figli a carico in stato di disagio) con il padre, proprio perché esistono le denunce penali. Se si leggono gli atti del Tribunale i giudici sottolineano che, avendo a disposizione il personale dell’istituto, mentre si recupera il rapporto padre figlio, è più facile controllare eventuali abusi del genitore. Ma non sarebbe stato più corretto aspettare almeno che il tribunale penale si pronunciasse in primo grado sulle accuse di violenza?”.
Attualità
Pista Porsche: le associazioni incontrano la Regione
La Sezione Sud Salento di Italia Nostra: «La sospensione dell’accordo di programma tra Regione Puglia e Nardò Tecnical Center provvedimento necessario per una serena valutazione del progetto di ammodernamento degli impianti della Porsche». Nei prossimi giorni in programma un incontro tra Regione Puglia e le associazioni Sezione Sud Salento di Italia Nostra, Comitato Custodi del Bosco dell’Arneo e Gruppo di Intervento Giuridico
Dopo le proteste, il provvedimento adottato nella serata di ieri dal Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, con cui ha sospeso l’Accordo di programma, sottoscritto con la Porsche e che prevede la realizzazione di altre piste di collaudo ed una serie di altre opere e infrastrutture che comporterebbero la distruzione di 200 ettari di area boscata e macchia mediterranea, è accolta favorevolmente dalla Sezione Sud Salento di Italia Nostra che, sin dall’agosto scorso, si è attivata costantemente con una serie di azioni «al fine di evitare la devastazione di un habitat prioritario tutelato da specifica Direttiva Europea».
Tra l’altro era stata proprio la Sezione Sud Salento di Italia Nostra che, unitamente al Comitato Custodi del Bosco dell’Arneo e al Gruppo di Intervento Giuridico, aveva chiesto nelle scorse settimane al governatore Emiliano e ai componenti della giunta regionale pugliese la sospensione – in autotutela e in applicazione dell’ Art. 28 del Codice dell’Ambiente, dei relativi provvedimenti in presenza di impatti ambientali negativi, imprevisti, ulteriori o diversi, l’interruzione dei lavori, anche al fine di evitare imminenti ed irreparabili pregiudizi ai beni ambientali, attraverso la sospensione dell’efficacia della Delibera della Giunta regionale pugliese n.1096 del 31 luglio 2023 e del Decreto n. 537 del 20 novembre 2023, emesso dallo stesso Emiliano, con i quali si approvava e si dava esecutività all’Accordo di programma con la Nardò Tecnical Center della Porsche.
Tale richiesta, conseguente al ricorso al TAR di Bari presentato dalle suddette associazioni, era motivata da una serie di ragioni tra cui, come ricordano il presidente della sezione Sud Salento di Italia Nostra Mario Fiorella ed il segretario di giunta Marcello Seclì, «la mancanza del preventivo dibattito pubblico, come previsto dalla L.R. n. 28/2017, che non aveva consentito un’adeguata conoscenza e valutazione da parte dei portatori di interessi diffusi, degli impatti ambientali dell’opera e che tale carenza aveva inciso nella valutazione dei presupposti per la procedura di deroga in presenza di valutazione di incidenza negativa sul sito, violando così l’Art. 6 della Direttiva “Habitat”, per la mancanza di una rigorosa valutazione delle soluzioni alternative, violazione che Italia Nostra aveva dettagliatamente segnalato alla Commissione europea, che poi si era attivata riservandosi di valutare la sussistenza dei presupposti della procedura di deroga».
Nel frattempo dall’assessorato all’ambiente della Regione è pervenuto l’invito alla Sezione Sud Salento di Italia Nostra, unitamente al Comitato Custodi del Bosco dell’Arneo e al Gruppo di Intervento Giuridico, ad un incontro da tenersi nei prossimi giorni per discutere proprio in merito all’Accordo di programma relativo al Progetto della N.T.C. della Porsche.
Per tale incontro le associazioni invitate si stanno attivando «per conoscere i termini del provvedimento adottato dal Presidente Emiliano e i relativi atti pervenuti alla Regione Puglia da parte della Commissione europea».
Cronaca
Matino: addio al re dei jeans
Si è spento nella notte Cosimo Romano che creò la Melti’nPot brand capace di conquistare Europa, Usa ed anche Russia
È morto Cosimo Romano, creò la Meltin’Pot marchio che ha fatto al storia dei jeans in Italia. Aveva 85 anni.
Quando molti emigravano alla ricerca di migliori opportunità in altre zone d’Italia o all’estero, Romano ha saputo creare un impero nel Salento, facendo di Matino la patria nostrana del jeans.
Negli anni d’oro Spa produceva oltre 13mila capi di abbigliamento al giorno.
Il suo brand fu capace di conquistare, oltre l’Italia, Europa ed anche Stati Uniti.
Tutto nacque negli anni Sessanta quando l’imprenditore salentino con un passato da contadino, autista e titolare di un autolavaggio
Fondò, insieme alla moglie, un piccolo laboratorio artigianale per la confezione di abiti da lavoro.
Ebbe l’intuizione, tra i primi in Italia, di importare dagli Usa i tessuti Denim.
Nel 1994 insieme ad Augusto, suo figlio, creò il marchio Meltin’Pot.
Melting’pot (tradotto in italiano come “crogiolo”,”calderone”) è l’espressione che si usa per indicare quel tipo di società cosmopolita che permette la commistione di individui di origini, religioni e culture diverse con il risultato di costruire un’identità condivisa, favorendo così la convivenza di gruppi etnici differenti.
Dopo l’acquisizione della tedesca Jeans Fritz Gmbh, diventò uno dei brand più importanti del continente.
Dopo lo scioglimento dell’Unione sovietica sbarcò anche in Ungheria (a Budapest) ed in Russia.
A Mosca in molti ricordano ancora il suo negozio annunciato dalla grande insegna “Salentini” (foto in basso) che proponeva ai russi anche altre eccellenze della nostra terra.
All’inizio del nuovo secolo le prime crepe e l’inizio del declino dell’impero dei jeans made in Matino.
Dal 2005, complice la scelta di molti marchi di delocalizzare e di scegliere fornitori nei paesi dell’Est, il gruppo Romano, che ha sempre proseguito la propria attività di terze parti, risente di un periodo di crisi che impatta indirettamente sul marchio Meltin’ Pot e viene alleviata dal buon andamento dei negozi Fritz, la catena di 25 negozi in Germania, che continua a dare buoni profitti. Il rilancio è lento, mentre la produzione viene smistata fra Italia e Nord Africa.
Nel 2019 dopo il fallimento decretato dal Tribunale di Lecce viene ceduto all’asta il complesso aziendale Romano Srl che comprende impianti, macchinari, attrezzature, beni immobili, stock di magazzino (tessuti, filati e accessori vari, capi diversi e gli asset immateriali (marchio Meltin’Pot, domain name, ecc.) viene ceduto all’asta.
Nel 2022 il marchio è rilevato dalla Eligo Milano.
Cronaca
Droga ed armi, arresto a Leverano
Aveva con sé cocaina, eroina, marjuana e hashish: Rinvenute anche una pistola, due scacciacani prive di tappo rosso e 43 cartucce a salve
Durante un’attività di polizia giudiziaria, gli agenti del Commissariato di Polizia di Nardò hanno tratto in arresto un uomo di 33 anni di Leverano per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione di arma clandestina.
I poliziotti hanno proceduto alla perquisizione personale, estesa in seguito al veicolo ed alle abitazioni del 33enne, e hanno sequestrato circa 13 grammi di droga, tra cocaina, eroina, marjuana e hashish, un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento insieme alla somma di 120 euro.
In seguito, continuando il controllo, sono state rinvenute una pistola clandestina, due pistole scacciacani prive di tappo rosso e 43 cartucce a salve.
L’indagato verrà associato presso il suo domicilio in attesa della convalida dell’arresto.
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