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Cronaca

Sommerso e sicurezza su lavoro: ammende, sanzioni e denunce

Operazione dl contrasto al lavoro sommerso, all’intermediazione illecita e al caporalato nel territorio dl Lecce e provincia. Sospese sei attività imprenditoriali; comminate ammende per un importo complessivo di 126mila euro e sanzioni amministrative per un totale di 43.500 euro; denunciate 14 persone

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Nell’ambito di un’attività ispettiva pianificata dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro — Direzione Centrale per la Tutela, la Vigilanza e la Sicurezza del Lavoro, i militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Lecce, unitamente a personale del Nucleo Operativo del Comando Gruppo Carabinieri per la Tutela del Lavoro di Napoli e della Direzione Territoriale del Lavoro di Lecce, con il supporto dell’Arma Territoriale, hanno condotto un’importante operazione di controllo.


L’intervento ha avuto come obiettivo principale il contrasto del lavoro sommerso, dell’intermediazione illecita e del fenomeno del caporalato, nonché la verifica del rispetto delle normative in materia di tutela (salute e sicurezza sui luoghi di lavoro).


Nel corso delle attività sono state ispezionate complessivamente 18 aziende operanti in diversi settori, tra cui edilizia, commercio e agriturismo/ristorazione.


Sono state sospese sei attività imprenditoriali a seguito delle irregolarità riscontrate, tra cui la presenza di lavoro nero e gravi violazioni in materia di tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.


Sono state inoltre comminate ammende per un importo complessivo di 126mila euro e sanzioni amministrative per un totale di 43.500 euro.


Durante le attività ispettive sono state denunciate 14 persone coinvolte nelle irregolarità riscontrate, in conformità alle disposizioni di legge vigenti.

L’operazione si inserisce in un più ampio sforzo di tutela dei diritti dei lavoratori e di contrasto alle pratiche illecite che minano la regolarità del mercato del lavoro e la sicurezza dei lavoratori stessi.


Le violazioni accertate riguardano principalmente l’inosservanza dei requisiti minimi di sicurezza sul luogo di lavoro, tra cui: mancata formazione dei lavoratori, assenza di misure idonee a prevenire gli incendi, carenze negli accessi ai posti di lavoro in quota, mancata sottoposizione dei lavoratori alla prescritta sorveglianza sanitaria e mancato aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR).


L’attività proseguirà con ulteriori controlli e interventi finalizzati a garantire il rispetto delle normative e la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.


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Attualità

Droni Hi Tech contro i piromani del Parco

Al via il monitoraggio del territorio con la protezione civile. Droni di ultima generazione sorvegliano il Parco Otranto-Leuca-Tricase per fermare gli incendiari. Il presidente del Parco Michele Tenore: «Telecamere sofisticate, possono seguire veicoli sospetti e identificarli»

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Il Parco Naturale Regionale Otranto-Leuca-Tricase, con i suoi oltre 52 chilometri di costa e paesaggi unici tra mare e terra, diventa il teatro di un’operazione innovativa per la tutela ambientale: due droni ad alta tecnologia sorvolano l’area per rafforzare il monitoraggio e la sicurezza durante i mesi più critici dell’anno.

Il nuovo sistema di sorveglianza aerea ha uno scopo preciso: anticipare l’insorgenza di incendi e garantire un controllo efficace del territorio, riducendo al minimo i tempi di intervento e rendendo più difficile l’azione indisturbata di chi mette a rischio la natura, anche solo per negligenza

I droni, dotati di telecamere sofisticate, possono seguire veicoli sospetti e identificarli, contribuendo a una sorveglianza capillare e continua.

Il presidente del Parco Michele Tenore

«Vogliamo proteggere il nostro paesaggio e agire in modo tempestivo», spiega Michele Tenore, presidente del Parco, «non è solo una questione di repressione: tale attività ha un forte valore dissuasivo. Sapere che il territorio è osservato dall’alto può far desistere chi pensa di poter accendere un fuoco impunemente».

Oltre alla componente tecnologica, il progetto si avvale della collaborazione delle associazioni di volontariato di Corsano e Marittima, e le forze dell’ordine.

Un lavoro congiunto che rafforza la presenza sul territorio e integra prevenzione, sorveglianza e intervento operativo. «Le sanzioni per chi accende fuochi sono pesanti e necessarie», sottolinea ancora Tenore, «ma il vero nodo resta culturale. Molti non comprendono che anche un fuoco acceso in buona fede, magari solo per bruciare residui di potatura, può diventare una minaccia gravissima. In estate basta una scintilla, con il vento e la vegetazione secca, per innescare un incendio che sfugge subito al controllo e mette in pericolo persone, ambienti naturali e interi ecosistemi».

L’uso dei droni, quindi, sottolinea il presidente, ha anche una funzione educativa: «Vogliamo trasmettere il messaggio che il nostro patrimonio naturale non è lasciato solo, che lo stiamo difendendo con ogni mezzo possibile. Serve responsabilità da parte di tutti».

In un contesto segnato da temperature sempre più estreme e siccità prolungate, tale iniziativa potrebbe (finalmente) rendere il Parco Otranto-Leuca-Tricase un esempio concreto di tutela ambientale moderna dove, com’è doveroso sia, la protezione della natura si affianca all’innovazione e alla consapevolezza collettiva.

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Cronaca

Corruzione e turbative d’asta, arrestato vicesindaco di Sannicola

Indagato a piede libero anche il primo cittadino. Emesse in tutto misure cautelari personali nei confronti di 13 persone, delle quali una in carcere e 7 ai domiciliari. 29 gli indagati tra amministratori e funzionari pubblici, professionisti ed imprenditori

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I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Lecce hanno dato esecuzione ad un provvedimento di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 13 persone, delle quali una in carcere e 7 ai domiciliari, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce, su richiesta della locale Procura della Repubblica.

Sono state inoltre emesse misure interdittive del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione nei confronti di ulteriori due imprenditori, nonché misure relative all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per altri tre soggetti.

L’epilogo giudiziario, sebbene provvisorio e tuttora pendente nella fase cautelare, si basa su un’articolata attività di indagine, coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica di Lecce ed eseguita dalla Compagnia di Gallipoli, nel settore dei reati contro la Pubblica Amministrazione, con particolare focus su ipotesi di reato legate a fenomeni corruttivi e turbative d’asta.

I 29 indagati, tra amministratori e funzionari pubblici, professionisti ed imprenditori, rispondono a vario titolo di ipotesi di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbata libertà degli incanti, frode in pubbliche forniture, peculato, falsa testimonianza, intercettazione abusiva, truffa aggravata ai danni dello Stato e per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso in atti pubblici, in graduatorie di concorso pubblico e documenti di gara.

L’attività investigativa ha consentito di accertare che diverse procedure di appalto, tra cui un concorso pubblico indetto dal medesimo ente locale, venivano sistematicamente turbate, in taluni casi veicolando, fraudolentemente, la scelta del contraente, verso soggetti economici, ovvero candidati, conniventi vicini a pubblici amministratori apicali di Sannicola, anche allo scopo di alimentare il loro bacino elettorale.

Nella vicenda sarebbero coinvolto il sindaco Graziano Scorrano, che sarebbe indagato a piede libero e il suo vicesindaco (già primo cittadino) Cosimo Piccione per il quale è stato disposto l’arresto.

Le investigazioni nel loro complesso e la conseguente azione repressiva, svolta in stretta sinergia con l’Ufficio della Procura della Repubblica di Lecce, testimoniano il perdurante impegno della Guardia di Finanza a presidio della sicurezza del Paese e nel contrasto delle condotte che impattano sul regolare e trasparente funzionamento della Pubblica Amministrazione con un particolare focus alla gestione degli appalti pubblici nella Provincia di Lecce.

Si precisa che il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo all’esito di sentenza irrevocabile di condanna.

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Attualità

Donne Vittime di violenza: reinserimento al lavoro dopo il Centro

La Rete territoriale antiviolenza dell’Ambito di Casarano al lavoro per l’empowerment delle donne

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Presso l’Aula Consiliare del Comune di Casarano, il Prefetto di Lecce Natalino Manno ha presieduto una riunione operativa sul tema del “Reinserimento lavorativo delle donne vittime di violenza”.

Tale iniziativa rientra nell’area di intervento interistituzionale, dopo il “Protocollo d’Intesa per la prevenzione ed il contrasto della violenza di genere nell’Ambito Territoriale Sociale di Casarano”.

L’argomento è stato affrontato ed esaminato da più punti di vista, con particolare riguardo al delicato momento di “uscita” delle donne dal Centro Antiviolenza, in seguito alla conclusione di un percorso riabilitativo, e alla fase di “accompagnamento” al reinserimento sociale, che non può ritenersi compiuto senza un lavoro.

Una platea di addetti ai lavori ben rappresentata dai sindaci dei comuni dell’Ambito Sociale Territoriale (quindi rappresentanti di Casarano, Collepasso, Matino, Parabita, Ruffano, Supersano e Taurisano), dai referenti del Centro Anti Violenza, delle Associazioni datoriali, di Arpal Puglia, dell’UDEPE e dai rappresentanti delle Aziende che operano nell’hinterland casaranese, ha tracciato le linee guida e individuato gli step del delicato percorso di reinserimento lavorativo delle donne vittime di violenza, condividendo concrete strategie operative, tese a favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, oltre a percorsi di risocializzazione, costruiti attraverso la formazione, il rafforzamento delle motivazioni personali e una maggiore consapevolezza dell’importanza di avere un’indipendenza economica, per uscire definitivamente da circuito assistenzialistico.

In particolare, con la collaborazione di Arpal e con il supporto delle Associazioni di categoria, saranno attivati canali privilegiati per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, anche alla luce dei benefici fiscali e contributivi riconosciuti dalle disposizioni normative vigenti, nonché della possibilità per la Cooperativa Medihospes che gestisce il Centro AntiviolenzaIl Melograno” di sostenere le donne nei percorsi di formazione e nei primi mesi dall’inserimento lavorativo, grazie a finanziamenti regionali.

Il Prefetto Natalino Manno ha già annunciato di voler «implementare la rete territoriale degli Organismi che, per la loro mission istituzionale, possono favorire tali percorsi ed è suo intendimento trasferire l’esperienza virtuosa avviata con l’Ambito Sociale di Casarano, negli altri territori della provincia, al fine dell’adozione di strumenti di intervento efficaci, di contrasto al terribile fenomeno della violenza di genere, che possano incidere parallelamente sulla crescita culturale di un territorio che merita di essere salvaguardato a trecentosessanta gradi».

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