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Nardò

Nardò: lavori nel centro storico

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Non c’è pace per il centro storico di Nardò, sottoposto ai lavori di ribasolatura. Non c’è pace perché, di fatto, tutte le parti in causa non riescono a dialogare in modo costruttivo. L’ultima pietra del contendere risale a pochi giorni fa, quando, in barba a quanto concordato nell’ultimo Consiglio di Quartiere, si è cominciato a togliere i basoli dal centralissimo Corso Vittorio Emanuele, dove, invece, era stato deciso che i lavori sarebbero partiti solo una volta terminati quelli in Piazza Salandra. Ciò ha scatenato la prevedibile reazione dei commercianti, da qualche mese riuniti nell’Associazione “La Cittadella”


 A farsi portavoce del loro malcontento, è stato ancora una volta il presidente del Quartiere Castello (che comprende, appunto, il centro storico), Gabriele Pellegrino. “Nell’ultimo Consiglio di Quartiere”, lamentava, “era stato deciso che i lavori di rifacimento del basolato sarebbero proseguiti su Corso Vittorio Emanuele, solo una volta terminata Piazza Salandra e, comunque, non prima di aver consegnato il cronoprogramma a tutti gli operatori commerciali, per il tramite dell’Associazione La Cittadella”.


Il cronoprogramma è la previsione dei tempi di avanzamento dei lavori e sarebbe stato un utile strumento di pianificazione degli acquisti per i commercianti che lavorano su quella centralissima via. “Va bene, sorvoliamo su quanto accaduto finora, ma qualcuno”, sosteneva Pellegrino, “dovrebbe rispondere a queste domande: perchè tanta fretta per sbasolare quel tratto di strada, se poi gli operai che ci lavorano andranno in ferie per tre settimane e ricominceranno a lavorare dal 24 agosto in poi? Che senso ha far rimanere tutto quel pezzo di Corso sbasolato ed abbandonato per 20 giorni circa, proprio nel bel mezzo della stagione turistica? Non si sarebbe potuto evitare un simile disagio a tutti i commercianti? Visti i timori che la direzione lavori aveva espresso in Consiglio su eventuali piogge e conseguenti smottamenti del terreno proprio in quel tratto, se dovesse arrivare un temporale improvviso, come successo a giugno, durante i 15/20 giorni di ferie, chi sarà il responsabile di eventuali danni?”.


Pellegrino aveva proposto allora a tutti i soggetti interessati (Comune, Provincia e direzione dei lavori) di continuare a lavorare durante agosto in modo da recuperare tempo perso e rendere quella scelta così infelice almeno un po’ tollerabile agli esercenti di Corso Vittorio Emanuele. Nonostante la crisi che attanaglia l’Amministrazione, la risposta del sindaco Antonio Vaglio, plenipotenziario fino alla nomina della nuova Giunta, non si è fatta attendere. Vaglio ha convocato, a distanza di un paio di giorni, una riunione in Municipio proprio alla luce dei problemi sollevati da Pellegrino. Durante l’incontro, è stato dato al Presidente del Quartiere Castello il tanto sospirato cronoprogramma, salvo poi rendersi conto che lo stesso non è aggiornato: registra, infatti, la data del 30 novembre 2009 come quella della consegna dei lavori su Corso Vittorio Emanuele, ma è stato redatto in aprile e lo stato delle cose ad oggi fa presumere già che quel termine non potrà essere rispettato.

In più, la proposta di non smettere di lavorare in agosto è stata anch’essa bocciata. Ma il solerte e combattivo presidente Pellegrino non demorde e, come fosse al tavolo verde, rilancia con un’altra richiesta. “Sì, è vero, abbiamo avuto il cronoprogramma, ma a fuochi ormai sparati, perché chi aveva già rifornito i magazzini, in previsione di agosto, adesso si trova spiazzato. A questo punto, visti i disagi economici e non, che i commercianti di tutto il centro storico hanno dovuto e dovranno ancora sopportare per tutto il tempo dei lavori, propongo alla Provincia ed al Comune di cercare, insieme, un modo plausibile per andar loro incontro, magari anche tramite un sostegno economico da quantificare. Considerata l’apprezzabile volontà e l’impegno che il Sindaco ha dimostrato nell’organizzare la riunione, per certi versi costruttiva, sono certo che questa proposta non cadrà nel vuoto, anzi, auspico che possa essere presa in considerazione e portata avanti nelle sedi opportune”.


Però il primo cittadino e le altre istituzioni interpellate, ad oggi, non hanno fatto sapere nulla. Bisognerà aspettare presumibilmente tempi più sereni, ammesso che arriveranno, per l’Amministrazione Vaglio, per avere una risposta anche a questo.


Ilaria Marinaci


Attualità

Ampliamento Pista Porsche, Regione sospende accordo

Il governatore Michele Emiliano: “Abbiamo preso una decisione in linea con il ministero, al fine di riconsiderare alcuni aspetti del procedimento a seguito delle specifiche indicazioni fornite dalla Commissione europea”

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ll presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha deciso di sospendere l’accordo di programma Nardò technical center.

Lo ha comunicato la Regione.

Il progetto fortemente contestato dal Comitato Custodi del Bosco d’Arneo causa la perdita di una foresta secolare di oltre 200 ettari di enorme valenza naturalistica, il Bosco e la macchia d’Arneo.

“La Regione, ancora una volta – afferma Emiliano – dimostra di voler coniugare l’interesse pubblico sotteso alla realizzazione dell’intervento con la tutela dell’ambiente. Abbiamo preso una decisione in linea con il ministero, al fine di riconsiderare alcuni aspetti del procedimento a seguito delle specifiche indicazioni fornite dalla Commissione europea”.

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Cronaca

No al disboscamento nel Salento: anche dalla Germania contro la Porsche

«Siamo inorriditi e senza parole davanti al vostro progetto di distruggere circa 200 ettari di pregiato bosco di lecci per ampliare la pista di prova. Piano in netto contrasto con gli obiettivi di sostenibilità dell’azienda e comporti conseguenze drastiche e irreversibili per il Salento»

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di Giovanna Nuzzo

Bosco d’Arneo: continua la protesta contro l’ampliamento del Nardò Technical Center e la distruzione di 200 ettari di bosco

La protesta del Comitato Custodi del Bosco d’Arneo contro l’ampliamento e ammodernamento del Nardò Technical Center cresce e incontra la sinergia e la cooperazione tedesca.

A Stoccarda, infatti, città tedesca e sede di Porsche, le tre maggiori associazioni per la tutela della natura, NABU, BUND e LNV hanno chiesto l’immediata sospensione del piano di disboscamento previsto dall’azienda nel Salento.

Tra Nardò e Porto Cesareo, Porsche, d’intesa con la Regione Puglia e i due Comuni, ha progettato un piano di ampliamento del Nardò Technical Center, una pista di collaudo ad anello lunga attualmente 12,6 km, che il gruppo gestisce dal 2012 e dove viene testata la gran parte delle auto in circolazione.

L’ampliamento del Nardò Technical Center comporterebbe per Porsche un investimento di più di 400 milioni di euro: nuove palazzine, edifici, l’aggiunta di ulteriori nove piste, ma soprattutto il disboscamento di 200 ettari di superficie boscata, in un sito peraltro di interesse comunitario.

Circa un milione di fusti saranno abbattuti, quaranta ettari di boschi di leccio e una ricchissima vegetazione spazzata via dal cemento, sotto il cappello del green: Porsche, infatti, ha previsto l’ampliamento per testare anche la mobilità elettrica e sostenibile della sua nuova produzione.

Sulla pubblica utilità del progetto è stata chiamata ad esprimersi la Commissione dell’Unione Europea.

La Regione Puglia, infatti, dal canto suo, per superare la valutazione di incidenza ambientale, ha dichiarato che alla base dell’accordo di programma e dell’ampliamento di Porsche vi sono motivi imperativi di rilevante interesse pubblico.

Tra questi, la realizzazione di un centro medico con elisoccorso all’interno della struttura e un sistema anti-incendio, utilizzabili anche nel territorio.

La mobilitazione partita fin da subito e alimentata dal Comitato Custodi del Bosco d’Arneo, grazie anche ad inchieste giornalistiche, è diventata internazionale.

Dopo le mozioni presentate alla Commissione Clima e Ambiente dell’assemblea comunale di Stoccarda, dopo le manifestazioni e i sit-in organizzati davanti alla sede Porsche, le maggiori associazioni di tutela ambientale della città tedesca stanno facendo pressione affinché si tuteli il polmone secolare del Salento.

Contro la “distruzione forestale made in Germany”, come scrivono in una lettera aperta a Porsche, chiedono l’immediata sospensione del piano di disboscamento.

«Siamo inorriditi e senza parole davanti al vostro progetto di distruggere circa 200 ettari di pregiato bosco di lecci per ampliare la pista di prova», scrivono dal Baden-Württemberg, evidenziando come il piano sia «in netto contrasto con gli obiettivi di sostenibilità dell’azienda e comporti conseguenze drastiche e irreversibili per il Salento». In poche settimane, inoltre, la petizione tedesca su change.org ha raggiunto 83mila firme, che si aggiungono a quelle già raccolte dal Comitato salentino.

Il Comitato Custodi del Bosco d’Arneo si dichiara soddisfatto della cooperazione e del sostegno nei confronti della difesa dell’ecosistema locale.

Intanto, si è in attesa che il TAR si esprima sul ricorso depositato il 22 gennaio scorso dallo stesso Comitato, dall’associazione Italia Nostra e dal Gruppo di Intervento Giuridico.

Secondo i ricorrenti sarebbe stata violata la normativa sulla partecipazione del pubblico, non sarebbero state considerate le alternative e le compensazioni sarebbero inidonee.

Sono stati impugnati la deliberazione di giunta regionale della Puglia con cui è stato approvato lo schema di accordo di programma e tutti gli atti endoprocedimentali.

Nel frattempo, il Comitato annuncia la raccolta di adesioni per una manifestazione che, al pari di quella tedesca, sarà organizzata anche in Italia.

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Appuntamenti

Briganti, tanto Salento nella nuova serie tv Netflix

Ambientata nella Puglia dell’Ottocento e girato anche a Melpignano, Nardò e Lecce

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Sbarca in TV “Briganti” la nuova serie Netflix la cui ambientazione è completamente pugliese.

Le riprese, svoltesi nel marzo 2022, hanno interessato prima Altamura e poi si sono spostate nel Salento a Lecce, Melpignano, Nardò e nel Castello Alfonsino​ di Brindisi.

Sarai in onda dal prossimo 23 aprile la serie TV crime-western liberamente ispirata a uomini e donne, realmente esistiti, divenuti simbolo della rivoluzione contadina.

Sud Italia, due anni dopo l’Unità d’Italia: una donna, costretta a fuggire dal proprio villaggio, si unisce ad un particolare gruppo di briganti dei quali diventerà uno dei leader più spietati e strategici. Ma non è la sola a scegliere questa vita e presto entra in contatto con altre donne come lei. Per recuperare l’oro del Sud e ridare speranza ai contadini, le varie bande di briganti non avranno altra scelta che unirsi contro il nemico comune.

Briganti contro Stato, ma anche briganti contro briganti, in una lotta dove bisogna essere disposti a sacrificare anche la propria umanità per vincere gli oppressori. Boschi fitti, immense radure e paesaggi desolati creano un sistema di immagini preciso, in cui i personaggi entrano intimamente a contatto con la natura selvaggia diventandone parte integrante.

Relegati ai margini della civiltà e costretti a vivere come bestie per sopravvivere in luoghi ostili, queste atmosfere li cambiano per sempre e tirano fuori il loro lato più oscuro e primordiale.

Un po’ Robin Hood, un po’ Pirati, i briganti protagonisti della serie acquisiscono ricchezze e potere per sostituirsi allo Stato.

Nasce una criminalità violenta dove l’unica opzione per sopravvivere è diventare un fuorilegge senza scrupoli.

Si tratta di un racconto corale, una storia di lotta per la libertà. Composta da sei episodi, Briganti è prodotta da Fabula Pictures.

Tra i protagonisti della storia ci saranno Michela De Rossi che interpreterà Filomena, Ivana Lotito che sarà Ciccilla, Matilda Lutz nei panni di Michelina De Cesare, Marlon Joubert che sarà Giuseppe Schiavone e Orlando Cinque che vestirà i panni di Pietro Monaco e Leon de la Vallée nel ruolo di Celestino.

Nel cast saranno presenti anche Gianmarco Vettori, Federico Ielapi, Giulio Beranek e Adriano Chiaramida.

 

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