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Covid: «Doniamo il plasma, è importante»

Lettera aperta di Carmine De Marco, seminarista 22enne di Tricase, un appello ai guariti ad alimentare la raccolta del plasma iperimmune: «Una sacca può arrivare ad aiutare addirittura fino a tre persone»

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Lui è Carmine De Marco, 22 anni, di Tricase, seminarista al terzo anno. Come tanti altri ha contratto il covid ed ha affrontato il canonico periodo di isolamento.


Nel frattempo ha donato il plasma per il metodo di cura sperimentale autorizzato anche dalla Regione Puglia che sta rivelando orizzonti nuovi in attesa del vaccino.


Molte sono le testimonianze da parte di medici e persone guarite sulla sua efficacia e i suoi benefici.


Dalle nostre colonne Carmine lancia l’appello a chi ha raggiunto l’immunità a donare, perché «a noi non cambia nulla, non ha nessun effetto collaterale sulla nostra pelle, ma questo dono, ad un nostro fratello o ad una nostra sorella, può salvare la vita. Una sacca può arrivare ad aiutare addirittura fino a tre persone».


La lettera appello: «Un gesto d’amore completamente gratuito»


«Durante il mio isolamento causato dal Covid-19 mi sento quasi in dovere, dinanzi alle vicende storiche che stiamo attraversando, di condividere con voi queste poche righe circa una questione che ritengo sia molto importante e che non mi lascia indifferente, ovvero la donazione del plasma iperimmune.


Innanzitutto mi presento: mi chiamo Carmine De Marco, ho 22 anni e sono un giovane seminarista in cammino verso il sacerdozio.


Questa mia riflessione spero possa essere di aiuto e di stimolo per tutte quelle persone che sono guarite dal coronavirus e che in qualche modo sono indirizzate a “regalare” un sorriso di speranza a chi ogni giorno nei nostri ospedali lotta tra la vita e la morte in attesa di un verdetto.


Penso ai tanti ammalati di Covid19 che non sono numeri né sono casi, ma sono persone a noi care: parenti, amici, vicini.


Queste persone hanno bisogno di noi, della nostra vicinanza e della nostra generosità.


Papa Francesco, la sera del 27 marzo scorso, in una piazza San Pietro deserta ci ha fatto dono di un bellissimo discorso carico di “sana” umanità. Rivolgendosi al mondo interno esortava così: «Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme».


Questo aggressivo combattimento nella pandemia lo stiamo affrontando con il contributo di ognuno, con limiti e fatiche nella prospettiva del bene comune. Stiamo iniziando a pensare dal “singolare” al “plurale”, dove al centro non ci sono solo io, ma anche l’altro che in questo momento più che mai ha veramente bisogno di me.


Un pensiero lo rivolgo anche ai nostri medici, infermieri e operatori sanitari! Siete esposti a motivo della missione che avete scelto nella vita.

Ma torniamo a noi e all’appello che voglio fare conoscere. Come accennavo nella premessa, anche la Regione Puglia, dopo aver visto l’efficacia della terapia nel resto d’Italia, nei giorni scorsi ha autorizzato la raccolta di plasma iperimmune da parte di soggetti guariti al fine di fornire al malato nella situazione più critica, gli anticorpi utili a contrastarne gli effetti.


Apprendiamo ogni giorno dai bollettini quotidiani quanti decessi e ricoveri in terapia intensiva avvengono; questo metodo di cura sperimentale sta rivelando orizzonti nuovi in attesa del vaccino. Molte sono le testimonianze da parte di medici e persone guarite sulla sua efficacia e i suoi benefici.


Compiere questo gesto concreto, come la semplice donazione del sangue, non costa nulla; non è una questione “io do affinché tu mi dia”, ma è un gesto d’amore completamente gratuito, un segno di vera attenzione nei confronti dell’altro.


Quest’anno sarà sicuramente un Natale dal tono del tutto diverso dagli altri, sarà un Natale dove siamo chiamati a riscoprire il senso profondo di questa festa e viverla nel suo più alto significato.


Forse il regalo più bello che possiamo farci e possiamo fare è quello di tentare di accendere una piccola fiamma di speranza nei cuori dei pazienti segnati dalla sofferenza e dalla prova.


A noi non cambia nulla, non ha nessun effetto collaterale sulla nostra pelle, ma questo dono, ad un nostro fratello o ad una nostra sorella, può salvare la vita.


Una sacca può arrivare ad aiutare addirittura fino a tre persone. Se possiamo, doniamo!


Collegandoci al sito istituzionale della Regione Puglia, possiamo trovare i contatti e tutte le informazioni necessarie per la nostra donazione.


Salutandovi con affetto, vi porto tutti nella mia preghiera; inoltre colgo l’occasione per augurarvi un santo Natale con la certezza di poter tornare a sorridere insieme nonostante tutto.


Un forte abbraccio».


Carmine


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Il 25 Aprile ed il 1° maggio, musei aperti. Gratis il giorno della liberazione

Per il secondo anno consecutivo, il 25 aprile fa il paio con la prima domenica del mese: nella giornata dedicata all’anniversario della liberazione d’Italia

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Cosa fare di bello in Puglia il 25 aprile e 1° maggio 2024? L’offerta culturale si dirama in tante direzioni.

Dal capoluogo pugliese alla provincia di Bari, proseguendo per i luoghi d’arte della BAT, Brindisi, Foggia e Lecce: Musei, Castelli e Parchi archeologici afferenti alla Direzione regionale Musei Puglia saranno regolarmente aperti secondo i consueti orari, in segno di condivisione della volontà del Ministero di rendere sempre più fruibile il prezioso patrimonio culturale dei Musei nelle giornate in cui i visitatori hanno maggior tempo libero.

Per il secondo anno consecutivo, il 25 aprile fa il paio con la prima domenica del mese: nella giornata dedicata all’anniversario della liberazione d’Italia, infatti, una delle date simbolo della storia nazionale, l’ingresso nei luoghi della cultura sarà gratuito.

Il 1° maggio, invece, in occasione della Festa dei Lavoratori, le “meraviglie della Puglia” saranno visitabili al consueto costo del biglietto di ingresso.

«L’affluenza registrata a Pasqua e Pasquetta– spiega il delegato alla Direzione regionale Musei Puglia, arch. Francesco Longobardi fa presagire, con nostro immenso piacere, grandi numeri anche per le prossime aperture festive. Ringrazio tutto il personale, che, come sempre, rende possibile visitare i nostri luoghi della cultura anche nei giorni festivi».

Per maggiori informazioni, si invita a consultare i link dedicati https://cultura.gov.it/evento/25-aprile-2024 e https://cultura.gov.it/evento/1-maggio-2024

 

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Ruffano, Demetra porta in tavola l’Agenda 2030

Nella Giornata Mondiale della Terra si è concluso il progetto di educazione alimentare ed ambientale del Comune di Ruffano rivolto a sette scuole del territorio

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Con l’evento “Portiamo in tavola l’Agenda 2030”, ieri mattina a Ruffano si è concluso il progetto di educazione alimentare ed ambientale del Comune di Ruffano Demetra, rivolto a sette scuole del territorio.

In occasione della Giornata Mondiale della Terra, presso La Fazenda, masseria didattica partner di progetto, i ragazzi e le ragazze della scuola media dell’Istituto Comprensivo Statale di Ruffano hanno dato vita ad una splendida esibizione musicale e ad un flashmob sul tema. Per poi ascoltare le parole dello chef e gastronomo Oreste Contini, a presentazione delle prelibatezze della nostra terra da lui sapientemente preparate per loro.

IL PROGETTO DEMETRA

Demetra, finanziato dal Comune di Ruffano e realizzato con il contributo della Regione Puglia Dipartimento Agricoltura Sviluppo Rurale e Ambientale, è un progetto fortemente voluto dall’assessora con delega alla Pubblica Istruzione Angela Rita Bruno e dall’assessore con delega all’Ambiente Franco De Vitis.

Dopo essere arrivato primo in graduatoria tra i progetti sull’educazione alimentare ed ambientale finanziati dalla Regione Puglia, ha coinvolto negli scorsi mesi studenti e studentesse  con incontri con autori, dialoghi, laboratori artistici e di scrittura creativa, attività di videomaking finalizzate a promuovere il consumo di prodotti agroalimentari della Regione Puglia, per tutelare la salute delle persone e contribuire alla salvaguardia della Terra.

Il mondo intero è impegnato a mitigare i catastrofici effetti dei cambiamenti climatici.

L’Agenda 2030 segna 17 fondamentali obiettivi per garantire all’umanità cibo, libertà e diritti e chiama ognuno di noi a fare la propria parte. Anche a tavola!

Un recente studio del WWF ha dimostrato che grazie a un’alimentazione sana e più sostenibile, oltre a star meglio fisicamente, potremmo ridurre fino al 70% le emissioni di gas serra e l’uso del suolo, e fino al 50% il consumo di acqua.

Entro il 2050, con diete più concentrate sui prodotti locali e frutta e verdura di stagione e soprattutto riducendo sensibilmente il consumo di prodotto di origine animale, potremmo liberare diversi milioni di chilometri quadrati di terra e ridurre le emissioni globali di CO2 fino a 8 miliardi di tonnellate all’anno.

La nostra bellissima Regione Puglia offre a tutti i suoi cittadini e alle sue cittadine tantissimi prodotti di grande qualità che possono consentirci di portare a tavola l’Agenda 2030 e permettere ai produttori locali di portare avanti il loro prezioso lavoro di tutela e valorizzazione del paesaggio e del territorio.

Il messaggio finale del progetto Demetra, anche tramite la diffusione di un video e di una filastrocca per bambini, è esattamente questo: accordiamo la nostra preferenza al cibo sano di Puglia, per la salute delle persone e la salvaguardia del Pianeta”, ha commentato l’assessora con delega alla Pubblica Istruzione del Comune di Ruffano Angela Rita Bruno.

Si è unito all’appello anche l’assessore con delega all’Ambiente Franco De Vitis, ricordando che: “Le nostre scelte alimentari possono influenzare l’ambiente. L’industria alimentare è infatti uno dei maggiori contributori al cambiamento climatico, all’inquinamento e alla deforestazione. Per questo motivo è fondamentale adottare un’alimentazione più sostenibile, che sia più amica del pianeta e che tuteli la salute del nostro ecosistema”.

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Miastenia Gravis: a Racale per un appello alla donazione del plasma

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“Senza sufficienti dosi di plasmaderivati non potrei mangiare da sola, comunicare, ridere”.
Parole di Antonia Occhilupo, psichiatra e segretaria dell’Associazione leccese che riunisce persone affette da Miastenia e i loro familiari, pronunciate giovedì scorso, 18 aprile, a Racale, presso la Biblioteca Comunale, nel corso di un incontro organizzato dalla Fidas Leccese attraverso le attività del progetto “Piazza del dono”, finanziato da Puglia Capitale 3.0.

“Il 2022 è stato un anno difficile per la raccolta di plasma” ha proseguito Antonia Occhilupo. “Si è registrato un calo del 2,3% rispetto all’anno precedente, situazione che ha allontanato ulteriormente l’Italia dall’obiettivo dell’autosufficienza. Nel 2023 c’è stata una risalita, il 4,3% in più del 2022, ma ancora ben lontana da coprire il fabbisogno dei pazienti. Per quanto riguarda i farmaci plasmaderivati, l’autosufficienza della nostra nazione sarebbe raggiunta se raccogliessimo almeno 18 kg di plasma per mille abitanti. La media italiana, purtroppo, è 14 kg. Per soddisfare il fabbisogno di medicinali plasmaderivati come l’albumina e le immunoglobuline, infatti, il nostro Paese è costretto a rivolgersi sempre di più al mercato estero, con costi altissimi per il Servizio Sanitario Nazionale”.

In Puglia, le donazioni di plasma sono sufficienti a coprire i bisogni di appena sei malati bisognosi di plasma su dieci: tra gli altri, pazienti affetti da anemie e da malattie croniche del sangue, con gravi emorragie, per gli interventi chirurgici e per i trapianti.
Tale situazione impone scelte spesso dolorose ed espone il sistema a ingiustizie e discriminazioni, che aprono squarci enormi nella delicata trama dei diritti.

A farne le spese, non di rado, sono i malati più anziani, le persone sole, quelle più vulnerabili socialmente, i cui bisogni soccombono rispetto ad altre categorie privilegiate o ritenute maggiormente bisognose di aiuto.
Fidas Lecce e Associazione Miastenia Gravis Aps rilanciano dunque l’appello alla donazione di plasma, rivolgendosi in particolare ai più giovani, per assicurare alla rete del dono un necessario ricambio generazionale che oggi, purtroppo, manifesta qualche criticità.

Per diffondere ulteriormente il messaggio, inoltre, nei prossimi mesi le due associazioni divulgheranno attraverso i loro canali social le storie dei malati e delle loro famiglie del territorio, affidando il compito di narrarle proprio ai giovani volontari della Fidas Leccese e a tutti e tutte coloro che vorranno aderire a questa iniziativa che intreccia scrittura e solidarietà.

Chi volesse ascoltare la voce di un malato e della propria famiglia e scrivere un piccolo articolo o racconto su di loro, potrà contattare l’associazione all’indirizzo mail amgravis@gmail.com.

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