Corigliano
Discarica di Corigliano in funzione da ottobre?
L’annuncio. Il presidente Gabellone: “Consegna dei lavori ad ottobre e poi via all’entrata in servizio della discarica”. Ma il sindaco di Corigliano, Ada Fiore, dice ancora “no”
Il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, ha incontrato e messo attorno allo stesso tavolo il dirigente della Regione Puglia responsabile dei lavori di realizzazione della discarica di Corigliano d’Otranto (l’ing. Corti), i sindaci di Corigliano d’Otranto, Ugento, Presicce e Acquarica del Capo. Il Presidente della Provincia e tutti gli Amministratori presenti hanno avuto “certezza”, al termine dell’incontro, che il termine ultimo per la consegna dei lavori di realizzazione della discarica di Corigliano d’Otranto è fissato inderogabilmente per il 12 ottobre 2013, data entro la quale sarà possibile l’entrata in servizio della discarica, come hanno spiegato i tecnici delle imprese coinvolte. Le rassicurazioni in questa direzione sono arrivate anche dal responsabile del procedimento per la Regione Puglia, che ha spiegato come siano rapide e tempestive le prossime operazioni di collaudo e chiusura del cantiere, le ultime operazioni oramai rimanenti. Il funzionamento della discarica di Corigliano d’Otranto secondo Gabellone “allevierà i problemi ambientali e di sovraccarico di utilizzo dell’impianto di Ugento, con enormi costi ambientali e turistici per le comunità di Ugento, Acquarica del Capo e Presicce. I Comuni presenti hanno manifestato l’intenzione di approvare assieme ad altri, nelle rispettive sedute dei Consigli comunali, delibere di indirizzo alla Regione Puglia per l’immediata e urgente approvazione e entrata in vigore del nuovo Piano per i Rifiuti, che la Regione ha già predisposto senza però mai approvare in via definitiva”.
Quanto paventato dal presidente Gabellone non ha fatto granché piacere al sindaco di Corigliano d’Otranto Ada Fiore, sempre in prima linea nella battaglia contro la realizzazione della discarica nel suo pese: “La sua apertura”, tuona il sindaco Fiore, “rappresenterebbe una clamorosa sconfitta dell’intero territorio. Ad oggi, infatti, proprio alla luce e in virtù delle “battaglie” avviate dal Comune ma anche da numerose associazioni, ci sarebbero tutte le condizioni per riorganizzare l’intero ciclo di smaltimento dei rifiuti e consentire all’intera provincia di Lecce di raggiungere risultati eccezionali in materia di raccolta differenziata. La data comunicata dal Presidente della Provincia di Lecce per l’apertura della discarica”, puntualizza, “si riferisce esclusivamente ad una data presunta di consegna lavori. Ma l’entrata in esercizio è tutt’altra cosa. Al momento persistono ancora delle criticità: in primo luogo il completamento della vecchia discarica per la quale occorrono ben 1.100.000 € (al momento ne sono già stati spesi 800.000). Non si ha certezza delle risorse, nè delle modalità di affidamento dei suddetti lavori. È in corso la procedura per il rinnovo dell’AIA (autorizzazione ambientale integrata) per la ditta COGEAM che si è aggiudicata l’appalto. E a quel tavolo chiederemo la verbalizzazione da parte degli organi competenti (ASL, ARPA, Regione Provincia) della assoluta mancanza di pericolosità di inquinamento per il sito di Corigliano (è la prima volta che si richiede l’AIA per gli impianti della Regione Puglia poiché nelle fasi precedenti è avvenuto tutto attraverso decreto commissariale) oltre a pretendere il rispetto del principio di precauzione che nei casi di probabile inquinamento della falda deve essere posto a garanzia”. Ada Fiore ci tiene anche a sottolineare come le alternative all’apertura della discarica di Corigliano, siano “tutte contenute nel nuovo Piano di smaltimento regionale, già adottato dalla Giunta regionale e che attende di approdare in Consiglio regionale. Tale Piano recepisce un’istanza avanzata dal Comune di Corigliano sin dal 2010, che proponeva, in mancanza di un impianto di compostaggio, la possibilità di potenziare i biotunnel di Poggiardo permettendo la lavorazione della sola frazione organica (compost). A quel punto la discarica di Corigliano diventerebbe inutile e potrebbe essere riconvertita in altro (magari per inerti). La raccolta dei rifiuti dovrebbe avvenire ovunque separando la frazione organica dall’indifferenziato (questo sistema è adottato solo dai Comuni della ex ARO 4: Corigliano, Melpignano, Carpignano, Castrignano dei Greci…) e consentirebbe una percentuale di raccolta differenziata elevatissima”. Il Sindaco di Corigliano conclude con un “appello rivolto a tutti i Consiglieri regionali che nel corso di questi anni (“la battaglia contro la discarica è stata avviata sin dal 2007”), hanno sempre detto di essere contrari alla realizzazione della discarica. Le sorti del nostro territorio dipendono da loro e dall’approvazione in tempi strettissimi del Piano di smaltimento regionale. Se la discarica sarà aperta, ognuno si assumerà le proprie responsabilità”.
Attualità
Capitano dei carabinieri Ettore Bianco, eroe partigiano salentino
Celebrazioni e ricordo della figura del Capitano dei Carabinieri Ettore Bianco, nativo di Corigliano d’Otranto. Era e comandante in capo nella battaglia di Bosco Martese
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L’Associazione Nazionale Partigiani D’Italia (A.N.P.I.) della provincia di Teramo, nell’80° anniversario della Resistenza Italiana organizza, nella mattinata di domani prossimo venturo, presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Teramo, le celebrazioni e ricordo della figura del Capitano dei carabinieri Ettore Bianco, comandante in capo della Battaglia di Bosco Martese, nota come primo scontro in campo aperto tra forze partigiane e nazifascisti, avvenuto il 25 settembre del 1943.
Saranno presenti dirigenti dell’ANPI nazionale, i sindaci di Corigliano D’Otranto, Dina Manti, e di Bologna, Matteo Lepore, comuni di nascita e morte di Ettore Bianco, massime autorità civili e militari di Teramo e provincia, associazioni combattentistiche, delegazioni di studenti universitari e di tutti gli istituti superiori delle scuole cittadine e provinciali.
Si segnala che, tra i relatori, figura il Comandante della Legione Carabinieri “Abruzzo e Molise” – Gen. B. Antonio Neosi, già direttore del Museo Storico dell’Arma, che parlerà del ruolo dei Carabinieri nelle vicende storiche della resistenza.
Capitano dei Carabinieri Ettore Bianco
Nato a Corigliano d’Otranto il 30 gennaio 1917, partigiano combattente, morto a Bologna il 31 giugno 1962, decorato di Medaglia d’Oro e Medaglia di Bronzo al Valor Militare.
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Medaglia d’Argento al Valore Militare
Motivazione: «Comandante della Compagnia Carabinieri di Teramo all’atto dell’armistizio, con fedeltà, con decisione e con pronta iniziativa, raccoglieva forze per contrastare l’invasione tedesca. Nella località di Bosco Martese radunava militari in servizio, cittadini volontari e qualche decina di ex prigionieri alleati, organizzando un complesso di 1.500 uomini disponendo di numerosi automezzi e di una batteria. Attaccato il 25 settembre da un battaglione tedesco, volgeva in fuga il nemico, infliggendogli serie perdite e facendo prigioniero il comandante. Nei giorni successivi, respingeva nuovi attacchi di forze sempre crescenti e dotate di numerose artiglierie. Convinto di non poter più resistere ulteriormente in battaglia campale, mutava la formazione in gruppi di guerriglia, distruggeva i materiali non trasportabili, rompeva il contatto con il nemico e gettava il seme della lunga e valorosa lotta partigiana successivamente combattuta nella zona.
Bosco Martese (Teramo), 25 – 26 e 27 settembre 1943».
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Medaglia di Bronzo al Valore Militare
Motivazione: «Capitano dei Carabinieri, già distintosi all’atto dell’armistizio per pronta, patriottica e coraggiosa iniziativa, dopo l’occupazione della zona da parte dei tedeschi, animava e capeggiava la resistenza armata di formazioni partigiane lottando per 10 mesi in condizioni rese particolarmente difficili dal clima e da massicci rastrellamenti condotti dal nemico. Causava danni ai materiali di guerra, infliggeva sensibili perdite, insidiava efficacemente il transito sulla via Salaria. In ogni circostanza dava ripetute e belle prove di capacità e di coraggio.
Zona di Teramo e di Ascoli Piceno, 29 settembre 1943 – 13 luglio»
Un giorno di fuoco, Bosco Martese
In un articolo de “Il Centro – Edizione Pescara” del 24.9.2013, dal titolo “Un giorno di fuoco Settanta anni fa Bosco Martese” (di Costantino Di Sante), si legge che “Il combattimento di Bosco Martese fu definito da Ferruccio Parri la «prima nostra battaglia in campo aperto» a cui «tutti i resistenti italiani rendono onore». Nonostante questo riconoscimento, nel suo 70° anniversario in molti ancora ignorano cosa sia accaduto. Anche nel dibattito pubblico nazionale la battaglia continua a essere dimenticata. Eppure fu uno dei pochissimi scontri, all’indomani dell’armistizio, che vide le forze partigiane sconfiggere le truppe tedesche. Oltre l’aspetto epico, a renderla unica furono anche le circostanze che portarono centinaia di civili teramani, antifascisti, soldati italiani, prigionieri di guerra e internati stranieri a prendere parte alla battaglia. Questo fu di fatto uno dei primi esempi, sul suolo nazionale, di quell’unità d’intenti internazionale indirizzata a liberare l’Italia e l’Europa dal nazifascismo.
La battaglia si svolse nella località che si trova a circa 30 chilometri da Teramo, sui Monti della Laga. Questo luogo in dialetto è conosciuto come Ceppo. Si racconta che questo nome derivi dalla presenza di un tronco di un colossale albero che, malgrado un fulmine ne avesse incenerito i rami, per anni era rimasto in piedi. Cosa spinse, nel settembre del 1943, centinaia di teramani a raggiungere questo luogo a oltre mille metri di altitudine per combattere i tedeschi? Sicuramente una parte di essi, la più politicizzata, fu indirizzata dal “Comitato insurrezionale” che si era costituito a Teramo dopo l’8 settembre. Capeggiato dal medico antifascista Mario Capuani, alle sue riunioni parteciparono diversi antifascisti teramani. Tra i più attivi i comunisti guidati da Ercole Vincenzo Orsini e gli azionisti. Nei loro incontri, pur con diverse visioni, cercarono di pianificare come riorganizzare le forze disponibili per difendersi da un eventuale attacco dei tedeschi alla città, fino alla decisione del 21 settembre di concentrarsi al Ceppo.
Gli altri, non secondari protagonisti, furono alcuni dei militari che a Teramo si trovavano ancora nelle caserme. La decisione di salire in montagna fu presa in primo luogo dal capitano d’artiglieria Giovanni Lorenzini. In netto contrasto con gli ordini ricevuti dai suoi superiori, di non opporre resistenza in caso di attacco tedesco, Lorenzini iniziò a trasportare il materiale della sua batteria a Bosco Martese. Quando il 19 settembre con i suoi uomini giunse sul posto, qui trovò i fratelli antifascisti Felice e Antonio Rodomonti che vi si erano stabiliti per sfuggire a possibili ritorsioni.
Tra il 20 e il 24 settembre si verifica quasi un pellegrinaggio verso il Ceppo. Oltre ai soldati, arrivano oltre un centinaio di stranieri. Questi sono ex prigionieri di guerra e internati fuggiti dai campi di concentramento. In gran parte inglesi e jugoslavi, ma anche alcuni statunitensi, canadesi, australiani, scozzesi, indiani e neozelandesi. Circa un migliaio sono i civili, di diverse estrazioni sociali e politiche, che salgono in montagna. Gran parte di essi motivati dalla volontà di «combattere il nemico», altri vi giungono per pura curiosità.
Nel frattempo prende corpo l’organizzazione militare, il cui comando viene affidato al capitano dei carabinieri Ettore Bianco. Divisa in tre compagnie: quella del partito d’Azione, quella “Estera” e quella dei comunisti; comandate rispettivamente dall’avvocato Felice Mariano Franchi, dal tenente colonnello Dushan Matiyasevic e dal tenente di artiglieria Francesco Di Marco. Queste sono affiancate dalle formazioni Rodomonti e Ammazzalorso e da un Reparto servizi comandato dal tenente colonnello Guido Taraschi. Il 25 settembre una colonna tedesca, composta da una trentina di camion, dopo aver attraversato la città viene indirizzata da un confidente verso il luogo dove sono concentrati i partigiani. Alle 12.30, avvenne la battaglia che dura circa tre ore.
Secondo alcune relazioni partigiane, furono almeno 50 i tedeschi uccisi, 5 i camion e 2 le autovetture distrutte. Sconfitti, i tedeschi si ritirarono, prima però si vendicarono uccidendo cinque ostaggi catturati a Torricella Sicura, al Mulino di De Jacobis. Nei giorni seguenti, per rappresaglia, trucidarono 3 carabinieri e un militare nella località di Pascellata e Mario Capuani. I resistenti, temendo la reazione tedesca, decisero di organizzarsi in piccoli gruppi dando vita alla lotta di Liberazione che nel Teramano si protrasse per nove mesi. Questi primi partigiani ebbero spesso l’appoggio e l’assistenza delle donne teramane. Tra le tante che si contraddistinsero per l’attività svolta, Margherita Ammazzalorso, Clara De Ciccio, Leonilde Di Felice, Lina Melasecchi. Non ultima Wjlma Badalini, staffetta e figlia del partigiano Nicola, all’epoca capostazione a Teramo e commissario politico della formazione Rodomonti che, il 25 settembre 1945, organizzò la prima commemorazione della battaglia».
Di recente, la figura del Cap. Ettore Bianco è stata compendiata nel libro “Il partigiano salentino Ettore Bianco. 1917-1962” , di Dante Blagho, edizioni Grafiche Giorgiani – 2022.
Scrive il Prof. Mario Spedicato che: «la scelta di biografare un partigiano originario del Salento sul piano storiografico può costituire una novità non trascurabile. Il Salento non ha conosciuto questo movimento antifascista e anti-nazista non perché fuori dalla portata delle operazioni militari, ma per il semplice fatto che i tedeschi rinunciano nel Mezzogiorno d’Italia a difendere stabilmente le loro posizioni logistiche. In estrema sintesi, scelgono di ritirarsi per costruire le loro barriere difensive nel Settentrione, in zone considerate più strategiche.
Per questa ragione la resistenza partigiana ha avuto il suo teatro operativo soprattutto nel centro-nord, dove si era ammassato l’esercito nazifascista in seguito alla risalita della penisola italiana da parte degli alleati angloamericani.
La parte orientale del Mezzogiorno d’Italia, quella che coincide grosso modo con la regione pugliese, resta, tranne isolati episodi insurrezionali seguiti da rappresaglie naziste, quella meno toccata dal fenomeno della resistenza, lasciando aperte le porte persino al re in fuga da Roma.
Appuntamenti
La Scelta di Sigfrido Ranucci anche nel Salento
Dal 12 al 14 aprile il giornalista, autore e conduttore di Report su Rai 3, sarà a Tricase, Corigliano d’Otranto, Maglie, Taviano, Lecce, Copertino, Spongano e Salve per presentare il suo recente volume edito da Bompiani
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Il giornalista Sigfrido Ranucci nel fine settimana sarà nel Salento per presentare “La scelta”, pubblicato da Bompiani.
Nel libro, per la prima volta, l’autore e conduttore di Report, su Rai 3, racconta il cammino che lo ha condotto sin qui.
Lo fa scegliendo alcune inchieste fondamentali di cui svela i retroscena, ma anche evocando figure che hanno forgiato in lui la capacità di portare fino in fondo ogni scelta: perché fare giornalismo sul campo significa prendere decisioni che cambiano per sempre il corso delle cose, in senso intimo e collettivo.
Il mini tour prenderà il via venerdì 12 dal Liceo Statale Girolamo Comi di Tricase (ore 10,30) e dal Castello Volante di Corigliano d’Otranto (ore 20).
Sabato 13 l’autore sarà al Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Maglie (ore 10), nell’Auditorium Comunale “Aldo Tundo” di Taviano (ore 17) e alle Officine Cantelmo di Lecce (ore 20).
Domenica 14, infine, triplo appuntamento nel Castello di Copertino (ore 10,30), nel Centro di Aggregazione Giovanile di Spongano (ore 17) e nell‘Anfiteatro adiacente a Palazzo Ramirez a Salve, per l’anteprima del festival “Armonia. Narrazioni in Terra d’Otranto” (ore 19,30).
IL LIBRO
Sigfrido Ranucci è uno di quegli uomini che coincidono in modo assoluto con il lavoro che hanno scelto.
Insieme alla sua équipe di Report – programma televisivo amatissimo e odiato, uno dei baluardi del giornalismo d’inchiesta in Italia – ogni giorno si dedica a vagliare informazioni, collegare eventi, ascoltare voci per decidere come raccontare le notizie che qualcuno vorrebbe rimanessero sotto silenzio.
La forza di Report è nella semplicità della scelta: offrire ai cittadini il romanzo crudo dei fatti attraverso un rigoroso lavoro di ricerca, anche quando la strada è irta di pericoli che toccano le vite personali dei giornalisti.
Per la prima volta Ranucci racconta il cammino che lo ha condotto sin qui; lo fa scegliendo alcune inchieste fondamentali di cui svela i retroscena, ma anche evocando figure – come suo padre, atleta e finanziere di grande carisma, e il suo maestro Roberto Morrione, fondatore di Rai News 24 – che hanno forgiato in lui la capacità di portare fino in fondo ogni scelta: perché fare giornalismo sul campo significa prendere decisioni che cambiano per sempre il corso delle cose, in senso intimo e collettivo.
Da queste pagine emerge l’autoritratto coraggioso di un uomo che, nonostante la pressione costante della realtà nei suoi aspetti più duri, non cede al cinismo, non smette di chiedersi e di chiederci: “Qual è la scelta giusta?”.
E di trovare ogni volta la risposta, per rispettare la promessa che lo lega a un pubblico che ha ancora a cuore la legalità e la giustizia sociale.
L’AUTORE
Sigfrido Ranucci (Roma, 24 agosto 1961) è un giornalista, autore e conduttore televisivo.
In Rai dal 1990, è stato prima inviato per le rubriche del Tg3, poi per Rai News 24, dove ha realizzato numerose inchieste sul traffico illecito di rifiuti e sulla mafia.
Ha trovato l’ultima intervista al giudice Paolo Borsellino, nel settembre del 2001 è stato inviato a New York per seguire l’attentato alle Torri gemelle, poi nel 2004 a Sumatra per lo tsunami.
È stato inviato nei contesti di guerra dei Balcani e in Medio Oriente, dove ha realizzato inchieste sulla violazione dei diritti umani e dal marzo 2017 conduce il programma televisivo Report (Rai3), che ha ereditato dall’ideatrice Milena Gabanelli.
Ha ricevuto numerosi premi per il giornalismo d’inchiesta ed è autore con Nicola Biondo del libro “Il patto” (Chiarelettere, 2010).
IL TOUR SALENTINO
Venerdì 12 aprile il tour salentino partirà alle 10,30 con un incontro riservato agli studenti del Liceo Statale Girolamo Comi di Tricase; alle 20 (info 3519137972) nella Sala Cavallerizza del Castello Volante di Corigliano d’Otranto, dopo i saluti della sindaca Dina Manti, l’autore dialogherà con il giornalista e linguista Annibale Gagliani, nell’appuntamento promosso da Diffondiamo idee di valore, Conversazioni sul futuro e Libreria Idrusa in collaborazione con Comune di Corigliano d’Otranto, MultiserviceEco, BigSur, Coolclub, Magma Aps e Biblioteca Comunale “Trame libere“.
Sabato 13 si ripartirà, alle 10, dal Liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Maglie con la partecipazione del giornalista Vincenzo Maruccio.
Alle 17 (info 3666586933 – 3389123597) la presentazione del libro, coordinata da Alessandro Cannavale, sarà ospitata invece nell’Auditorium Aldo Tundo di Taviano nell’ambito del progetto Educazione Culturae – Raccogliamo valore doniamo cultur , promosso dalla Moviestars Srl e dalla Libreria Antica Roma in collaborazione con l’associazione culturale La Piazza e l’associazione di volontariato La Piramide.
Alle 20 (info 3394313397) l’autore, in dialogo con Pierpaolo Lala, sarà alle Officine Cantelmo di Lecce per una presentazione organizzata da Conversazioni sul futuro, Diffondiamo idee di valore e Coolclub, in collaborazione con il Comune di Lecce e Libreria Liberrima.
Domenica 14 aprile, infine, gli ultimi tre appuntamenti coordinati dall’associazione Narrazioni e dalla Libreria Idrusa di Alessano.
Alle 10,30 (info 3491246462) la prima presentazione della giornata, moderata da Luca Nolasco, sarà accolta dal Castello di Copertino in collaborazione con il Comune, la locale Pro Loco, l’associazione Distopia culturale e l’Università del Salento.
Alle 17 (info 0836 945078), per la rassegna culturale Incontri del Comune di Spongano, il giornalista dialogherà sempre con Luca Nolasco, nel Centro di Aggregazione Giovanile in collaborazione con Ultimi Fuochi Teatro.
L’ultimo appuntamento salentino, moderato da Luana Prontera, sarà alle 19,30 (info 3496415030) nell’Anfiteatro adiacente a Palazzo Ramirez a Salve per l’anteprima della decima edizione del festival “Armonia. Narrazioni in Terra d’Otranto“.
Corigliano
Tre auto coinvolte in incidente sulla Maglie-Lecce: soccorsi in serata
Il sinistro è avvenuto su una delle rampe d’immissione alla statale nel territorio di Corigliano d’Otranto. Con la polizia, sul posto anche il 118
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Nella serata di ieri, sabato 17 marzo, si è registrato un incidente stradale con feriti su una delle principali arterie del traffico locale.
Luogo del sinistro è la strada statale 16, nel tratto Maglie-Lecce. Per l’esattezza, lo scontro è avvenuto su una delle rampe d’immissione della statale, nel territorio di Corigliano D’Otranto, poco dopo le 22.
Ben tre le vetture coinvolte, con una Volkswagen Polo, vecchio modello, ad aver patito le conseguenze più gravi.
Necessari i soccorsi del 118 per alcuni dei coinvolti. Il personale sanitario ha preso in carico i feriti: non sarebbero in condizioni critiche.
Sul posto è intervenuta anche la polizia, poi un carro attrezzi per la rimozione dei mezzi non marcianti a causa dell’impatto. La dinamica del sinistro è in fase di ricostruzione, sulla base dei rilievi effettuati in loco dai poliziotti e delle testimonianze raccolte. Le evidenze sulle carrozzerie dei mezzi faranno il resto.
Il traffico ha ripreso a circolare regolarmente attorno alla mezzanotte.
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