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Corigliano

Lecce Fashion Weekend

In programma sabato 27 e domenica 28 (alle 20) a Corigliano d’Otranto promette di essere un’edizione davvero esplosiva della rassegna

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Ultimi ritocchi per la nona edizione di “Lecce Fashion Weekend”,  ovvero tutto ciò che di trendy bolle in pentola da Foggia in giù nel settore fashion. Appuntamento, stavolta – dopo una lunga permanenza a Lecce – in uno spazio di alto design della provincia: presso “Lato”, zona industriale di Corigliano d’Otranto.


Organizzata dall’agenzia “Alta Voce” e dall’associazione culturale “Stage” in collaborazione con l’associazione API Lecce e i patrocini di Camera di Commercio, Provincia e Comune di Lecce e Comune di Corigliano d’Otranto, “Lecce Fashion Weekend 9” – in programma sabato 27 e domenica 28 ottobre (entrambe le serate alle 20) – promette dunque di essere un’edizione davvero esplosiva della rassegna. A cominciare dal parterre degli ospiti, nutrito e blasonato come non mai: giusto per citarne alcuni, Mariella Milani, giornalista “regina” della moda italiana, Simonetta Gianfelici (top model italiana che adesso cura per “Alta Roma Alta Moda” il concorso “Who’s On Next?” e l’appuntamento “Room Service”), Mery Marabini (regista della trasmissione “Donna sotto le stelle” e di alcune tra le più prestigiose sfilate di moda del mondo), Edoardo De Giorgio (capo ufficio stampa della Maison Gattinoni), Lalla Alogna (membro dell’associazione “World Fashion Week”) e molti altri ancora; e in più i rappresentanti di alcuni tra i migliori negozi fashion di Puglia, che incontreranno gli stilisti protagonisti della rassegna.


A presentare  la moda pugliese sarà ancora una volta Cinzia Malvini, conduttrice del programma “M.O.D.A” su “La 7) e presenza ormai fissa della rassegna leccese, oltre che giornalista:  dunque doppiamente protagonista, stavolta, della rassegna, visto che “Lecce Fashion Weekend 9” sarà, più di ogni altra edizione, “un omaggio alla bellezza delle donne in gamba”, spiega Elisabetta Bedori, titolare con Vincenzo Longo dell’agenzia “Alta Voce”. Ogni singolo stilista, infatti, avrà una giornalista come testimonial: “Un riconoscimento alle donne di oggi che lavorano sodo e che spesso fanno i conti con una realtà lavorativa precaria”, spiega ancora Elisabetta Bedori. “Un esercito in costante aumento, che però fatica ancora a conquistarsi ruoli di responsabilità”.


La regia dell’evento è affidata come sempre a Rossano Giuppa, salentino fresco del successo dalla “London Fashion Week” e già regista di molti eventi di “Alta Roma Alta Moda” che lavora in collaborazione con Elisabetta Bedori da molti anni.


Questi gli stilisti che prenderanno parte alla due-giorni di fashion pugliese:


1) ANNARITA POLITO (Campi Salentina): pareo di seta, borse, accessori, sandali e bijoux dipinti per un’artista che nasce ceramista;


2) DILAINE ALVES RODRIGUES: stilista brasiliana che vive a Roma ma confeziona in Puglia, produce abiti prêt- a-couture donna.


3) CARDIGNAN (Lecce):  dai costumi da bagno di grande successo alla confezione di bellissimi cappotti e mantelle easy-to-wear;


4) CRISBERRY BAMBINI (Cellino San Marco): le proposte di Cristel Carrisi, che si prepara per Alta Roma, per la moda bimbo della prossima estate;


5) MICHELE GAUDIOMONTE COUTURE (Castellaneta): architetto-stilista che dipinge su seta e chiffon capi d’alta moda che ormai spopolano tra le fashion-victims di mezzo mondo;


6) IOLE LASALANDRA (Lecce): bracciali e collane lavorati artigianalmente in pezzi unici da un’artista esplosiva;


7) ANTONIO FRANCO DONNA (Lecce): collezione riassuntiva della storia di uno stilista etno-chic molto apprezzato dal jet-set pugliese;


8 ) DANIELA VERDESCA (Copertino): monili realizzati con una tecnica “antica” e unica nel suo genere, reduci dal grande successo di LFW8;


9) Per l’Accademia di Moda Calcagnile, CHIARA DI NOI (Manduria) con la capsule collection “Le Bon Rock”;  TOMMASO DE MATTEIS (Parabita) con “Ready to Wear”;  “US132”,  formato da 4 fashion designer guidati dalla docente  Santa Scioscio: ARIANNA FRATELLO (Bari), IRENE QUARTA (Leverano), MARTA CARETTO (Torchiarolo), MONICA CENTONZE (Lecce)  con capsule “AndU?”.


10) ALESSANDRO D’AMICO (Brindisi): le nuove proposte dell’enfant prodige della moda salentina, approdato nell’arco di pochi mesi all’attenzione del fashion-system internazionale (uno dei successi dell’agenzia “Alta Voce”) e ora in procinto di partire per la prossima Fashion Week in Nigeria;


11) HAVANA & CO. (Sava) Abbigliamento uomo, una grande ed importante azienda del Sud che ha conquistato mercati internazionali e che si affianca a Lecce Fashion Weekend per dare nuove possibilità ai giovani talenti;


12) ALESSANDRO TRIVISANO (Martina Franca): giovane stilista dalla formazione eccellente, proporrà una capsula di abiti alta moda donna;


13) ROSANNA BASSI (Altamura): Abbigliamento prêt-a-couture donna e alta moda sposa per una stilista di talento che basa le sue collezioni sulla ricerca dell’equilibrio perfetto tra  la modellistica, confezione e stile.


Le performance della pre-sfilata saranno invece dedicate a VALENTINA ANELLI (Lecce, bijoux di grande raffinatezza realizzate con pietre dure e metalli preziosi) ed ELEONORA VIZZI (Corigliano D’Otranto), nuova stilista che realizza abiti che si reinventano a seconda delle applicazioni intercambiabili e monili inconsueti.


Sarà presente anche ELENA CRETÌ (Degas, Lecce) con un’anteprima della nuova collezione bimbi.


A curare il look delle modelle saranno le hair stylist Roberta Apos (Lequile) e Adriana De Carlo (Lecce);  make–up a cura di Fabiana Sacquegna e Valentina D’Andrea; luci a cura di “Limone Illuminazioni”


Programma delle sfilate, che saranno trasmesse in diretta streaming  sul sito www.eventimagazine.it



SABATO 27 OTTOBRE (a partire dalle 20): Degustazione vini Tenute Al Bano Carrisi ed exhibition della stilista Eleonora Vizzi


a seguire la sfilata degli stilisti:


ALESSANDRO TRIVISANO


DANIELA VERDESCA ZAIN


ANTONIO FRANCO

DALLA SCUOLA CALCAGNILE: CHIARA DI NOI


ANNARITA POLITO


MICHELE GAUDIOMONTE


DOMENICA 28 OTTOBRE (a partire dalle 20)


Degustazione vini Tenute Al Bano Carrisi ed exhibition della stilista VALENTINA ANELLI.


A seguire la sfilata degli stilisti:


ANNAROSA CARDIGNAN


ROSANNA BASSI


IOLE LASALANDRA


HAVANA &CO.


DALLA SCUOLA CALCAGNILE Il team di stiliste guidate dalla docente di Fashion design SANTA SCIOSCIO: ARIANNA FRATELLO (Bari), MONICA CENTONZE (Lecce), IRENE QUARTA (Leverano), MARTA CARETTO (Torchiarolo).


DILAINE ALVES RODRIGUES


CRISTEL CARRISI


DALLA SCUOLA CALCAGNILE: TOMMASO DE MATTEIS


ALESSANDRO D’AMICO


Le giornaliste testimonial saranno:


LUCIA ACCOTO


CHIARA CHIRIATTI


MERY DE  GENNARO


ALESSANDRA DEL TORO


GLORIA INDENNITATE


ANNARITA INVIDIA


MARIANGELA LONGO


CRISTINA MASSARO


NICLA PASTORE


FABIANA SALSI


Appuntamenti

Fiera di San Giorgio, Corigliano d’Otranto tra tradizione e innovazione

La due giorni di quest’anno, sabato 27 e domenica 28 aprile, racchiude armonicamente le due anime della Fiera, quella legata alla tradizione e alla cultura popolare (Sfilata di Carri, Cavalli e Sciarrette; gli appuntamenti di “I usànza to panìri”), con quella più moderna legata a dibattiti, visite guidate tematiche, mostre fotografiche e momenti musicali di grande impatto

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La Fiera di San Giorgio è da sempre uno degli appuntamenti più sentiti e partecipati della Grecìa Salentina, capace di attrarre visitatori ed espositori da tutta la Regione.

Con le radici ben salde nella storia e nella tradizione di un momento capace di fondere la devozione al Santo con la festa popolare, negli anni la Fiera di San Giorgio ha saputo adattarsi ai tempi e divenire un’occasione di incontro e confronto sui temi dell’agroalimentare, della biodiversità e della sostenibilità.

La due giorni di quest’anno, sabato 27 e domenica 28 aprile, racchiude armonicamente le due anime della Fiera, quella legata alla tradizione e alla cultura popolare, rappresentata ad esempio dalla Sfilata di Carri, Cavalli e Sciarrette, prevista domenica alle ore 9,30, e dagli appuntamenti di “I usànza to panìri con la riscoperta delle tradizioni dell’antica fiera, con quella più moderna legata a dibattiti, visite guidate tematiche, mostre fotografiche e momenti musicali di grande impatto.

Tra gli appuntamenti da annotare: il Mercatino dell’Artigianato in via Alighieri e Piazza San Nicola previsto sabato dalle 18 alle 22 e domenica dalle 10 alle 22; il Mercato Contadino Agroforesta sabato dalle 18 alle 22e domenica dalle 10 alle 14; La Fiera Volante, mercatino di prodotti agro-alimentari nell’atrio del Castello sabato dalle 16 alle 20 e domenica dalle 9 alle 13; la degustazione di prodotti locali come da tradizione sabato dalle 20al Mercato coperto; “Unguli e casu”, lo stand enogastronomico con prodotti locali in Piazza San Nicola a partire dalle ore 9 di domenica.

Per gli appuntamenti culturali e di approfondimento: sempre dalle ore 9 di domenica la mostra fotografica Volti e Tradizioni della più antica fiera salentina” in piazza Castello; le visite guidate tematiche tra le vie del borgo in fiera, Primizie, draghi e zzite”, con partenza dalla Quercia Vallonea domenica alle 9 e alle 10,30; i dibattiti di stradaPuoi veramente cambiare il mondo con la spesa che fai” e “Grani e farine di un tempo”, domenica dalle 10 alle 14; la “Passeggiata tra le erbe spontanee” con Rocco Casaluci e Lucia Coluccia alle 16di domenica.

spazio anche alla musica con il concerto di Antonio Castrignanò & Taranta Sounds, sabato dalle 22 in Piazza Vittoria, e con gli Arakmea, musica popolare e danza della tradizione, domenica alle 11,30 in Piazza San Nicola.

Infine la grande novità di quest’anno è rappresentata da “Cam Bio”,la collaborazione tra i produttori bio presenti nella Fiera e le attività di ristorazione di Corigliano D’Otranto, che nei due giorni di festeggiamenti proporranno ai clienti ognuno una ricetta diversa realizzata con i prodotti bio presenti in fiera.

La Fiera di San Giorgio è realizzata dal Comune di Corigliano d’Otranto in collaborazione con la locale Pro Loco, il Castello Volante, ass. La Terra Nutre, ass. Li Trainieri, ass. Officine Cittadine, ass. SeminAzioni, Az. Agricola Agrimò, Magma Aps.

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Attualità

Meteo: siamo ad Aprile ma l’inverno continua…

Il sole ormai alto sull’orizzonte mitigherà certamente il clima diurno, ma in montagna farà decisamente freddo per il periodo, mentre nottetempo e in pianura le minime potranno scendere sotto i 5-7°C anche in pianura.

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Secondo le previsioni di 3bmeteo.com, “Proseguirà per almeno altri 8 giorni la fase fredda con temperature sotto la media per via dei venti in discesa dall’Artico. Tempo spesso instabile con ulteriori rovesci e temporali; lunedì neve anche a quote collinari al Nord”

Anche nei prossimi giorni, e almeno fino al 25 aprile, l’Italia sarà interessata da correnti provenienti dalle latitudini artiche, quindi decisamente fredde per il periodo, riportandoci indietro di oltre un mese sul calendario.

Il sole ormai alto sull’orizzonte mitigherà certamente il clima diurno, ma in montagna farà decisamente freddo per il periodo, mentre nottetempo e in pianura le minime potranno scendere sotto i 5-7°C anche in pianura.

Ciò manderà in sofferenza la vegetazione, e relativa fioritura, che peraltro si era risvegliata con largo anticipo durante la fasi di caldo anomalo di marzo e dei primi giorni di aprile.

Tra sabato e domenica un nuovo impulso di matrice artica attraverserà l’Italia portando rovesci e temporali sparsi, localmente accompagnati da grandinate anche di una certa rilevanza, maggiormente coinvolto il Centrosud con la neve che potrà spingersi fin sotto i 1000m in Appennino durante i rovesci più intensi. Le temperature saranno in generale spesso sotto la media”.

Tra lunedì e martedì prossimo prenderà inoltre vita una nuova depressione sui mari italiani, con ulteriori piogge e temporali sparsi su gran parte dello Stivale, pur distribuiti in modo estremamente irregolare.

Volgendo lo sguardo al medio termine, sembra molto probabile che questa fase instabile e decisamente fresca possa protrarsi fino al 25 aprile, prima di una successiva possibile graduale stabilizzazione atmosferica contestualmente ad un addolcimento termico.

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Attualità

Capitano dei carabinieri Ettore Bianco, eroe partigiano salentino

Celebrazioni e ricordo della figura del Capitano dei Carabinieri Ettore Bianco, nativo di Corigliano d’Otranto. Era e comandante in capo nella battaglia di Bosco Martese

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L’Associazione Nazionale Partigiani D’Italia (A.N.P.I.) della provincia di Teramo, nell’80° anniversario della Resistenza Italiana organizza, nella mattinata di domani prossimo venturo, presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Teramo, le celebrazioni e ricordo della figura del Capitano dei carabinieri Ettore Bianco, comandante in capo della Battaglia di Bosco Martese, nota come primo scontro in campo aperto tra forze partigiane e nazifascisti, avvenuto il 25 settembre del 1943.

Saranno presenti dirigenti dell’ANPI nazionale, i sindaci di Corigliano D’Otranto, Dina Manti, e di Bologna, Matteo Lepore, comuni di nascita e morte di Ettore Bianco, massime autorità civili e militari di Teramo e provincia, associazioni combattentistiche, delegazioni di studenti universitari e di tutti gli istituti superiori delle scuole cittadine e provinciali.

Si segnala che, tra i relatori, figura il Comandante della Legione Carabinieri Abruzzo e Molise – Gen. B. Antonio Neosi, già direttore del Museo Storico dell’Arma, che parlerà del ruolo dei Carabinieri nelle vicende storiche della resistenza.

Capitano dei Carabinieri Ettore Bianco

Nato a Corigliano d’Otranto il 30 gennaio 1917, partigiano combattente, morto a Bologna il 31 giugno 1962, decorato di Medaglia d’Oro e Medaglia di Bronzo al Valor Militare.

  • Medaglia d’Argento al Valore Militare

Motivazione: «Comandante della Compagnia Carabinieri di Teramo all’atto dell’armistizio, con fedeltà, con decisione e con pronta iniziativa, raccoglieva forze per contrastare l’invasione tedesca. Nella località di Bosco Martese radunava militari in servizio, cittadini volontari e qualche decina di ex prigionieri alleati, organizzando un complesso di 1.500 uomini disponendo di numerosi automezzi e di una batteria. Attaccato il 25 settembre da un battaglione tedesco, volgeva in fuga il nemico, infliggendogli serie perdite e facendo prigioniero il comandante. Nei giorni successivi, respingeva nuovi attacchi di forze sempre crescenti e dotate di numerose artiglierie.  Convinto di non poter più resistere ulteriormente in battaglia campale, mutava la formazione in gruppi di guerriglia, distruggeva i materiali non trasportabili, rompeva il contatto con il nemico e gettava il seme della lunga e valorosa lotta partigiana successivamente combattuta nella zona.

Bosco Martese (Teramo), 25 – 26 e 27 settembre 1943».

  • Medaglia di Bronzo al Valore Militare

Motivazione: «Capitano dei Carabinieri, già distintosi all’atto dell’armistizio per pronta, patriottica e coraggiosa iniziativa, dopo l’occupazione della zona da parte dei tedeschi, animava e capeggiava la resistenza armata di formazioni partigiane lottando per 10 mesi in condizioni rese particolarmente difficili dal clima e da massicci rastrellamenti condotti dal nemico. Causava danni ai materiali di guerra, infliggeva sensibili perdite, insidiava efficacemente il transito sulla via Salaria. In ogni circostanza dava ripetute e belle prove di capacità e di coraggio.

Zona di Teramo e di Ascoli Piceno, 29 settembre 1943 – 13 luglio»

Un giorno di fuoco, Bosco Martese

In un articolo de “Il Centro – Edizione Pescara” del 24.9.2013, dal titolo “Un giorno di fuoco Settanta anni fa Bosco Martese” (di Costantino Di Sante), si legge che “Il combattimento di Bosco Martese fu definito da Ferruccio Parri la «prima nostra battaglia in campo aperto» a cui «tutti i resistenti italiani rendono onore». Nonostante questo riconoscimento, nel suo 70° anniversario in molti ancora ignorano cosa sia accaduto. Anche nel dibattito pubblico nazionale la battaglia continua a essere dimenticata. Eppure fu uno dei pochissimi scontri, all’indomani dell’armistizio, che vide le forze partigiane sconfiggere le truppe tedesche. Oltre l’aspetto epico, a renderla unica furono anche le circostanze che portarono centinaia di civili teramani, antifascisti, soldati italiani, prigionieri di guerra e internati stranieri a prendere parte alla battaglia. Questo fu di fatto uno dei primi esempi, sul suolo nazionale, di quell’unità d’intenti internazionale indirizzata a liberare l’Italia e l’Europa dal nazifascismo.

La battaglia si svolse nella località che si trova a circa 30 chilometri da Teramo, sui Monti della Laga. Questo luogo in dialetto è conosciuto come Ceppo. Si racconta che questo nome derivi dalla presenza di un tronco di un colossale albero che, malgrado un fulmine ne avesse incenerito i rami, per anni era rimasto in piedi. Cosa spinse, nel settembre del 1943, centinaia di teramani a raggiungere questo luogo a oltre mille metri di altitudine per combattere i tedeschi? Sicuramente una parte di essi, la più politicizzata, fu indirizzata dal “Comitato insurrezionale” che si era costituito a Teramo dopo l’8 settembre. Capeggiato dal medico antifascista Mario Capuani, alle sue riunioni parteciparono diversi antifascisti teramani. Tra i più attivi i comunisti guidati da Ercole Vincenzo Orsini e gli azionisti. Nei loro incontri, pur con diverse visioni, cercarono di pianificare come riorganizzare le forze disponibili per difendersi da un eventuale attacco dei tedeschi alla città, fino alla decisione del 21 settembre di concentrarsi al Ceppo.

Gli altri, non secondari protagonisti, furono alcuni dei militari che a Teramo si trovavano ancora nelle caserme. La decisione di salire in montagna fu presa in primo luogo dal capitano d’artiglieria Giovanni Lorenzini. In netto contrasto con gli ordini ricevuti dai suoi superiori, di non opporre resistenza in caso di attacco tedesco, Lorenzini iniziò a trasportare il materiale della sua batteria a Bosco Martese. Quando il 19 settembre con i suoi uomini giunse sul posto, qui trovò i fratelli antifascisti Felice e Antonio Rodomonti che vi si erano stabiliti per sfuggire a possibili ritorsioni.

Tra il 20 e il 24 settembre si verifica quasi un pellegrinaggio verso il Ceppo. Oltre ai soldati, arrivano oltre un centinaio di stranieri. Questi sono ex prigionieri di guerra e internati fuggiti dai campi di concentramento. In gran parte inglesi e jugoslavi, ma anche alcuni statunitensi, canadesi, australiani, scozzesi, indiani e neozelandesi. Circa un migliaio sono i civili, di diverse estrazioni sociali e politiche, che salgono in montagna. Gran parte di essi motivati dalla volontà di «combattere il nemico», altri vi giungono per pura curiosità.

Nel frattempo prende corpo l’organizzazione militare, il cui comando viene affidato al capitano dei carabinieri Ettore Bianco. Divisa in tre compagnie: quella del partito d’Azione, quella “Estera” e quella dei comunisti; comandate rispettivamente dall’avvocato Felice Mariano Franchi, dal tenente colonnello Dushan Matiyasevic e dal tenente di artiglieria Francesco Di Marco. Queste sono affiancate dalle formazioni Rodomonti e Ammazzalorso e da un Reparto servizi comandato dal tenente colonnello Guido Taraschi. Il 25 settembre una colonna tedesca, composta da una trentina di camion, dopo aver attraversato la città viene indirizzata da un confidente verso il luogo dove sono concentrati i partigiani. Alle 12.30, avvenne la battaglia che dura circa tre ore.

Secondo alcune relazioni partigiane, furono almeno 50 i tedeschi uccisi, 5 i camion e 2 le autovetture distrutte. Sconfitti, i tedeschi si ritirarono, prima però si vendicarono uccidendo cinque ostaggi catturati a Torricella Sicura, al Mulino di De Jacobis. Nei giorni seguenti, per rappresaglia, trucidarono 3 carabinieri e un militare nella località di Pascellata e Mario Capuani. I resistenti, temendo la reazione tedesca, decisero di organizzarsi in piccoli gruppi dando vita alla lotta di Liberazione che nel Teramano si protrasse per nove mesi. Questi primi partigiani ebbero spesso l’appoggio e l’assistenza delle donne teramane. Tra le tante che si contraddistinsero per l’attività svolta, Margherita Ammazzalorso, Clara De Ciccio, Leonilde Di Felice, Lina Melasecchi. Non ultima Wjlma Badalini, staffetta e figlia del partigiano Nicola, all’epoca capostazione a Teramo e commissario politico della formazione Rodomonti che, il 25 settembre 1945, organizzò la prima commemorazione della battaglia».

Di recente, la figura del Cap. Ettore Bianco è stata compendiata nel libro “Il partigiano salentino Ettore Bianco. 1917-1962” , di Dante Blagho, edizioni Grafiche Giorgiani – 2022.

Scrive il Prof. Mario Spedicato che: «la scelta di biografare un partigiano originario del Salento sul piano storiografico può costituire una novità non trascurabile. Il Salento non ha conosciuto questo movimento antifascista e anti-nazista non perché fuori dalla portata delle operazioni militari, ma per il semplice fatto che i tedeschi rinunciano nel Mezzogiorno d’Italia a difendere stabilmente le loro posizioni logistiche. In estrema sintesi, scelgono di ritirarsi per costruire le loro barriere difensive nel Settentrione, in zone considerate più strategiche. 

Per questa ragione la resistenza partigiana ha avuto il suo teatro operativo soprattutto nel centro-nord, dove si era ammassato l’esercito nazifascista in seguito alla risalita della penisola italiana da parte degli alleati angloamericani.

La parte orientale del Mezzogiorno d’Italia, quella che coincide grosso modo con la regione pugliese, resta, tranne isolati episodi insurrezionali seguiti da rappresaglie naziste, quella meno toccata dal fenomeno della resistenza, lasciando aperte le porte persino al re in fuga da Roma.

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