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Cronaca

Maglie, “Sacro Cuore”: i nomi, le foto e i particolari

Le ordinanze sono state eseguite nei confronti di persone di Maglie, Muro Leccese, Bagnolo del Salento e (per una sola) di Brindisi.

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I Carabinieri della Compagnia di Maglie hanno eseguito 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere (uno già detenuto, 6 in carcere e 4 agli arresti domiciliari)emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Lecce, Dott.ssa Vergine, a carico di 11 persone facenti parte di un’associazione a delinquere, finalizzata a commettere una pluralità di delitti quali furti, cessione, trasporto e detenzione di sostanze stupefacenti (cocaina e marijuana), con l’aggravante di utilizzare armi. L’episodio più significativo contestato, da cui è partita tutta l’indagine, è il furto alla Chiesa del Sacro Cuore di Maglie del 04 novembre 2011 proprio a Maglie, culminato con l’emissione di 3 ordini di cattura nei confronti di Luigi Polimeno, Pantaleo Esposito e Stefano De Iaco.


Le ordinanze sono state eseguite nei confronti di persone di Maglie, Muro Leccese, Bagnolo del Salento e (per una sola) di Brindisi. Le operazioni hanno avuto inizio alle ore 04.30 del mattino di giovedì 21 febbtraio, con l’ausilio del Nucleo Elicotteri, di tre unità cinofile e delle Compagnie di Tricase, Casarano, Gallipoli, Campi Salentina e Lecce, per un totale di 85 militari e 32 autovetture utilizzati.


Andrea, Santese, ritenuto il capo dell'organizzazione


Questi gli arrestati: Andrea Santese, 36 anni, di Maglie, gestore in loco del Bar Gemelli, già noto alle forze dell’ordine; Michele Iodice, magliese, 31 anni, disoccupato, già impiegato allo stesso Bar Gemelli, già noto alle forze di polizia; Salvatore De Donno, soprannominato “Gnefu”, 25enne cameriere magliese; Giorgio Piccinno, soprannominato “Bambi”, 24 anni, titolare di una pizzeria a Maglie, già noto alle forze dell’ordine; Vito Manta, 39enne brindisino, già in carcere;





Domenico Tunno




Domenico Tunno, 25enne magliese, dipendente del Bar Gemelli; Diego Gabrieli, 25enne disoccupato magliese; Melanie De Donno, 21 anni, titolare del Bar Gemelli; Davide Coluccia, soprannominato “Pisca”, 39enne disoccupato di Bagnolo del Salento; Pasquale Montefusco, 23enne di Muro di Muro Leccese del 1990 e gommista a Maglie. Sono tutti ritenuti “responsabili del delitto di cui all’art. 74 e 73 DPR 309/90, 81 e 110 C.P., per aver fatto parte di un’associazione, costituita da più di 10 persone, finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e marjiuana”.


Pasquale Montefusco


Diego Gabrieli


Salvatore De Donno, detto "Gnefu"


Inizio dell’indagine

L’indagine Sacro Cuore trae origine dal furto presso la Chiesa Sacro Cuore di Maglie del 4 novembre 2011 in cui fu asportata una cassaforte con all’interno denaro contante e numerosissimi oggetti sacri in oro e argento (da qui il nome dell’indagine). Le attività del Nucleo Operativo della Compagnia di Maglie, sono culminate con il ritrovamento di tutti gli oggetti sacri e circa 6.000 euro a fronte dei 10.000 rubati, e l’arresto di Luigi Polimeno, Pantaleo Esposito e Stefano De Iaco.


Sviluppi sul furto alla chiesa e associazione per lo spaccio


Le successive attività investigative, finalizzate alla ricerca degli altri autori del furto hanno consentito di scoprire che gli autori materiali erano stati: 4 all’interno della Chiesa, 1 per il taglio della cassaforte e 2 per il sostegno logistico.


Michele Iodice, braccio destro di santese


Il prosieguo dell’attività d’indagine del Nucleo Operativo di Maglie ha svelato l’esistenza di un’organizzazione volta allo spaccio di sostanze stupefacente, in particolare di cocaina, che avveniva direttamente attraverso Andrea Santese, capo del gruppo, ed il suo braccio destro Michele Iodice, o attraverso una serie di “collaboratori” incaricati della distribuzione della sostanza nel dettaglio a clienti meno importanti o non conosciuti direttamente dagli altri. Da un calcolo approssimativo desunto dai contatti giornalieri, si può sostenere che il Santese riusciva a piazzare circa 1 kg di cocaina al mese sulla piazza di Maglie.


I contatti con brindisi e con il clan “Leo”


Nel corso delle intercettazioni è emerso chiaramente come i principali soggetti di Maglie, Santese per la cocaina, Piccinno e De Donno per la marjiuana, si rifornissero da Brindisi, attraverso Vito Manta ed altri non identificati. Infatti il vincolo tra i vertici locali e il versante brindisino, anche attraverso contatti con il clan “Leo”, è stato accertato in seguito a numerosi incontri avvenuti quasi sempre a Maglie e cristallizzato, ai fini investigativi ,con l’arresto di Luca Giannone, uomo vicino ad Andrea Leo (arrestato con l’operazione Augusta del ROS di Lecce), trovato in possesso di una pistola con matricola abrasa e 1 gr abbondante di cocaina oltre a due bilancini di precisione.


Professionisti assuntori: un medico, un avvocato e commercianti


Nel corso dell’attività d’intercettazione è stato appurato come Santese rifornisse un elevato numero di “clienti” tutti agiati giovanissimi e insospettabili professionisti magliesi. Tra questi spiccano un avvocato, alcuni commercianti e negozianti di Maglie ed infine un medico che si riforniva durante il turno di guardia medica in un paese dell’hinterland magliese, lasciando il proprio posto. Particolare rilevante è quello che lo spaccio avveniva molto spesso all’interno di vari locali di Maglie, evidentemente consenzienti, per i quali verrà chiesta la chiusura. Tale modalità è risultata così sicura e proficua da convincere il capo dell’organizzazione a rilevare un Bar in centro a Maglie del quale è divenuto gestore di fatto, ove ha assunto come baristi, per vari periodi, alcuni dei suoi “collaboratori”, oggi colpiti da ordinanza ed altri indagati o segnalati. Nel corso dell’attività d’intercettazione è stato appurato come Santese cedesse, in alcuni casi, cocaina in cambio di prestazioni sessuali.


Arresti e sequestri a riscontro


Giorgio Piccinno, soprannominato "Pisca"


Nel corso dell’attività investigativa sono state arrestate in flagranza 10 persone, per il furto alla chiesa del Sacro Cuore il 19 novembre del 2011, 7 in flagranza di reato per spaccio di cocaina (sequestrati circa 40 gr) e marjiuana (sequestrati circa 80 gr) tra gennaio e marzo 2012.


Durante le perquisizioni sono stati rinvenuti circa 80 grammi di marjuana in casa di Giorgio Piccinno, e per lui è scattato l’arresto.


Attualità

Violenza di genere, 27 ammoniti in un anno

Di questi 17 per violenza domestica. Tra gli uomini ammoniti ed inviati al CUAV, 13 si sono presentati presso il centro per una prima valutazione: 5 hanno già intrapreso un percorso di recupero mentre altri 5 sono in corso di valutazione

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È stato sottoscritto un anno fa, il 27 marzo 2023, il protocollo d’intesa Zeus Finis-Terrae tra il Questore di Lecce e il presidente di Medihospes società cooperativa Onlus, ente gestore del Centro per Uomini Autori di Violenza (CUAV) SanFra-Medihospes attivo in tutta la provincia di Lecce e con sede a Campi Salentina.

Conosciuto in ambito nazionale come protocollo Zeus e denominato in sede locale Protocollo Zeus-Finis Terrae per caratterizzarne il legame con il territorio, è a metà della sua durata biennale.

Consente al Questore che emette il provvedimento di ammonimento, sia in caso di atti persecutori sia in caso di violenza domestica, di inviare la persona ammonita al CUAV per avviare un percorso di consapevolezza e revisione critica degli agiti violenti.

In linea con quanto previsto dal piano straordinario contro la violenza di genere approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, fortemente voluto e promosso  dal Ministero dell’Interno – direzione centrale anticrimine – della Polizia di Stato, il protocollo Zeus-Finis Terrae ha ratificato l’impegno e la condivisione di intenti tra la Questura di Lecce e il CUAV amplificando l’efficacia dell’ammonimento del Questore, intervenendo sul complesso nodo degli autori di atti persecutori e di violenza domestica con molteplici finalità: tutelare le vittime degli atti violenti, limitare l’escalation delle violenze, promuovere interventi di recupero del maltrattante volti a riconoscere il disvalore della violenza quale modalità relazionale e ridurre i casi di recidiva.

Gli  ammoniti sono stati invitati a prendere contatti con il CUAV di Campi Salentina che, contando su un’equipe multidisciplinare di professionisti e professioniste appositamente formate, ha affinato nel corso degli anni una metodologia di intervento volta a: favorire una coscienza critica del reato e un’elaborazione consapevole degli episodi di violenza, implementare le capacità emotive ed empatiche dell’utente, promuovere un approccio di genere alle relazioni e aumentare le competenze comunicative dell’uomo.

Sebbene le modifiche normative intervenute, abbiano reso più ampio l’ambito d’intervento da parte del Questore per le tematiche riconducibili alla violenza di genere, la divisione anticrimine della Questura di Lecce e il CUAV di Campi Salentina, che  conta su un’equipe multidisciplinare di professionisti e professioniste appositamente formate, hanno operato in questo primo anno di vita del protocollo in stretta sinergia, per consentire, anche attraverso un costante monitoraggio dei risultati delle attività e dei loro esiti, una verifica dell’efficacia delle prassi operative in atto al fine di mettere in campo le opportune azioni correttive volte alla tutela delle vittime e ad un reale recupero degli ammoniti, in considerazione della necessità di spezzare il circuito della violenza che, spesso, vede i maltrattanti ripetere le proprie condotte nel tempo e in danno di più vittime.

Significativi sono i dati di questo primo anno di collaborazione, infatti, dalla sottoscrizione del protocollo sono stati 27 gli uomini ammoniti invitati al CUAV, di cui 15 nel primo trimestre 2024.

Tra i 27 colpiti dal provvedimento del Questore, ben 17 sono uomini maltrattanti ammoniti per violenza domestica.

Tra gli uomini ammoniti ed inviati al CUAV, 13 si sono presentati presso il centro per una prima valutazione e, tra questi, 5 hanno intrapreso un percorso di recupero mentre altri 5 sono in corso di valutazione.

Pare rilevante che, in questo primo anno di vita del protocollo nessuno dei soggetti ammoniti ha posto in essere condotte recidivanti a distanza di tempo dal provvedimento del Questore.

Campi Salentina: il centro ascolto maltrattanti autorizzato dalla Regione Puglia e affidato alla Medihospes

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Cronaca

No al disboscamento nel Salento: anche dalla Germania contro la Porsche

«Siamo inorriditi e senza parole davanti al vostro progetto di distruggere circa 200 ettari di pregiato bosco di lecci per ampliare la pista di prova. Piano in netto contrasto con gli obiettivi di sostenibilità dell’azienda e comporti conseguenze drastiche e irreversibili per il Salento»

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di Giovanna Nuzzo

Bosco d’Arneo: continua la protesta contro l’ampliamento del Nardò Technical Center e la distruzione di 200 ettari di bosco

La protesta del Comitato Custodi del Bosco d’Arneo contro l’ampliamento e ammodernamento del Nardò Technical Center cresce e incontra la sinergia e la cooperazione tedesca.

A Stoccarda, infatti, città tedesca e sede di Porsche, le tre maggiori associazioni per la tutela della natura, NABU, BUND e LNV hanno chiesto l’immediata sospensione del piano di disboscamento previsto dall’azienda nel Salento.

Tra Nardò e Porto Cesareo, Porsche, d’intesa con la Regione Puglia e i due Comuni, ha progettato un piano di ampliamento del Nardò Technical Center, una pista di collaudo ad anello lunga attualmente 12,6 km, che il gruppo gestisce dal 2012 e dove viene testata la gran parte delle auto in circolazione.

L’ampliamento del Nardò Technical Center comporterebbe per Porsche un investimento di più di 400 milioni di euro: nuove palazzine, edifici, l’aggiunta di ulteriori nove piste, ma soprattutto il disboscamento di 200 ettari di superficie boscata, in un sito peraltro di interesse comunitario.

Circa un milione di fusti saranno abbattuti, quaranta ettari di boschi di leccio e una ricchissima vegetazione spazzata via dal cemento, sotto il cappello del green: Porsche, infatti, ha previsto l’ampliamento per testare anche la mobilità elettrica e sostenibile della sua nuova produzione.

Sulla pubblica utilità del progetto è stata chiamata ad esprimersi la Commissione dell’Unione Europea.

La Regione Puglia, infatti, dal canto suo, per superare la valutazione di incidenza ambientale, ha dichiarato che alla base dell’accordo di programma e dell’ampliamento di Porsche vi sono motivi imperativi di rilevante interesse pubblico.

Tra questi, la realizzazione di un centro medico con elisoccorso all’interno della struttura e un sistema anti-incendio, utilizzabili anche nel territorio.

La mobilitazione partita fin da subito e alimentata dal Comitato Custodi del Bosco d’Arneo, grazie anche ad inchieste giornalistiche, è diventata internazionale.

Dopo le mozioni presentate alla Commissione Clima e Ambiente dell’assemblea comunale di Stoccarda, dopo le manifestazioni e i sit-in organizzati davanti alla sede Porsche, le maggiori associazioni di tutela ambientale della città tedesca stanno facendo pressione affinché si tuteli il polmone secolare del Salento.

Contro la “distruzione forestale made in Germany”, come scrivono in una lettera aperta a Porsche, chiedono l’immediata sospensione del piano di disboscamento.

«Siamo inorriditi e senza parole davanti al vostro progetto di distruggere circa 200 ettari di pregiato bosco di lecci per ampliare la pista di prova», scrivono dal Baden-Württemberg, evidenziando come il piano sia «in netto contrasto con gli obiettivi di sostenibilità dell’azienda e comporti conseguenze drastiche e irreversibili per il Salento». In poche settimane, inoltre, la petizione tedesca su change.org ha raggiunto 83mila firme, che si aggiungono a quelle già raccolte dal Comitato salentino.

Il Comitato Custodi del Bosco d’Arneo si dichiara soddisfatto della cooperazione e del sostegno nei confronti della difesa dell’ecosistema locale.

Intanto, si è in attesa che il TAR si esprima sul ricorso depositato il 22 gennaio scorso dallo stesso Comitato, dall’associazione Italia Nostra e dal Gruppo di Intervento Giuridico.

Secondo i ricorrenti sarebbe stata violata la normativa sulla partecipazione del pubblico, non sarebbero state considerate le alternative e le compensazioni sarebbero inidonee.

Sono stati impugnati la deliberazione di giunta regionale della Puglia con cui è stato approvato lo schema di accordo di programma e tutti gli atti endoprocedimentali.

Nel frattempo, il Comitato annuncia la raccolta di adesioni per una manifestazione che, al pari di quella tedesca, sarà organizzata anche in Italia.

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Cronaca

Galatone: la droga nell’armadio

Arrestato spacciatore 22enne. In camera da letto nascondeva oltre mezzo chilo di marijuana, 15 grammi di hashish ed il necessario per confezionamento e taglio

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A Galatone i carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Gallipoli hanno arrestato un 22enne del posto per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

I Carabinieri infatti, nel corso di specifico servizio, hanno proceduto al controllo del giovane, già noto, e che ha assunto un atteggiamento che ha destato l’attenzione dei militari tanto da indurli a procedere a perquisizione personale, poi estesa anche al domicilio.

Nel corso delle operazioni di polizia, presso l’abitazione del ragazzo, sono stati rinvenuti oltre 530 grammi di marijuana e oltre 15 grammi di hashish.

La droga era stata occultata all’interno di un armadio nella camera da letto unitamente a materiale presumibilmente da utilizzare per il confezionamento e taglio dello stupefacente.

Tutta la sostanza stupefacente insieme al materiale rinvenuto è stata sottoposta a sequestro.

Al termine delle operazioni, l’uomo è stato quindi arrestato e come disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini, sottoposto alla misura cautelare personale degli arresti domiciliari.

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