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Attualità

Tricase: martedì scuole chiuse

I plessi degli istituti comprensivi “Via Apulia ” e “Pascoli ” saranno interessati da un intervento di igienizzazione e sanificazione straordinaria. Intanto scoppiala “polemica delle borracce”

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Domani tutti i plessi degli istituti comprensivi “Via Apulia” e “Pascoli”  (infanzia, elementari e medie) resteranno chiusi per consentire un intervento di igienizzazione e sanificazione straordinaria.


Lo ha annunciato il sindaco Carlo Chiuri attraverso la propria pagina facebook: «Il Comune di Tricase ha disposto un intervento di igienizzazione e sanificazione straordinaria degli edifici scolastici di competenza».

L’ intervento, chiarisce il sindaco è stato previsto «nell’ambito delle misure precauzionali ed al solo fine di porre in esse azioni di prevenzione» e verrà effettuato martedì 3 marzo.


A tale scopo conclude Chiuri, «con apposita ordinanza verrà disposta per la medesima giornata la chiusura delle scuole interessate».


LA POLEMICA DELLE BORRACCE


Intanto, sempre a proposito di scuola, nei giorni scorsi giusto per non farsi mancare nulla è scoppiata la polemica delle boracce.


Il 27 febbraio scorso l’ufficio di presidenza del consiglio comunale (presidente Dario Martina, vice presidente Nunzio dell’Abate) dopo aver donato una borraccia ai componenti del Consiglio comunale dei ragazzi (CLICCA QUI) annuncia che «nell’ottica della campagna ambientale “Plastic free challenge” e con la finalità di trasmettere un forte messaggio istituzionale, abbiamo assunto l’iniziativa di fornire i componenti del nostro Consiglio comunale di quello dei ragazzi, nonché tutti i dipendenti comunali, di una borraccia in acciaio ivi impresso lo stemma della città accompagnato dalla dicitura “Il Consiglio comunale di Tricase”».


Francesca Longo: «Parlare e fare per apparire»


L’iniziativa ha provocata la replica piccata del gruppo “Cambiamenti” con la consigliera di maggioranza Francesca Longo che ha diffuso via social una nota: «Con insolito stupore apprendiamo che l’Ufficio di Presidenza ha condiviso, con estremo ritardo, la nostra campagna di sensibilizzazione su un tema fondamentale in ottica ambientale, distribuendo borracce in acciaio ai dipendenti comunali per eliminare bottigliette in plastica. Peccato che l’ufficio di Presidenza si sia reso conto solo ora dell’ importante campagna di sensibilizzazione “Plastic Free”, iniziata già nel mese di ottobre, quando il nostro Comune, con delibera di Giunta n.139 del 11/10/19, deliberò l’acquisto di 1800 borracce in alluminio per gli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado, con la consapevolezza che il messaggio sul tema ambientale dovesse partire ed essere recepito dai ragazzi per poi entrare nelle loro famiglie, in linea con la campagna di sensibilizzazione del Ministero dell’Ambiente».


«L’obiettivo della nostra iniziativa», si legge ancora nella nota, «non era distribuire borracce gratuitamente, ma educare i più piccoli a fare a meno della plastica, perché, sempre più spesso, sono loro ad insegnare a noi adulti, troppo distratti dai ritmi frenetici, le buone maniere.


Nulla di nuovo quindi! Iniziativa già in essere. Basti pensare che sono ancora a disposizione circa 480 borracce che saranno presto distribuite. Appare, quindi, strana e capziosa questa mobilitazione dei due componenti dell’ufficio di Presidenza nel recuperare sponsorizzazioni, acquistare nuove borracce, distribuirle agli uffici comunali ed al Consiglio Comunale dei ragazzi per autoproclamarsi fautori della svolta “Plastic Free”».


La Longo poi rincara la dose: «Penso poi all’invito, non certamente casuale, giuntoci in netto ritardo, due ore prima della consegna al Consiglio Comunale dei ragazzi.

Strategia perfetta! Ma non importa, a noi interessa la sostanza e non la forma! Ma siamo già in campagna elettorale ed ogni momento è consono per autoacclamarsi come il “nuovo”, come il “bello”, come il “futuro” (…)


Essere o apparire? Scelta difficile, certo. E il buon mantra dell’abito che non fa il monaco finisce per rimanere nella lista dei buoni principi. Sta a noi decidere se farci abbindolare dall’apparenza delle persone», conclude, «oppure seguire chi, nella sua spontaneità, opera per il bene comune senza pretendere nessun riconoscimento».


La risposta dei diretti interessati non si fa attendere.


Martina: «Poca memoria»

Dario Martina: «Con stupore e davvero profonda tristezza apprendo, carissima consigliera Longo, di questo suo post. Non avrei mai creduto che su un tema come quello ambientale, che dovrebbe trovare l’unità di intenti senza alcuna distinzione di colore o appartenenza, si potesse anche solo pensare alla strumentalizzazione o al fine apparire. Ma ahimè, devo purtroppo ricredermi».


Il presidente del Consiglio comunale passa poi al contrattacco: «Se solo avesse avuto più memoria, o fosse stata più attenta come giovane amministratrice, si sarebbe resa conto che l’Ufficio di Presidenza è stato tra i primi in Italia ad aderire alla campagna di sensibilizzazione “plastic free challenge” lanciata dal ministro Costa. Lo fa molto tempo prima della D.G. dell’ottobre 2019 a cui Lei fa riferimento. L’Ufficio, che io mi onoro di presiedere, già nei primi suoi atti dà la sua impronta, che è segno di attenzione e sensibilizzazione all’ambiente; elimina la plastica dalle sedute consiliari sostituendola con vetro a rendere e bicchieri in carta. Solo un primo passo, come tenni a precisare in Conferenza dei Capigruppo prima e a ribadire in Consiglio poi, condividendo la proposta della consigliera Sòdero. Il passaggio successivo, infatti, sarebbe stato, in un progetto di più ampio respiro, l’acquisto di borracce in acciaio e la collocazione nella Casa Comunale di un distributore a servizio non solo dell’Assise, del Consiglio dei Ragazzi, dei dipendenti comunali ma anche, e soprattutto, di quei tanti cittadini che nella loro Casa si recano ogni giorno come utenti. E tutto questo senza intaccare le casse comunali, ossia le tasche dei cittadini-contribuenti.Nulla di nuovo dunque… almeno su questo ha ragione! Solo il proseguo di una iniziativa già in essere su un tema, come quello ambientale, che non è del passato ma sempre attuale e sul quale noi Amministratori prima di tutti, siamo chiamati a dare l’esempio».


Dell’Abate: «Specchio della confusione politico-amministrativa di una maggioranza sfaldata e picconata da un sindaco assalito dalla sindrome delle dimissioni»


Nunzio Dell’Abate: «Resto letteralmente basito da questa entrata a gamba tesa su una iniziativa nella campagna di sensibilizzazione “Plastic Free Challenge” che non dovrebbe mai avere fine e sulla quale, sommessamente, davamo per scontata la piena condivisione, se non gratitudine e compiacimento».



«Evidentemente», a il vice presidente del Consiglio comunale, «avrai preso un grosso abbaglio, giustificato dalla confusione politico-amministrativa che stai vivendo all’interno di una maggioranza da tempo sfaldata e costantemente picconata da un sindaco assalito dalla sindrome delle dimissioni. Perchè non si spiega diversamente come hai potuto dimenticare che io stesso, in un consiglio comunale di circa quattro mesi fa, anticipai la volontà dell’ufficio di presidenza di muoversi in questa direzione per dare un segnale istituzionale forte, attraverso l’esempio virtuoso di plastic free da parte proprio della macchina politico-amministrativa, anche nella componente consiliare dei ragazzi. Come sono certo che il Tuo capogruppo della lista Cambiamenti Ti abbia avvisato, ma Ti sarà sfuggito, che nella conferenza dei capigruppo del mese scorso annunciai di essermi procurato io le borracce ed il Presidente l’erogatore di acqua, ovviamente a costo zero in quanto come saprai l’Ufficio di Presidenza non è dotato di risorse. In quell’occasione dissi che avremmo iniziato la consegna prima con i consiglieri ragazzi in occasione della loro prima seduta -per dare loro importanza-, poi con noi adulti ed a seguire con tutti i dipendenti.


Difatti, appena appresa -la sera prima- la notizia della convocazione del Consiglio Comunale dei Ragazzi, ci siamo subiti attivati invitando sindaco e consiglieri, a partecipare in modo da palesare ai ragazzi la sacralità del momento.


Il sindaco ha ritenuto di farsi sostituire dall’assessore Sonia Sabato ed erano presenti anche l’assessore Lino Peluso e la consigliera Federica Esposito.


Ti confesso che è stata una seduta emozionante e formativa per tutti e l’occasione mi è ghiotta per ringraziare nuovamente le dirigenti, vero cuore pulsante delle buone prassi ambientali cui abituare i nostri giovani alunni.


Alla distribuzione delle borracce ai dipendenti comunali ti troverai di sicuro in quanto, per esserci tutti noi consiglieri, abbiamo optato per la prossima seduta di consiglio al cui termine ci recheremo insieme, Sindaco in testa, presso i vari uffici per la consegna.


Peccato che nessuno ci avvisò, neppure all’ultimo momento, in occasione della distribuzione delle borracce in alluminio nelle scuole a tutti gli alunni. Ci saremmo stati volentieri; mio figlio rimase male che non mi vide con voi a scuola, un pò stizzito ve lo rimproverai ma accettai subito le Tue scuse per la dimenticanza in cui eravate incorsi.


E peccato che non avete comunicato per tempo la vostra decisione di acquistare le borracce in alluminio al costo di 3.800 euro, l’abbiamo saputo a cose fatte. Vi avremmo suggerito di scegliere un materiale più consono ed igienico, oltrechè più resistente. Molti ragazzi non le stanno usando e diversi genitori si sono lamentati della tipologia.


Insieme magari avremmo trovato la soluzione per non intaccare le casse comunali e soprattutto per rendere fruibile e completa l’iniziativa con la collocazione degli erogatori di acqua per l’approvvigionamento in loco.


«Ovviamente», conclude sarcastico Dell’Abate, «non ci è neppure sfiorato dalla mente che quella cerimonia di consegna nelle scuole fosse un vostro modo di apparire...».


 


Attualità

Tra G7 e crisi politica: Salento, che estate sarà?

Dopo un aprile promettente, le incertezze sulla bella stagione: la nostra analisi assieme a Giancarlo De Venuto, già presidente di Assohotel Confesercenti Lecce, e proprio in questi giorni eletto nuovo presidente di Assoturismo Assohotel Confesercenti Puglia

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a cura di Lorenzo Zito

Che non ci sono più le mezze stagioni, lo abbiam capito da un pezzo. Ma l’assunto vale anche per il turismo? Il sole caldo ed un paio di lunghi ponti hanno già riempito, tra Pasqua ed il 1° maggio, le nostre marine e le nostre piazze più belle. Grandi folle, i primi turisti, grande entusiasmo. È quindi lecito aspettarsi una splendida stagione per il comparto ricettivo? Il peso specifico di questa risposta è considerevole, se è vero come è vero che, negli ultimi anni, abbiamo affidato proprio al turismo buona parte delle preghiere per le sorti del nostro Salento.

Per uscire dalle “Impressioni di aprile” (parafrasando la PFM), abbiamo chiesto il parere di un esperto del settore. Prima di valutare se una rondine fa primavera, però, abbiamo scandagliato gli ultimi dati. Analizziamo insieme il background di partenza, per capire al meglio su che orizzonte si stagliano le prospettive della prossima bella stagione.

Dove ci eravamo lasciati

La Puglia nel 2023 ha superato i 16 milioni di presenze turistiche, con un +4% sullo scorso anno ed un +8% di incremento degli arrivi. C’è un record nei flussi di stranieri, con un +22% degli arrivi e +16% delle presenze: un turista su tre, in media, viene dall’estero. Tiene bene anche il turismo nazionale. Lo dice il report sui trend del turismo pugliese a cura dell’Ufficio Osservatorio di Puglia Promozione. Un documento presentato per la BIT (la Borsa Internazionale del Turismo), che si pone l’obiettivo di collocare la realtà pugliese nel grande globo turistico. E ci racconta come oggi la nostra regione mostri dei punti di forza rispetto a quelli che sono definiti driver, ossia aspetti determinanti nel processo di scelta del luogo di vacanza. La Puglia è vincente per le bellezze naturali e le località di mare, la cucina, il clima, l’accoglienza della popolazione, i prodotti tipici da scoprire e (udite udite) la sicurezza. Tra le principali debolezze, invece, figura l’affollamento (cui sin qui i tentativi di destagionalizzazione vari ed eventuali non hanno posto gran rimedio).

Ecco, quindi, i numeri snocciolati dal report su arrivi e presenze per la provincia di Lecce.

Arrivi 2023: 1.239.100 (+8% sul 2022 e +15% sul 2019)

Presenze 2023: 5.173.700 (+5% sul 2022 e +8,5% sul 2019).

Brindisi e Bari ci superano, facendo segnare dati di crescita più esaltanti. Ma sui valori assoluti è ancora il Salento a farla da padrone: nessun’altra provincia pugliese supera i 5 milioni di presenze.

Tra le destinazioni top della nostra regione spicca Ugento, che si piazza sul terzo gradino del podio dei Comuni di Puglia con più arrivi. In ottima compagnia di mete importanti come Vieste (prima) e Bari (seconda), fa segnare ben 845mila presenze. E si mette alle spalle Lecce (773mila) e Gallipoli (584mila). Più giù Melendugno (510mila) e Porto Cesareo (388mila), che restano pur sempre tra le 15 mete più gettonate di tutta la Puglia.

Interessante poi questo dato (da tenere a mente per quanto discorreremo più avanti): l’NPS, ossia Net Promoter Score. Un indice usato per misurare la performance di prodotti e servizi, che sintetizza la soddisfazione del cliente e la sua fedeltà al brand. Quanto più alto è l’NPS tanto maggiore è la capacità del brand di attrarre nuovi consumatori attraverso il passaparola positivo dei suoi clienti. Per intenderci, viene calcolato sottoponendo la classica domanda “Consiglieresti ad un parente/amico/collega di fare una vacanza in questa destinazione?”, associata ad una possibilità di voto su una scala da 1 a 10. Ebbene la somma tra i promotori e i detrattori della nostra Regione fa segnare un 32,7%. Per capirne il valore è utile il confronto con altre importanti mete del turismo internazionale: le isole greche ci superano di appena un punto, la Toscana è sullo stesso livello, la Sicilia si ferma al 31%. Più giù la Calabria al 24, l’Emilia-Romagna al 17, mentre per l’Albania il bilancio è addirittura negativo: -17%.

Tutto molto bello. Anche rassicurante? Il turismo cambia costantemente, e gli operatori del settore lo sanno bene.

La crisi del turismo di fascia media si fa sentire, mentre i flussi del luxury tourism, che hanno richiesto tanta pazienza e lungo lavoro per essere intercettati, possono essere soggetti a variazioni repentine, che spesso non dipendono affatto dalla buona condotta del comparto ricettivo ma rispondo a fattori esogeni. Cosa ci può mettere allora al riparo e cosa invece ci espone invece al rischio di brutte sorprese?

Parola all’esperto

Ne abbiamo parlato con una figura chiave per Assohotel in Puglia, l’Associazione Italiana Imprenditori d’Albergo che, in qualità di associazione di categoria, opera in rappresentanza degli operatori del settore ricettivo associati alla Confesercenti.

È Giancarlo De Venuto, già presidente di Assohotel Confesercenti Lecce, e proprio in questi giorni eletto nuovo presidente di Assoturismo Assohotel Confesercenti Puglia. Nuova carica con cui opera in rappresentanza di tutte le associazioni di categoria del mondo del turismo legato a Confesercenti, come Assocamping o Assonavigazione, senza dimenticare AIGO, l’Associazione Italiana Gestori Ospitatalità e ricettività diffusa, cui afferisce il macromondo dei b&b.

Dottor De Venuto, veniamo subito al punto: che estate si prospetta?

Il Salento, cui sono molto legato visti i miei ormai 16 anni di permanenza pur provenendo da un’altra zona, ha ormai conquistato grande visibilità a livello mondiale. Oltreoceano, il Tacco d’Italia è considerato la California dell’Adriatico. Un appeal che cattura ormai più i turisti stranieri che quelli italiani, complice anche il momento di crisi che sta vivendo il turismo di fascia media. Tutto questo ci fa aspettare una stagione ottima. Non solo per i primi positivi assaggi forniti dalle recenti vacanze, ma anche per via di un importantissimo evento che si terrà a breve in Puglia. Il G7, a giugno, porterà da noi il suo appuntamento principale: l’atteso vertice dei leader. Questo darà un grande risalto a tutta la regione e rappresenterà un forte momento pubblicitario anche per il Salento”.

Nel frattempo, però l’immagine della Puglia, in queste settimane, è scalfita dalle cronache del “Caso Bari”.

Il turismo è anche un fenomeno economico. Questo non va dimenticato, se non si vuole finire (per fare un parallelismo) come la Ferragni: basta un attimo per commettere gravi errori che compromettono tutto il lavoro sin qui svolto. Mi riferisco proprio alla negatività che si sta diffondendo a macchia d’olio in queste settimane. Lo scandalo che agita i palazzi della Regione rischia di provocare seri danni anche a chi nulla ha a che vedere con le indagini e con quanto sta accadendo. Questo può davvero rivelarsi l’altra pericolosa faccia della medaglia, da cui è bene guardarsi subito”.

Che peso può avere la crisi politica sugli arrivi estivi?

Certamente ha ricadute di due tipi. Da un latto un impatto reale. La crisi politica blocca promozione, piani strategici, programmazione e tutto il lavoro in prospettiva. Questo colpisce gli asset e tutta la macchina del turismo. Dall’altro un impatto mediatico. Eventi torbidi di questo tipo diventano subito delle polveriere. Dal clamore dei giornali all’eco che arriva all’estero, restituiamo ancora una volta un’immagine del Mezzogiorno associata al malaffare. E si rinnova il sillogismo che porta a dire ‘sud Italia uguale mafia’”.

In questi mesi si è parlato spesso dell’Aeroporto di Brindisi, in balìa di presunte politiche “baricentriche”. La sua gestione può tornare ad essere una mancanza nelle già carenti infrastrutture?

Quelli aeroportuali sono tra i servizi più determinanti per la crescita del turismo. Devo ammettere che le politiche sugli Aeroporti di Puglia (quasi interamente di proprietà della Regione) mi stupiscono. Paghiamo Ryanair per portare il 70% dei voli pugliesi a Bari e solo il restante 30 a Brindisi. E non rimediamo a questo squilibrio nemmeno con le rotte aggiuntive (per quest’ultime sono state scelte delle mete che non rientrano nemmeno negli stessi piani turistici regionali). A questo punto mi chiedo se chi decide abbia le dovute competenze. Non voglio fare polemica sulle persone, né cadere nell’errore che fanno spesso i politici, quello di giocare a sostituirsi agli addetti ai lavori. Però forse le perplessità da molti sollevate sulle competenze tra i ruoli apicali di Aeroporti di Puglia non sono un caso. Alla luce di certe decisioni, vien da dire anche stavolta a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina”.

Se potesse rivolgere un appello, a chi lo indirizzerebbe?

Sicuramente alla classe politica ed amministrativa. Un appello alla serietà ed all’assunzione di responsabilità. Compiono delle scelte a monte che sono determinanti per il futuro del settore. È fondamentale che non vanifichino tutto il lavoro svolto sin qui, ed anche quanto faticosamente ricostruito dopo la pandemia. Ci sono tanti passi avanti da fare, già non farne qualcuno indietro sarebbe una grande conquista…”.

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Attualità

C’era una volta un albero, un Principe e la Politica a Specchia

Soldi spesi male? Perché, così come proposto dal nostro gruppo, nell’ottobre 2022, non siamo stati interpellati prima di prendere una decisione definitiva? Qual è il valore che i nostri amministratori danno ai soldi di tutti i cittadini, visto che come spesso accade, si spende e si spande, impegnando le somme del bilancio comunale, con una facilità inaudita?

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

La vicenda dell’albero di Bagolaro di via Principe Orsini, muove i suoi primi passi nell’ottobre 2022.

Risale, infatti, al 25.10.2022 la Determina con la quale si dava incarico al dottor Cannoletta, agronomo forestale di lunga e comprovata esperienza, di redigere una relazione tecnica finalizzata alla valutazione della stabilità della pianta di Bagolaro e alle eventuali modalità esecutive dell’intervento di conservazione della stessa mediante la sua messa in sicurezza ed il consolidamento del muro di contenimento adiacente.

Nella determina si metteva in risalto l’importanza di evitare l’abbattimento, trattandosi di un esemplare di considerevole pregio storico e naturalistico.

Appreso di questo problema, i nostri consiglieri, con una nota presentata all’ufficio tecnico e all’assessore ai Lavori Pubblici, chiesero di assistere al sopralluogo e, soprattutto, una volta ottenuta la relazione, redatta dall’agronomo, si resero disponibili ad individuare insieme ai tecnici ed alla maggioranza una soluzione ottimale, capace di salvaguardare l’albero e l’ambiente circostante.

Lo stesso Sindaco, Anna Laura Remigi, in un suo post di novembre 2022 scriveva: “L’albero non si può neppure eradicare perché porterebbe con sé metà strada. Abbiamo trovato somme in bilancio che ci consentiranno di salvare l’albero e mettere in sicurezza l’intera zona”.

Ed in effetti, le conclusioni con le quali Cannoletta chiude la sua analisi propendono per una soluzione di tale natura.

Infatti, scrive: “Sulla base di esperienze fatte in altre situazioni analoghe, si ritiene di poter affermare, con ragionevole certezza, che non è possibile effettuare un mero intervento localizzato, salvaguardando nel contempo l’albero. A questo punto si tratta di fare una scelta tra il tagliare l’albero o intervenire con un intervento importante di consolidamento”.

La prima ipotesi non è, a parere del sottoscritto, assolutamente praticabile. Estirpare senza danni collaterali di una certa rilevanza, una pianta di Bagolaro di quelle dimensioni e in quella posizione, non è assolutamente una strada percorribile! L’intervento innescherebbe una serie di frane con esiti disastrosi.

A distanza di più di un anno, da questa dettagliata relazione, cosa scopriamo?

La decisione finale è quella di abbattere l’albero! Ricapitolando, da ottobre 2022 ad oggi, cosa è accaduto:
Ottobre 2022 viene dato incarico al dott. Cannoletta per redigere una relazione tecnica finalizzata alla valutazione della stabilità della pianta di Bagolaro. Costo € 2.000,oo
Dicembre 2022, viene dato incarico per la caratterizzazione geognostica del terreno con redazione di relazione geologica. Costo € 3.425,76,oo
La strada viene chiusa tramite ordinanza perché ritenuta pericolosa.
Settembre 2023 viene dato incarico per la messa in sicurezza del muro di contenimento della massicciata stradale a ridosso del bagolaro. Costo € 2.000,oo
Marzo 2024, viene indetta gara per “lavori di manutenzione straordinaria per la messa in sicurezza del muro in prossimità del bagolaro e della sottostante grotta”, in quanto (si legge nella relazione di accompagnamento alla gara presente sul portale TuttoGare del Comune di Specchia) l’abbattimento dell’albero si presenta come la soluzione più adeguata e responsabile di fronte alla priorità di salvaguardare la pubblica incolumità”.  Costo € 16.863,37.

Ci chiediamo: perché spendere tanti soldi per poi arrivare alla soluzione più semplice e scontata?

Che fine hanno fatto tutte le considerazioni sul “considerevole pregio storico e naturalistico” dell’albero e sulla salvaguardia dei luoghi?

Perché, così come proposto dal nostro gruppo, nell’ottobre 2022, non siamo stati interpellati prima di prendere una decisione definitiva?

Qual è il valore che i nostri amministratori danno ai soldi di tutti i cittadini, visto che come spesso accade, si spende e si spande, impegnando le somme del bilancio comunale, con una facilità inaudita?

Cardigliano affidato per 70 anni, mutuo da 1 ml di euro con un piano di rientro di 29 anni, eradicazione pianta di Bagolaro e modifica dello stato dei luoghi…

Lista Civica, Adesso Specchia, Biasco Francesco

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Attualità

Ma davvero i pugliesi sono i più infelici d’Europa?

Le indagini sono invece molto soggettive, e quindi discutili, quando vogliono entrare nella psicologia umana e valutare la felicità di una persona, felicità che non si può ridurre ad un dato statistico poiché è sempre personale sia per quello che uno desidera sia per i momenti della vita in cui si esprime

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ALLA FINE DEL GIORNO.  SIAMO FELICI O INFELICI?

di Hervé Cavallera

   Secondo un report ISTAT del 17 aprile scorso i lavoratori italiani sono trai più infelici d’Europa e tra gli Italiani i Pugliesi. Ciò riguarderebbe la percezione delle amicizie, l’utilizzazione del tempo libero, i rapporti familiari, la condizione economica e sociale. Un quadro certamente non esaltante e che sembra contrastare, per noi Salentini, quella che è considerata l’immagine ufficiale del “tacco d’Italia”, terra del sole, dell’ospitalità, dello svago. Si tratta quasi di squarciare il velo di autoprotezione e di scorgere una realtà ben diversa. 

    E tuttavia i dati sono da valutare con una certa cautela anche perché si entra nella dimensione intima dei soggetti e in essa l’emotività ha un ruolo notevole  e gli esseri umani sono spesso portati ad accentuare ciò che di positivo e di negativo hanno incontrato o incontrano nella propria esistenza. Dipende poi dalle diverse età della vita e dalle esperienze provate nella vicinanza del report. Immaginate un giovane intervistato a pochi giorni dal suo matrimonio con aperta davanti una luminosa speranza di vita e un giovane intervistato poco dopo la scomparsa di una persona a lui cara.

D’altra parte, secondo un discutibile report del 1923 attribuito all’ONU (Where young people are the happiest ossia Dove i giovani sono più felici) si troverebbero tra i più felici i giovani del nord Europa e in primo luogo i Lituani. Altri report giudicano la Finlandia lo Stato ove si vive meglio.

E questo sempre  tenendo conto del reddito pro capite, dell’aspettativa di vita sana, della libertà sociale. E a ciò si contrappone il fatto, attestato sempre da report, che il tasso maggiore dei suicidi avviene proprio nei Paesi Baltici  dove appunto esiste un più alto tenore di vita. E il suicidio, si capisce bene, è indubbia espressione di drammatica infelicità. Non è il denaro che assicura la felicità. 

   Insomma, non è facile tradurre in fredde classifiche, che vorrebbero essere oggettive e scientifiche, quelli che sono i sentimenti delle persone, sentimenti che variano non solo secondo le età e il successo lavorativo, ma appunto secondo lo stato d’animo del momento in cui si risponde ai quesiti dei report.

Nella percezione di sé gli elementi soggettivi si intrecciano inevitabilmente con  quelli oggettivi, sì da rendere molto dubbia la possibilità di una conoscenza oggettiva di come veramente si è. Le variabili sono tante e non codificabili.

Ad esempio, può naturalmente accadere che una persona con un reddito modesto possa  essere più sereno di un’altra con un reddito più alto ma con incombenze più pesanti. A voler poi richiamare la nostra tradizione cattolica, è pressoché difficile che nelle confessioni non si dichiarino delle colpe, degli errori, sia pur veniali. E il riconoscimento del peccato mostra come l’uomo non è mai esente dalle ombre, a meno che non si tratta di figure eccezionali di cui è riconosciuta la santità, ma anche loro hanno pur sofferto le “tentazioni”. Lo stato d’animo è fatalmente soggettivo e non può che riguardare il singolo individuo.

    Ciò non vuol dire che le classifiche, le statistiche, i “dati” siano da buttar via. Essi, quando veramente ben fatti e promossi da istituti di riconosciuti meriti scientifici, sono utili per individuare “frammenti” di vita, di aspirazioni, di stati d’animo, di aspettative; frammenti che possono servire come stimolo per venire incontro alle esigenze della comunità. 

I report sono certamente oggettivi allorché indicano dei dati come, ad esempio, stipendi, natalità, emigrazione, malattie, ecc. In questi casi dovrebbero costituire un pungolo nei confronti delle classi dirigenti politiche per migliorare in modo equo la qualità della vita dei cittadini.  

   Le indagini sono invece molto soggettive, e quindi discutili, quando vogliono entrare nella psicologia umana e valutare la felicità di una persona, felicità che non si può ridurre ad un dato statistico poiché è sempre personale sia per quello che uno desidera sia per i momenti della vita in cui si esprime. Si pensi ad un giovane che ha di fronte un futuro che è sempre, nel bene e nel male, pieno di incognite.

Nel giovane ora possono prevalere l’entusiasmo e la speranza, ora la delusione e l’incertezza.

  Ma ciò vale anche per l’anziano. Nel meriggio della propria esistenza egli può fare un bilancio di quanto accaduto e necessariamente trova gioia e dolori, vittorie e delusioni, errori e illusioni, successi e affetti.

A quali dare più peso, considerato che tutti insieme hanno costituito e costituiscono la propria vita? Vivere significa anche accettare gioie e dolori, sperando di commettere pochi errori e non gravi. 

  Ora, tornando al nostro Salento e prescindendo dai diversi problemi personali che possono riguardare le aspettative che si riscontrano nel proprio ambiente lavorativo, il quale dovrebbe essere analizzato secondo le diverse tipologie, è chiaro che in generale qualcosa non va nel mondo giovanile, e ne sono espressione oggettiva lo spopolamento e il calo demografico. La maggior parte di coloro che vanno a studiare o a lavorare fuori Terra d’Otranto non torna più. E di tale problema dovrebbe farsi carico il mondo della politica regionale e nazionale, come lo stesso mondo deve affrontare il tema della natalità che, pur connesso ad un modus vivendi che talvolta non vuole assumersi responsabilità, potrebbe essere in qualche modo modificato con agevolazioni e contributi per la nascite. 

   Importante, in ogni caso, è saper vivere insieme e  sapersi spendere per vedere crescere i propri cari, la propria terra. Questo in vario modo hanno fatto i nostri genitori, i nostri antenati e a questo compito non ci si può e non ci si deve sottrarre.   

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