Castrignano del Capo
S’accendono le notti leucane: ambulanze e polemiche

Decolla l’estate a Leuca, aumentano i turisti e prendono vita le notti.
Lo raccontano i primi due weekend di luglio in cui si sono registrati controlli delle forze dell’ordine, con la temporanea sospensione di una attività, ed alcune chiamate al 118 tipiche da movida.
Di sabato in sabato
Nella nottata appena trascorsa si è reso necessario l’intervento di un’autoambulanza nella zona portuale.
Durante la serata una ragazza si è improvvisamente sentita poco bene in un noto locale che si affaccia proprio sul porto.
Condotta in strada da amici, lontana dagli altri presenti, è stata poi raggiunta dal personale sanitario del 118 con una automedica. Non gravi le sue condizioni: si tratterebbe di una crisi respiratoria poi rientrata.
Non l’unico intervento in quel punto: già 7 giorni prima una chiamata al 118 era partita dallo stesso posto. Attimi di concitazione si erano susseguiti, sempre all’esterno dello stesso locale. Due ragazzi, un uomo ed una donna, avrebbero iniziato a discutere animatamente e si sarebbero appartati spostandosi verso la ex colonia Scarciglia, ai piedi della cascata monumentale. Notata la scena (sarebbero volati alcuni spintoni), un terzo li avrebbe raggiunti correndo ed urtando una vettura in transito. Anche qui, nulla di grave dal punto di vista sanitario, ma a margine della discussione si è reso necessario l’intervento del 118.
Era il weekend dell’inizio dei controlli ferrei sulla movida che hanno poi portato, come detto, alla chiusura temporanea di un locale della marina. Situata in un altro punto di Leuca, l’attività che poi è stata chiusa (e nel frattempo ha riaperto) era stata ritenuta, dai controllori, teatro di assembramenti. Data l’inosservanza delle misure anticovid, si era quindi proceduto a imporne un fermo temporaneo delle attività.
Movida sì/Movida no
Fatti normali in una località di mare gettonata come è Santa Maria di Leuca. Non fosse per il contesto in cui tutto, in questo 2020 che fa rima con Covid, viene catalogato. Gli episodi enarrati (ed altri di simile entità) hanno sollevato un polverone di polemiche. Un dibattito acceso tra chi sostiene la necessità di porre un freno alla spensieratezza con cui molti stanno vivendo queste settimane e chi invece ritiene che, al netto del rischio, non si possa che tornare a lavorare intensamente per superare il difficile momento economico.
Attualità
L’antico Salento svelato dal mare
Il frammento di una statua bronzea recuperato fra Leuca e Novaglie. Il ritrovamento conferma la pratica del riciclo dei metalli nel mondo antico, quando statue ed elementi decorativi bronzei venivano trasportati per essere rifusi e reimpiegati

Le acque antistanti il porto di Leuca restituiscono un prezioso tassello della storia marittima antica della Puglia.
Un significativo frammento di statua bronzea, presumibilmente appartenente a un torso maschile, è stato individuato e recuperato durante le indagini archeologiche subacquee condotte dal Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento nel tratto di costa tra Leuca e Novaglie.
L’intervento, autorizzato dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi e Lecce e regolamentato dall’ordinanza della Capitaneria di Porto di Gallipoli, rappresenta un importante risultato delle ricerche coordinate dalla professoressa Rita Auriemma, responsabile scientifica del progetto M.Ar.E.A. (PNRR) e direttrice del Gruppo di Archeologia Subacquea dell’ateneo salentino.
Le prospezioni, finalizzate all’aggiornamento del Geodatabase della Carta Archeologica Subacquea della Puglia meridionale, hanno permesso di localizzare con precisione il sito del carico di rottami bronzei già noto alla comunità scientifica dal 1992 grazie alla segnalazione di Francesco Boaria e successivamente indagato dalla Soprintendenza pugliese tra il 1994 e il 1995.
Da questo giacimento provengono i frammenti di statue, anche di proporzioni colossali, attualmente conservati nel Museo Archeologico di Brindisi insieme ai reperti del carico dei Bronzi di Punta del Serrone.
Il momento più significativo della campagna di ricerca si è verificato quando il team dell’Università del Salento ha individuato e documentato attraverso un dettagliato rilievo fotogrammetrico il frammento principale, che misura 105 x 65 centimetri.
Nonostante le incrostazioni marine che ne mascherano i dettagli, il reperto presenta caratteristiche morfologiche compatibili con la parte anteriore di un torso nudo di figura maschile, realizzato in dimensioni superiori al naturale.
L’intervento ha portato alla luce anche frammenti di piccole dimensioni, uno dei quali interpretabile come parte di un panneggio.
Il recupero del materiale archeologico è stato condotto con la massima professionalità dagli archeologi subacquei dell’Università del Salento, supportati dal prezioso contributo tecnico e logistico del I Nucleo Operativo Subacqueo della Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto in collaborazione, per gli aspetti di tutela, con la Soprintendenza, nelle persone del Soprintendente arch. Francesca Riccio e della dott.ssa Serena Strafella, allertate non appena si è rivelato indispensabile il recupero dei reperti.
Questa collaborazione consolidata garantisce da anni la sicurezza delle operazioni e fornisce un supporto indispensabile per tutte le attività di ricerca archeologica lungo le coste salentine.
La Capitaneria di Porto di Gallipoli, attraverso l’Ufficio Locale Marittimo di Leuca, ha assicurato il trasporto dei reperti dalla sede del rinvenimento alla terraferma, confermando ancora una volta l’efficace sinergia tra istituzioni universitarie e organismi di controllo del territorio marittimo.
I reperti sono attualmente sottoposti al processo di desalinizzazione presso le vasche a ricambio idrico del Laboratorio di restauro della Soprintendenza, presso il Museo del Mare antico di Nardò.
Solo al termine di questo delicato trattamento conservativo e dopo gli studi specialistici sarà possibile determinare con certezza se il frammento principale appartenga a una delle statue già note dal carico o rappresenti una nuova acquisizione per il patrimonio culturale.
La scoperta conferma l’importanza delle rotte commerciali che attraversavano il basso Adriatico in epoca antica.
Il carico di Leuca, analogamente a quello di Punta del Serrone, testimonia la pratica del riciclo dei metalli nel mondo antico, quando statue ed elementi decorativi bronzei venivano trasportati per essere rifusi e reimpiegati.
«Questo intervento», commenta la professoressa Auriemma, «conferma che la virtuosa sinergia tra le istituzioni è la chiave vincente per la ricerca e la valorizzazione del patrimonio, in particolare per un patrimonio apparentemente “invisibile” come quello subacqueo; una rete di attori coinvolti e le comunità possono farne realmente un bene comune e accessibile».
«Si tratta», dichiara la Soprintendente Francesca Riccio, «non solo di un ritrovamento notevole per le valenze culturali intrinseche dei reperti rinvenuti – ma di un ulteriore, importantissima, testimonianza della storia di questo straordinario territorio laddove la ricerca archeologica ci ha abituato a continue scoperte di un patrimonio sepolto o sommerso che, quotidianamente ci troviamo a disvelare, tutelare e valorizzare grazie, come in questo caso, all’efficace collaborazione con le istituzioni coinvolte».
Il Comandante della Capitaneria di porto di Gallipoli, Capitano di Vascello Francesco Perrotti, nel sottolineare l’importante risultato ottenuto dalle istituzioni coinvolte, ha rivolto un plauso al personale della Guardia Costiera che ha preso parte all’operazione, e in particolare agli Operatori Subacquei del 1 Nucleo Sub della Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto, coordinati dal Capitano di Corvetta Giuseppe Simeone, che hanno garantito – nello specifico – gli aspetti relativi alla salvaguardia della vita umana in mare e alla tutela dell’ecosistema sottomarino.
L’intervento si inserisce nel più ampio programma di ricerca e valorizzazione del patrimonio archeologico subacqueo promosso dall’Università del Salento, che continua a rappresentare un punto di riferimento nazionale per gli studi di archeologia marittima e per la formazione di specialisti nel settore.
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Appuntamenti
Da Riccione a Leuca in cargo bike: il grido gentile di Dade contro l’indifferenza
Un viaggio con un chiaro obiettivo: raccontare la forza, il coraggio e la resilienza delle famiglie che convivono con la disabilità infantile e le malattie rare

Un viaggio lungo l’Italia, carico di significato, speranza e impegno sociale, si concluderà lunedì 30 giugno 2025, intorno alle ore 16:00, presso la suggestiva Basilica di Santa Maria de Finibus Terrae, a Santa Maria di Leuca.
Si tratta dell’iniziativa “Dade alla ricerca del Delfino Magico”, che vede protagonisti Simone Tura e suo figlio Dade, affetto da una rara malattia genetica, in un’avventura in cargo bike partita da Riccione il 16 giugno.
L’obiettivo di questo viaggio, che tocca numerose tappe lungo la costa adriatica fino al Capo di Leuca, è quello di raccontare la forza, il coraggio e la resilienza delle famiglie che convivono con la disabilità infantile e le malattie rare. Un grido gentile contro l’indifferenza e la solitudine, per sensibilizzare la società e abbattere le barriere dell’isolamento.
Il Comune di Castrignano del Capo, guidato dal Sindaco Francesco Petracca, ha accolto l’iniziativa con entusiasmo, concedendo il patrocinio e il supporto logistico all’evento. Le parole espresse alla redazione evidenziano l’importanza del messaggio promosso dall’evento: “È nostro dovere, come amministrazione, sostenere chi si batte per dare voce a chi troppo spesso rimane inascoltato. Simone e Dade ci stanno regalando una lezione di umanità e determinazione che merita il massimo supporto”.
L’arrivo a Santa Maria di Leuca sarà dunque un momento di festa e riflessione, nel segno della solidarietà e del coinvolgimento civico. L’intera comunità è invitata ad accogliere Simone e Dade, per unirsi in un abbraccio simbolico e collettivo verso tutte le famiglie colpite da disabilità e malattie rare.
Per maggiori dettagli e per seguire il viaggio in tempo reale:
Instagram: @dadeeildelfinomagico
TikTok: @dade_e_il_delfino_magico
Facebook: Simone Tura
Castrignano del Capo
Tragedia a Leuca: muore soffocato da una fetta di prosciutto

Dramma a Santa Maria di Leuca dove un uomo di 63 anni, originario di Martano, è morto stamattina soffocato dopo aver ingerito una fetta di prosciutto appena acquistata in un supermercato del posto.
La tragedia si è consumata nel giro di pochi istanti, proprio dinanzi alla Farmacia del lungomare Cristoforo Colombo. L’uomo, in compagnia della sorella, avrebbe assaggiato il salume subito dopo averlo acquistato dal punto vendita, ed avrebbe iniziato poi immediatamente a mostrare segni di soffocamento. Le persone presenti hanno cercato di prestare aiuto, mentre venivano allertati i soccorsi.
Sul posto è intervenuto il personale del 118, ma nonostante i tentativi di rianimazione, per il malcapitato non c’è stato nulla da fare. Sul luogo anche i carabinieri, che hanno effettuato gli accertamenti di rito.

In quei concitati momenti è stato richiesto aiuto anche alla farmacia stessa, che in questi giorni rappresenta di fatto un presidio sanitario di riferimento per la marina. Leuca è infatti al momento sprovvista del servizio di guardia medica estiva, il cui avvio è in ritardo per motivi di cui parleremo, con un approfondimento dedicato, nel numero cartaceo de il Gallo in uscita questo fine settimana.
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