Cronaca
Ai domiciliari? Beccato in riva al mare
A Porto Cesareo continuano i controlli straordinari della Polizia di Stato sia in città che lungo le zone costiere

In linea con le strategie condivise in sede di Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, il Questore della Provincia di Lecce Giampietro Lionetti ha disposto un servizio straordinario di controllo del territorio con specifici servizi sia di carattere amministrativo agli esercizi pubblici, sia di contrasto a fenomeni di illegalità in genere.
Ai controlli che hanno interessato le marine neretine, ha preso parte personale appartenente al Commissariato di Polizia di Nardò, al Reparto Prevenzione Crimine Puglia Meridionale e personale della Asl di Lecce con servizio Spesal.
Il servizio si è svolto nella cittadina di Porto Cesareo e nella zona dei lidi, luoghi che suscitano grande attrattiva, soprattutto giovanile, per la movida sia pomeridiana che notturna.
Sono stati effettuati 5 posti di controllo ed al termine del servizio sono state complessivamente identificate 141 persone e controllati 54 veicoli.
Inoltre a seguito di controllo presso un noto lido, sito in via Agri, il titolare è stato invitato a presentare la licenza di somministrazione di alcolici presso il Commissariato di P.S. di Nardò e la documentazione relativa alla normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro presso gli uffici dello SPESAL, in quanto assente al momento del controllo.
Gli operatori del Reparto Prevenzione Crimine Puglia Meridionale durante l’identificazione di un gruppo di persone che stazionava nei pressi di un venditore ambulante di Porto Cesareo, notava l’evidente nervosismo di uno degli avventori che cercava di sottrarsi al controllo spostandosi dietro la rivendita ambulante.
Successivamente forniva agli agenti generalità false per poi consegnare il documento di identità da cui si evinceva la reale identità.
L’uomo un 38enne leccese risultava essere agli arresti domiciliari, pertanto veniva accompagnato presso il locale Commissariato per gli accertamenti di rito e denunciato in stato di libertà all’A.G. per i reati di evasione e falsa dichiarazione a Pubblico Ufficiale sull’identità.
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Cronaca
Santa Cesarea dopo l’ennesimo incendio
La denuncia: «Un territorio che continua a bruciare non è solo frutto del caso, della sfortuna o di una mano criminale: è il risultato di una negligenza politica costante, di scelte rimandate, di promesse mai mantenute»

Il Salento d’estate brucia e non solo per il clima torrido.
Brucia perché qualche idiota arma la sua mano e applica dei fuochi che fanno presto a diventare incendi e devastare tutto.
L’ennesimo rogo domenica scorsa ha inferto un altro duro colpo alla vegetazione o a quel che ne rimane di Santa Cesarea Terme.
La nota località turistica è uno dei luoghi più colpiti dall’escalation di fuoco che nelle ultime estati ha raggiunto livelli poco sostenibili anche per vigili del fuoco e protezione civile i cui uomini e donne sono continuamente sul campo per limitare i danni.
Accogliamo e pubblichiamo di seguito lo sfogo-denuncia del consigliere comunale di opposizione di Santa Cesarea, Emanuele Piscopo.
«Una piaga che riguarda tutto il nostro territorio e che necessita di risorse, mezzi e strategie coordinate»
«Un’eclissi lunga 15 anni: Santa Cesarea continua a bruciare tra silenzi e negligenze.
C’è chi domenica ha ammirato l’eclissi di luna e chi, come noi cittadini di Santa Cesarea, ha visto nuovamente eclissata la propria terra.
Un maxi-incendio ha devastato ancora una volta le nostre pinete e le nostre bellezze naturali, colpendo esattamente le stesse aree già intaccate negli anni scorsi e mai ripulite, mai messe in sicurezza, mai difese da chi dovrebbe tutelarle.
È inaccettabile che dopo quasi 15 anni di amministrazione Bleve non sia stato ancora avviato un vero percorso di prevenzione e di investimento in strumenti seri di contrasto al fenomeno degli incendi.
Un territorio che continua a bruciare non è solo frutto del caso, della sfortuna o di una mano criminale: è il risultato di una negligenza politica costante, di scelte rimandate, di promesse mai mantenute.
Non da meno Regione Puglia ed Ente Parco; spettatori passivi di un fenomeno che, invece, richiederebbe interventi decisi e misure straordinarie.
Gli incendi che negli ultimi mesi hanno devastato la Baia delle Orte e la Palascia di Otranto dimostrano che non sono un problema solo di Santa Cesarea: sono una piaga che riguarda tutto il nostro territorio e che necessita di risorse, mezzi e strategie coordinate. Occorre che Regione ed Ente Parco sostengano i Comuni nell’attivazione di presidi fissi di protezione civile nei territori più esposti, come già avviene altrove, finanziando l’acquisto di tecnologie innovative, dai termoscanner per individuare i focolai sul nascere, fino a droni e sistemi di sorveglianza che possano monitorare h24 le zone più a rischio.
È necessario dare seguito al progetto di riutilizzo delle acque reflue per interventi rapidi di spegnimento, rimasto nei cassetti da anni.
E ancora: perché non creare un fondo regionale di emergenza per i comuni colpiti che consenta di intervenire subito?
Perché non si ha lo stesso impegno come quello impiegato per ricevere i soliti contentini economici pre-elettorali per i lavoratori in attesa degli stipendi da mesi e flagellati dall’incapacità gestionale delle Terme SpA?
Perché non coinvolgere le associazioni locali, i volontari e il mondo agricolo in piani condivisi di prevenzione?
Continuare a ignorare queste possibilità significa condannare il Salento – non solo Santa Cesarea – a rivedere ogni estate lo stesso incubo di fiamme, fumo e devastazione.
Al danno ambientale e paesaggistico, poi, si aggiunge, come sempre, quello economico.
Diverse strutture ricettive hanno subito danni diretti dal fumo e dalle operazioni dei mezzi aerei, mentre altre hanno visto i propri ospiti abbandonare le camere, spaventati e indignati, come già accaduto negli anni passati.
Non si tratta solo di un colpo d’immagine, ma di perdite reali, di prenotazioni cancellate e di danni che qualcuno dovrà finalmente assumersi la responsabilità di risarcire. Non è più possibile che imprenditori e lavoratori del settore turistico, che costituiscono l’ossatura economica del nostro paese, vengano lasciati soli, ogni volta, a contare i danni e a ricostruire, senza che vi sia una politica seria di prevenzione e di tutela del comparto.
Il dramma dell’altro giorno non può passare come un episodio isolato né essere liquidato con i soliti comunicati di circostanza.
I cittadini di Santa Cesarea hanno il diritto di vivere sicuri nelle loro case, di non dover improvvisare difese di fortuna contro le fiamme, di non vedere ogni anno bruciare i propri sacrifici e di non sentirsi abbandonati dalle istituzioni.
È dovere di chi governa porre la sicurezza e la salvaguardia del territorio al primo posto, non ridursi a comparse che parlano solo quando le fiamme lambiscono i comuni vicini e tacciono quando il dramma riguarda Santa Cesarea.
L’eclissi di domenica scorsa è durata qualche minuto, ma quella che oscura Santa Cesarea va avanti da troppo tempo. Se Regione, Comune ed Ente Parco continueranno a voltarsi dall’altra parte, un’intera comunità rischierà di scomparire tra le ombre dell’incuria e dell’indifferenza».
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Cronaca
Racale: spari nella notte contro un’abitazione
Sette colpi di fucile contro il portone di ingresso. I carabinieri che indagano sull’accaduto propendono per un atto intimidatorio ai danni del padrone di casa un 32enne del posto. Repertati i bossoli e acquisite le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona

Come confermano i bossoli rimasti in terra sette colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro la porta d’ingresso di un edificio a Racale.
Ad essere presa di mira un’abitazione di via Pindinello in cui vivono un 32enne del posto e la sua famiglia.
Gli investigatori propendono per un atto intimidatorio.
Restano da comprendere le ragioni che hanno spinto gli ignoti a sparare contro il portone di ingresso.
Non vi sono certezze neanche sull’orario in cui si sarebbe perpetrato l’atto intimidatorio perché nell’abitazione durante la notte non c’era nessuno e il proprietario se ne accorto solo questa mattina, al ritorno dalla casa di mare.
Sull’avvenuto indagano i carabinieri della stazione locale, dipendenti dalla compagnia di Casarano che hanno già repertato i bossoli dei colpi sparati con ogni probabilità con un fucile e acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti in zona.
Gli inquirenti non escludono che gli autori dell’atto intimidatorio fossero a conoscenza dell’assenza della famiglia da casa e abbiano voluto lasciare quello che si presenta come un “avvertimento”.
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Cronaca
Fuga in auto dopo l’alt dei carabinieri: inseguito e arrestato
Inseguimento per le vie del centro di Novoli. Sia in auto che in casa l’uomo aveva dosi di cocaina pronte per lo spaccio

A Novoli, i Carabinieri del NORM della Compagnia di Campi Salentina hanno tratto in arresto un uomo per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e resistenza a Pubblico Ufficiale.
L’operazione ha avuto inizio quando la pattuglia dei carabinieri ha notato un’autovettura sospetta aggirarsi tra le vie del centro.
I militari dell’Arma, insospettiti dall’atteggiamento del conducente, hanno intimato l’alt, dando così avvio a una vicenda che si sarebbe conclusa poco dopo con l’arresto in flagranza.
Alla vista della pattuglia, però, l’uomo al volante ha scelto di premere sull’acceleratore, tentando di sfuggire al controllo.
Ne è nato un inseguimento serrato che si è consumato in pochi minuti.
Il veicolo è stato fermato e l’uomo identificato.
La successiva perquisizione personale e veicolare ha consentito di rinvenire diverse dosi di cocaina già confezionate, pronte per essere immesse sul mercato dello spaccio locale.
I carabinieri hanno esteso i controlli anche all’abitazione dell’uomo, dove sono stati scoperti ulteriori quantitativi della stessa sostanza stupefacente, per un totale di circa 15 grammi, oltre al materiale necessario al confezionamento.
L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato condotto presso la Casa Circondariale di Lecce, come disposto dal Pubblico Ministero di turno della Procura della Repubblica, che conduce le indagini.
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