Attualità
Operazione “Galatea”: ecco i nomi dei gallipolini in manette
I Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Lecce hanno eseguito, fra la notte scorsa e le prime ore della mattinata odierna, ordinanze di custodia cautelare in carcere
I Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Lecce hanno eseguito, fra la notte scorsa e le prime ore della mattinata odierna, ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Gup del Tribunale di Lecce, su richiesta della locale Procura della Repubblica (Direzione Distrettuale Antimafia) nei confronti di 5 indagati/imputati per associazione mafiosa. Si tratta dei gallipolini Pompeo Rosario Padovano, 38 anni, già in carcere per l’assassinio del fratello Salvatore; Fabio Della Ducata, detto “Fabio nano”, 44 anni; Massimiliano Scialpi, 38 anni; Giuseppe Barba, detto “Peppe u’ dannatu”, 40 anni; Cosimo Cavalera, 34 anni.
I provvedimenti scaturiscono da un’indagine condotta sul clan “Padovano” di Gallipoli, facente capo a Pompeo Rosario Padovano (Gallipoli 23.2.1972), esponente di spicco della frangia salentina della Sacra Corona Unita, succeduto al defunto fratello Salvatore, storico boss gallipolino, da lui stesso ucciso per assurgere alla leadership incontrastata del clan. È stato documentato il processo di riorganizzazione del sodalizio, sotto la guida di Pompeo Rosario Padovano, che a seguito della sua scarcerazione e dopo aver eliminato il fratello, ucciso in un agguato mafioso il 6 settembre 2008 a Gallipoli, aveva progressivamente esteso la sua influenza sull’intero circondario gallipolino, con il fine ultimo di giungere all’assoluto controllo su quel territorio delle attività illecite e non.
L’omicidio di Salvatore Padovano, alias “Nino Bomba”, ha rappresentato di fatto il preludio per Pompeo Rosario Padovano di una gestione autonoma del clan, i cui affiliati ne hanno subito riconosciuto il ruolo verticistico, con mire espansionistiche riguardo soprattutto al controllo di attività economiche ed al reinvestimento di proventi illeciti in attività di import/export e nel settore della commercializzazione di prodotti ittici. Si è accertato, inoltre, che l’associazione di stampo mafioso organizzata e diretta da Pompeo Rosario Padovano aveva continuato ad operare dal momento della sua scarcerazione, permanendo anche dopo l’arresto dello stesso Pompeo Rosario; così come si è accertato che all’interno della compagine mafiosa sono stabilmente inseriti i cosiddetti “irriducibili” Fabio Della Ducata (detto “Fabio nano”, Gallipoli 8.8.1966), Massimiliano Scialpi (Gallipoli 2.2.1972), Giuseppe Barba (detto “Peppe u’ dannatu”, Gallipoli 7.3.1970) e Cosimo Cavalera (Gallipoli 20.8.1976), questi ultimi due suoi referenti ed operativi sul territorio soprattutto nel periodo successivo all’esecuzione della custodia in carcere nei confronti dello stesso Padovano, di Fabio Della Ducata, di Carmelo Mendolia e di Giorgio Pianoforte, in quanto ritenuti responsabili dell’omicidio del boss Nino Padovano e tutti rinviati a giudizio per quel delitto e per associazione mafiosa il 29 settembre 2010 (la prima udienza del processo in Corte d’Assise è prevista per il 20 gennaio 2011) dal Gup di Lecce. Sussistendo, però, in relazione al reato di associazione mafiosa, anche gravi indizi di colpevolezza che imponevano l’adozione di misure cautelari nei confronti degli odierni imputati, desumibili dalle risultanze investigative compendiate in un’informativa del R.O.S. depositata il 31 marzo 2010, il Gup di Lecce ne ha disposto la custodia cautelare in carcere.
Sul fronte prettamente investigativo, è apparsa significativa un’affermazione di Pompeo Rosario Padovano, durante un colloquio in carcere con i familiari, sul fatto di “fidarsi” di Giuseppe Barba (che per il suo carisma criminale era in grado di tutelare la famiglia ed i suoi interessi) che ha delineato di fatto la volontà di assicurare la permanenza dell’associazione in un momento di estrema difficoltà, attesa la detenzione dello stesso Pompeo Rosario e di Giorgio Pianoforte, nonché il profondo dissidio con i familiari del defunto Salvatore Padovano che godono del sostegno di altri gruppi, in primis di quello dei “Tornese” di Monteroni.
Nel complesso, l’indagine ha confermato anche rapporti di cooperazione tra il sodalizio mafioso del basso salento ed esponenti della criminalità organizzata di altre aree del territorio nazionale (in particolare dell’area milanese), funzionali al controllo delle attività illecite e non, evidenziando come la SCU gallipolina abbia rimodulato le proprie strategie criminali, individuando anche in sicure attività imprenditoriali nuove e remunerative fonti di guadagno.
Attualità
Con le donne, per le donne a Salve: Salento in Rosa
Da oggi la mostra organizzata dall’Istituto comprensivo Salve Morciano Patù che sarà intitolato a Renata Fonte. Venerdì 5 convegno con la rettrice di UniSalento Maria Antonietta Aiello, il Commissario della Polizia di Taurisano Federica Mele, l’imprenditrice Tina De Francesco e Viviana Matrangola (figlia di Renata Fonte)
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Il convegno “Salento in rosa: Donne di Coraggio” è l’iniziativa che l’Istituto comprensivo Salve Morciano Patù organizza nell’ambito della staffetta promossa dalla rete de Il Veliero parlante “Donne coraggio”, nata per celebrare storie di donne visionarie e rivoluzionarie.
Nella Scuola Secondaria di via Rosenberg, oggi si inaugura una mostra (aperta al pubblico fino al 5 dicembre) che presenterà storie, esempi di passione civile e di sfida ai pregiudizi: un’occasione per mettere al centro le donne non solo nella giornata del 25 novembre.
Al termine della mostra, alle ore 10 di venerdì 5 dicembre, quattro figure femminili che si sono distinte nel panorama socio-culturale ed istituzionale si confronteranno e si racconteranno.
Tenacia, talento e impegno nella loro cassetta degli attrezzi, a testimoniare un duro lavoro e anche un bagaglio di esperienze da trasmettere alle nuove generazioni.
Interverranno Maria Antonietta Aiello, (Rettrice dell’Università del Salento), Federica Mele (nuovo Commissario capo di Polizia a Taurisano), l’imprenditrice Tina De Francesco (dell’azienda DFV) e Viviana Matrangola, figlia di Renata Fonte.
A quest’ultima, prima donna vittima di mafia, assassinata più di 40 anni fa per aver difeso quel meraviglioso lembo di costa che grazie a lei oggi è il Parco Regionale di Porto Selvaggio, sarà denominato l’Istituto comprensivo Salve, Morciano Patù.
La conferma arriva dal dirigente scolastico Gianni Sergi: «Intitoleremo la scuola ad una donna salentina che ha pagato col sangue l’amore per la propria terra. La nostra scuola continuerà nel solco del suo esempio a educare al rispetto delle persone, dell’ambiente e della legalità».
Per le nuove generazioni che si affacciano in un mondo sempre più complesso, il convegno, la mostra, il confronto con donne che ce l’hanno fatta possono rappresentare un modello, un faro puntato sui diritti necessari e non negoziabili, che la scuola vuol tenere sempre acceso.
Come sottolinea il Dirigente, «oggi la scuola non può e non deve rimanere neutrale di fronte a queste tematiche. Il nostro Istituto è impegnato quotidianamente non solo nell’istruzione ma anche nell’educazione dei suoi allievi alla cittadinanza attiva, al rispetto e al riconoscimento del valore inestimabile del contributo femminile in ogni ambito della società. Il coraggio di cui parliamo è la forza quotidiana di resistere, di studiare, di lavorare e di credere nei propri sogni».
Attualità
Aldo, Giovanni e Giacomo hanno un messaggio per Tricase
Un simpatico video destinato a Tricase da parte del mitico trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo.
Il messaggio, indirizzato ai tricasini in vista del film Attitudini, in uscita al cinema, è stato recapitato al sindaco De Donno dalla regista della pellicola, Sophie Chiarello, passaporto francese, corsanese d’origine.
Ecco il video in cui il trio ironizza sul nome di Tricase e confida di essere…”culo e camicia” col primo cittadino.
Appuntamenti
Ambulatorio Solidale a Casarano
Intitolato a “Titti Martina” con un nuovo servizio di ecodiagnostica per le persone in difficoltà. Inaugurazione giovedì 4 dicembre alle 16 in via Padre Bonaventura De Monte
La Comunità Ecclesiale di Casarano si arricchisce di un nuovo e importante servizio dedicato ai più fragili.
Giovedì 4 dicembre, alle ore 16, sarà inaugurato l’Ambulatorio Solidale “Titti Martina”, dotato di un servizio di ecodiagnostica avanzata e destinato alle persone che vivono condizioni di povertà sanitaria.
Questa opera si affianca al Centro di Ascolto e all’Emporio della Solidarietà che le parrocchie hanno ormai avviato da alcuni anni.
Alla cerimonia interverranno il Vescovo Fernando, che benedirà e aprirà ufficialmente la nuova struttura, e il direttore della Caritas Diocesana don Giuseppe Venneri insieme ai sacerdoti e diaconi della città, alle autorità civili e militari, i volontari del centro e i cittadini.
L’iniziativa nasce dalla sinergia tra Caritas Diocesana di Nardò-Gallipoli, Caritas Italiana, ForLife Onlus e Lions Club, con il sostegno dei fondi dell’8xMille alla Chiesa Cattolica e la collaborazione della Regione Puglia e dell’ASL Lecce.
Un nuovo strumento contro la povertà sanitaria L’ambulatorio “Titti Martina” è il primo di due ambulatori solidali che la Diocesi di Nardò-Gallipoli sta attivando per rispondere all’aumento delle situazioni di fragilità economica aggravate da problemi di salute.
La struttura è dotata di un ecocolordoppler multidisciplinare per l’ecodiagnostica di secondo livello e di un elettrocardiografo, strumenti fondamentali per garantire esami diagnostici a chi non può sostenerne i costi.
L’ambulatorio sarà intitolato a Titti Martina, volontaria di ForLife Onlus, prematuramente scomparsa e sempre impegnata nella tutela dei minori, nell’accoglienza e nel sostegno agli ultimi.
SECONDO AMBULATORIO A BONCORE
Tra poche settimane sarà operativo anche il secondo ambulatorio solidale, situato a Boncore (frazione di Nardò), realizzato con i fondi dell’8xMille e grazie al Progetto “Povertà e Salute” di Caritas Italiana, con il contributo di Banca Intesa.
Questa seconda struttura sarà predisposta anche per l’attivazione di un gabinetto odontoiatrico, già in fase di organizzazione.
RETE TERRITORIALE AL SERVIZIO DEI PIÙ FRAGILI
Entrambi gli ambulatori serviranno l’intero territorio della Diocesi, operando in stretta collaborazione con i Centri d’Ascolto Caritas e con le istituzioni pubbliche, per intercettare e accompagnare in modo efficace le persone che vivono situazioni di disagio sanitario ed economico.
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