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News & Salento

Taurisano: in un vecchio sottoscala un granaio di valori… ed opportunità

Nel restauro della casa natale del filosofo Giulio Cesare Vanini (via Roma, Taurisano), ad esempio, si è dovuto ricavare il bagnetto “accessibile” da un ampio

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Nel restauro della casa natale del filosofo Giulio Cesare Vanini (via Roma, Taurisano), ad esempio, si è dovuto ricavare il bagnetto “accessibile” da un ampio sottoscala, originariamente usato come granaio, comunicante tramite una botola con il pianerottolo posto tra le due rampe di scale che conducono al piano superiore. Incaricato della direzione lavori di quell’intervento, mi chiesi, già al primo sopralluogo, se si poteva completare l’intervento di restauro senza che di quel granaio rimanesse traccia. “Ingegnè, non cominciamo a farci di questi problemi, che se no i lavori non li finiamo nei termini previsti!”, chiosarono unanimi le maestranze coinvolte! Che amarezza: un segno della storia, una testimonianza di come venivano usati un tempo gli spazi domestici, una traccia tangibile di costumi ed usanze del passato, qualcosa che potrebbe essere oggetto di studio da parte di artisti, architetti, storici, sociologi… e che potrebbe persino, opportunamente valorizzata, costituire un’attrazione turistica, considerata “un problema”, un intralcio ai lavori! “Ingegnè: sarà un casino portarla a nuovo! Non ne vale la pena! Lascia perdere, mattoniamola e via!”. Non era prevista una voce di capitolato per il “restauro” di quella botola; ed il suo portello si presentava piuttosto malconcio: costruito artigianalmente qualche secolo fa in legno d’ulivo, incardinato su di un telaio che presentava uno dei quattro lati completamente degradato; i chiodi a sezione quadrata e le cerniere a fimmineddha in ferro battuto arrugginiti, la serratura lignea, bloccata. Che amarezza quando, tornato sul cantiere un giorno, trovai il pianerottolo completamente mattonato! “Vabbè, ingegnè, non ti preoccupare che tanto si può fare ancora! Al limite il portello restaurato lo appendiamo al muro là vicino a mo’ di quadro con una targhetta sotto!”. Non insistetti, ma sapevo, ne ero certo, che quella botola sarebbe tornata, presto o tardi, al suo posto! Se anche solo una persona comprende il valore di qualcosa, quella persona, chiunque essa sia (… potrebbe anche essere chi legge!), ha il dovere di fare il possibile per preservare quel valore! Insistendo caparbiamente ho trovato il modo (e i soldi) per far restaurare il portello; poi, dopo quattro anni di telefonate, di accordi disattesi e rinnovati, finalmente mi ritrovo lì, su quel pianerottolo, assieme ad un artigiano, a scalpellare quel marmo sul pavimento che era divenuto la tomba di una memoria. “Ingegnè: ma siamo sicuri di voler aprire una buca proprio qui?”. Non stiamo “aprendo una buca”, stiamo riportando in vita qualcosa che sotto questo marmo era stato sepolto! “Ma chi te la fa fare, ingegnè: a stare qui in mezzo alla polvere… e, per giunta, gratis!”. Presto avrò anch’io il mio lauto compenso: a lavori ultimati porterò qui le mie bambine e farò vedere loro questa benedetta botola; spiegherò loro a cosa serviva, come veniva usata e come fu costruita. Spiegherò loro che un tempo prima di infiggere un chiodo, quel chiodo bisognava costruirselo martellando sull’incudine un tozzo di ferro arroventato alla fucina. Spiegherò loro che i nostri antenati facevano i loro bisogni al freddo nel giardino e conservavano il grano nel punto meno umido della casa, in una sorta di serbatoio intonacato a braccia con la conza – malta di tufina e calce prodotta cocendo pietre nella carcara (fornace) – serbatoio ricavato in un sottoscala, lontano dalle pareti perimetrali spesso inumidite dalla condensa… E dirò loro anche che qualche giovane intelligente, invece di fare il disoccupato o l’emigrante, potrebbe raccontare queste cose per mestiere, creando ricchezza in questo nostro meraviglioso Villaggio Turistico Permanente che è il Salento! Le mie bimbe mediteranno e, crescendo, forse un giorno capiranno che la ricchezza, quella vera, sta nel saperla riconoscere e custodirla; capiranno il valore del conservare ciò che, con dignità, rievoca pezzi di civiltà remote; il valore che, a dispetto di quanto sia costato rimetterle insieme, hanno “quattro tavole di legno marcio” messe lì a costituire la botola di un vecchio granaio, un granaio che non potrà mai più conservare grano, ma che (finché lo lasceremo!) rimarrà ostinatamente lì a conservare valori… ed opportunità!


Antonio Santoro

Appuntamenti

Passeggiata tra la cartapesta e le chiese di Galatina. Oggi

E sarà a questa Galatina che apriremo le porte sabato pomeriggio per una passeggiata gratuita tra i tesori della nostra cartapesta

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Galatina è una città d’arte a tutto tondo. Molte sue chiese custodiscono, come scrigni, opere in cartapesta dei maggiori maestri leccesi dalla fine del settecento ai giorni nostri.
E sarà a questa Galatina che apriremo le porte sabato pomeriggio, a partire dalle 17,30, per circa un’ora di passeggiata gratuita tra i tesori della nostra cartapesta.
La “Passeggiata tra la Cartapesta di Galatina” è una delle prime iniziative pubbliche di “Incartheart”, progetto finanziato dal bando Luoghi Comuni della Regione Puglia, assessorato alle Politiche Giovanili, in coprogettazione con il Comune di Galatina.
Il progetto, oltre alla gestione dell’immobile di corso Porta Luce (ex casa museo del tarantismo), prevede anche attività laboratoriali e culturali di promozione e diffusione dell’arte cartapestaria sul territorio.
E l’iniziativa di sabato 27 rientra proprio in quest’ottica.
Appuntamento, come detto, alle 17,30, presso la sede del progetto per poi visitare le opere che si trovano nella Chiesa di San Luigi, nel Santuario della Madonna della Luce e nella Chiesa di Santa Maria della Grazia (collegio), il tutto per un’ora di immersione nella cartapesta galatinese.
Partecipazione gratuita ma prenotazione obbligatoria al numero 3388126831 (anche whatsapp) oppure messaggio in privato su Instagram o Facebook sulle pagine del progetto.
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Attualità

”FRIENDS 4 AUT”, parte il progetto del centro servizi per l’autismo

Con la realizzazione di percorsi di assistenza alla socializzazione in favore di soggetti di età fino ai 21 anni con disturbi dello spettro autistico, residenti nei 14 Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo…

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E’ partito il progetto: ”FRIENDS 4 AUT” promosso dall’Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo e finanziato dall’assessorato al Welfare della Regione Puglia, in collaborazione  con “GLI AMICI DI NICO” -Centro servizi per l’autismo.
Il tutto si mescola delicatamente con la realizzazione di percorsi di assistenza alla socializzazione in favore di soggetti di età fino ai 21 anni con disturbi dello spettro autistico, residenti nei 14 Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo.
In ultimo, l’ingrediente più prezioso, capace di rendere tutto unico e indimenticabile: i bambini ed i ragazzi coinvolti nel progetto, che verranno coadiuvati e supportati da bambini e ragazzi normodotati in un’ottica di integrazione. Senza definizioni, senza diagnosi, senza barriere né etichette, i partecipanti vivranno più giornate loro dedicate all’insegna del divertimento, della sperimentazione, della scoperta, ma soprattutto della vera inclusione.
Tali eventi, programmati, per il momento, nei comuni di Tricase, Ugento e Castrignano del Capo, accoglieranno diversi tipi di laboratori (piantumazione di piante da fiore, ortoterapia, pittura con tempere e acquerelli, sport all’aperto, musicoterapia), ma anche momenti di convivialità con ricchi e gustosi buffet di rinforzo ai quali parteciperanno altresì associazioni del territorio e famiglie.
Obiettivo generale del progetto è valorizzare l’autonomia, le abilità sociali, la capacità di autodeterminazione e promuovere lo scambio di competenze e valore reciproco. È importante sottolineare che ogni bambino è un individuo unico, con le proprie preferenze e stili di comunicazione.
Quindi, sarà fondamentale adattare le strategie di comunicazione alle esigenze specifiche di ognuno. Osservare attentamente il bambino, imparare a conoscerne i segnali non verbali e adattarsi alle sue preferenze per favorire una comunicazione più efficace e significativa.
Ma il sapore più intenso che lascerà questa esperienza è senza dubbio la condivisione, con un retrogusto di gentilezza.
Sì, perché i ragazzi che partecipano al progetto donano più di quanto ricevono. Ancora una volta queste pagine di vita danno a tutti noi la possibilità di comprendere quanto la diversità ci possa arricchire, quanto ancora possiamo e dobbiamo imparare da chi riesce a rendere un punto debole, un chiaro punto di forza!
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Attualità

Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare

Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»

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È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.

Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.

L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.

La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.

Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».

Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.

Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.

Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.

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