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Rapporto banche-imprese: la parola agli imprenditori

In gravi periodi di recessione come quello che stiamo vivendo, la vita dei cittadini è messa a dura a prova. “Tirare avanti è difficile”, “bisogna stringere la cinghia” e frasi

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In gravi periodi di recessione come quello che stiamo vivendo, la vita dei cittadini è messa a dura a prova. “Tirare avanti è difficile”, “bisogna stringere la cinghia” e frasi fatte come queste se ne sentono a bizzeffe. Ma se il comune lavoratore incontra ostacoli terribili di fronte a sé non riuscendo ad “arrivare alla fine del mese”, figuriamoci il disoccupato, che spesso non può che aggrapparsi al comune, triste ma veritiero detto popolare “non c’è proprio lavoro”. E le piccole e medie imprese non se la passano certo meglio. Queste, che in Italia sono il motore dell’economia, frutto di una tradizione di lavoro e sacrifici, vedono gli effetti di una crisi che sembra veramente insuperabile. Sui giornali, in tv e sui rotocalchi di economia spopolano le testimonianze di piccoli imprenditori a cui le banche hanno tagliato i prestiti, costringendoli addirittura a investire buona parte del proprio patrimonio familiare (pena l’inevitabile chiusura). Il calo dei consumi e delle entrate genera una diminuzione del fatturato interno, che porta le banche a ridurre o eliminare il prestito di denaro liquido verso le aziende. Sulla questione, noi de “il Gallo” proponiamo un’intervista doppia, in risposta alle banche locali che erano intervenute sullo scorso numero del nostro periodico. Protagonisti due imprenditori locali emergenti, che con parsimonia portano avanti le proprie aziende: Domenico Scordari, patron di “Natural is better” di Martano, azienda che si occupa di produzione di soluzioni naturali e bio per la bellezza ed il benessere, ed Antonio Bruno, coimprenditore di un’attività per l’energia rinnovabile ed il fotovoltaico.


Quanto può essere comodo affidarsi a una Banca del territorio piuttosto che a una che ha sede fuori regione, in termini di interessamento e considerazione da parte della Banca verso l’impresa?


Scordari: “Purtroppo temo di dover dire che da noi la figura della Banca non abbia mai avuto un’eccellente considerazione o attenzione alle reali esigenze dell’impresa, in particolar modo nei confronti delle imprese giovani o fatte da giovani. E’ a mio avviso una grande lacuna che certamente non incentiva né incoraggia i giovani e le imprese a sviluppare nuovi progetti. Per esperienza personale, quando le aziende o le idee hanno ottenuto risultati visibili, è sempre stato grazie alla caparbietà ed alla determinazione dell’azienda e sicuramente molto meno per merito della Banca con cui quell’azienda collabora. Al di là quindi della territorialità o meno della Banca”.


Bruno: “Le Banche locali conoscono il territorio, sicuramente sono più attente alle necessità delle aziende del luogo, ma sono meno strutturate rispetto ai grandi gruppi nazionali. Comunque alla base di tutto per ogni forma di finanziamento c’è sempre la positiva capacità finanziaria dell’imprenditore, senza distinzione alcuna tra Banche locali e non, perchè le Banche oggi non partecipano più al rischio d’impresa come poteva essere una volta…”.


Il rapporto Banche-imprenditoria è più che mai incrinato in questo periodo di crisi. Quali sono i principali problemi?


Scordari: “La maschera viene giù proprio nel momento della verità. Da sempre la Banca pubblicizza la sua vicinanza alle aziende, in realtà appena si presenta un momento difficile come quello che stiamo attraversando, essa prende ancor più le distanze dalle esigenze delle aziende. Tutti sono bravi e capaci di dare affidamenti ad aziende sane, robuste e salde economicamente ed in periodi di crescita economica. Bisogna sostenere invece le aziende soprattutto quando la situazione diventa incerta. Le Banche negli ultimi anni hanno avuto un atteggiamento molto duro e di grande sfiducia nei confronti delle aziende, e questo credo sia il primo dei motivi per cui i rapporti tra Banca ed azienda sono fortemente incrinati”.


Bruno: “Il rapporto tra imprenditori e Banche non è incrinato ma oggi c’è più attenzione al rispetto delle regole, è venuta meno quell’elasticità da parte degli Istituti di credito che impone agli imprenditori l’osservanza puntuale delle scadenze e dei limiti delle linee di credito. In questo periodo economico questo comportamento crea forti disagi perchè ci dovrebbe essere più tolleranza, cosa che non avviene”.


Si parla di problemi di liquidità: a cosa sono dovuti e come reagirete voi imprenditori?


Scordari: “E’ difficile dire in poche parole a cosa sia dovuto questo periodo di crisi e di chi sia la colpa. E’ chiaro che siamo di fronte ad un momento di ridimensionamento dei mercati ed il miglior modo di reagire è quello di non perdere la calma e la fiducia, e nel frattempo cercare di dare molta attenzione a come vengono utilizzate le risorse economiche dell’azienda. Forse l’unico aspetto positivo di tutto questo é la maggiore oculatezza con cui si fanno le scelte economiche (sic!, Ndc)”.


Bruno: “La liquidità? Bel problema, tutto nasce dal fatto che sono le Banche a non avere liquidità, quindi tutto si riflette sugli imprenditori: le aziende mai come in questo periodo sono in affanno, perchè da una parte le Banche hanno limitato le linee di credito, dall’altra, per quanto si cerchi di ottimizzare i costi, i ricavi e soprattutto i guadagni diminuiscono sempre di più, perchè la gente comune, che è il traino dell’economia, sta perdendo sempre di più il suo potere di acquisto e comunque spende sempre meno. E’ nel panico, generato a onor del vero anche dai nostri bravi mass media che ogni giorno ricordano inesorabilmente tasse, aumenti, indici; senza tralasciare lo spread, che nonostante la gente non sappia neanche cosa sia, blocca inesorabilmente gli acquirenti…”.


Che 2012 si aspettano le imprese dal punto di vista economico?

Scordari chiude con un invito: “Sicuramente sarà un anno difficile, ritengo però importante ribadire che proprio in virtù dell’incertezza di questo periodo, è fondamentale mantenere la calma e fare scelte mirate. Del resto noi imprenditori salentini siamo abituati a combattere contro le avversità da sempre, quindi niente paura”.


Meno fiducioso appare Bruno: “Sicuramente dal 2012 non mi aspetto nulla di buono. La speranza degli imprenditori è di riuscire a rimanere in piedi, in questo periodo di transizione, perchè chi sopravviverà a questa crisi potrà ritenersi o fortunato o veramente bravo”.


Antonio Catamo di Dolci Fantasie (San Cassiano e Tricase) e Caffè Alvino (Lecce) non ha dubbi: “Un po’ di elasticità in più da parte delle Banche ci consentirebbe un margine di recupero maggiore”. E invece? “Invece non esiste più quel rapporto diretto tra consulente finanziario, direttore di Banca e imprenditore basato sulla fiducia reciproca e sul feedback di chi si rivolge all’Istituto di credito. Anche perché chi nella Banca ha facoltà di decidere, di solito non conosce direttamente l’interlocutore”. Altro nodo cruciale è la difficoltà di recuperare i crediti: “Quando ti va bene, recuperi il dovuto in 90-120 giorni, e non raramente perdi del tutto quanto ti tocca. Le scadenze però non ti aspettano e tutto va a cartequarantotto…”. Soprattutto nello specifico dell’attività di Catamo in questo periodo non proprio favorevole: “Con grande dispiacere ho dovuto licenziare una decina di dipendenti, ma davvero non avevo scelta. Con la promessa però di riassumerli non appena il nostro lavoro, che vive anche di stagioni, riprenderà quota”.


Stefano Verri


La parola ad altri imprenditori


Antonio Belfiore (Colorificio Belfiore di Salve) non ha peli sulla lingua: “Le Banche? Nel momento del bisogno si tirano indietro. Prendete un’azienda come la mia: per 30 anni mai un protesto, mai un problema; ed ora che servirebbe una piccola spinta, invece di aumentarmi il fido me lo abbassano di 100mila euro! La verità è che le Banche sono venute dal nord non per investire ma per prendere soldi”. Belfiore è un’azienda rinomata, esporta in numerosi Paesi esteri e dà molto alla ricerca. Eppure oggi è in difficoltà. “Anche perché è aumentata a dismisura la difficoltà di recuperare i crediti. Per molti c’è l’effettivo problema di pagare, ma in tanti ci marciano e sono molti, troppi, i crediti che diventano inesigibili”. E chi paga quanto ci mette in media? “Dai 120 ai 180 giorni”. E’ chiaro come in queste condizioni non sia facile andare avanti ed aspettarsi granché da questo 2012. “Finora ho resistito e sono riuscito a non licenziare nessuno”, spiega Belfiore, “ma non so se riuscirò ancora a resistere. Spesso mi sento abbandonato anche dalle istituzioni: pensate che dopo 16 anni la mia azienda deve attingere energia elettrica ancora dai gruppi elettrogeni. Non sono stati capaci neanche di farmi arrivare l’energia elettrica. Questo è il sud, signori…”.


Anche secondo Luigi Martella della LW Energi e Martella Petroli (Tricase) “le Banche hanno stretto i cordoni. E pur se nella mia attività un po’ di liquidità ancora circola, il momento resta nero. Il problema vero è che nessuno nelle agenzie locali delle Banche a cui ci rivolgiamo ha potere decisionale. Decidono nelle loro belle sedi del nord e noi siamo solo dei numeri. Stabiliscono un rating basato sul fatturato e si attengono scrupolosamente a quello, senza più considerare investimenti, capitale e affidabilità del richiedente”. Altra nota dolente il recupero dei crediti: “La media per recuperare il dovuto è forse inferiore rispetto ad altri settori e non supera i 90 giorni. Ma si tenga presente che io devo sempre pagare in contanti…”.


Cosimo Gabellone della Edilservice Costruzioni (Nardò) pone innanzitutto l’accento sul periodo difficile che stiamo vivendo: “Da tre mesi siamo praticamente fermi ed alcuni soci-lavoratori della nostra azienda restano a casa!”. E le Banche? “Ci hanno tagliato i viveri! Per loro siamo diventati dei numeri e ci trattano senza alcun rispetto”. A tal proposito Gabellone ci racconta un aneddoto: “In tanti anni di attività e con il giro di soldi che si può immaginare, non ho mai avuto problemi con la mia Banca, onorando sempre i miei debiti nei tempi dovuti. Qualche anno fa ne sono diventato perfino “socio” acquistandone delle azioni. E sapete cos’hanno avuto il coraggio di fare? Mi hanno chiamato con urgenza per rientrare subito da 200 euro di scoperto! Trattato neanche fossi l’ultimo dei criminali!”. Ed a peggiorare il tutto si mette anche la difficoltà ad eliminare le sofferenze dei crediti non incassati o incassati con notevole ritardo: “Molti soldi li abbiamo persi; chi paga lo fa con una media di 150-180 giorni”. E il 2012? “Lo vedo nero, più della notte…”.


Per fortuna c’è anche qualche voce (quasi) fuori dal coro. E’ quella di Maurizio Cretì della Cretì Costruzioni di Santa Cesarea Terme: “Sinceramente fino ad oggi la mia azienda non ha incontrato grandissime difficoltà e tuttora abbiamo in corso una pratica con un grosso Istituto di credito”. Non si nasconde però dietro un dito: “So che molti amici sono in sofferenza e non hanno avuto molta fortuna con le Banche, trovando o le porte chiuse o tassi molto alti. Purtroppo dopo Basilea guardano solo il rating senza considerare altro. E questo anche perché la tipologia delle aziende nel frattempo è cambiata e se prima per la maggior parte erano ditte individuali, oggi sono tutte Srl. Ovviamente le Banche vogliono evitare fregature. D’altra parte, però, va anche detto che gli Istituti di credito hanno quasi sempre considerato il sud ed il Salento in particolare come luoghi di mera raccolta senza impegnarsi ad investire seriamente sul territorio”. Sui crediti Cretì dice che “con la nostra azienda spaziamo da chi paga subito a chi ci fa aspettare 150 giorni e più”. E infine, sul 2012: “Le prospettive lascerebbero prevedere più spine che rose. Speriamo almeno di sopravvivere…”.


Giuseppe Cerfeda


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La 4a edizione di Babele – Festival Multidisciplinare d’Emergenza

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Il grande teatro approda a Gallipoli.

Babilonia Teatri, Teatro Koreja e Michele Sinisi.

Sono questi i protagonisti della quarta edizione di Babele – Festival Multidisciplinare d’Emergenza, manifestazione organizzata da ZeroMeccanico Teatro dal 20 settembre al 13 ottobre prossimi.

Tre momenti teatrali, il 21 e 28 settembre e il 13 ottobre, di straordinario rilievo quelli ospitati dal Raffo Parco Gondarall’interno di un appuntamento ormai fisso che offre anche esperienze di comunità, poster art, laboratori interattivi sotto la direzione artistica di Ottavia Perrone e Francesco Cortese.

• Il 21 settembre il sipario si apre alle 20.30 su Essere o non Essere, spettacolo di Teatro Koreja realizzato in collaborazione con Babilonia Teatri.

Le parole disegnano il mondo, le parole il mondo possono cambiarlo.

Lo spettacolo racconta quattro piccole, semplici storie di ragazzi e ragazze che diventano esempi potenti ed emblemi delle infinite possibilità che ognuno contiene. 

Racconti che fanno riflettere, commuovere e arrabbiare, capaci di esprimere con parole ed immagini quanto sia necessario ascoltare e rispettare l’indole, il carattere, la sensibilità e l’unicità di ognuno. 

Quattro enormi pance che aspettano un bambino gioiscono, litigano, si emozionano. 

La serata rientra in “Parola alle ragazze e ai ragazzi”, progetto di ZeroMeccanico Teatro promosso dal Consiglio Regionale della Puglia nell’ambito dell’Avviso “Futura. La Puglia per la Parità”.

• Il 28 settembre il Raffo Parco Gondar, sipario ore 20.30, ospita La simpatia di tutte le cose, di e con Michele Sinisi, drammaturgo, regista e attore prolifico e poliedrico, Premio Ubu della Critica 2016.

Tutto parte dal ricordo di una lezione di scienze in cui la prof parla in classe della qualità dei liquidi di stare assieme: la simpatia. Alla lezione di scienze si alternano aneddoti di vita vissuta, forme immaginate nello spazio scenico e pian piano la simpatia si alleggerisce di ogni pretesa dottrinale. 

Il parossismo del dovere e del compito lascia spazio a un dialogo che verticalizza ogni istante. La classe percepisce l’occasione di un’esperienza che apre ad una visione nuova. 

• Terzo e atteso appuntamento con il teatro di Babele 2024 è Foresto, spettacolo di Babilonia Teatro, in cartellone il 13 ottobre prossimo sempre alle 20.30.

Tratto da “La notte poco prima delle foreste” di Bernard-Marie Koltès, Foresto porta in scena un incontro tra lingue. Tra francese, italiano e dialetto. Tra lingua scritta e orale. Tra Lis e musica elettronica. Un attore, un performer della Lingua italiana dei segni e un musicista danno vita a una creazione ibrida dove le differenze convivono. 

Due voci per un monologo, che si contrappongono, si incontrano e si moltiplicano sino a farsi voce sola.

Babilonia Teatri è una formazione entrata con passo deciso nel panorama teatrale contemporaneo. I fondatori del gruppo, Enrico Castellani e Valeria Raimondi, compongono drammaturgie dall’incedere unico sulle contraddizioni dell’oggi, mostrando i nervi scoperti del nostro tempo.

Info e prenotazioni spettacoli: 3483819266 – 3400801820 – zeromeccanicoteatro@gmail.com

 

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Cronaca

Si apre voragine nel manto stradale: tre auto incidentate

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Choc nella serata di ieri a Galatone per il cedimento di un tratto di manto stradale.

In una zona interessata da lavori in corso, in via Savoia, all’altezza del Cimitero, nel manto stradale si è aperta una voragine a causa del maltempo.

Tre le vetture in transito coinvolte dal cedimento. I mezzi ed i loro occupanti sono stati recuperati, fortunatamente senza gravi conseguenze.

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Commissione europea, Fitto vicepresidente esecutivo

L?anuncio di Ursula von der Leyen: «Raffaele Fitto sarà responsabile per la politica di coesione, lo sviluppo regionale e le città»

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Dopo le polemiche che hanno contrassegnato i giorni immediatamente antecedenti la nomina, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha presentato la sua nuova squadra nelle cui fila c’è anche il “nostro” Raffaele Fitto.

Sono sei le vicepresidenze esecutive proposte.

Oltre che la ministro salentino, gli altri ruoli apicali spetteranno alla spagnola Teresa Ribera, alla finlandese Henna Virkkunen, al francese Stéphane Séjourné, alla estone Kaja Kallas e alla romena Roxana Minzatu.

La Presidente von der Leyen ha così spiegato il ruolo dell’italiano Fitto: «Raffaele Fitto sarà responsabile per la politica di coesione, lo sviluppo regionale e le città. Porterà la sua grande esperienza per modernizzare e rafforzare gli investimenti per la coesione e le politiche di crescita».

«L’Italia è un Paese molto importante e ciò si deve riflettere anche nella scelta. Il Pe ha 14 vicepresidenti, due sono di Ecr. Ne ho tratto le conseguenze per la composizione della Commissione», ha aggiunto von der Leyen che, sulle reazioni degli altri gruppi ha replicato: «Dovete chiedere a loro».

Fitto gestirà i fondi dei Pnrr insieme a Valdis Dombrovskis. È l’indicazione contenuta nella lettera di missione inviata da Ursula von der Leyen al commissario italiano designato vicepresidente esecutivo.
«Realizzare le riforme e gli investimenti concordati stabiliti nei Pnrr dei Paesi Ue entro la scadenza del 2026 sarà una sfida significativa e richiederà sforzi costanti da parte di tutti i Paesi e della Commissione. Vorrei che tu guidassi questo lavoro», gli ha scritto la presidente, «insieme al commissario per l’Economia e la produttività, e ti concentrassi sull’implementazione completa e di successo di NextGenerationEU».

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