Connect with us

Attualità

Dacci oggi il nostro “Pacco” quotidiano

Don Lucio Ciardo, responsabile regionale del Banco delle Opere di Carità: “Sosteniamo 50 mila persone in difficoltà. E stiamo pensando, con le parrocchie di Tricase, ad una mensa per i poveri”

Pubblicato

il

di Giuseppe Cerfeda


Pacchi gettati in campagna, don Lucio lo ha promesso: "Non accadrà più!"


L’occasione di parlare del Banco delle Opere di Carità c’e l’ha data una situazione non certo piacevole ma sicuramente rimediabile o che quantomeno può servire da lezione perché determinati atteggiamenti non abbiano più a ripetersi. Segnalazioni corredate da foto sono giunte da parte dei nostri lettori in merito a pacchi di aiuti CEE con la scritta “Prodotti non commerciabili” gettati sul ciglio della tangenziale di Tricase (strada nota come “Cosimina”) e nelle campagne delle cosiddette “Cinque Vie” di Tiggiano. Della questione ne abbiamo parlato con don Lucio Ciardo, responsabile regionale del Banco delle Opere di Carità (oltre che parroco di Tiggiano), al quale abbiamo anche mostrato le foto che documentano la malefatta: “Mi pare di capire”, ha subito commentato don Lucio, “che trattasi di pacchi di riso liofilizzato (della Findus), alimento non molto gradito alle nostre latitudini nonostante. Ovviamente questo non giustifica chi si è reso protagonista di questo spreco. Anche perché si tratta comunque di prodotti genuini. Come del resto tutti quelli da noi distribuiti che giusto per chiarire non sono certo prodotti scaduti o scartati per qualsivoglia motivo. Comunque ne parleremo e faremo in modo che la cosa non si ripeta più anche perché alle spalle di quei pacchi malamente gettati via c’è il lavoro di tante persone ed il gesto di chi si è privato di qualcosa per aiutare gli altri”.


Don Lucio Ciardo


A don Lucio abbiamo chiesto come funziona il tutto. “Come Banco delle Opere di Carità svolgiamo il servizio di recupero e distribuzione degli alimenti. La maggior parte di questi arrivano dalla AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) e sono aiuti della Comunità europea per gli indigenti”. Chi è che si occupa della distribuzione dei generi alimentari? “Mensilmente vengono da noi gli Enti caritativi, (le Caritas parrocchiali, le Associazioni, le Vincenziane, alcune cooperative sociali, ecc.) che distribuiscono anche settimanalmente. Per quanto mi riguarda, a Tiggiano, distribuisco direttamente alle famiglie in parrocchia il sabato mattina. E, nel nostro piccolo, abbiamo fatto la scelta di aiutare le famiglia giovani alle prese con la carenza di lavoro e col precariato: una scelta di fondo a mio avviso appropriata. Ma anche i pensionati con un reddito minimo hanno bisogno del nostro aiuto”.


L’organizzazione che fa capo a Don Lucio, cura l’area che copre la provincia di Lecce e parte di quella di Brindisi e, come lo stesso parroco, dice “sosteniamo quasi 50 mila persone in un momento così particolare, con tante famiglie che hanno bisogno d’aiuto”. Chi vi segnala le famiglie in difficoltà? “Soprattutto le Parrocchie ed i Comuni. Fino a qualche tempo fa, anche per un pizzico di orgoglio, il famoso pacco non era accettato di buon grado; oggi però è diverso, questo piccolo aiuto può davvero dare una mano a quelle famiglie che vivono condizioni drammatiche. Tanto che stiamo pensando, con le parrocchie di Tricase, di mettere su una mensa per i poveri”. Lo sforzo del Banco per aiutare le famiglie indigenti è davvero notevole e i numeri sono spaventosi: “Alla fine di quest’anno avremo distribuito più di 6 milioni di chili di alimenti, più dell’Ipercoop!”. Come raccogliete tutti questi alimenti? “Una parte ci arriva dall’Agea, poi ogni primo sabato di marzo celebriamo la “Giornata della raccolta alimentare”, appostandoci fuori dai supermercati e chiedendo sostegno ai clienti dello stesso. E infine puntiamo molto sul sostegno delle aziende, purtroppo anche loro alle prese con un periodo storico non proprio favorevole”. Le aziende che vi aiutano sono salentine? “La merce ci arriva anche da Varese, Salerno, Bologna, ecc. Tra le aziende salentine posso invece citare Scarlin Pizza, Martinucci, Forno Pronto di Tricase, Scarlino Wurstel, che non hanno mai fatto mancare il loro sostegno”.


”Dateci un po’ d’olio!”

Poi don Lucio ci fa notare un paradosso per una terra come la nostra, famosa in tutto il mondo anche per gli splendidi ulivi: “Sapete cosa ci manca? L’olio d’oliva! Distribuiamo l’olio di semi dell’Agea ma, anche se siamo nel Salento, non abbiamo olio d’oliva. Proprio in questi giorni sto richiedendo ad un’azienda del Sud Italia se può donarci un po’ d’olio. Lo stesso tenteremo di fare con lo zucchero, altro prodotto che l’Agea, che pur fornisce 13-14 prodotti, non passa. Altra sofferenza è sui secondi piatti per i quali stiamo cercando soluzioni nuove”.


Il deposito di Lucugnano (Tricase)


Ovviamente tutto questo ha anche dei costi. “Abbiamo tre magazzini in provincia, uno di 1.200 metri quadri nei pressi del campo sportivo di Alessano; un altro di 300 metri nella sede dei nostri uffici a Lucugnano (Tricase), vicino all’ex tabacchificio, ed un terzo di 700 metri a Squinzano. Ovviamente raccogliere, stoccare e distribuire ha un costo e non solo dal punto di vista dell’impegno di noi tutti”. Quante persone collaborano col Banco delle Opere di Carità Puglia? “Tra la provincia di Lecce e parte di quella di Brindisi sono coinvolti quasi 4 mila Enti caritativi, ognuno dei quali, in media, poggia sull’impegno di una decina di persone”. Il conto è presto fatto: sono in 40 mila! “Tanta gente di buona volontà che mi piacerebbe fosse da esempio anche per il mondo giovanile molto spesso distratto da altro. Forse anche perché i nostri ragazzi sono abituati ad avere tutto. Ovviamente c’è anche chi si dà da fare, come gli scout e i ragazzi dell’azione cattolica. Ma ce ne vorrebbero di più con la voglia di sporcarsi le mani e aiutare il prossimo”. Gli indigenti del posto ma non solo, ultimamente stanno partendo aiuti anche per la Grecia: “Un tir per Corfù è già partito ed un altro andrà ad Atene. Oltre lo Ionio la situazione è ancora peggiore della nostra e siamo pronti, nei limiti del possibile, a dare una mano”.


Chi aiuta va aiutato. Sempre!


Poi don Lucio torna sul motivo che ci ha permesso di incontrarci: “Episodi come quelli dei pacchi abbandonati non devono scoraggiare né chi si impegna per aiutare il prossimo né chi dona. Sono spiacevoli e non devono ripetersi ma non facciamo l’errore di generalizzare e pensare che gli aiuti non arrivino a destinazione perché così non è”. Gettare quei pacchi qualunque cosa contenessero è stato sbagliato, da tutti i punti di vista. E don Lucio ne ha fatto ammenda, ribadendo più volte nella nostra chiacchierata che una cosa del genere non dovrà mai più ripetersi. Ma utilizzare tale episodio come scusa per non aiutare più chi si prodiga per tanti bisognosi sarebbe semplicemente delittuoso. Quella del Banco delle Opere di Carità e di tutti quelli che al suo interno si impegnano senza nulla a pretendere, resta un’opera meritoria e da sostenere. Sempre e comunque.


Attualità

Acido cianidrico nei Sapori Amaretti alle mandorle della Colussi

Sono stati rilevati valori troppo alti di acido cianidrico. Non possono essere esclusi seri rischi per la salute. Sconsigliato il consumo

Pubblicato

il

Segui il GalloLive News su WhatsApp  clicca qui

Colussi SpA Milano ha emesso un richiamo dei suoi Sapori Amaretti alle mandorle in confezioni da 175 g con date di scadenza 2 maggio 2026 e 25 agosto 2026.

L’azienda afferma che negli amaretti sono stati riscontrati livelli elevati di acido cianidrico e non possono essere esclusi rischi per la salute.

Nello specifico si tratta di due lotti delle confezioni da 175 gr Lotto L355122 1 e L355237 1 con scadenza rispettivamente del 2 maggio 2026 e 25 agosto 2026.

Le altre date di scadenza e gli altri prodotti del marchio “Sapori”, non sono interessati dal richiamo.

Gli amaretti interessati dal richiamo sono prodotti da Colussi S.p.A. con sede legale in via G. Spadolini n° 5, nella città metropolitana di Milano.

L’acido cianidrico (HCN) o cianuro di idrogeno, chiamato anche acido prussico, è una tossina naturale con elevata tossicità acuta, caratterizzata dall’inibizione della respirazione cellulare.

Ciò può causare un’intossicazione acuta con sintomi quali convulsioni, vomito e mancanza di respiro, che possono portare a paralisi respiratoria fatale.

Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” di Lecce, raccomanda a coloro che hanno acquistato il prodotto incriminato, di non consumare gli articoli interessati e di restituirli, non aperti o anche già aperti, al rispettivo punto vendita.

Il prezzo di acquisto verrà rimborsato, anche in assenza di scontrino.

Chi abbia assunto questa sostanza e successivamente manifesti sintomi gravi o persistenti dovrà consultare un medico.

Non è consigliabile, invece, un trattamento medico preventivo in assenza di sintomi.

 

Continua a Leggere

Attualità

“Campagna pubblicitaria…stonata”: la segnalazione da Ruffano

Un nostro lettore commenta un manifesto apparso in queste settimane in paese: “Uso improprio del volto femminile, per di più estrapolato da un film drammatico che narra di una patologia”

Pubblicato

il

Riceviamo e pubblichiamo la lettera giunta in Redazione da un nostro lettore di Ruffano che segnala un uso improprio del volto femminile su una campagna pubblicitaria che solleva, quantomeno, delle perplessità.

Segnalo la comparsa, più o meno dal 10 novembre scorso, di un manifesto pubblicitario affisso nei pressi del parco di via Torino, sulla strada che collega Ruffano a Montesano.

Tale manifesto pubblicitario dovrebbe riguardare la vista con conseguente controllo e acquisto di occhiali ma il claim, “vedere è un piacere”, viene associato ad un’immagine di una donna in evidente stato di godimento sessuale quindi l’associazione con il vedere e la vista in generale viene messo in secondo piano.

A parte l’azzardo di tale associazione, la donna presente sul manifesto fa parte a sua volta di un manifesto cinematografico, relativo al film “Nymphomaniac” del regista Lars von Trier, ed è l’attrice anglo-francese Charlotte Gainsbourg.

Si tratta di un film dal taglio drammatico che tratta di una patologia seria di cui soffre la protagonista. Non so se l’agenzia pubblicitaria si è resa conto dell’accostamento di tale immagine ma rimane il fatto che si è fatto un uso improprio del volto femminile in questione con un’espressione intima e chiaramente sessuale.

Si sarebbero potute usare molte altre metafore per esprimere l’importanza della vista e dei controlli periodici.

Inoltre, vorrei sottolineare la scorrettezza dell’allusione, escludendo dall’ipotetico piacere ad esempio i non vedenti. Il responsabile della ditta pubblicizzata (che non è di Ruffano, NdR), cui ho personalmente rivolto le mie perplessità, ha affermato, udite udite, che la “modella” non è uguale all’attrice del film. Giudicate voi (seguono foto).

Continua a Leggere

Attualità

Olio d’oliva: «Servono strumenti di regolamentazione di mercato»

Italia Olivicola e CIA, appello al Governo per interventi che garantiscano un funzionamento ordinato e trasparente del mercato. Plauso alla GdF, all’ICQRF Puglia e Basilicata e all’Agenzia delle Dogane per maxi operazione antifrode

Pubblicato

il

Segui il GalloLive News su WhatsApp  clicca qui

Italia Olivicola e CIA Agricoltori Italiani, a pochi giorni dai positivi riscontri del tavolo olivicolo nazionale, tornano sulla questione olio d’oliva e lo fanno a 360 gradi, partendo da una questione basilare.

«Abbiamo espresso apprezzamento per gli impegni assunti dal Governo riguardo al potenziamento dei controlli», sottolinea Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, «occorre che, tuttavia, come previsto dai regolamenti comunitari, si possa procedere allo stoccaggio privato dell’olio».

Il mondo dell’olio di oliva italiano ha bisogno di stabilità e tranquillità durante la campagna olearia: Italia Olivicola e CIA, dunque, chiedono al governo di valutare l’attivazione di strumenti di regolamentazione di mercato.

«Le tensioni che si stanno registrando nelle ultime settimane nuocciono al settore», aggiunge Sicolo, «il comparto ha bisogno di calma e prospettive economico-finanziarie certe nel momento del massimo sforzo produttivo. Gli strumenti normativi per garantire una stagione ordinata dell’olio esistono e vanno messi in campo”.

L’articolo 167 bis del regolamento (UE) del Parlamento europeo e del Consiglio n. 1308/2013 stabilisce che, al fine di migliorare e stabilizzare il funzionamento del mercato comune degli oli d’oliva, nonché delle olive da cui provengono, gli Stati membri produttori possono stabilire norme di commercializzazione per la regolamentazione dell’approvvigionamento.

«Il ritiro temporaneo dal mercato di quantitativi di extravergine nazionale», continua Sicolo, «può prevenire fibrillazioni e garantire che i flussi commerciali siano mantenuti ordinati e senza scossoni, a beneficio dei produttori e dei consumatori».

Da tempo Italia Olivicola chiede che, oltre a misure emergenziali, il comparto possa avere strumenti che garantiscano che il mondo della produzione non venga finanziariamente strozzato durante la campagna olearia, perturbando il mercato, disorientando i consumatori nazionali e internazionali.

«A questo proposito, voglio esprimere il mio plauso e ringraziamento alla ICQRF Puglia-Basilicata, alla Guardia di Finanza e all’Agenzia delle Dogane per la maxi operazione tra il porto di Bari e la provincia di Lecce col sequestro di 14mila litri di olio extravergine non tracciato», conclude Sicolo, «oggi dobbiamo pensare a misure di emergenza ma guardando avanti, già pensiamo a come tutelare il reddito dei nostri agricoltori da forti oscillazioni del mercato e dei prezzi, proteggendo così la stessa immagine dell’oro verde, bandiera del Made in Italy».

 

Continua a Leggere
Pubblicità
Pubblicità

Più Letti