Attualità
In Puglia reddito medio di 15.238 euro
Diminuiscono i contribuenti pugliesi ma aumentano i redditi dichiarati (39,4 miliardi). Il presidente di Confartigianato Imprese Puglia, Francesco Sgherza: “Tassazione a livelli insostenibili”
Diminuiscono i contribuenti pugliesi, ma aumentano i redditi dichiarati. È quanto emerge dalla prima indagine sulle dichiarazioni, condotta dal Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia su dati del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia.
In particolare, l’anno scorso in Puglia, sono stati ben 2.585.358 i contribuenti che hanno assolto all’obbligo di presentazione della dichiarazione ai fini dell’imposta sui redditi delle persone fisiche (Irpef). Lo hanno fatto in via diretta, attraverso il modello Unico (696.255 schede) o con il modello 730 (1.254.339), o in via indiretta come soggetti sottoposti a trattenute per opera di chi eroga loro i compensi (634.764 modelli 770). Rappresentano il 6,3 per cento del totale in Italia (41.320.548). Rispetto all’anno precedente sono diminuiti di 7.526 unità, pari allo 0,3 per cento (erano 2.592.884 nel 2011). Tuttavia, hanno dichiarato 446 milioni di euro in più, pari all’1,1 per cento. Il reddito complessivo ammonta a 39,4 miliardi di euro. Cresce, perciò, il reddito medio dei pugliesi: da 15.022 euro a 15.238.
L’incremento è di 216 euro a testa, pari ad un tasso positivo dell’1,4 per cento. La regione con il reddito medio più elevato è la Lombardia (23.210 euro), seguita dal Lazio (22.160), mentre quella con il reddito medio più basso è la Calabria (14.210). Il reddito medio degli italiani è di 19.655 euro, nel Mezzogiorno è di 15.701.
In Puglia, l’ammontare imponibile è di 38 miliardi e l’imposta netta a carico dei pugliesi è salita a 6,4 miliardi. Il peso dell’Irpef è di 3.700 euro circa a testa, escludendo, però, la quota dei contribuenti che hanno un’imposta pari a zero (si tratta, ad esempio, di coloro che rientrano nelle fasce di esonero oppure fanno valere detrazioni
tali da azzerare l’imposta). Sempre in tema di prelievo fiscale, si registra un’impennata dell’addizionale regionale: da 301,8 milioni di euro a 526,4 milioni. L’incremento è di 224,6 milioni, pari al 74,4 per cento. La media sale da 180 euro pro-capite a 315. Ciò per l’innalzamento delle aliquote dello 0,33 per cento (voluto dal Governo Monti) che ha portato l’aliquota base all’1,23 per
cento. Sale pure l’incasso determinato dall’addizionale comunale: da 174 milioni a 179 (più 2,8 per cento).
“Questi dati”, spiega il presidente di Confartigianato Imprese Puglia, Francesco Sgherza, “dimostrano come la tassazione sui redditi da lavoro dipendente e autonomo abbia raggiunto livelli ormai insostenibili per le famiglie e le imprese. È necessario”, aggiunge il presidente, “adottare tutti gli strumenti possibili per ridurre la pressione fiscale sulle spalle dei lavoratori, così da poter agganciare, quanto prima, l’agognata ripresa”.
Parallelamente, aumentano le spese riportate in dichiarazione.
Quelle sanitarie ammontano a ben 619 milioni di euro (più 9,7 per cento); quelle per interessi da mutui ipotecari sulla prima casa sfondano quota 315 milioni (più 5,3 per cento); quelle per corsi di istruzione superano i cento milioni (più 4 per cento); quelle per le locazioni pagate da studenti fuori-sede vanno oltre i 45 milioni (più 8,3 per cento). Si contraggono, invece, le erogazioni liberali a favore delle onlus (meno 5,5 per cento) e le spese sostenute per le assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni che si fermano a 154 milioni (meno 8,3 per cento).
Segnali positivi per l’edilizia arrivano dalle spese sostenute per il recupero del patrimonio edilizio (agevolazioni al 36 e 50 per cento) e per la riqualificazione energetica degli edifici (“sconto” del 55 per cento), come la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale. In dettaglio, 220mila pugliesi hanno approfittato delle agevolazioni del 36 e 50 per cento, per un ammontare complessivo di 77 milioni e mezzo di euro (spesa media di 352 euro). Aumentano pure i contribuenti che ricorrono al 55 per cento per la riqualificazione energetica, ma l’ammontare complessivo scende sotto i 25 milioni di euro, per una spesa media di 946 euro.
I versamenti nei fondi di previdenza complementare sono saliti dell’11,9 per cento, superando i 68,8 milioni di euro.
Attualità
Acido cianidrico nei Sapori Amaretti alle mandorle della Colussi
Sono stati rilevati valori troppo alti di acido cianidrico. Non possono essere esclusi seri rischi per la salute. Sconsigliato il consumo
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Colussi SpA Milano ha emesso un richiamo dei suoi Sapori Amaretti alle mandorle in confezioni da 175 g con date di scadenza 2 maggio 2026 e 25 agosto 2026.
L’azienda afferma che negli amaretti sono stati riscontrati livelli elevati di acido cianidrico e non possono essere esclusi rischi per la salute.
Nello specifico si tratta di due lotti delle confezioni da 175 gr Lotto L355122 1 e L355237 1 con scadenza rispettivamente del 2 maggio 2026 e 25 agosto 2026.
Le altre date di scadenza e gli altri prodotti del marchio “Sapori”, non sono interessati dal richiamo.
Gli amaretti interessati dal richiamo sono prodotti da Colussi S.p.A. con sede legale in via G. Spadolini n° 5, nella città metropolitana di Milano.
L’acido cianidrico (HCN) o cianuro di idrogeno, chiamato anche acido prussico, è una tossina naturale con elevata tossicità acuta, caratterizzata dall’inibizione della respirazione cellulare.
Ciò può causare un’intossicazione acuta con sintomi quali convulsioni, vomito e mancanza di respiro, che possono portare a paralisi respiratoria fatale.
Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” di Lecce, raccomanda a coloro che hanno acquistato il prodotto incriminato, di non consumare gli articoli interessati e di restituirli, non aperti o anche già aperti, al rispettivo punto vendita.
Il prezzo di acquisto verrà rimborsato, anche in assenza di scontrino.
Chi abbia assunto questa sostanza e successivamente manifesti sintomi gravi o persistenti dovrà consultare un medico.
Non è consigliabile, invece, un trattamento medico preventivo in assenza di sintomi.
Attualità
“Campagna pubblicitaria…stonata”: la segnalazione da Ruffano
Un nostro lettore commenta un manifesto apparso in queste settimane in paese: “Uso improprio del volto femminile, per di più estrapolato da un film drammatico che narra di una patologia”
Riceviamo e pubblichiamo la lettera giunta in Redazione da un nostro lettore di Ruffano che segnala un uso improprio del volto femminile su una campagna pubblicitaria che solleva, quantomeno, delle perplessità.
Segnalo la comparsa, più o meno dal 10 novembre scorso, di un manifesto pubblicitario affisso nei pressi del parco di via Torino, sulla strada che collega Ruffano a Montesano.
Tale manifesto pubblicitario dovrebbe riguardare la vista con conseguente controllo e acquisto di occhiali ma il claim, “vedere è un piacere”, viene associato ad un’immagine di una donna in evidente stato di godimento sessuale quindi l’associazione con il vedere e la vista in generale viene messo in secondo piano.
A parte l’azzardo di tale associazione, la donna presente sul manifesto fa parte a sua volta di un manifesto cinematografico, relativo al film “Nymphomaniac” del regista Lars von Trier, ed è l’attrice anglo-francese Charlotte Gainsbourg.
Si tratta di un film dal taglio drammatico che tratta di una patologia seria di cui soffre la protagonista. Non so se l’agenzia pubblicitaria si è resa conto dell’accostamento di tale immagine ma rimane il fatto che si è fatto un uso improprio del volto femminile in questione con un’espressione intima e chiaramente sessuale.
Si sarebbero potute usare molte altre metafore per esprimere l’importanza della vista e dei controlli periodici.
Inoltre, vorrei sottolineare la scorrettezza dell’allusione, escludendo dall’ipotetico piacere ad esempio i non vedenti. Il responsabile della ditta pubblicizzata (che non è di Ruffano, NdR), cui ho personalmente rivolto le mie perplessità, ha affermato, udite udite, che la “modella” non è uguale all’attrice del film. Giudicate voi (seguono foto).


Attualità
Olio d’oliva: «Servono strumenti di regolamentazione di mercato»
Italia Olivicola e CIA, appello al Governo per interventi che garantiscano un funzionamento ordinato e trasparente del mercato. Plauso alla GdF, all’ICQRF Puglia e Basilicata e all’Agenzia delle Dogane per maxi operazione antifrode
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Italia Olivicola e CIA Agricoltori Italiani, a pochi giorni dai positivi riscontri del tavolo olivicolo nazionale, tornano sulla questione olio d’oliva e lo fanno a 360 gradi, partendo da una questione basilare.
«Abbiamo espresso apprezzamento per gli impegni assunti dal Governo riguardo al potenziamento dei controlli», sottolinea Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, «occorre che, tuttavia, come previsto dai regolamenti comunitari, si possa procedere allo stoccaggio privato dell’olio».
Il mondo dell’olio di oliva italiano ha bisogno di stabilità e tranquillità durante la campagna olearia: Italia Olivicola e CIA, dunque, chiedono al governo di valutare l’attivazione di strumenti di regolamentazione di mercato.
«Le tensioni che si stanno registrando nelle ultime settimane nuocciono al settore», aggiunge Sicolo, «il comparto ha bisogno di calma e prospettive economico-finanziarie certe nel momento del massimo sforzo produttivo. Gli strumenti normativi per garantire una stagione ordinata dell’olio esistono e vanno messi in campo”.
L’articolo 167 bis del regolamento (UE) del Parlamento europeo e del Consiglio n. 1308/2013 stabilisce che, al fine di migliorare e stabilizzare il funzionamento del mercato comune degli oli d’oliva, nonché delle olive da cui provengono, gli Stati membri produttori possono stabilire norme di commercializzazione per la regolamentazione dell’approvvigionamento.
«Il ritiro temporaneo dal mercato di quantitativi di extravergine nazionale», continua Sicolo, «può prevenire fibrillazioni e garantire che i flussi commerciali siano mantenuti ordinati e senza scossoni, a beneficio dei produttori e dei consumatori».
Da tempo Italia Olivicola chiede che, oltre a misure emergenziali, il comparto possa avere strumenti che garantiscano che il mondo della produzione non venga finanziariamente strozzato durante la campagna olearia, perturbando il mercato, disorientando i consumatori nazionali e internazionali.
«A questo proposito, voglio esprimere il mio plauso e ringraziamento alla ICQRF Puglia-Basilicata, alla Guardia di Finanza e all’Agenzia delle Dogane per la maxi operazione tra il porto di Bari e la provincia di Lecce col sequestro di 14mila litri di olio extravergine non tracciato», conclude Sicolo, «oggi dobbiamo pensare a misure di emergenza ma guardando avanti, già pensiamo a come tutelare il reddito dei nostri agricoltori da forti oscillazioni del mercato e dei prezzi, proteggendo così la stessa immagine dell’oro verde, bandiera del Made in Italy».
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