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Cronaca

Traffici umani: sette arresti

Uno dei capi dell’organizzazione ha cercato di reinvestire parte dei proventi dell’illecita attività partecipando a gare pubbliche per l’acquisto di imbarcazioni dismesse dalla flotta della Guardia di Finanza

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Sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Lecce, dello S.C.I.C.O. di Roma e della Sezione Operativa Navale di Otranto hanno eseguito sette ordinanze cautelari restrittive della libertà personale a carico dei componenti di un gruppo criminale trans-nazionale dedito al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina via mare. Colpito dalla misura restrittiva anche un soggetto straniero di origini irachene per il quale è stata avviata la procedura rogatoriale tesa ad ottenere l’esecuzione di un mandato di arresto europeo.


La complessa operazione, denominata Caronte, ha avuto origine nel 2014, con l’inoltro alla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce di un’informativa da parte del G.I.C.O. DI Lecce con cui venivano poste all’attenzione dell’Autorità Giudiziaria plurime condotte poste in essere da alcuni storici contrabbandieri brindisini, i quali, in collaborazione con soggetti operanti in Montenegro, Grecia ed Albania, favorivano l’ingresso illegale nel territorio nazionale di numerosi migranti di origine extracomunitaria sfruttando la consolidata esperienza maturata nel contrabbando delle sigarette.


Le indagini, durate oltre due anni, hanno posto in evidenza come la compagine brindisina avesse intrecciato stretti rapporti di collaborazione con numerosi soggetti dimoranti in Grecia ed Albania incaricati di “reclutare” i migranti da trasportare in Italia, prodigandosi per il reperimento delle imbarcazioni da utilizzare per la traversata e l’individuazione degli scafisti cui affidare la loro conduzione. Si apprendeva inoltre come alcuni di essi, sorpresi in flagranza mentre erano appostati in prossimità degli ormeggi del naviglio della Guardia di Finanza, avessero il compito di segnalare ai correi l’uscita in mare di motovedette, permettendo all’imbarcazione clandestina di adeguare la rotta e sottrarsi ai controlli.


Attesa la evidente transnazionalità delle condotte poste in essere dal gruppo criminale così individuato, in stretto coordinamento con l’Autorità Giudiziaria di Lecce venivano avviate serrate attività di cooperazione internazionale di polizia favorite dal II Reparto del Comando Generale del Corpo e dallo S.C.I.C.O. di Roma (quest’ultimo, peraltro, partecipava, unitamente a personale del Nucleo di Polizia Tributaria di Lecce, a numerose riunioni con le omologhe forze di polizia estere interessate dall’illecito traffico). Veniva in tal modo avviata un proficua attività di cooperazione di polizia che conduceva allo scambio di rilevanti informazioni con la Guardia Costiera Ellenica, con funzionari doganali ciprioti, funzionari del Crime Police Department della Polizia Montenegrina ed Albanese, cui seguiva l’inoltro di apposite rogatorie internazionali della Magistratura leccese.


In tale complesso scenario investigativo, alle cui indagini collaboravano, oltre al Nucleo di Polizia Tributaria di Lecce ed allo S.C.I.C.O. di Roma,  anche la Sezione Operativa Navale di Otranto e le Compagnie della Guardia di Finanza di Otranto e Fasano, i finanzieri giungevano tra il mese di agosto 2014 e giugno 2015  a reprimere, in rapida successione, 6 episodi migratori, con il sequestro di altrettanti natanti e l’arresto in flagranza di reato dei relativi  scafisti (non presenti tra i destinatari dell’odierna misura), chiamati anche loro a rispondere di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Nei diversi episodi venivano rintracciati oltre 150 migranti, in prevalenza siriani ma anche iracheni e somali.

L’attenta analisi dei flussi migratori intercettati durante le indagini ha consentito di risalire al tragitto seguito dai migranti che, partiti dai paesi di origine, raggiungevano la Turchia e da lì si spostavano in Grecia, ove componenti dell’organizzazione provvedevano al loro ricovero in strutture ubicate nella città di Atene, in attesa dell’imbarco. Giunto il momento, i migranti venivano quindi trasportati con dei camion sulla costa, ove venivano imbarcati alla volta delle coste salentine. Per quest’ultima tratta il prezzo richiesto ad ogni migrante si aggirava sui 4.500 euro.


All’esito delle investigazioni è stata individuata un complessa organizzazione criminale  composta da 26 persone di origine italiana greca ed albanese, sei dei quali dimoranti in Grecia ed Albania, rimasti allo stato non compiutamente identificati, tutti denunciati alla Procura della Repubblica Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce che, condividendo le ipotesi accusatorie formulate, ha richiesto ed ottenuto l’emissione di sette ordinanze di custodia cautelare a carico dei principali componenti del gruppo criminale (sei italiani ed un greco di origini irachene) per favoreggiamento all’immigrazione clandestina aggravata dal fine di trarne profitto esponendo la persona trasportata a pericolo di vita e dalla trans-nazionalità delle condotte. Disposto anche il sequestro di una imbarcazione utilizzata per l’illecito traffico.


A margine delle attività compiute è stato pure accertato come uno dei capi dell’organizzazione, un brindisino, cercasse di reinvestire parte dei proventi dell’illecita attività partecipando a gare pubbliche per l’acquisto di imbarcazioni dismesse dalla flotta della Guardia di Finanza in quanto dichiarate fuori uso. Tale attività veniva svolta dapprima utilizzando una società avente sede in Albania intestata al figlio e successivamente, risultando tale società esclusa per varie inadempienze ed irregolarità eccepite durante le procedure di aggiudicazione, anche mediante prestanome e compiacenti società con sede in Montenegro ove tali imbarcazioni erano destinate per essere rivendute ad operatori commerciali del settore. I tentativi di acquisto delle imbarcazioni, peraltro di modestissimo valore, non andavano a buon fine, salvo in soli due casi, per irregolarità nella presentazione delle offerte o inadempienze nei pagamenti.


L’odierna operazione di servizio si colloca nella più vasta azione di contrasto al traffico di esseri umani alla quale la Guardia di Finanza destina ingenti risorse della sua componente terreste ed aero-navale, esercitando le prerogative attribuite dal d.lgs. n. 177/2016 che attribuisce al Corpo, in via esclusiva, le funzioni connesse al comparto della “sicurezza del mare” nella duplice dimensione di contrasto all’immigrazione clandestina e di salvaguardia della vita umana in mare.


Casarano

Him Co, 73 lavoratori salentini col fiato sospeso

Sono quelli dello stabilimento di Casarano. L’azienda, che produce suole anche per grandi marchi, è rimasta senza commesse. Nessun accordo su ammortizzatori sociali e incentivo all’esodo. I sindacati: “Proposte insufficienti e che penalizzano i lavoratori salentini”

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Tutto rinviato al Ministero del Lavoro.

Su incentivo all’esodo e ricorso al contratto di solidarietà, salta al momento l’accordo tra organizzazioni sindacali e Him Co Industry.

Fumata nera dunque dopo l’incontro di ieri, che si è tenuto nella sede principale di Fossò (Venezia) ed in collegamento con lo stabilimento di Casarano.

L’azienda calzaturiera produce suole per grandi marchi e che occupa complessivamente 277 persone,  73 dei quali nel Salento.

Nel periodo compreso tra maggio e luglio ha perso una grossa commessa: da qui la necessità di garantire la sopravvivenza della società, dal punto di vista aziendale, attraverso il ricorso all’incentivo all’esodo ed agli ammortizzatori sociali.

LA CRISI

L’azienda ha avviato la procedura di licenziamento collettivo già da qualche settimana, una procedura che mette a rischio complessivamente 63 posti di lavoro.

Effetto, secondo l’azienda, tanto del contesto economico internazionale quanto dell’affermarsi di nuovi modelli di business.

Nel primo caso è stata la guerra tra Russia e Ucraina a dare un brutto colpo al settore del lusso (segmento all’interno del quale opera l’azienda calzaturiera): 20mila paia di scarpe solo per la perdita di quei due mercati.

Al momento le previsioni, molto aleatorie, prevedono una ripresa del comparto nella seconda metà del 2025.

Le vendite da tre anni seguono un andamento negativo: 50 per cento dei volumi di produzione da 400mila paia di scarpe a 190mila paia nel giro di pochi anni.

Il mutamento del modello di business mette poi in crisi le aziende complete come Him Co (in grado di gestire integralmente il business calzature): oggi è sempre più richiesta una specializzazione industriale, visto che i marchi sempre di più vogliono gestire direttamente la distribuzione e controllare il mercato.

CONTRATTO DI SOLIDARIETÀ

Azienda e sindacati hanno trovato un punto di incontro nella necessità di azzerare le espulsioni di personale, ricorrendo al contratto di solidarietà (per effetto del quale tutti i dipendenti rinunciano a quote di stipendio per evitare i licenziamenti collettivi).

L’accordo proposto dall’azienda prevedeva una perdita oraria mensile pari al 24% a tutti i lavoratori (full-time e part-time) per almeno un anno. Ci sarebbe stato poco o nulla da contestare se non fosse per un dettaglio: il peso maggiore del sacrificio richiesto ai dipendenti dello stabilimento di Casarano, rispetto a quelli di Fassò.

Una solidarietà differenziata” che mal si concilia con lo spirito del contratto collettivo aziendale proposto.

«Inoltre abbiamo chiesto di conoscere prima il piano industriale, per capire dove porterà questa crisi, dichiarata come strutturale e non congiunturale, alla fine del percorso», spiegano  Franco Giancane (Filctem Cgil Lecce), Sergio Calò (Femca Cisl Lecce) e Fabiana Signore (Uiltec Uil Lecce), «abbiamo rilevato, inoltre, che appare quanto mai strano che si rinnovino ai primi di aprile i contratti a tempo determinato (mentre allo stesso tempo si chiudono i contratti con scadenza a dicembre) e poche settimane dopo si arriva addirittura a parlare di esuberi ed ammortizzatori sociali».

La riunione si è perciò conclusa con il mancato accordo e con la richiesta d’incontro al Ministero.

INCENTIVO ALL’ESODO

Him Co ha già avviato la procedura di licenziamento collettivo.

La proposta di accesso all’incentivo all’esodo, inteso come non opposizione al licenziamento, è ritenuta dai sindacati «non soddisfacente e non performante»: appena 4 mensilità a chi accetterà il licenziamento entro il 31 luglio; solo 3 stipendi in caso di firma del licenziamento al 30 settembre; due mensilità a quei dipendenti che dovessero accettare il licenziamento entro novembre; una sola mensilità ai lavoratori che dovessero restare in azienda fino al 31 gennaio.

A chi dovesse maturare i requisiti di accesso alla pensione entro marzo 2026, è stato proposto un incentivo di tre mesi se manifesteranno la volontà di essere licenziati entro marzo 2025.

Tutti accordi tombali, ossia che faranno cessare qualsivoglia diritto o pretesa nel rapporto tra azienda e lavoratori all’atto della firma. L’ipotesi di accordo è stata dunque rigettata dai sindacati.

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Cronaca

44enne arrestata mentre rubava in appartamento

La donna veniva quindi sottoposta a  perquisizione personale e trovata in possesso di oggetti di varia natura, presumibilmente appartenenti al proprietario dell’abitazione che successivamente ne rivendicava la proprietà…

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ARRESTATA DAI CARABINIERI DURANTE IL FURTO IN APPARTAMENTO

Arrestata in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Lecce, la 44enne di origine albanese ritenuta presunta responsabile del furto perpetrato nel pomeriggio di ieri, presso un’abitazione di Lecce.

I Carabinieri erano stati allertati a seguito di una segnalazione al 112, con la quale veniva comunicata la presenza di una donna, di cui era stata fornita dettagliata descrizione, intenta a rovistare all’interno nel proprio garage.

Prontamente raggiungevano il luogo indicato e riuscivano subito ad individuare e bloccare la donna che, alla vista degli stessi, tentava invano la fuga presso il vicino scalo ferroviario. La donna veniva quindi sottoposta a  perquisizione personale e trovata in possesso di oggetti di varia natura, presumibilmente appartenenti al proprietario dell’abitazione che successivamente ne rivendicava la proprietà. La refurtiva è stata riconsegnata direttamente all’avente diritto.

Al termine della tempestiva attività di polizia la donna è stata arrestata per furto in abitazione e su disposizione del P.M. di turno è stata condotta presso la Casa Circondariale di Lecce.

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Cavallino

Incendio nella notte: brucia un’auto, ignote le cause

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Alle ore 03:20 circa, una squadra del Comando Vigili del Fuoco di Lecce, sede centrale, è intervenuta in via Cavalieri di Vittorio Veneto per un incendio di una Ford Fiesta di proprietà di una persona del posto.

L’operazione di spegnimento e bonifica, condotta dalla squadra dei Vigili del Fuoco, ha evitato ulteriori danni a persone e beni, garantendo la sicurezza pubblica e privata.

Al momento, le cause che hanno provocato l’incendio sono oggetto di indagine da parte delle autorità competenti.

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