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Cronaca

Incidente viale Marche: 35enne senza patente e con auto sospetta

Si aggrava ancor di più la situazione per Marin Trayakov che dovrà rispondere di ricettazione

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Guidava ubriaco, senza patente italiana e con un’auto di provenienza sospetta. Si aggrava la posizione di Marin Trayakov, il 35enne bulgaro arrestato per omicidio stradale.


Le indagini della Polizia Stradale di Lecce, hanno messo “a fuoco” la vicenda: il cittadino bulgaro, risultato essere positivo all’abuso di sostanze alcoliche, non aveva alcun titolo a guidare la Bmw. Era infatti in possesso solo di una “Provisional Driving Licence” (licenza provvisoria di guida) esibita dopo l’incidente.


Questa, era stata rilasciata dalla competente autorità britannica a titolo di patente di guida provvisoria (valida solo come titolo prodromico all’apprendimento alla guida su territorio britannico) e quindi con nessun diritto di guidare al di fuori del Regno Unito.


Dall’attività investigativa ne è scaturito un altro losco elemento. L’auto su cui si trovava alla guida Traykov, una BMW 530D, aveva il motore con la matricola abrasa: fattore che ha impedito la reale identificazione e, di conseguenza, la provenienza presumibilmente delittuosa del mezzo. Per questo motivo l’auto è stata sequestrata e il 35enne dovrà rispondere anche del reato di riciclaggio.

Altre verifiche hanno accertato che Trayakov commerciava veicoli usati e spesso parcheggiava le autovetture destinate alla vendita direttamente lungo la strada adiacente il condominio in cui abitava con la sorella. Attività, questa, che esercitava senza essere in possesso di alcun titolo autorizzativo: motivo per il quale il cittadino bulgaro è stato sanzionato amministrativamente.


immagine di repertorio


Cronaca

Cade albero sulla Supersano-Casarano: colpita auto in transito

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Illeso per miracolo il conducente di un’auto che questa mattina si è vista precipitare addosso un albero al momento del suo transito su di una provinciale del Basso Salento.

Siamo a Supersano, lungo la strada che porta a Casarano. Un albero appartenente ad un boschetto che costeggia la carreggiata è caduto stamani colpendo una Renault Clio di colore nero.

Un incubo per il conducente del mezzo che non ha potuto far nulla per evitare l’impatto. Incubo fortunatamente conclusosi a lieto fine: l’uomo non ha riportato gravi conseguenze.

Consistenti invece i danni al mezzo, colpito nella parte anteriore.

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Cronaca

Sequestrata cava abusiva, ipotesi inquinamento

Carabinieri Forestali, Nucleo Regionale e Polizia Locale di Gallipoli, operazione “Stone Waste 2”: sequestrata cava abusiva di oltre 2 ettari, con segheria e rifiuti. Ricognizioni con l’elicottero dei carabinieri

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Seconda fase dell’operazione “Stone Waste”, campagna di controlli dei Carabinieri Forestali a contrasto di abusi nelle attività estrattive sul territorio gallipolino e nel suo entroterra.

Anche questa volta le attività hanno visto la collaborazione fra Carabinieri Forestali (NIPAAF – Nucleo Investigativo di Lecce e Nucleo Forestale di Gallipoli) e Nucleo di Vigilanza Ambientale regionale, secondo una pianificazione operativa, che prevede anche la condivisione della tecnologia disponibile, che sta fornendo risultati di grande rilievo.

Stone Waste 2” è stata condotta a termine da Forestali e funzionari della Regione Puglia dopo lunghi ed approfonditi accertamenti, con il necessario coinvolgimento anche del comune di Gallipoli (Sportello Unico per le Attività Produttive), e ha portato a stabilire l’integrazione di numerosi illeciti in un’area da tempo utilizzata per estrazione di materiale lapideo, in contrada Mater Gratiae.

Anche in questo caso sono state determinanti le ricognizioni effettuate con l’elicottero dei carabinieri (un AW169 di recente fornitura e dotato delle tecnologie più avanzate per le riprese sul territorio) e con i droni del Nucleo regionale di vigilanza ambientale – Sezione di Lecce.

Dalle indagini e le rilevazioni effettuate è stato verificato che una cava, facente parte di un vasto comprensorio estrattivo su cui si era già intervenuti con la fase iniziale di “Stone Waste”, veniva sfruttata in assenza assoluta della prescritta autorizzazione della Regione Puglia, e nonostante un ordinanza di sospensione dell’ attività.

Militari Forestali, tecnici regionali del Nucleo di Vigilanza Ambientale e Polizia Locale di Gallipoli hanno quindi proceduto al sequestro preventivo della cava, per impedire la prosecuzione dell’attività estrattiva illegale: l’ area cui sono apposti i sigilli misura complessivamente 2,20 ettari di superficie per 15 metri di profondità media; sotto sequestro anche 70 blocchi di pietra tagliati e pronti per il trasporto.

Il provvedimento cautelare ha interessato, inoltre, rifiuti (sfrido di pietra) da estrazione accantonati sul posto, una pala meccanica cingolata, nonché i locali adibiti a segheria con i macchinari; è stato altresì rilevato che i liquidi lubrificanti e comunque utilizzati per il taglio dei blocchi si disperdevano liberamente nel sottosuolo, senza alcuna opera di filtratura.

I Carabinieri Forestali, il Nucleo di Vigilanza Ambientale Regionale e la Polizia Locale hanno quindi proceduto a deferire alla Procura della Repubblica di Lecce un 66enne, proprietario e gestore della cava, per i reati, di cui agli articoli 7 e 19 del D.Lgs. 117/2008 per gestione di rifiuti non autorizzata da attività estrattiva esercitata da ditte, inquinamento ambientale in zona sottoposta a vincolo paesaggistico, idrogeologico e culturale, per la prossimità ad una chiesetta di valore storico – inosservanza di provvedimenti dell’ Autorità), nonché per mancata nomina del direttore responsabile di cava, mancata presentazione del documento di salute e sicurezza e del documento sulla stabilità dei fronti.

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Cronaca

Pescato a Gallipoli pesce Scorpione

Classificato come specie “aliena” perchè non originario dei nostri mari, la sua puntura può creare gravi danni, anche letali

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Attenzione massima nel mare di Gallipoli per il ritrovamento di un nuovo abitante: si tratta del Pesce Scorpione (Pterois Miles), una specie esotica.

Si tratta di un pesce diffuso nella fascia tropicale dell’Oceano Indiano compresi il mar Rosso e il golfo Persico ed è, quindi, classificato come specie “aliena” nel Mediterraneo, dove è penetrato nel Mediterraneo, attraverso il canale di Suez.

Segnalato per la prima volta in Italia nel 2016 nella Sicilia sud-orientale e l’altra in Puglia nel 2018.

Dal 2018 in poi non ci sono più stati avvistamenti sino a queste ultime settimane.

La segnalazione arriva direttamente dai pescatori di Gallipoli che ne hanno dato notizia sui social.

Recentemente, ben due esemplari di pesce scorpione sono stati segnalati anche al largo della costa della Calabria.

Il primo è stato pescato nelle acque di Le Castella in provincia di Crotone mentre il secondo avvistato a Marina di Gioiosa Ionica, in provincia di Reggio Calabria.

L’esemplare di Le Castella era finito intrappolato nella rete di un pescatore che ha immediatamente avvisato del ritrovamento l’Associazione Isola Ambiente Apnea.

Il pesce scorpione di Marina di Gioiosa, invece, è stato scorto durante un’immersione ricreativa organizzata da un centro sub della zona.

Il pesce scorpione è commestibile, ma è protetto da spine molto lunghe e velenose sulla zona dorsale, anale e pelvica: la puntura di queste spine può creare gravi danni a chi la subisce, in rari casi anche con esito letale.

Bisogna, inoltre, precisare che il pesce scorpione è parte della campagna di allerta denominata “Attenti a quei 4!” realizzata dall’ISPRA e dall’Istituto per le risorse biologiche e biotecnologiche marine del Cnr.

Questo progetto vuole educare la cittadinanza non solo a riconoscere i quattro pesci tropicali alieni che abitano sempre più le nostre acque, ma anche a fare pronta segnalazione agli enti competenti quando questi vengono avvistati.

Negli ultimi tempi oltre al Pesce Scorpione, infatti, sono arrivati nel Mediterraneo dal Canale di Suez altre tre specie estranee che sono: il pesce palla maculato, il pesce coniglio scuro e il pesce coniglio striato.

Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, invita chiunque abbia visto o catturato uno di questi pesci in acque italiane ad inviare eventuali foto/video via WhatsApp al numero 3889411240 o attraverso il gruppo Facebook “Sportello dei Diritti”.

Ecco il video del pesce velenoso appena pescato disponibile all’indirizzo

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