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Liste di attesa: che c’entra l’intramoenia?

La provocazione del presidente dei medici salentini Donato De Giorgi: “Sospendiamo temporaneamente e unilateralmente l’attività in ALPI e vediamo se il re è davvero nudo!

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Le liste di attesa, elemento riconosciuto come LEA, rappresentano uno degli aspetti più rilevanti della qualità reale e percepita del servizio sanitario erogato, anche nel suo aspetto organizzativo.


L’insopportabile attesa delle prestazioni è legata a 3 motivi.


Una esasperata domanda: indagini inutili, non adeguate nei tempi o nelle indicazioni, scollegate dalle linee guida validate, indotte dalla medicina difensiva, ecc.


Una inadeguata organizzazione: differenza notevole tra i tempi indicati nelle prenotazioni e i tempi, decisamente più ridotti, dell’effettiva erogazione, carenza anche progettuale dei percorsi, soprattutto nella cronicità, prescrizione con prenotazione da parte dello specialista, a volte disattesa nelle modalità previste dalla normativa ed erroneamente demandata ad altre figure (per esempio MMG).


Secondo il Presidente dell’ OMCeO (Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della provincia di Lecce) Donato De Giorgile lunghe liste d’attesa sono soprattutto legate ad una carenza dell’offerta, specialmente quando l’erogatore della prestazione, come spesso accade, è lo specialista ospedaliero, che deve farsi carico di numerose altre attività istituzionali (attività di elezione, assistenza a ricoverati, sale operatorie, consulenze, urgenze, emergenze, ambulatori divisionali per controlli, ecc.), organici assolutamente inadeguati (sistema spesso messo in ginocchio da una malattia o un assenza non programmabile), turni spesso asfissianti, straordinari, necessità obbligatoria di aggiornarsi, riposi compensativi o “biologici”, ecc.”.

De Giorgi aggiunge che “bisogna dire esplicitamente che le attese insopportabilmente lunghe per diagnostiche legate a patologie oncologiche al di fuori dei percorsi e linee guida (per esempio screening mammografico) non sono riscontrabili nella nostra realtà e lo saranno sempre meno quando andrà a regime la rete oncologica pugliese, se non per le attività chirurgiche, (carenza di anestesisti e personale), che però non vengono mai svolte nella nostra ASL in libera professione”.


In tutto questo”, giunge al punto il presidente provinciale dei Medici, “l’Attività Libero Professionale Intramoenia ha veramente ben poco a che vedere. Questa infatti è rigidamente organizzata al di fuori dell’orario di lavoro (“nel tempo cioè che il medico sottrae alla sua famiglia, ai suoi amici, al suo tempo, a se stesso e non certo all’assistenza!”), inoltre è precisamente normata in modo tale che questa deebba corrispondere quantitativamente alle prestazioni erogate con impegnative su base individuale e non collettivo, secondo un evidente principio di diritto costituzionale”.


De Giorgi inoltre precisa che l’ALPI “rappresenta solo il 5% dell’attività erogata, cioè una infima percentuale, fornisce un introito aziendale importante (“una parte del quale rappresenta un fondo di accantonamento, che dovrebbe essere utilizzato proprio per l’abbattimento delle liste d’attesa, sebbene quasi mai utilizzato!”), rappresenta insomma una opportunità di sostanziare un rapporto fiduciario e trasparente con il cittadino, che spesso ricerca una professionalità e per tale motivo a volte è spinto a rivolgersi fuori dal nostro territorio. Criminalizzare l’ALPI”, secondo De Giorgi, “vuol dire quindi o sottintendere in maniera subdola, poco chiara e tutto sommato omertosa che il comportamento dei medici si configura come illecito (“se tali situazioni fossero dimostrate, siamo per primi disposti a sanzionare con la più grande severità”), oppure far riversare sui medici, immolati sull’altare del populismo, responsabilità che sono invece del decisore politico. La proposta di Amati va proprio nella direzione di criminalizzare l’attività intramoenia, ignorando le linee guida governative (“che invece erano contenute nella proposta Pellegrino”) e lo stesso suo titolo della proposta di legge, che si prefigge di “abbattere le liste d’attesa”, ma, soprattutto, si dimentica di chi deve essere veramente al centro e cioè il cittadino, al quale dare risposte concrete per abbattere le attese in sanità (“la salute infatti non può attendere”)”.


Infine la provocazione del presidente De Giorgi: “Per evidenziare “sul campo” la correttezza delle nostre tesi e rappresentare lo spirito di servizio che presuppone e descrive la nostra professione, stiamo valutando la possibilità e l’opportunità di invitare tutti i nostri iscritti a sospendere temporaneamente e unilateralmente l’attività in ALPI. Potrebbe essere un modo per vedere se il re è davvero nudo!”.


Attualità

Bollette di gas e luce salate: procedimento istruttorio contro Enel Energia

Dopo i reclami di Adiconsum Lecce, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato vuole accertare l’eventuale pratica commerciale scorretta in merito alle modalità di comunicazione delle variazioni contrattuali

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Tutto aveva avuto inizio nel 2022 quando molti consumatori decisero di passare dal prezzo variabile al prezzo fisso con l’obiettivo di mettersi al riparo da repentine impennate delle tariffe.

I contratti erano a tempo indeterminato ma l’offerta era a tempo determinato e raramente superava i 12 mesi.

Già questa differenza, poco nota ai molti, ha contribuito ad ingenerare confusione e disattenzione.

Alla scadenza dell’offerta concordata, il consumatore doveva ricevere dal proprio gestore, una comunicazione di variazione della tariffa – se meno favorevole – almeno tre mesi prima dell’entrata in vigore della nuova tariffa informandolo della possibilità di poter recedere dal contratto.

Questa comunicazione, separata dalla bolletta, può essere inviata per posta ordinaria o per email qualora l’utente abbia scelto tale modalità in fase contrattuale e non sono previste altre modalità di invio.

La comunicazione è molto importante perché oltre a informare l’utente del cambio tariffario, contiene anche l’informazione che, qualora l’utente non sia d’accordo con la tariffa proposta, potrà recedere dal contratto e cambiare gestore.

Ed è qui che nel mese di gennaio molti utenti si sono visti recapitare bollette del gas esagerate e si sono rivolti ad Adiconsum LecceAssociazione per la difesa dei consumatori per contestare la bolletta, visto che l’unica risposta fornita dagli operatori di Enel energia è stata quella che la tariffa era variata.

L’analisi delle bollette attenzionate ha evidenziato che molte tariffe del gas erano variate a partire da luglio 2023 e che, con l’avvento della stagione estiva, gli utenti non hanno potuto rendersi conto dell’aumento subito.

La sorpresa si è avuta solo quando con l’inverno sono stati accesi i riscaldamenti ma le bollette sono arrivate quando ormai erano trascorsi i periodi per porvi rimedio.

La beffa maggiore è stata poi quella che a fronte delle lamentele avanzate dagli utenti, Enel energia si è dichiarata disponibile a variare il prezzo del gas per il futuro (all’arrivo della bella stagione) ma lasciando invariati i prezzi dell’inverno pregresso.

Moltissimi consumatori lamentano di non aver mai ricevuto una comunicazione di variazione tariffaria per cui si è provveduto a contestarlo a Enel energia.

«Purtroppo», fanno sapere da Adiconsum Lecce, «il codice di condotta commerciale approvato da Arera scarica sui clienti l’onere di dimostrare di non aver mai ricevuto la comunicazione. In pratica l’onere della prova ricade sulle spalle della parte più debole. Questo anche quando la nuova tariffa viene di fatto scoperta solo alla ricezione della bolletta. Inoltre il gestore gode di una presunzione di ricezione della comunicazione, trascorsi 10 giorni dall’invio, anche se il consumatore sostiene di non aver mai ricevuto nulla!».

A fronte delle «inaccettabili risposte fornite da Enel energia» ed ai reclami effettuati da Adiconsum Lecce, l’associazione ha provveduto a inviare le segnalazioni all’Autorità Garante della Concorrente e del Mercato e ad Arera «per i profili di comportamento commerciale che le stesse vorranno rilevare a salvaguardia dei consumatori» e invocando il recesso contrattuale ai sensi dell’art. 52 e 53 del Codice del consumo «non essendogli stato consentito preliminarmente di conoscere le condizioni economiche che sarebbero state applicate, né posto nelle condizioni di poter valutarne gli effetti e le decisioni da assumere consapevolmente e decidere se avvalersi del garantito diritto di recesso».

Ora, grazie alle segnalazioni effettuate anche da Adiconsum Lecce, l’autorità ha formalmente aperto un’istruttoria che potrebbe portare gli utenti a vedersi riconosciute le proprie ragioni ed ottenere qunato contestato da Adconusm Lecce.

 

 

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«Mi vien da ridere». Rimpasto in Regione, Maraschio amara

L’ex assessora: «Non accetterò l’incarico all’interno dello staff del presidente Emiliano, ipotesi che mi è stata prospettata e per la cui offerta ringrazio.  Tra galleggiare e navigare ho sempre scelto la seconda opzione nella mia vita, con il vento in poppa e libera da condizionamenti»

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«Quindi l’operazione moralità e legalità della giunta regionale pugliese si esaurisce, in sostanza, con la fuoriuscita della sottoscritta. Questo è il segnale di discontinuità che si vuole far passare. Rispondo con un sorriso».

Lo afferma l’ex assessora Anna Grazia Maraschio, riguardo il rimpasto della giunta regionale annunciato ieri sera.

«Ringrazio le centinaia di persone, di amministratori, di cittadini che mi stanno scrivendo attestati di solidarietà, messaggi di indignazione e puro sconcerto», prosegue Maraschio, «non accetterò l’incarico all’interno dello staff del presidente Emiliano, ipotesi che mi è stata prospettata e per la cui offerta ringrazio.  Tra galleggiare e navigare ho sempre scelto la seconda opzione nella mia vita, con il vento in poppa e libera da condizionamenti. Tutto quello che ho ottenuto è stato grazie alla cultura del lavoro, l’unica che mi permea e alla quale rispondo. La stessa cultura che ho portato all’interno dell’assessorato che mi sono onorata di guidare, formato da professioniste e professionisti che sento di ringraziare, insieme al mio staff tecnico sempre al mio fianco e ai dirigenti, ai funzionari che hanno seguito la mia visione politica. Non rinnego nulla e non nascondo che sono stati anni belli, intensi, ricchi di soddisfazioni ma anche duri. Spesso ho dovuto lottare in solitudine, sentendomi come una mosca bianca».

«In tutta questa vicenda, c’è solo un aspetto che mi lascia l’amaro in bocca», aggiunge, «la brusca interruzione di un percorso di programmazione e pianificazione dell’assessorato, che andava dalle misure di tutela dell’ambiente e del clima fino all’impostazione di una nuova politica abitativa che non considerasse solo le case ma anche le persone e il loro benessere. Una mole impressionante di provvedimenti, di politiche rivoluzionarie, che non basterebbero queste righe per essere elencate. Quando si interrompe un percorso così, il rischio è che il beneficio possa essere per pochissimi e il danno per molti, moltissimi cittadini pugliesi».

«Avverto anche un’altra convinzione», conclude Anna Grazia Maraschio, «chi semina bene raccoglie il giusto e i germogli non tarderanno ad arrivare».

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Una salentina tra i giovani leader che scriveranno proposte per il G7

È Margherita Zappatore, 27 anni, di Gallipoli, dottoranda di ricerca in Scienze Giuridiche per la sostenibilità, l’innovazione e la transizione ecologica

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C’è anche una salentina tra i giovani selezionati per partecipare al Global Youth Leaders Program, l’iniziativa della Young Ambassador Society che unisce giovani fino ai 35 anni per contribuire allo sviluppo di proposte politiche che saranno presentate alla presidenza del G7.

Margherita Zappatore, 27 anni, originaria di Gallipoli, è dottoranda di ricerca in Scienze Giuridiche per la sostenibilità, l’innovazione e la transizione ecologica ed è fondatrice e amministratrice di una società di consulenza nel settore della comunicazione politica, del legislativo e della progettazione.

Grazie alle sue esperienze formative e professionali, contribuirà a formulare proposte sul tema dell’innovazione e, in particolare, dell’intelligenza artificiale.

Assieme agli altri giovani provenienti da tutto il mondo, inoltre, prenderà parte ad incontri con esperti di organismi internazionali come l’ILO, l’UNDP, l’OECD, l’UNICEF, la FAO e Microsoft.

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