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Allarme pesticidi, i medici salentini: “Troppo rischioso”

Decreto 13 febbraio 2018, parlano i medici: “La storia ci insegna che abbiamo spesso sottovalutato, per mancanza di conoscenze, aspetti fondamentali degli inquinanti”

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Il Decreto 13 Febbraio 2018 ha approvato il Piano Nazionale di Emergenza che reca misure fitosanitarie urgenti per prevenire e contenere la diffusione dell’organismo nocivo “Xylella fastidiosa”, causa del Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo (Co.DiRO). Nel Decreto è previsto tra l’altro l’uso di insetticidi, tra cui acetamiprid (neonicotinoide), e deltametrina (piretroide) che, è bene precisare, assieme ad altri sono già utilizzati routinariamente per combattere in agricoltura comuni parassiti, come ad esempio la mosca dell’ulivo e la tignola, oltre che per disinfestazioni urbane; i neonicotinoidi sono utilizzati anche nel controllo delle infestazioni parassitarie degli animali domestici da compagnia. Tali prodotti, in quanto tossico-nocivi, possono, secondo le norme in vigore, essere acquistati ed utilizzati per uso agricolo solo da personale specificamente formato ed abilitato, cosa che avviene anche a cura del tecnici  dei Servizi Igiene degli Alimenti e Nutrizione (SIAN) e Servizi Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPESAL) del Dipartimento di Prevenzione della ASL.


(…) Mentre gli effetti acuti degli insetticidi sopra citati sono accertati e prevenibili tramite buone prassi di applicazione, quelli a lungo termine sulla salute umana non sono sufficientemente comprovati, ma bisogna dire che per quanto attiene i neonicotinoidi, come l’acetamiprid, la dose a cui non si evidenziano effetti avversi varia molto, da 0,6 a 127 mg/kg peso/giorno per studi condotti nel ratto. Bisogna anche dire che non sappiamo quanto sia completa la nostra conoscenza sugli effetti delle nuove molecole. Infatti l’EFSA, l’agenzia europea per la sicurezza alimentare, ha reso un parere scientifico alla Commissione europea circa la potenziale neuro tossicità nella fase di sviluppo di due neonicotinoidi (acetamiprid e imidacloprid), ritenendo di consigliare di modificare i valori tossicologici di riferimento, riducendoli in modo sostanziale. Nelle more degli ulteriori studi, il rapporto di riesame EFSA sulla sostanza attiva acetamiprid, non ha impedito alla Commissione Europea di proporre il rinnovo dell’approvazione di tale sostanza fino al 28 febbraio 2033 ed al Ministero della Salute Italiano fino al 28.02.2034


La storia ci insegna che abbiamo spesso sottovalutato, per mancanza di conoscenze, aspetti fondamentali degli inquinanti come quello dell’interferenza endocrina, ovvero quello di molecole in grado di mimare l’effetto degli ormoni fisiologici fino a determinare una perturbazione della omeostasi degli organismi viventi. La maggior parte di questi composti mostra un effetto anche a dosi minime per cui diventa difficile basare una stima di rischio su un NOAEL ricavato da dati sperimentali che non riescono a tener conto degli effetti delle basse dosi. Agli interferenti endocrini sono imputati diversi effetti indesiderati e non si può escludere che i neonicotinoidi, ma anche le piretrine, possano svolgere un ruolo di  perturbatori del sistema ormonale


Non è da sottovalutare inoltre l’importanza delle miscele complesse e della contemporanea presenza di molecole con differente meccanismo d’azione.


Non abbiamo elementi di certezza ma secondo il principio di precauzione vi è la necessità di un continuo monitoraggio dei rischi-benefici delle molecole che utilizziamo in particolare in agricoltura per la possibilità di ingresso di contaminanti nella catena alimentare.

Per quanto riguarda il pericolo di presenza di sostanze tossico-nocive nell’acqua di falda, il Dipartimento di Prevenzione della ASL di Lecce è in attesa di poter avviare un programma di monitoraggio straordinario tramite le attività previste dal progetto MINORE, nell’ambito del quale, a maggior tutela della popolazione, si procederà al monitoraggio anche degli insetticidi sopra citati. Infine, si deve sottolineare che tra le misure fondamentali del Piano vi è il controllo delle erbe infestanti in tutti i terreni incolti, e non solo nei terreni adibiti a coltivazione di ulivo. Solo in casi eccezionali, dettati dalle caratteristiche del territorio e dalla impossibilità di accedervi con mezzi meccanici, si potrà fare uso di diserbanti chimici. Per rafforzare l’efficacia di questo piano è necessario che sia la popolazione che gli enti pubblici provvedano a mantenere puliti da erbe infestante tutte le aree incolte, compresi bordi stradali, rotatorie, e aree verdi in generale onde evitare l’ulteriore diffusione del vettore della xylella. Pertanto l’Ordine dei Medici di Lecce ritiene che, pur nella consapevolezza che il Salento non può sottrarsi dagli impegni nazionali ed internazionali finalizzati ad impedire la diffusione di un flagello per l’agricoltura quale la xylella, ogni misura di contrasto non può prescindere dalla piena tutela della salute dei cittadini anche a lungo termine.


Dott. Giovanni De Filippis


(Responsabile Commissione “Ambiente e Salute” OMCeO Lecce)


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Aumenta la produzione dell’olio nostrano, ma la qualità come è?

I numeri, però, non sempre bastano ad un’analisi esaustiva. Ecco perché abbiamo coinvolto alcune aziende del territorio per comprendere i contorni della campagna olivicola di quest’anno…

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Confermato il previsto aumento della produzione di olio a livello nazionale di circa il 30% rispetto all’annata precedente. La nuova annata sembrerebbe buona per qualità, con il novello già disponibile.

Buona qualità anche in Salento

La resa è influenzata dalla diminuzione della produzione (-30/40% in Puglia e circa il 20% in provincia di Lecce)  ma con un aumento della qualità (e anche dei prezzi). La resa media in olio da olive varia dal 13% al 20%, ma il dato complessivo della produzione è in calo rispetto alle annate precedenti, in linea con quanto previsto da Confagricoltura.

Nel panorama complessivo, bisogna considerare che l’andamento climatico sfavorevole ha inciso in modo pesante sulla produzione di olive. Nei primi giorni di aprile, infatti, una serie di gelate improvvise ha colpito molte aree olivicole, compromettendo gran parte dei bottoni fiorali (mignole) e vanificando in buona parte le potenzialità produttive. Secondo le prime valutazioni tecniche, la flessione produttiva potrebbe essere legata anche a fattori varietali.

In particolare, la cultivar FS-17 (la “Favolosa”), che inizialmente presentava una buona prospettiva di raccolto, ha subito un crollo quasi totale della produzione a causa della cascola dei fiori non ancora aperti, verificatasi subito dopo le gelate.

I numeri, però, non sempre bastano ad un’analisi esaustiva. Ecco perché abbiamo coinvolto alcune aziende del territorio per comprendere i contorni della campagna olivicola di quest’anno.

Giacomo Palese, amministratore de L’Olivicola di Presicce–Acquarica, precisa: «La nostra è un’azienda produttrice di olive da mensa e stiamo riscontrando un’ottima qualità». Riguardo alle differenze, «le ritroviamo in termini di quantità, quest’anno abbiamo meno frutto». Gli operatori del settore salentini hanno dovuto fare i conti con le conseguenze della Xylella che «ha avuto un impatto significativo sulla nostra azienda, ha rappresentato una svolta difficile e ha messo a dura prova la sostenibilità economica, obbligandoci a ripensare completamente il modello di business. Abbiamo dovuto reinventarci e diversificare la produzione. Non potendo più contare sulle nostre olive abbiamo iniziato ad acquistare da altri produttori, mossa che ci ha permesso di mantenere una produzione continua e ci ha anche spinto a esplorare nuove strade. Un cambiamento rilevante e significativo è stata l’introduzione di nuovi prodotti come i sott’oli che in passato non trattavamo. Tale diversificazione ci ha aperto nuovi canali di mercato, diversi da quelli che conoscevamo, e ha comportato costi aggiuntivi e la necessità di finanziare nuove attività: importanti investimenti, la necessità di accedere a nuovi finanziamenti esterni e un maggiore impegno nella gestione del credito, parliamo di un accesso al credito più mirato per finanziare questi investimenti iniziali. Un percorso impegnativo che ci ha permesso di trattare prodotti che diversamente forse non avremmo trattato. Sebbene le sfide siano state tante, siamo riusciti a trovare opportunità che, a lungo termine, potrebbero rivelarsi vantaggiose per la sostenibilità economica dell’azienda. Oggi, dopo anni, siamo tornati alla lavorazione delle olive grazie ai vari reimpianti effettuati. Abbiamo reimpiantato olive leccino, perché lavorando olive da tavola riteniamo che tale cultivar sia un ottimo prodotto da mensa. Nonostante le difficoltà», conclude Palese, «questo percorso di trasformazione ci ha reso più resilienti e pronti ad affrontare sfide future».

Anche Pierangelo Tommasi di Olio Biologico Moruse di Calimera, conferma «un prodotto dalla qualità eccellente anche perché siamo stati risparmiati dall’attacco della “Mosca”». Le differenze rispetto all’anno scorso «sono notevoli ma le piante crescono di anno in anno e iniziano a produrre un po’ di più. Parliamo, però, di numeri minimi rispetto a dieci anni fa: da allora la sostenibilità economica è completamente cambiata. Prima si poteva vivere di agricoltura, adesso sono soprattutto spese. Nella speranzosa attesa di tornare ad avere i profitti di una decina di anni fa».

Nel frattempo, anche nella azienda di Calimera hanno «impiantato le varietà di Leccino e Favolosa, per la precisione 80% della prima e 20% della seconda». Colta al volo l’occasione per variegare la produzione: «Già da 4-5 anni stiamo curando una cultura di avocado. Per ora solo un piccolo appezzamento ma stiamo provvedendo ad estendere la produzione su un altro ettaro e mezzo».

Quintino Palma del Frantoio Palma di Cursi ricorda che «la raccolta 2025 è stata colpita da una gelata durante il periodo della fioritura, provocando un calo nella produzione che resta, comunque, sufficiente per un raccolto di buona qualità».

Rispetto all’ annata scorsa Palma rileva «un leggero calo di produzione sufficiente, però, a garantire il prodotto fino alla prossima campagna olearia».

Poi aggiunge: «Al momento abbiamo quasi completato i reimpianti mettendo a dimora varietà Favolosa, Leccina e Leccio del Corno (avevamo già olivi di Leccino di circa 30 anni). Purtroppo, la Xylella ha causato un crollo della redditività dell’azienda. Anche se sono stati erogati degli aiuti per i reimpianti, bisogna considerare che occorrono diversi anni prima che le piante raggiungano un target accettabile di produzione, di conseguenza siamo ancora in piena crisi. Fortunatamente», conclude Palma, «l’azienda si occupa anche di effettuare reimpianti olivicoli “chiavi in mano” per sopperire al calo di reddito post Xylella».

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Alliste

Diamo i voti ai cimiteri del Salento: criticità, sufficienze ed eccellenze

Con l’avvicinarsi della Festa dei Morti abbiamo voluto verificare la situazione dei luoghi sacri dove tutti ci rechiamo in visita ai nostri cari defunti. Spesso, per come sono tenuti, nonostante la sacralità del luogo, i cimiteri sono stati oggetto di (giuste) critiche….

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Con l’avvicinarsi della Festa dei Morti abbiamo voluto verificare la situazione dei luoghi sacri dove tutti ci rechiamo in visita ai nostri cari defunti.
Spesso, per come sono tenuti, nonostante la sacralità del luogo, i cimiteri sono stati oggetto di (giuste) critiche.

Per questo a ridosso del 2 novembre abbiamo fatto un giro (random) in alcuni camposanti della provincia.

Sarà per l’avvicinarsi della ricorrenza, ma la situazione è (quasi) dappertutto decisamente confortante.

Nessun problema ad Alliste, Felline, Matino e Racale.

Negli ultimi due centri abbiamo assistito personalmente ai lavori in corso per la tosatura delle siepi e la sistemazione degli arredi a verde.

A Matino abbiamo anche incontrato il consigliere comunale Aldo De Donatis che ci ha spiegato come da tre anni sia cambiata la gestione dei servizi e la situazione oggi sia decisamente buona.

Stesso discorso per Patù, Castrignano del Capo, Leuca, Giuliano di Lecce, Salignano.

In queste ultime 4 località il servizio è (ben) curato dalla stessa cooperativa che fa capo al 31nne Thomas Chiffi.

Decoro salvo anche a Maglie, dove, in vista delle celebrazioni dei defunti, tutto appare pulito e ordinato. Sembra tutto in ordine anche a Ruffano, sia nella parte “vecchia” che nella nuova ala, sorta all’alba del millennio in corso per accogliere i nuovi defunti.

L’area va via via popolandosi e ha subìto aggiornamenti di anno in anno a seconda delle necessità.

A Tricase resta critica e indecorosa la situazione del vecchio cimitero.

Sebbene non preveda più tumulazioni sin dal 1984, il Monumentale resta comunque meta di tante persone.

La situazione strutturale e di manutenzione degli arredi non è conciliabile con la sacralità del luogo e con il rispetto che si deve a chi va a far visita ai propri cari trapassati.

Non ci sono particolari problemi, invece, al cimitero nuovo anche se, almeno dal punto di vista del decoro si può e si deve fare meglio. Tanti viali non sono protetti dall’asfalto o dal cemento come quello principale e pochi altri e, spesso, si è costretti a mettere i piedi nel fango.

La vegetazione, poco o per nulla curata, invade gli stessi viali, costringendo i visitatori a farsi spazio tra le fronde.

Per evitare che ci siano defunti di serie A e B sarebbe opportuno intervenire presto.

Questa la situazione in provincia,  almeno fino a qualche giorno prima del 2 novembre…

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“Per grazia ricevuta”: Piemontese, assessore sanità Puglia, crea d’emblée 2mila posti di lavoro

Nonostante cinque aziende sanitarie da 17 giorni siano senza direttore generale e non si veda alba, la Regione si prepara a lanciare tre concorsoni: due dei quali saranno gestiti proprio da Asl senza un manager…

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di Luigi Zito

Quello che non succede in 5 anni, a volte, si sa, può accadere a pochi giorni dalle elezioni: siano esse comunali (alzi la mano chi non si fatto dare “una liccata di asfalto”, davanti casa poco prima del voto); provinciali, quando Presidente o Assessori, come la Madonna, si appalesano in città e chiedono una “citazione” nelle urne: e giù a concedere, promettere, santificare e beatificare, tutta Grazia sprecata o mal riposta, perché sanno che non è deificata, ma solo vanagloria.

E fin qui siamo nell’ordine naturale delle elezioni.

Quello che supera il livello di indignazione e tracima nella vergogna assoluta, ai limiti della sconcezza, e chiede vendetta, è quanto sta accadendo per le nostre elezioni regionali.

Nonostante cinque aziende sanitarie da 17 giorni siano senza direttore generale e non si veda alba, la Regione si prepara a lanciare tre concorsoni: due dei quali saranno gestiti proprio da Asl senza un manager.

Mille posti ciascuno per infermieri e Oss, mentre la terza procedura darà il via alla mobilità intraregionale per permettere spostamenti tra le varie aziende.

Ricapitolando: 2mila posti di lavoro creati d’emblée, come infermieri e Oss, dei quali un terzo (circa 700) saranno su Foggia, città del Vicepresidente e assessore alla Sanità e Benessere animale, Sport per tutti, Raffaele Piemontese, prodigo di carità e col vizio delle buone azioni.

Questi concorsi erano attesi almeno da maggio, ora una circolare del dipartimento Salute conferma che la pubblicazione è «imminente», e dunque la scadenza delle domande potrebbe arrivare proprio a ridosso della tornata elettorale del 23 e 24 novembre prossimi, anche se le prove si svolgeranno non prima di aprile-maggio.

Quando si dice avere una “faccia di tolla”, ma qualcun altro asserirà che “in politica la menzogna è una componente imprescindibile”.

Come possiamo difenderci: quando nel segreto dell’urna dovremo apporre quella “citazione”, per non ricevere un’altra villania del genere, dobbiamo saper distinguere il “grano dalla pula”, il bianco dal nero, le “facce di tolla” da quelle linde, correte, sincere e leali.

Ricordiamocene.

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