Attualità
Casarano: convegno dell’Ascla
Ascla, Associazione Scuole e Lavoro, organizza sabato 9 aprile, dalle 10, presso la Fondazione “E. Filograna” a Casarano, il convegno “Il lavoro dell’uomo –
Ascla, Associazione Scuole e Lavoro, organizza sabato 9 aprile, dalle 10, presso la Fondazione “E. Filograna” a Casarano, il convegno “Il lavoro dell’uomo – Liberi dentro la crisi”. Interventi di: Giuseppe Negro, presidente dell’Associazione Scuole e Lavoro; Davide Bartesaghi, amministratore delegato di Associazione In-Presa di Emilia Vergani Onlus; Monica Paletto, presidente di CDO Opere Sociali.
Il convegno tratta di un tema quanto mai attuale soprattutto nel periodo di crisi finanziaria che stiamo vivendo. In tale contesto, tuttavia, la problematica del lavoro non riguarda innanzitutto la sua mancanza (intesa dal punto di vista della disoccupazione o recessione), ma l’incapacità di dare un significato al lavoro stesso dell’uomo. Il tema del lavoro viene dunque affrontato non tanto come “fattore produttivo”, o come “lavoro contrattualizzato” o “condizione sociale”. Si parla piuttosto del lavoro dell’uomo nel suo significato più totale, quindi anche del lavoro non remunerato che contribuisce al soddisfacimento di bisogni reali e primari del prossimo (è lavoro ad esempio quello di una madre che si prende cura del proprio figliolo). Il lavoro è infatti inteso come il momento fondamentale in cui ogni persona mette in gioco la propria energia interiore, le proprie intuizioni e la propria fantasia. Il lavoro è un’azione personale, libera ed orientata ad uno scopo, un’azione che non può essere scorporata dalla realtà della persona tutta intera. «Lavorare è fare un uomo al tempo stesso che una cosa», diceva Mounier. Questo modo di concepire il proprio impegno nella realtà, o davanti alla sorprendente realtà di un’opera che prende forma, fa cadere ogni tipo di distinzione tra lavoro formale, informale o gratuito.
Forse pochi sono disposti a credere che, nella crisi finanziaria, la questione cruciale per l’oggi riguardi il significato del lavoro; anche se molte voci preoccupate segnalano che il punto dolente è proprio il lavoro, o meglio la sua mancanza: la recessione, la disoccupazione. È veramente pericoloso vivere in una società dove nessuno si assume, col suo lavoro, il rischio di generare. Anche lavorare passivamente, l’aspettarsi una volta di più la soluzione dei problemi dai meccanismi sociali (pubblici, invece che di “mercato”), il non giocarsi nel significato del proprio lavoro cambiano la realtà. In peggio. L’inazione, il meccanicismo, la passività rendono la situazione più insicura, accentuano le disuguaglianze, approfondiscono le fratture. Guardare il lavoro umano nella pienezza del suo significato, invece, contribuisce a superare il ristretto orizzonte della necessità, della ricompensa, dell’interesse materiale immediato. Significa operare con tenacia e con una tensione finalizzata a lasciare una traccia o a generare qualcosa che duri, una soddisfazione per il lavoro “fatto bene” al di là dei riconoscimenti esterni. Per vivere, e non semplicemente subire, la crisi del presente è necessario rimettere al centro la questione del significato del lavoro. In tutte le epoche di grande incertezza, di tensione e di crisi, la ricostruzione della “città” non è venuta da progetti grandiosi immaginati e realizzati dall’alto. È venuta dalla paziente e amorosa cura delle relazioni, attenta alla concretezza dei bisogni, consapevole della strutturale interdipendenza che lega gli uomini fra loro. I grandi monasteri, con le loro impressionanti innovazioni tecnologiche e organizzative; le grandi opere sociali; persino i monti di pietà e le banche hanno preso forma dal lavoro di uomini. Uomini come noi! A un simile lavoro “creativo” siamo chiamati, nell’incertezza e nella crisi dell’oggi. Il lavoro cambia la realtà e la questione cruciale per l’oggi è come la libertà dell’uomo si muove per guardare oltre la crisi.
Attualità
Acido cianidrico nei Sapori Amaretti alle mandorle della Colussi
Sono stati rilevati valori troppo alti di acido cianidrico. Non possono essere esclusi seri rischi per la salute. Sconsigliato il consumo
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Colussi SpA Milano ha emesso un richiamo dei suoi Sapori Amaretti alle mandorle in confezioni da 175 g con date di scadenza 2 maggio 2026 e 25 agosto 2026.
L’azienda afferma che negli amaretti sono stati riscontrati livelli elevati di acido cianidrico e non possono essere esclusi rischi per la salute.
Nello specifico si tratta di due lotti delle confezioni da 175 gr Lotto L355122 1 e L355237 1 con scadenza rispettivamente del 2 maggio 2026 e 25 agosto 2026.
Le altre date di scadenza e gli altri prodotti del marchio “Sapori”, non sono interessati dal richiamo.
Gli amaretti interessati dal richiamo sono prodotti da Colussi S.p.A. con sede legale in via G. Spadolini n° 5, nella città metropolitana di Milano.
L’acido cianidrico (HCN) o cianuro di idrogeno, chiamato anche acido prussico, è una tossina naturale con elevata tossicità acuta, caratterizzata dall’inibizione della respirazione cellulare.
Ciò può causare un’intossicazione acuta con sintomi quali convulsioni, vomito e mancanza di respiro, che possono portare a paralisi respiratoria fatale.
Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” di Lecce, raccomanda a coloro che hanno acquistato il prodotto incriminato, di non consumare gli articoli interessati e di restituirli, non aperti o anche già aperti, al rispettivo punto vendita.
Il prezzo di acquisto verrà rimborsato, anche in assenza di scontrino.
Chi abbia assunto questa sostanza e successivamente manifesti sintomi gravi o persistenti dovrà consultare un medico.
Non è consigliabile, invece, un trattamento medico preventivo in assenza di sintomi.
Attualità
“Campagna pubblicitaria…stonata”: la segnalazione da Ruffano
Un nostro lettore commenta un manifesto apparso in queste settimane in paese: “Uso improprio del volto femminile, per di più estrapolato da un film drammatico che narra di una patologia”
Riceviamo e pubblichiamo la lettera giunta in Redazione da un nostro lettore di Ruffano che segnala un uso improprio del volto femminile su una campagna pubblicitaria che solleva, quantomeno, delle perplessità.
Segnalo la comparsa, più o meno dal 10 novembre scorso, di un manifesto pubblicitario affisso nei pressi del parco di via Torino, sulla strada che collega Ruffano a Montesano.
Tale manifesto pubblicitario dovrebbe riguardare la vista con conseguente controllo e acquisto di occhiali ma il claim, “vedere è un piacere”, viene associato ad un’immagine di una donna in evidente stato di godimento sessuale quindi l’associazione con il vedere e la vista in generale viene messo in secondo piano.
A parte l’azzardo di tale associazione, la donna presente sul manifesto fa parte a sua volta di un manifesto cinematografico, relativo al film “Nymphomaniac” del regista Lars von Trier, ed è l’attrice anglo-francese Charlotte Gainsbourg.
Si tratta di un film dal taglio drammatico che tratta di una patologia seria di cui soffre la protagonista. Non so se l’agenzia pubblicitaria si è resa conto dell’accostamento di tale immagine ma rimane il fatto che si è fatto un uso improprio del volto femminile in questione con un’espressione intima e chiaramente sessuale.
Si sarebbero potute usare molte altre metafore per esprimere l’importanza della vista e dei controlli periodici.
Inoltre, vorrei sottolineare la scorrettezza dell’allusione, escludendo dall’ipotetico piacere ad esempio i non vedenti. Il responsabile della ditta pubblicizzata (che non è di Ruffano, NdR), cui ho personalmente rivolto le mie perplessità, ha affermato, udite udite, che la “modella” non è uguale all’attrice del film. Giudicate voi (seguono foto).


Attualità
Olio d’oliva: «Servono strumenti di regolamentazione di mercato»
Italia Olivicola e CIA, appello al Governo per interventi che garantiscano un funzionamento ordinato e trasparente del mercato. Plauso alla GdF, all’ICQRF Puglia e Basilicata e all’Agenzia delle Dogane per maxi operazione antifrode
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Italia Olivicola e CIA Agricoltori Italiani, a pochi giorni dai positivi riscontri del tavolo olivicolo nazionale, tornano sulla questione olio d’oliva e lo fanno a 360 gradi, partendo da una questione basilare.
«Abbiamo espresso apprezzamento per gli impegni assunti dal Governo riguardo al potenziamento dei controlli», sottolinea Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, «occorre che, tuttavia, come previsto dai regolamenti comunitari, si possa procedere allo stoccaggio privato dell’olio».
Il mondo dell’olio di oliva italiano ha bisogno di stabilità e tranquillità durante la campagna olearia: Italia Olivicola e CIA, dunque, chiedono al governo di valutare l’attivazione di strumenti di regolamentazione di mercato.
«Le tensioni che si stanno registrando nelle ultime settimane nuocciono al settore», aggiunge Sicolo, «il comparto ha bisogno di calma e prospettive economico-finanziarie certe nel momento del massimo sforzo produttivo. Gli strumenti normativi per garantire una stagione ordinata dell’olio esistono e vanno messi in campo”.
L’articolo 167 bis del regolamento (UE) del Parlamento europeo e del Consiglio n. 1308/2013 stabilisce che, al fine di migliorare e stabilizzare il funzionamento del mercato comune degli oli d’oliva, nonché delle olive da cui provengono, gli Stati membri produttori possono stabilire norme di commercializzazione per la regolamentazione dell’approvvigionamento.
«Il ritiro temporaneo dal mercato di quantitativi di extravergine nazionale», continua Sicolo, «può prevenire fibrillazioni e garantire che i flussi commerciali siano mantenuti ordinati e senza scossoni, a beneficio dei produttori e dei consumatori».
Da tempo Italia Olivicola chiede che, oltre a misure emergenziali, il comparto possa avere strumenti che garantiscano che il mondo della produzione non venga finanziariamente strozzato durante la campagna olearia, perturbando il mercato, disorientando i consumatori nazionali e internazionali.
«A questo proposito, voglio esprimere il mio plauso e ringraziamento alla ICQRF Puglia-Basilicata, alla Guardia di Finanza e all’Agenzia delle Dogane per la maxi operazione tra il porto di Bari e la provincia di Lecce col sequestro di 14mila litri di olio extravergine non tracciato», conclude Sicolo, «oggi dobbiamo pensare a misure di emergenza ma guardando avanti, già pensiamo a come tutelare il reddito dei nostri agricoltori da forti oscillazioni del mercato e dei prezzi, proteggendo così la stessa immagine dell’oro verde, bandiera del Made in Italy».
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