Attualità
Commercianti salentini: Natale in in bilico… tra arancione e rosso
Le associazione di categoria: «Situazione drammatica, cali di fatturato oltre il 60%»; «Abbandonati dalle istituzioni»; «Tante attività si sono reinventate pur di non chinarsi dinanzi la crisi». Le iniziative: “Compra a Casarano”, “Regalo sospeso” a Maglie e “Te lo porto io a Tricase”
Sempre con la mannaia del lockdown minacciosa sulla nostra testa ci avviciniamo a quella che dovrebbe essere la festa per antonomasia per grandi e piccini. Difficile oggi però immaginarci immersi nelle atmosfere tipiche del Natale, circolando tra mercatini e passeggiando nei centri dei nostri paesi sotto le luminarie tipiche, guardando le vetrine dei negozi e acquistando regali per tutte le persone a cui vogliamo bene.
Natale, di solito, è anche il periodo dell’anno in cui i commercianti incrementano il volume d’affari dell’annata in corso. Quest’anno per tutti loro tra lockdown, zona (per ora) arancione e stallo economico dovuto all’incertezza per il futuro che ha fatto da freno agli acquisti ad ogni livello, è stata dura.
Per sapere come i commercianti stanno vivendo questo periodo e cosa dobbiamo aspettarci per Natale, abbiamo posto alcune domande a: Cristian Preite, presidente dei Commercianti imprenditori di Casarano, nonchè presidente della Confcommercio Casarano; Luigi Muci, presidente di Confesercenti Maglie; Roberto Tundo, presidente della Nuova Associazione Commercianti Centro Storico di Galatina; Stefania Palmieri, presidente dell’Associazione Commercianti di Tricase.
Quale è la vostra percezione della crisi economica generata dall’emergenza pandemica?

Roberto Tundo, presidente della Nuova Associazione Commercianti Centro Storico di Galatina
Roberto Tundo (Galatina) – «La crisi la si tocca con mano, i corrispettivi a giorni sono ridotti al minimo, a giorni equivalgono a zero».
Luigi Muci (Maglie) – «La situazione è drammatica con la zona arancione non siamo in lockdown ufficiale ma in realtà lo viviamo di fatto. Abbiamo cali di fatturato oltre il 60% su base annua con un rimbalzo avuto tra agosto e settembre che ci ha fatto ben sperare ma… se ora guardiamo ottobre e specialmente novembre gli incassi sono vicini allo zero. Viviamo da settimane in continua incertezza, si pensa al futuro, non si sa come sarà e tutto ciò provoca la sfiducia dei consumatori che non spendono e si traduce in una lenta agonia per l’intero settore commerciale. Il divieto di spostamenti tra Comuni ha praticamente paralizzato l’economia locale. Se si considera che andiamo incontro al Black Friday vivremo una situazione di concorrenza sleale tra i grandi colossi dell’on-line e piccoli esercizi di vicinato. In un momento storico dove sentiamo e leggiamo quotidianamente che bisogna aiutare i negozi di quartiere, i negozi delle città, che danno posti di lavoro e che fanno crescere l’economia locale, si è sviluppata una distorsione del mercato a danno degli stessi negozi fisici che si dice bisogna aiutare. Considerate che le 9 principali piattaforme dell’on-line sono straniere, non pagano le tasse in Italia e fatturano circa il 90% delle vendite online sul territorio nazionale».
Cristian Preite (Casarano) – «La percezione della crisi è forte e la paura di non farcela regna su tutti i settori. La ristorazione sta passando un periodo difficilissimo e molte attività non credono nemmeno di riaprire. Purtroppo, a differenza della prima ondata, questa volta i commercianti sono completamente a terra (tutti con prestiti e risparmi terminati). Ma il problema è che ci sentiamo totalmente abbandonati dalle istituzioni. La confusione che regna nel governo viene percepita da tutti e quindi regna lo sconforto totale in tutti i settori, perché è vero che la ristorazione è stata quasi del tutto chiusa ma nello stesso tempo la crisi ricade su tutte le attività».
Stefania Palmieri (Tricase) – «Prenderei spunto da una massima di Albert Einstein: “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura”. Credo fortemente in questa citazione e lo noto nel nostro piccolo, dove tantissime attività si sono reinventate pur di non chinarsi dinanzi la crisi. Anzi, molti la guardano negli occhi, urlandole in faccia e con orgoglio la loro rivincita! Non millanto, però, rose e fiori, poiché la situazione per alcuni, invece, è parecchio difficile! Alcune attività, purtroppo, stentano a rimanere aperte o devono prendersi carico e pensiero dei propri dipendenti. Quanto basta, insomma, per toglierti il sonno!».
Cosa vi aspettate dalle istituzioni (Comune, Regione o Stato)?

Cristian Preite, presidente dei Commercianti imprenditori di Casarano e della Confcommercio Casarano
Cristian Preite (Casarano) – «Dalla Regione ci aspettiamo aiuti economici come nella precedente ondata del virus con prestiti e aiuti all’imprese (anche se le elezioni son già passate…). Per quanto riguarda il Comune, sarebbe auspicabile la cancellazione dei tributi locali per il 2020. Ci piacerebbe, poi, vedere la città svegliarsi dal lungo letargo, iniziando e/o completando nuove opere edilizie che creerebbero un certo entusiasmo in città. Lo Stato, oltre al fondo perduto, dovrebbe agevolare l’accesso al credito in modo facile e veloce e pensare ad una seria riduzione delle tasse».
Stefania Palmieri (Tricase) – «Ci aspettiamo una mano solida che ci possa mantenere saldi in questo momento di bufera! Gli aiuti ci sono e molti riescono ad usufruirne a scapito di altri che proprio non riescono ad essere supportati. Per questo sarebbe necessaria una linea guida concreta che abbassi o azzeri il carico fiscale, che aiuti i nostri dipendenti e che ci sovvenzioni economicamente a prescindere dal fatturato».
Luigi Muci (Maglie) – Il Comune ha risorse economiche limitate, ci aspettiamo, però, una riduzione delle tasse locali e un impegno anche morale a sostegno del commercio spingendo i cittadini a comprare in città. Dalla Regione e dallo Stato ci aspettiamo ristori subito, contributi a fondo perduto, sgravi fiscali a sostegno di tutte le categorie, senza fare distinzioni o classifiche di chi è più o meno colpito ( ristorazione, commercio, ambulanti, etc) perché siamo tutti sulla stessa barca, che purtroppo sta affondando».
Roberto Tundo (Galatina) – «Cosa ci aspettiamo? Nulla! Se prima della pandemia e tra un lockdown e l’altro non vi è stata alcuna collaborazione, immaginate ora cosa possiamo aspettarci. Abbiamo solo assistito a spot elettorali rivelatisi infruttuosi. Ci vuole una profonda riforma fiscale, per poter rilanciare la piccola e media impresa italiana».
Come Associazione commercianti come vi state muovendo per supportare gli associati?

Stefania Palmieri, presidente dell’associazione commercianti di Tricase
Stefania Palmieri (Tricase) – «Abbiamo creato un circuito dal nome #te lo porto io, nato durante il primo lockdown con l’intento di risollevare l’economia locale, facendo lavorare i negozi a serrande abbassate ed utilizzando i social per pubblicare i prodotti e le relative offerte, conservando il legame con il cliente che può comodamente ordinare direttamente ciò di cui necessità e, tramite il lavoro di corrieri locali, riceverlo gratuitamente a casa. Abbiamo un orizzonte importante verso cui guardiamo e non temiamo di confrontarci con colossi come Amazon per promuovere il nostro territorio. Per questo abbiamo creato un altro strumento di grande valore, ovvero un sito ufficiale per tutti gli esercizi commerciali di Tricase, atto a garantire una migliore gestione degli ordini, utilizzando un proprio profilo con annessa galleria di prodotti. Siamo pronti a metterci in gioco e a reinventarci pur di resistere. Prima o poi tutto questo sarà un brutto ricordo e torneremo più forti di prima!».
Luigi Muci (Maglie) – «L’appello che rivolgiamo ai cittadini e di non rinunciare ai regali natalizi, di acquistarli nei negozi di fiducia, di aiutare il commercio urbano. Tramite telefono, canali social, WhatsApp i singoli esercenti si metteranno a disposizione consigliando i clienti ed aiutandoli nella scelta con fotografie, video, consegne a domicilio, facilitando l’acquisto».
Roberto Tundo (Galatina) – «Più che avere un pensiero comune, come associazione non possiamo sostenere nessun tipo di azione, ci saremmo aspettati da parte delle amministrazioni locali più collaborazione, solo collaborando si possono individuare nuove strategie».
Cristian Preite (Casarano) – «Stiamo facendo un tentativo per dare un po’ di colore anche quest’anno al Natale, illuminando tutte le attività. Ci aspettiamo anche un forte contributo dall’amministrazione per rendere il paese accogliente».
Per Natale nonostante il lockdown, zona arancione o rossa che sia, state organizzando qualcosa, anche solo simbolica?

Luigi Muci, presidente Confesercenti Maglie
Luigi Muci (Maglie) – «L’amministrazione sta lavorando all’iniziativa del regalo sospeso, da acquistare in loco in favore delle famiglie bisognose, e ha consigliato le attività commerciali di adornare l’ingresso dei negozi con un fiocco rosso per dare un segno di unità. I singoli commercianti, come ogni anno, hanno addobbato a loro spese le strade con le luminarie natalizie. Il Duc -distretto urbano del commercio- a causa dell’emergenza sanitaria in corso non ha potuto programmare le iniziative che l’anno scorso si sono svolte tutti i fine settimana di dicembre e che hanno riscontrato parecchi apprezzamenti ma ha addobbato la piazza centrale con un albero di luminarie alto 12 metri. Nell’incertezza se saremo zona arancione o diventeremo zona rossa speriamo che queste iniziative siano di buon auspicio».
Cristian Preite (Casarano) – «Come associazione abbiamo lanciato la campagna Compra a Casarano per incentivare gli acquisti nei negozi della nostra città».
Roberto Tundo (Galatina) – «Non c’è voglia di organizzare, anche perché bisogna sostenere dei costi molto importanti e, vivendo in un clima di totale incertezza, non si ha la possibilità né la forza economica per finanziare tali iniziative. Di certo nel nostro piccolo ognuno di noi, all’interno della propria attività, allestirà per il Natale. La nostra speranza oggi è solo quella di limitare i danni che la pandemia ha causato».
Stefania Palmieri (Tricase) – «Abbiamo rispettato tutte le restrizioni anticontagio e quindi non abbiamo organizzato eventi né raccolto i soldi dei tesseramenti anche per non pesare ulteriormente sugli associati. La cassa però langue e quel poco che c’è non lo vogliamo impegnare per le luminarie che, visto il periodo che stiamo vivendo, avrebbero anche poco senso. Se qualcosa faremo sarà frutto dell’iniziativa dei singoli commercianti che, magari, sapranno organizzarsi tra ecoloro che esercitano sulla stessa via».
Giuseppe Cerfeda
Attualità
Quando l’amore per lo sport fa cento
La cifra tonda di Franco Margarito nelle maratone: un atlante mondiale di sfide lungo 24 anni
di Lorenzo Zito
Cento maratone alle spalle. Una vita di corsa da sportivo non professionista, senza vedere ancora il traguardo. Franco Margarito, 63 anni, già felicemente nonno, di professione geometra e direttore tecnico specializzato in opere pubbliche, di Ruffano, conta la vita in chilometri. La mattina li macina in auto, per lavoro. La sera nei suoi scarpini, che quotidianamente allaccia per “avvicinarsi” alla sua prossima maratona, ai prossimi 42km (e rotti) da correre in qualche angolo del globo, vicino o lontano da casa.
Oggi non appende la casacca al chiodo, ma stappa una bottiglia per festeggiare la cifra tonda. Sportivo da sempre, Franco ha iniziato da ragazzino. Dalla corsa campestre ed il calcio è passato alla corsa su pista, col gruppo sportivo Fiamma Maglie. Poi, l’amore e la corsa lo hanno reso (anche) cittadino tavianese d’adozione: la moglie, Angela Rita Bruno, originaria di Taviano e già assessora del Comune di Ruffano, è anche la ragione per cui lui, 24 anni fa, ha conosciuto l’Atletica Taviano 97. “È diventata la mia seconda famiglia”. Oggi lui ne è una colonna portante.
Con loro, lo scorso 16 novembre, in terra amica, alla 6ª edizione della Maratona della Grecia Salentina, ha segnato il suo traguardo speciale: la sua centesima.
I primi 42km e 195 metri sono stati i più famosi al mondo, quelli della Maratona di New York: era il 6 novembre 2005. Da allora, il mondo si è aperto attraverso lo sport, in un susseguirsi di luoghi, strade e emozioni: Parigi, Milano, Lisbona, Valencia, Barcellona, Roma. E poi Amsterdam, Bruxelles, Firenze, Oslo, Stoccolma, Venezia.
L’elenco è un vero atlante personale. Per citarne solo alcune: Tirana, Budapest, la Collemarathon nelle Marche, il Lago di Garda, Sabaudia. In Puglia il Gargano, Sannicandro, Putignano, Barletta. E ancora le ultra: la 100 km del Passatore, la Pistoia–Abetone, il Gran Sasso, la 50 km del Vesuvio, Rapone, e le 6/8 ore di Lavello, fino al Parco Nord di Milano e alla 6 ore di Roma.
Una geografia fatta di fatica, amicizia e passi lunghi, che trova nella Maratona della Grecia Salentina un simbolo: “È bellissima. Attraversa 9 Comuni. Speriamo che la passione (di chi la pratica e di chi la organizza, come Cristian Bergamo) la preservi a lungo perché, oggi, è un piccolo patrimonio culturale sportivo nostrano”.
Accanto a lui, lungo il percorso, non sono mancati compagni di viaggio: gli amici runner Eliseo Stefano e Marco Marino, e naturalmente l’Atletica Taviano97, con il presidente Sergio Perchia “che da 24 lunghi anni mi vede associato”, ci racconta.
4 ore, 21 minuti e 38 secondi il tempo per chiudere la centesima. Non serve far calcoli per capire che per un maratoneta lo sport non è un optional o un passatempo. È parte integrante della propria vita.
Chi può spiegare meglio, allora, ad un bambino cosa significhi praticare sport? “Fare sport è vita. È al contempo sacrificio e libertà. E, pur essendo la corsa una pratica individuale, è grande opportunità di confronto”.
A casa, nel frattempo, c’è una stanza invasa da cimeli, gadget e medaglie: ogni oggetto racconta un frammento di questa sua storia. Non sono in ordine. “Adesso è ancora il momento di collezionarli. Per catalogarli ci sarà spazio, più avanti”. In agenda c’è già la prossima: la prima edizione della Due Mari a Taranto. Nel cuore le parole di Eugenio Montale: “Amo l’atletica perché è poesia. Se la notte sogno, sogno di essere un maratoneta”.
Attualità
Uno contro uno e uno contro zero
Rifiuti elettrici ed elettronici. Quando ne acquistiamo un nuovo elettrodomestico, ogni negozio (anche online) è obbligato a ritirare quello vecchio; i negozi con una superficie di vendita superiore ai 400 mq devono ritirare senza obbligo di acquisto i piccoli rifiuti elettrici ed elettronici come telefoni, tablet, frullatori, asciugacapelli…
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Non tutti lo sanno ma quando acquistiamo un nuovo apparecchio elettronico, ogni negozio (anche online) è obbligato a ritirare quello vecchio.
E, se il negozio è grande e gli apparecchi sono piccoli, questo obbligo vige anche fuori dal momento di acquisto: i rivenditori diventano raccoglitori, e sono tenuti ad avviare il corretto smaltimento dei dispositivi.
La gestione del fine vita dei prodotti tecnologici è semplice, ma, a quanto pare, in pochi lo sanno.
E anche questo rende difficile al nostro Paese raggiungere il target europeo di raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici: rispetto all’obiettivo del 65%, infatti, siamo circa al 30% e l’Italia, per chi non lo sapesse è sotto procedura di infrazione.
Come ha riportato il Corriere della Sera, il 91% dei consumatori italiani ha comprato almeno un elettrodomestico nell’ultimo anno, con una media di 5 prodotti ciascuno, e di questi più della metà sono piccoli apparecchi, elettronica da consumo come cavi o adattatori per prese elettriche e prodotti da computer.
Vale quindi la pena ricordare che i negozi di elettronica sono obbligati a ritirare gratuitamente gli elettrodomestici usati secondo la normativa “uno contro uno”, cioè al momento dell’acquisto di un apparecchio nuovo equivalente.
Inoltre, i negozi con una superficie di vendita superiore ai 400 mq devono offrire anche il ritiro “uno contro zero” per i piccoli rifiuti elettrici ed elettronici (con dimensioni inferiori a 25 cm come (come telefoni, tablet, frullatori, asciugacapelli), senza obbligo di acquisto.
Attualità
Tricase si fa arancione contro la violenza di genere
Manifestazione organizzata dall’Inner Wheel Club di Tricase – S. M. di Leuca e dal Rotary Club Tricase- Capo di Leuca con la partecipazione delle scuole del territorio per promuovere la cultura del rispetto, della parità e della non violenza
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si è svolta per le vie del centro di Tricase una partecipata marcia di sensibilizzazione volta a promuovere la cultura del rispetto e del contrasto alla violenza di genere.
L’iniziativa, che rientra nella campagna internazionale “Orange The World” di UN Woman, è stata organizzata dall’Inner Wheel Club di Tricase – S. M. di Leuca e dal Rotary Club Tricase- Capo di Leuca, realtà impegnate nella diffusione di valori di solidarietà, tutela dei diritti e sostegno alla comunità.
Evento particolarmente significativo anche per la presenza attiva delle scuole del territorio, che hanno aderito con entusiasmo e spirito di partecipazione: gli istituti comprensivi “Tricase – Via Apulia” e “Pascoli”, il Liceo “Comi”, e il Liceo “Stampacchia”.
Gli studenti, accompagnati dai loro insegnanti, hanno contribuito con cartelloni, slogan, riflessioni attestanti profonda sensibilità e momenti di condivisione, dimostrando consapevolezza e attenzione verso un tema che riguarda profondamente il presente e il futuro della società.
Il loro coinvolgimento ha rappresentato un messaggio forte: educare al rispetto fin da giovani è il primo passo per costruire comunità più giuste e sicure.
Alla marcia hanno preso parte anche diverse associazioni locali, che hanno voluto testimoniare la propria vicinanza alle donne vittime di violenza e ribadire l’importanza di fare rete tra istituzioni, scuola e terzo settore.
La presenza congiunta di enti, studenti e cittadini ha trasformato l’iniziativa in un momento di forte impatto emotivo e civile.
In chiusura, Pasquale Santoro in rappresentanza de “Le lanterne di Diogene”, ha reso partecipi tutti i presenti di riflessioni tratte dal libro “Cara Giulia” di G. Cecchettin, rivolte espressamente al mondo maschile.
Un appello condiviso con tutti i presenti: continuare a lavorare insieme per promuovere la cultura del rispetto, della parità e della non violenza, affinché giornate come questa non restino episodi isolati ma diventino parte di un percorso quotidiano di consapevolezza e impegno comune.
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