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Copertino: in arrivo nuova stangata!

La brutta notizia: deliberata la regolarizzazione del pagamento degli oneri di urbanizzazione e dei costi di costruzione per tutti coloro che negli ultimi dieci anni hanno edificato opere edilizie

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È in arrivo una nuova e pesante mazzata per le tasche dei cittadini copertinesi. Infatti, nel corso dell’ultimo Consiglio comunale svoltosi il 30 ottobre, l’Amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Rosafio ha deliberato la regolarizzazione del pagamento degli oneri di urbanizzazione e dei costi di costruzione per tutti coloro, costruttori o semplici cittadini, che negli ultimi dieci anni hanno edificato opere edilizie. Il tutto in seguito alla “dimenticanza” nell’aggiornamento delle tariffe previsto in base alla legislazione vigente.  Il contributo di costruzione – che è una spesa posta a carico del costruttore a titolo di partecipazione ai costi delle opere di urbanizzazione – è un’obbligazione contributiva collegata all’emanazione del titolo edilizio da parte dei Comuni, la quale si compone, per l’appunto, degli oneri di urbanizzazione e dei costi di costruzione. Per completezza di informazione va anche detto che per la corresponsione e quantificazione delle somme dovute, la legge prevede che l’incidenza degli oneri di urbanizzazione debba essere stabilita dai Comuni in base a tabelle parametriche definite da ciascuna Regione; inoltre, ogni cinque anni i Comuni devono provvedere ad aggiornare gli oneri di urbanizzazione, in conformità alle disposizioni regionali, in relazione ai riscontri e prevedibili costi delle opere di urbanizzazione; in più, nei periodi intercorrenti tra le determinazioni regionali, il costo di costruzione deve essere adeguato annualmente, ed autonomamente, in ragione dell’intervenuta variazione dei costi di costruzione accertata dall’ISTAT. Proprio per accertare la rispondenza ai parametri previsti, il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Lecce ha avviato nell’aprile 2011 un’importante indagine amministrativa denominata “Operazione Polis” a tutela della spesa pubblica locale su tutti i 97 comuni della provincia, dalla quale è emerso che il comune di Copertino risulta debitore nei confronti dell’Erario di una cifra che sfiora i 2,7 milioni di euro. E da qui, in seguito anche alla segnalazione effettuata dai finanzieri alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Bari, è scaturita la decisione di procedere al recupero delle somme dovute dai costruttori. Comunque siano andate le cose e di chiunque sia la colpa adesso a farne le spese saranno quei malcapitati che in buona fede hanno pagato gli oneri concessori in base alle tabelle non aggiornate. E c’è chi non ci sta e fa la voce grossa nei confronti degli amministratori comunali. Si tratta dell’associazione politico-culturale AlbaNuova & Copertino MeetUp la quale, attraverso un manifesto affisso per le vie cittadine, rende noto il proprio dissenso. «Il mancato aggiornamento di una fonte d’entrata così importante per un Comune – si legge nel comunicato – costituisce un’anomalia del sistema che, meglio di ogni parola, può spiegare il modo superficiale di  gestire la cosa pubblica da parte di quella classe dirigente che siede ancora oggi tra le comode poltrone di Palazzo Briganti. Oltre al danno la beffa: gli onesti contribuenti devono sapere infatti che gli stessi amministratori che oggi chiedono ancora soldi, in questi quattro anni non sono stati in grado neanche di recuperare il dovuto da coloro che, per gli oneri, risultano ancora morosi. Da questa vicenda sicuramente ci perde Copertino che avrebbe potuto avere le opere di urbanizzazione garantite a tutti i cittadini, strade praticabili, parchi attrezzati, piste ciclabili e molto altro».

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Acido cianidrico nei Sapori Amaretti alle mandorle della Colussi

Sono stati rilevati valori troppo alti di acido cianidrico. Non possono essere esclusi seri rischi per la salute. Sconsigliato il consumo

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Colussi SpA Milano ha emesso un richiamo dei suoi Sapori Amaretti alle mandorle in confezioni da 175 g con date di scadenza 2 maggio 2026 e 25 agosto 2026.

L’azienda afferma che negli amaretti sono stati riscontrati livelli elevati di acido cianidrico e non possono essere esclusi rischi per la salute.

Nello specifico si tratta di due lotti delle confezioni da 175 gr Lotto L355122 1 e L355237 1 con scadenza rispettivamente del 2 maggio 2026 e 25 agosto 2026.

Le altre date di scadenza e gli altri prodotti del marchio “Sapori”, non sono interessati dal richiamo.

Gli amaretti interessati dal richiamo sono prodotti da Colussi S.p.A. con sede legale in via G. Spadolini n° 5, nella città metropolitana di Milano.

L’acido cianidrico (HCN) o cianuro di idrogeno, chiamato anche acido prussico, è una tossina naturale con elevata tossicità acuta, caratterizzata dall’inibizione della respirazione cellulare.

Ciò può causare un’intossicazione acuta con sintomi quali convulsioni, vomito e mancanza di respiro, che possono portare a paralisi respiratoria fatale.

Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” di Lecce, raccomanda a coloro che hanno acquistato il prodotto incriminato, di non consumare gli articoli interessati e di restituirli, non aperti o anche già aperti, al rispettivo punto vendita.

Il prezzo di acquisto verrà rimborsato, anche in assenza di scontrino.

Chi abbia assunto questa sostanza e successivamente manifesti sintomi gravi o persistenti dovrà consultare un medico.

Non è consigliabile, invece, un trattamento medico preventivo in assenza di sintomi.

 

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“Campagna pubblicitaria…stonata”: la segnalazione da Ruffano

Un nostro lettore commenta un manifesto apparso in queste settimane in paese: “Uso improprio del volto femminile, per di più estrapolato da un film drammatico che narra di una patologia”

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera giunta in Redazione da un nostro lettore di Ruffano che segnala un uso improprio del volto femminile su una campagna pubblicitaria che solleva, quantomeno, delle perplessità.

Segnalo la comparsa, più o meno dal 10 novembre scorso, di un manifesto pubblicitario affisso nei pressi del parco di via Torino, sulla strada che collega Ruffano a Montesano.

Tale manifesto pubblicitario dovrebbe riguardare la vista con conseguente controllo e acquisto di occhiali ma il claim, “vedere è un piacere”, viene associato ad un’immagine di una donna in evidente stato di godimento sessuale quindi l’associazione con il vedere e la vista in generale viene messo in secondo piano.

A parte l’azzardo di tale associazione, la donna presente sul manifesto fa parte a sua volta di un manifesto cinematografico, relativo al film “Nymphomaniac” del regista Lars von Trier, ed è l’attrice anglo-francese Charlotte Gainsbourg.

Si tratta di un film dal taglio drammatico che tratta di una patologia seria di cui soffre la protagonista. Non so se l’agenzia pubblicitaria si è resa conto dell’accostamento di tale immagine ma rimane il fatto che si è fatto un uso improprio del volto femminile in questione con un’espressione intima e chiaramente sessuale.

Si sarebbero potute usare molte altre metafore per esprimere l’importanza della vista e dei controlli periodici.

Inoltre, vorrei sottolineare la scorrettezza dell’allusione, escludendo dall’ipotetico piacere ad esempio i non vedenti. Il responsabile della ditta pubblicizzata (che non è di Ruffano, NdR), cui ho personalmente rivolto le mie perplessità, ha affermato, udite udite, che la “modella” non è uguale all’attrice del film. Giudicate voi (seguono foto).

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Olio d’oliva: «Servono strumenti di regolamentazione di mercato»

Italia Olivicola e CIA, appello al Governo per interventi che garantiscano un funzionamento ordinato e trasparente del mercato. Plauso alla GdF, all’ICQRF Puglia e Basilicata e all’Agenzia delle Dogane per maxi operazione antifrode

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Italia Olivicola e CIA Agricoltori Italiani, a pochi giorni dai positivi riscontri del tavolo olivicolo nazionale, tornano sulla questione olio d’oliva e lo fanno a 360 gradi, partendo da una questione basilare.

«Abbiamo espresso apprezzamento per gli impegni assunti dal Governo riguardo al potenziamento dei controlli», sottolinea Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, «occorre che, tuttavia, come previsto dai regolamenti comunitari, si possa procedere allo stoccaggio privato dell’olio».

Il mondo dell’olio di oliva italiano ha bisogno di stabilità e tranquillità durante la campagna olearia: Italia Olivicola e CIA, dunque, chiedono al governo di valutare l’attivazione di strumenti di regolamentazione di mercato.

«Le tensioni che si stanno registrando nelle ultime settimane nuocciono al settore», aggiunge Sicolo, «il comparto ha bisogno di calma e prospettive economico-finanziarie certe nel momento del massimo sforzo produttivo. Gli strumenti normativi per garantire una stagione ordinata dell’olio esistono e vanno messi in campo”.

L’articolo 167 bis del regolamento (UE) del Parlamento europeo e del Consiglio n. 1308/2013 stabilisce che, al fine di migliorare e stabilizzare il funzionamento del mercato comune degli oli d’oliva, nonché delle olive da cui provengono, gli Stati membri produttori possono stabilire norme di commercializzazione per la regolamentazione dell’approvvigionamento.

«Il ritiro temporaneo dal mercato di quantitativi di extravergine nazionale», continua Sicolo, «può prevenire fibrillazioni e garantire che i flussi commerciali siano mantenuti ordinati e senza scossoni, a beneficio dei produttori e dei consumatori».

Da tempo Italia Olivicola chiede che, oltre a misure emergenziali, il comparto possa avere strumenti che garantiscano che il mondo della produzione non venga finanziariamente strozzato durante la campagna olearia, perturbando il mercato, disorientando i consumatori nazionali e internazionali.

«A questo proposito, voglio esprimere il mio plauso e ringraziamento alla ICQRF Puglia-Basilicata, alla Guardia di Finanza e all’Agenzia delle Dogane per la maxi operazione tra il porto di Bari e la provincia di Lecce col sequestro di 14mila litri di olio extravergine non tracciato», conclude Sicolo, «oggi dobbiamo pensare a misure di emergenza ma guardando avanti, già pensiamo a come tutelare il reddito dei nostri agricoltori da forti oscillazioni del mercato e dei prezzi, proteggendo così la stessa immagine dell’oro verde, bandiera del Made in Italy».

 

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