Attualità
“Spremuti”: la crisi ingessa l’economia salentina
Come uscirne? Gli interventi di Loredana Capone (vice presidente della Regione Puglia), Salvatore Arnesano (Cgil), Piero Stefanizzi (Cisl), Antonio Tarantino (Uil Fpl).

Come uscirne? Gli interventi di Loredana Capone (vice presidente della Regione Puglia), Salvatore Arnesano (Cgil), Piero Stefanizzi (Cisl), Antonio Tarantino (Uil Fpl). E poi la “sofferenza” dei nostri imprenditori ed il caso in controtendenza della “Scarlino”.
Loredana Capone: “Si investa su ricerca e innovazione”
Siamo davvero sulla soglia dell’allarme sociale? Quel che è certo, e ne conviene anche la vice presidente della Regione, Loredana Capone, “è che stiamo vivendo un momento di forte crisi economica. Ci sono però anche imprese dinamiche e volenterose di investire. Ed è a loro che bisogna dare un’opportunità. Del resto, la storia insegna che in ogni momento di crisi economica non c’è mai stato uno stallo assoluto ma una possibilità di riconversione. Nell’immediato dopoguerra, lo Stato puntò sulla scuola pubblica dando a molti una vera possibilità di crescita. Poi c’è stata la crisi, durissima, degli anni ’70: anche in quel momento, tuttavia, si puntò sulla crescita alzando il debito pubblico e consentendo comunque all’Italia di crescere”. E la nostra crisi? “Il vero problema è come la sta affrontando il Governo, che al contrario degli illustri predecessori non dà opportunità di crescita. Vincoli come quello del Patto di stabilità, con la sua rigidità, impediscono la spesa. Va bene ridurre la spesa, ma la situazione odierna, con gli Enti che hanno i soldi ma non possono spenderli, è come minimo paradossale. È un laccio che procura danni inestimabili impedendo di intervenire sulla crescita in un momento di crisi”. Vale anche per la Regione Puglia? “Certo, la liquidità l’abbiamo ma non riusciamo a spenderla a favore delle imprese. Sul Patto di stabilità bisognerebbe intervenire e siamo ormai stufi di ripeterlo”. Poi la Capone si lancia in una nuova invettiva, obiettivo sempre il Governo targato PdL: “Stanno dimostrando di non puntare affatto sulla crescita perché non spendono le risorse pubbliche a disposizione. Al contrario di come fa la Germania, di quanto stanno facendo gli USA. Lo Stato italiano oggi punta solo a ridurre i debiti e, così come ha detto Mario Draghi della Banca d’Italia, non attua una lotta concreta all’evasione fiscale, che consentirebbe di ridurre le tasse a chi le paga. Dall’altra parte, alla faccia dell’investimento sulla crescita, conservano nel cassetto i miliardi di euro dei Fondi FAS (Aree Sottoutilizzate) e quelli del PON per Ricerca e Competitività. Se non si cambia tendenza, allora sì che vivremo un vero allarme sociale!”. Come si sta muovendo la Regione? “Stiamo investendo tutto ciò che è possibile sugli incentivi alle spese. Con i bandi per i PIP abbiamo investito sulle aree industriali: 70 milioni di Euro quest’anno e altri 70 nel 2011. Allo stesso modo abbiamo investito sulla semplificazione in materia energetica. E, almeno lì, abbiamo creato un’opportunità con molte aziende che, per esempio, destinavano la loro attività all’automotive, settore in crisi, ed ora si sono riconvertite verso l’energia. Ancora: abbiamo investito nella ricerca un miliardo e 758mila euro in cinque anni ed oggi abbiamo offerto l’occasione a molte imprese, anche piccole, di essere più competitive sulla ricerca. Tutti i Dia (Denuncia Inizio Attività) che sto portando in Giunta in questi giorni sono di imprese che ci chiedono soldi non per capannoni industriali, ma per impianti nuovi, quindi per innovazione e ricerca. Questa è la strada da seguire”. Poi la vice Presidente regionale si lancia in un “tracciato cardiologico della situazione europea: ci sono i Balcani che hanno Paesi appena entrati o che stanno per entrare nell’UE. Bulgaria, Ungheria, Romania, Polonia, ecc, hanno a disposizione fondi a iosa e ce li avranno per i prossimi anni, partono da una condizione di povertà notevole, hanno un tasso di fiscalizzazione del 10% e addirittura stanno delineando zone franche! In questo modo hanno un costo del lavoro bassissimo: come faremo ad essere competitivi con loro? Si può solo agire sul sistema fiscale e investire su ricerca e innovazione”. Quando le diciamo che il consigliere regionale del PdL, Mario Vadrucci, nonché segretario provinciale della Confartigianato, ha lamentato un ritardo quasi biennale dell’erogazione dei finanziamenti europei da parte della Regione ai nostri artigiani, la Capone replica: “In realtà c’è un esame delle pratiche che deriva sempre da integrazioni documentali che non sono complete all’inizio, tanto che penso sia indispensabile un incontro con i consulenti oltreché con le associazioni di categoria per migliorare complessivamente sia la presentazione delle pratiche sia, se necessario, la procedura. Per altro verso, credo che Confartigianato abbia di che essere soddisfatta del fatto che la Regione abbia agevolato notevolmente i confidi per dare garanzie finanziarie agli imprenditori in questo momento in difficoltà di liquidità”.
Giuseppe Cerfeda
Stefanizzi (Cisl): “Con l’ombrello aperto in attesa di un uragano”
Non usa mezze parole Piero Stefanizzi, segretario generale della Cisl Lecce: “E’ fuori discussione che attualmente esista un allarme di tenuta sociale!”. Conferma così l’aumento della crisi: “E’ vero, e pure in forma esponenziale. Per quanto di nostra conoscenza, la situazione diventerà catastrofica molto presto: per ricorrere ad una metafora, direi che stiamo con l’ombrello aperto in attesa di affrontare l’uragano in arrivo!”. Quali i settori più colpiti? “Partiamo da un classico, ossia il calzaturiero, in cui ci sono storie vecchie, rimaste in sospeso perché una soluzione seria non è mai arrivata, a cominciare dall’Accordo di Programma. E poi il meccanico, l’agroalimentare (“adesso c’è il caso della Manifattura Tabacchi”), ecc. è il quadro generale a destare grandissima preoccupazione”.
Federico Scarascia
Arnesano (Cigl): “Sulla soglia dell’allarme sociale”
Salvatore Arnesano, segretario provinciale della Cigl, conferma l’aumento esponenziale dei cassintegrati nel Salento: “Nel solo mese di settembre abbiamo avuto 906.161 ore di cassintegrazione utilizzate con un incremento notevole sia di quella straordinaria che, soprattutto, di quella in deroga. Questi dati confermano la crisi profonda che attraversa il nostro territorio”. Quali i settori più in difficoltà? “Il calzaturiero resta il comparto in maggiore sofferenza ma anche il metalmeccanico e il suo indotto sono in una situazione delicata visto anche che la Fiat non ha ripreso a pieno regime la produzione. Ma neanche l’edilizia sta vivendo un momento d’oro. Tutta quella cassintegrazione in deroga che va a toccare quelle aziende con pochissimi dipendenti che operano nel settore dei servizi, del commercio, dell’editoria, ecc., incidono in maniera forte perché comunque sono soldi in meno che circolano. E l’aumento notevole degli impiegati che utilizzano gli ammortizzatori sociali testimonia come tutti i settori siano attraversati dalla crisi”. In che misura c’è davvero la necessità di ricorrere agli ammortizzatori sociali e non è solo l’escamotage dei datori di lavoro di “sfruttare” un’opportunità? “Nella maggior parte dei casi è crisi profonda, ci sarà anche qualcuno che se ne approfitta ma, se il fenomeno esiste, è davvero residuale”. Siamo sulla soglia dell’allarme sociale? “Si, perché se facciamo un’analisi della situazione sul nostro territorio tutti i settori sono in sofferenza. Per questo noi della Cisl stiamo promuovendo una mobilitazione generale, una manifestazione per far emergere le nostre difficoltà e sensibilizzare le Istituzioni a tenere conto delle nostre esigenze. Ci vuole un lavoro di raccordo che parta dal Governo centrale e a pioggia riguardi tutti. Altrimenti non se ne esce fuori”. Nessun barlume di luce? “Ci sono alcuni settori che danno piccoli segnali di ripresa come quelle aziende tessili della zona industriale di Nardò che stanno lavorando ed hanno anche riassorbito quegli operai che erano in cassintegrazione. Anche se sono casi isolati, dovuti alla capacità degli imprenditori di essere competitivi, restano comunque uno spiraglio di luce”.
Gi. Cerf.
Sanità & dintorni: “Aziende affondate”
Antonio Tarantino, segretario provinciale della Uil Fpl, si occupa di pubblico impiego e per la prima volta si è trovato a dover affrontare “la cassintegrazione in deroga per alcune realtà sanitarie che vivono momenti di sofferenza dettate da ragioni che vanno molto in là nel tempo”. Vale a dire? “Manca l’adeguamento delle tariffe. Nel momento in cui si stipulano gli accordi di accreditamento con le aziende sanitarie si stabilisce il costo dell’erogazione della prestazione. Ma se quelle tariffe non vengono adeguate ai rinnovi contrattuali susseguiti nel tempo è naturale che le aziende non riescano più a sostenere i costi per applicare alla regola i contratti collettivi del lavoro, adeguare le dotazioni organiche, ecc. Si aggiungano anche i ritardi dei pagamenti delle spettanze che queste aziende avanzano e si capisce come la situazione sia ormai incancrenita per cui alcune realtà sono andate in sofferenza come la Clinica Petrucciani, la Clinica Città di Lecce. Così come stanno patendo la situazione alcuni laboratori importanti affondati dalla Finanziaria di luglio che ripartisce il budget su tutte le strutture private. E se chi come Calabrese, l’unica in provincia di Lecce, Brindisi e Taranto, ha investito 2 milioni di Euro per acquistare la PET (uno degli strumenti diagnostici più innovativi per lo studio dei processi neoplastici, e poi si ritrova a poter usufruire di un indotto assai minore… Si è creata una situazione che vede una serie di responsabilità di chi ha gestito il tutto in maniera non oculata o comunque non di grande respiro, incapace cioè a provvedere alla necessità di ripianare il deficit sanitario regionale”. Ma lo standby non si limita alle aziende convenzionate. “C’è anche tutto in indotto. Se andiamo a vedere, anche le Rssa (Residenze socio sanitarie assistite) patiscono il mancato adeguamento delle tariffe e tutto l’indotto (fornitori di pannoloni, dei letti specifici per le piaghe da decubito, ecc.) va in crisi”. C’è una via di uscita? “Rideterminare le tariffe, rifare un piano sanitario con una migliore utilizzazione delle risorse e il miglioramento delle realtà già esistenti come Petrucciani, Quarta Colosso, ecc. E comunque la si smetta di sostenere che il privato cozza col pubblico: una politica che preveda una buona integrazione tra pubblico e privato sicuramente darà risposte di qualità a tutto il territorio. Come ha detto il Ministro Fazio non si possono chiudere ospedali se il territorio non è pronto a recepire la domanda di sanità ed assistenza esistente. Se si chiude Poggiardo dove mandiamo tutti quelli che facevano le radiografie a Poggiardo? Si ripensi tutta la strategia del budget da affidare alle strutture private. E non dal punto di vista strettamente giuridico già governato dalle leggi nazionali. Fuori da tutti i lacci e laccioli burocratici, si dia vita a quei controlli che la Regione non ha mai fatto, e si proceda all’adeguamento delle tariffe che resta un punto fondamentale”.
Gi. Cerf.
Lo specchio della crisi: parola agli imprenditori
Si parla tanto di crisi, di difficoltà economiche dei diversi strati che compongono l’economia. Ma cosa vuol dire crisi nel Salento? Lo abbiamo chiesto ad alcuni dei nostri imprenditori invitandoli a raccontarci la loro esperienza.
Antonio Belfiore del Colorificio Belfiore di Salve ritiene che la crisi ci sia anche “per colpa dei vagabondi che ora hanno un alibi per non lavorare. E poi, sempre parlando del nostro territorio, a noi imprenditori salentini sta bene il detto “nemo propheta in patria” perché noi, siccome siamo del posto, non valiamo nulla e se qualcuno viene da fuori è la panacea di tutti i mali”. Per la sua azienda cosa ha voluto dire la crisi? Ha dipendenti in cassintegrazione? “No, nessuno. Stiamo cercando di tirare avanti, stringendo la cinghia, senza dover ricorrere agli ammortizzatori sociali. Il lavoro ce lo inventiamo e lo troviamo ci diamo da fare in tutti i modi ma siamo abbandonati a noi stessi, le Istituzioni non ci sono vicine”.
Rocco Rodigliano, di Sud Frigo System di Ugento, prima si sfoga: “C’è troppa gente che mangia senza lavorare, a partire dai frequentatori della politica”. E poi lamenta: “I costi di gestione, iniziando da quelli del personale, sono altissimi. Basti pensare che prima dell’avvento dell’Euro pagavamo 100 mila lire di partita IVA, oggi sono 120 €; i contributi per dipendente ci costavano circa 700 mila lire, oggi quasi 800 euro; per i nostri contributi di categoria pagavamo 900 mila lire ogni trimestre e oggi 900 €… Abbiamo la corda ben stretta intorno al collo. Lavoriamo come prima e quello che prendevo in lire oggi prendo in euro, mentre le spese sono più che raddoppiate”.
Torquato Parisi, di F.lli Parisi Luminarie Taurisano, concretamente ci fotografa la crisi dal suo punto di vista: “Prima le feste patronali erano preparate in grande stile, oggi si cerca di contenere i costi. Quando il comitato va a chiedere la sottoscrizione ai compaesani, non trova più la stessa disponibilità di qualche anno fa. E in più i costi sono aumentati”. Come state affrontando questo periodaccio? Siete ricorsi agli ammortizzatori sociali? “No, abbiamo cercato di organizzare al meglio il lavoro proprio per non mandare nessuno a casa. Stiamo provando in tutti i modi a resistere grazie anche alla stima e alla fiducia che la clientela continua ad avere nei nostri confronti. Stiamo cercando di offrire la stessa qualità di sempre contenendo i costi e impiegando il minor tempo possibile riducendo gli sprechi”.
Lucia Licci, di Finanza ed Assicurazioni Licci ad personam, parla chiaramente di “mancanza di liquidità per le aziende e le singole persone. Quindi i pagamenti vanno alle lunghe e tutto il sistema economico si collassa”. Per quanto riguarda il suo settore, quello dei finanziamenti “stiamo riscontrando molti casi in cui persone hanno contratto più prestiti e sono esposte in misura superiore rispetto al loro guadagno. Bisognerebbe cominciare a capire che le rate agevolano gli acquisti ma poi bisogna comunque pagarle. Ora il fenomeno è stato un po’ limitato dalle banche dati che informano sulla situazione finanziaria di ognuno. Ma c’è anche chi riesce a bypassare il sistema e poi puntualmente arriva al punto di non ritorno con rate insolute che non ti consentono più di accedere al credito”. Voi lavorate con le banche: è vero che hanno stretto i cordoni? “Si. Se sulla loro banca dati compare anche un piccolo ritardato pagamento, magari dovuto ad una semplice dimenticanza, loro non erogano più”. Sono aumentate le aziende in sofferenza? “Tantissimo. Perché chi ha problemi di liquidità non spende più e soldi in circolo non ce ne sono mettendo in ginocchio tutta la filiera”. C’è una via d’uscita? “Ci vorrebbe un po’ più di elasticità e professionalità da chi eroga i finanziamenti. Si dovrebbe dare ai dipendenti la reale possibilità di rinegoziare i prestiti in corso. Cosa che tutti pubblicizzano ma quasi nessuno mette in atto per il semplice fatto che le banche difficilmente approvano. Stesso discorso si potrebbe fare per le aziende dandogli un po’ di respiro”.
Antonio Rizzelli della TR Inox ammette che “con l’aggravarsi della crisi abbiamo patito un calo degli ordini e la difficoltà sempre crescente di recuperare i crediti. In particolare il settore nautico ha subito un crollo progressivo a partire dal settembre 2008. Ora la situazione sembra essersi stabilizzata ma continuiamo ad accusare almeno un 30% in meno di lavoro”. La Tr Inox non è ricorsa ad ammortizzatori sociali per i dipendenti anche se Rizzelli ammette di aver dovuto, “nel periodo di maggiore crisi, licenziare alcuni di loro che hanno potuto tirare per un po’ tra trattamento di fine rapporto e “disoccupazione”. Non appena ne ho avuto l’opportunità, però, li ho riassunti”. E guardando al futuro? “Il Salone di Genova, al quale abbiamo partecipato, ci ha restituito un po’ di entusiasmo, speriamo ci sia un’inversione di tendenza anche perché seppure il volume complessivo del lavoro sia diminuito, nel frattempo le aziende meno solide hanno segnato il passo diminuendo la concorrenza. Una sorta di selezione naturale”.
Antonio Catamo (Dolci Fantasie a San Cassiano e Tricase e Caffè Alvino a Lecce) premettendo che questo per la tipologia della sua attività è “un periodo che porta un calo fisiologico”, ammette che “la crisi si nota subito dalla netta diminuzione del “movimento” dei clienti. E poi chi si rivolge a noi per il catering ci chiede come prima cosa di spendere poco… L’economia è bloccata e la gente vuole spendere sempre di meno perché ha paura”. Vista la situazione Catamo è dovuto “ricorrere agli ammortizzatori sociali per alcuni dei dipendenti di San Cassiano. In qualche modo dovevamo arginare l’emorragia per sopravvivere”. Catamo però non dispera che “superati questi 3-4 mesi, complice anche il ritorno della bella stagione e la ripresa del settore catering, si possa recuperare e rimettersi in carreggiata”.
In netta controtendenza con il panorama piuttosto desolante dell’attuale economia imprenditoriale il Salumificio Scarlino di Taurisano. Antonio Scarlino ci dà subito il dato più significativo: “Chiudiamo l’anno con un +15%. Paradossalmente la crisi ha dato maggiore prosperità ai nostri prodotti, valida alternativa nutrizionale a prodotti ben più cari”. Ma non è solo questo motivo ad aver reso il salumificio Scarlino un’isola felice: “È in atto un progetto di internazionalizzazione molto forte che grazie all’export ci fa prevedere per il 2011 un incremento del 40% grazie soprattutto al mercato spagnolo. Abbiamo dato vita negli ultimi due anni ad un’attenta politica di investimento che mira a far diventare la Scarlino il cost leadership italiano: il luogo in cui industrialmente il prodotto costa meno, per affrontare con maggiore competitività il mercato mondiale”. In pratica la Scarlino è scampata alla crisi grazie ad un attento studio dell’evoluzione del mercato: “Da 3 anni avevamo intuito che sui consumi e sulle famiglie c’era in atto una modifica sostanziale del paniere della spesa. Questo ci ha portato ad importanti investimenti tecnologici che ci hanno consentito di essere altamente competitivi. Diventare il partner, e non il fasonista, della grande distribuzione (“facciamo wurstel per Auchan, Carrefour, Coop, Despar”) per la controlavorazione e una razionalizzazione della marca Scarlino sullo scaffale, per incrementare ulteriormente il rapporto qualità-prezzo, dovrebbero consentirci di consolidare ancora la nostra crescita, che ci porti nel breve anche all’attuazione di un secondo turno di lavorazione”. Quindi si parla addirittura di nuove assunzioni? “L’obiettivo è quello di aumentare ulteriormente la forza lavoro dopo l’incremento dell’ordine del 30% registrato in questi ultimi anni”. Riguardo alla crisi che attanaglia tutta la nostra economia, Scarlino dice che “se le aziende avessero inteso in tempo che la sfida alla Cina era persa in partenza e si fossero riorganizzate, restando sul territorio, puntando sul mercato mondiale, che vale circa 600-700 milioni di potenziali clienti, e non sulla corsa al ribasso dei prezzi, forse oggi vivremmo una situazione diversa”.
Giuseppe Cerfeda
Attualità
Il Salento sbarca a Paestum!
Investire nel turismo culturale e archeologico: è la sfida lanciata da Cavallino, Lequile, Melendugno e Presicce-Acquarica per valorizzare di più il Salento e destagionalizzare

Investire nel turismo culturale per andare altre la ristretta stagione estiva.
È la sfida lanciata da Cavallino, Lequile, Melendugno e Presicce-Acquarica, che hanno annunciato la loro partecipazione alla XXVII Borsa mediterranea del turismo archeologico di Paestum che si è affermata nel panorama del turismo nazionale e internazionale per i suoi focus su siti archeologici e beni culturali, divenuti attrattori di viaggiatori colti, curiosi e alto spendenti in grado di fare le proprie vacanze tutto l’anno.
Ne hanno parlato il sindaco di Lequile Vincenzo Carlà e l’assessore al turismo di Presicce-Acquarica Natacha Pizzolante assieme ai rappresentanti dei Comuni di Cavallino e Melendugno, che saranno a Paestum per incontrare tour operator e giornalisti specializzati in turismo archeologico.
SINERGIA TRA ENTI PUBBLICI E PARTNER PRIVATI
Immediatamente dopo la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico un gruppo di giornalisti e tour operator italiani e internazionali, specializzati in viaggi culturali, sarà ospitato nel Salento durante il 74mo Educational organizzato dalla rivista di turismo e cultura, Spiagge, diretta da Carmen Mancarella (www.mediterraneantourism.it) che sarà distribuita al desk della fiera e si troverà nello stand del Ministero della Cultura.
Tra il 4 e l’8 novembre e tra il 28 novembre e il 2 dicembre arriveranno giornalisti e tour operator italiani, francesi e tedeschi che visiteranno Cavallino, Lequile, Melendugno e Presicce – Acquarica.
In particolare, Presicce li accoglierà in occasione della sua Festa patronale di Sant’Andrea, che inaugurerà il 29 novembre la lunga scia di feste del fuoco in Puglia.
PRESICCE-ACQUARICA, CITTÀ DEI FRANTOI IPOGEI
Spiega l’assessore al turismo e cultura, Natacha Pizzolante: «Con i suoi 50 frantoi ipogei il borgo di Presicce, entrato da tempo nell’elenco dei Borghi più belli d’Italia, Presicce-Acquarica incarna l’anima del Salento, abitata da pescatori e contadini. Abbiamo fatto di tutto per valorizzare i suoi beni architettonici e monumentali. Sono visitabili i tre frantoi ipogei che si trovano sotto piazza del Popolo, collegati tra loro. Nel Palazzo ducale custodiamo il Museo della civiltà contadina “Gino Orlando”, che custodisce mobili, corredi, attrezzi, suppellettili che raccontano la vita dei nostri nonni: dalla vita domestica al lavoro nei campi o nelle botteghe artigianali. Presicce con il suo quartiere nobile dai ricchi e antichi palazzi e il suo quartiere con le case a corte, il quartiere Padreterno, attrae turisti da ogni parte del mondo assieme ad Acquarica, famosa per la sua torre di Celsorizzo, una torre colombaia dove il signore feudale allevava piccioni viaggiatori: rappresentava il potere della comunicazione nel Medioevo: la guerra si vinceva non solo con le armi, ma soprattutto con la velocità nello scambiare i messaggi.
Acquarica del Capo è, invece, famosa per la lavorazione del giunco, un antico sapere che stiamo custodendo e valorizzando, trasmettendolo alle giovani generazioni».
LA PRIMA FESTA DEL FUOCO DELLA PUGLIA
Nel Borgo di Presicce (foto in evidenza in alto) ci si dà appuntamento anche per vivere la prima festa del fuoco della Puglia, che inaugura la lunga scia delle feste del fuoco dell’inverno pugliese.
Le Feste del fuoco iniziano il 29 novembre a Presicce e finiscono il 18 marzo nei paesi che festeggiano San Giuseppe e che segnano l’inizio della Primavera.
L’accensione della focareddha a Presicce, costruita con rametti d’ulivo (perché Presicce è città dell’olio) e che piò assumere varie forme: come una barca o un frantoio ipogeo, avviene tra musica di bande, luminarie, fuochi d’artificio.
La festa attrae migliaia di visitatori e rappresenta l’incontro tra la cultura contadina e quella marinaresca nel Salento.
CAVALLINO CITTÀ D’ARTE E CULTURA
Afferma il sindaco di Cavallino, Bruno Ciccarese Gorgoni: «Cavallino è una delle prime città della Puglia ad aver ottenuto il riconoscimento dalla Regione di Città d’arte e cultura per la bellezza dei suoi monumenti, ma anche per la cura dei restauri e della loro valorizzazione. Si va dalla presenza del sito archeologico, concepito come un Museo diffuso dove si possono leggere le tracce anche della civiltà contadina, alla bellezza dell’ex convento dei Domenicani con la sua chiesa, la galleria celeste del Palazzo ducale, ora in restauro. Inoltre, l’offerta turistica si è arricchita di un nuovo bene culturale: il frantoio ipogeo di via Crocifisso, fulgido esempio di archeologia industriale».
LEQUILE: FRANTOIO IPOGEO, PALAZZI NOBILIARI E CHIESE BAROCCHE
Sottolinea il sindaco di Lequile, Vincenzo Carlà: «Dopo il successo dello scorso anno, quando abbiamo avuto modo di presentare a tour operator e giornalisti specializzati la nostra città così ricca di beni culturali, ritorniamo a Paestum per accendere i riflettori sulla bellezza della nostra Lequile e la sua importanza sotto il profilo storico e culturale.
Nella nostra città si contavano ben 15 frantoi ipogei, che producevano olio lampante. Era un affare così redditizio che numerose famiglie come quella dei principi genovesi si sono trasferite a Lequile per commercializzare l’olio lampante, olio che veniva anche usato per rifornire Marsiglia, famosa produttrice di saponi. Ma anche a Lequile era attiva una fabbrica. Da tutta questa ricchezza è nata poi la ricchezza e la bellezza delle chiese di Lequile: la chiesa madre con i suoi altari barocchi, la chiesa di San Vito tutta ricoperta in foglia oro sino alla chiesa dei Santi Medici, realizzata dall’architetto Miccoli che firmò altre chiese praticamente simili anche a Mesagne. Nostro fiore all’occhiello è il Convento dei francescani realizzato in soli nove anni dal 1613 al 1619 e divenuto modello architettonico per tutti gli altri realizzati nella Provincia francescana. Da ammirare i suoi affreschi che si trovano nel refettorio, ma anche la ricca biblioteca che custodisce ben 2.000 volumi provenienti da tutto il mondo, tra cui cinquecentine, seicentine e settecentine. Per anni i frati hanno svolto l’importante ruolo di custodire e tramandare i saperi giunto sino a noi. Il nostro convento, che attrae tantissimi visitatori, è entrato tra i beni tutelati dal FAI ed è candidato a divenire luogo del cuore FAI. Per promuovere sempre di più la nostra cittadina anche sotto il profilo dell’enogastronomia e dell’arte organizziamo grandi eventi anche in inverno come “Alle porte della città”, che si svolgerà il 20 dicembre».
MELENDUGNO MESSAPICA E MEDIOEVALE
Continue campagne di scavo finanziate dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Maurizio Cisternino, continuano a stupire a Roca Vecchia e anche presso l’Abbazia di San Niceta.
Dopo aver ottenuto un finanziamento del CUIS grazie all’impegno dell’assessore alla cultura, Sonia Petrachi, prematuramente scomparsa, una nuova campagna di scavi è stata avviata anche quest’anno con fondi comunali, diretta dal professore Marco Leo Imperiale. Gli archeologi hanno portato alla luce silos contenenti granaglie e tombe, probabilmente utilizzate dagli stessi religiosi che abitavano nell’Abbazia, che estendeva i suoi possedimenti sino al mare e anche nel capo di Leuca. Attiva sino al ‘700 era una delle abbazie più importanti del Salento tanto che i registri onciari rivelano che pagava tasse tre volte superiori a quelle dell’Abbazia di Santa Maria di Cerrate.
Le recenti scoperte archeologiche hanno retrodatato la nascita del paese, Melendugno.
Un vero e proprio scrigno di tesori è il sito archeologico di Roca Vecchia, dove le indagini condotte dall’équipe di archeologi guidati dal professore Rino Scarano, allievo del compianto professore Cosimo Pagliara, hanno riportato in luce le mura monumentali alte dieci metri e spesse 25, dove si combatté la battaglia più importante della Preistoria. Protesa sul Mediterraneo, Roca ospitava una ricca comunità egea e importava oro dall’Antico Egitto come raccontano i cinque dischi d’oro usati per i culti e ritrovati nei pressi della grande capanna tempio, costruita a palafitta, nel cuore della città antica, una città abitata dalla Preistoria sino al Medioevo, prima di essere abbandonata dai suoi abitanti a causa delle scorrerie dei saraceni dopo la presa di Otranto, avvenuta nel 1480.
Gioiello è la Grotta della Poesia piccola, un antico santuario dove i naviganti della Terra d’Otranto andavano a rifornirsi di acqua dolce (Poesia viene dal greco arcaico Ap che significa acqua) e pregavano promettendo sacrifici per ritornare sani e salvi a casa.
Le loro preghiere rivolte al dio Tutor sono state trovate incise sulle pareti della Grotta del professore Pagliara nel 1986. Definita dal National Geographic la piscina naturale più bella al mondo, la Poesia grande attrae turismo internazionale tutto l’anno.
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- Un momento della conferenza stampa di presentazione
- Roca
- La torre di Celsorizzo ad Acquarica
- Museo diffuso a Cavallino
- La Colonna di Lequile
Andrano
Olè, mobilità sostenibile sulle vie del Parco
Parco Naturale Regionale Costa Otranto-Leuca e Bosco di Tricase, laboratorio ad Andrano il 7 novembre. Tre le direttrici: tre direttrici ciclopedonabilità del tratto litorale adiacente alla litoranea; intermodalità su gomma e su ferro tra le stazioni FSE Maglie – Gagliano del Capo e le marine; accesso alla costa e fruizione delle marine, delle aree sosta stagionali e reversibili e il settore delle attività turistico-ricreative

Pianificare una mobilità lenta e sostenibile lungo il tratto di costa da Otranto a Leuca, per ridefinire insieme alla comunità una nuova idea di fruizione dell’area.
Con questo obiettivo nasce il progetto “Olè”, promosso dalla Provincia di Lecce, con il supporto tecnico di Città Fertile, finanziato dalla Regione Puglia, presentato oggi a Palazzo Adorno a Lecce.
Per illustrare tutti i dettagli e le opportunità di “Olè”, sono intervenuti il consigliere provinciale Ippazio Morciano, il dirigente responsabile Roberto Serra e, per Città Fertile, Rino Carluccio.
L’obiettivo è quello di costituire un laboratorio partecipato per la fruizione sostenibile della Costa Otranto-Leuca, che possa operare come strumento di governance locale, cabina di regia e incubatore di progettualità condivise.
Il Laboratorio avrà un ruolo centrale per l’attuazione della pianificazione, la promozione e il dialogo tra comunità e istituzioni.
Il progetto, prendendo come riferimento la pianificazione in materia paesaggistica e della mobilità a livello regionale, provinciale e del Parco Naturale Regionale Costa Otranto – S. Maria di Leuca e Bosco di Tricase, vuole promuovere la rigenerazione dell’attuale sistema della mobilità del tratto costiero e retro-costiero all’interno di un’area che si caratterizza per le sue peculiarità identitarie, paesaggistiche, ambientali e culturali.
“Olè” è un progetto Integrato di Paesaggio, finanziato dalla Regione Puglia, Sezione Tutela e Valorizzazione del Paesaggio, nell’ambito del “Sostegno ai Comuni finalizzato all’implementazione degli strumenti di governance per l’esercizio delle funzioni di tutela e valorizzazione del paesaggio e per l’attuazione della pianificazione paesaggistica a scala locale”.
Il percorso progettuale prevede la realizzazione di un laboratorio di co-progettazione “Scenario Workshop la costa sostenibile” ispirato al metodo EASW (European Awareness Scenario Workshop), che si svolgerà ad Andrano il 7 novembre, presso il Castello Spinola-Caracciolo, sede del Parco Naturale Regionale Costa Otranto-Leuca e Bosco di Tricase.
La fase realizzativa sarà suddivisa in diversi step per conoscere le azioni in corso e quelle pianificate.
Ad un periodo di osservazione partecipata e al coinvolgimento degli stakeholders, seguirà la redazione del “Manifesto della transizione ecologica Olè”, per orientare le linee programmatiche provinciali e il sistema di governance.
Successivamente, verrà incoraggiata l’istituzione di tre forum e la definizione di progetti pilota su proposta dei partecipanti.
Il sistema della mobilità verrà analizzato e suddiviso secondo tre direttrici in linea con i rispettivi forum tematici: la mobilità attiva partendo dalla ciclopedonabilità del tratto litorale adiacente alla litoranea, considerata come “Strada Parco”; l’intermodalità su gomma e su ferro tra le stazioni FSE Maglie – Gagliano del Capo e le marine; l’accesso alla costa e la relativa fruizione delle marine, delle aree sosta stagionali e reversibili e il settore delle attività turistico-ricreative che vengono svolte a mare.
L’integrazione tra le criticità e le potenzialità emerse dai tre forum consentiranno di costruire, assieme alla comunità, la visione futura del territorio e la governance condivisa.
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Attualità
Certificazione medica disabilità, tariffe calmierate
Importante accordo raggiunto tra CGIL CISL UIL e Ordine dei Medici della Provincia di Lecce. Raggiunto un traguardo fondamentale che vede l’affermazione del diritto all’accesso alla certificazione a un costo equo e sostenibile. La tariffa-tetto concordata è stata fissata a un massimo di 90 euro più Iva, mentre i costi ventilati potevano superare i 200 euro

Organizzazioni Sindacali e Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Lecce trovano l’intesa sulla certificazione medica necessaria per l’avvio della procedura di valutazione della disabilità prevista dal Decreto Legislativo 62/2024.
La svolta dopo l’incontro fra il presidente dell’ordine dei Medici, Antonio De Maria (foto in alto) e le organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL Lecce, unitamente alle rispettive Federazioni dei Pensionati, della Funzione Pubblica/Sanità e dei Medici.
L’esito ha visto la soddisfazione di tutte le parti coinvolte per la grande rilevanza sociale che riveste il contenimento della spesa che le famiglie sostengono per ottenere la certificazione utile ad avviare il riconoscimento della disabilità.
L’incontro, richiesto dalle Confederazioni aveva come obiettivo quello di affrontare le significative preoccupazioni manifestate da numerosi iscritti e dall’intera utenza con disabilità della provincia di Lecce in merito all’avvio della sperimentazione della valutazione di base, della valutazione multidimensionale e del progetto di vita.
Al centro del confronto gli elevati e non uniformi costi richiesti per l’ottenimento della certificazione medica (modulistica iniziale) necessaria per l’avvio della procedura di valutazione, che gravavano pesantemente sui bilanci delle famiglie, spesso già in condizioni di fragilità economica.
Al termine dell’incontro con il presidente De Maria, si è raggiunto un traguardo fondamentale che vede l’affermazione del diritto all’accesso alla certificazione a un costo equo e sostenibile: è stata infatti raggiunta l’importante calmierazione della tariffa per l’ottenimento del certificato medico preliminare.
La tariffa-tetto concordata è stata fissata a un massimo di 90 euro più Iva, un risultato cruciale se si considera che nelle settimane precedenti giungevano segnalazioni di voci che ventilavano costi che potevano raggiungere e superare i 200 euro.
«L’Ordine dei Medici è sempre dalla parte del cittadino», puntualizza il presidente De Maria, «per questo abbiamo accolto, senza indugi, la richiesta delle organizzazioni sindacali. Siamo consapevoli della difficoltà incontrata dalle famiglie all’indomani dell’entrata in vigore della Riforma sulla disabilità. Con questa intesa indichiamo ai colleghi una tariffa calmierata per venire incontro, innanzitutto, ai più fragili. Ci auguriamo di aver, così, dato risposta a una domanda pressante che veniva dai cittadini interessati a produrre la documentazione utile al riconoscimento della disabilità».
Le Organizzazioni Sindacali esprimono grande soddisfazione per l’esito dell’incontro, che ha permesso di rendere accessibile l’avvio della procedura a un prezzo equo e sostenibile, contribuendo a eliminare ogni possibile speculazione e garantendo l’accesso a un diritto essenziale, specialmente in una provincia, come quella di Lecce, caratterizzata da una grave situazione socioeconomica con bassi salari, basse pensioni e lavoro povero.
«L’azione netta e decisa del sindacato ha trovato sponda nella sensibilità dell’Ordine dei Medici di Lecce, che si è fatto parte diligente per assicurare che la sperimentazione della Riforma della disabilità, in corso proprio nella provincia di Lecce, avvenga nel segno dell’inclusione e dell’accessibilità», affermano i Segretari Generali Tommaso Moscara (Cgil Lecce), Ada Chirizzi (Cisl Lecce) e Mauro Fioretti (Uil Lecce).
«Questo accordo», proseguono nella loro nota congiunta i Segretari delle organizzazioni sindacali, «non ha solo sancito una calmierazione delle tariffe, seppur importante, ma di accesso effettivo al diritto alla salute e ai percorsi di sostegno previsti dal D.Lgs. 62/2024. L’impegno congiunto dell’Ordine dei Medici e delle Organizzazioni Sindacali ha così, di fatto, rimosso un significativo ostacolo economico e burocratico, garantendo che l’avvio della Riforma della disabilità nel Salento avvenga nel pieno rispetto dei diritti dei cittadini».
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