Cronaca
Muro Leccese piange Totò Negro
Regione Puglia in lutto: l’assessore al welfare era malato da tempo e le sue condizioni si erano aggravate nelle ultime settimane

La notizia è arrivata nell’aula del consiglio regionale pochi minuti prima dell’inizio della seduta: sospesa. Il messaggio di cordoglio del presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone:
“Con Salvatore Negro ho perso un amico sincero, un amministratore competente, un amante del territorio, una persona che ascoltavo e sentivo spesso, anche negli ultimi giorni, e che sino a chè ha avuto la forza in questi giorni ha presenziato agli appuntamenti istituzionali, è intervenuto nei convegni sull’Assessorato di sua competenza, non ha lasciato niente di intentato.
Il dolore è grande, impossibile da spiegare. A Salvatore Negro era anche vicina tutta la comunità dei dipendenti e dei funzionari della Provincia di Lecce, che oggi si stringono in questo doloroso momento, ricordando che Negro ha servito l’istituzione provinciale e noi ci siamo onorati della sua presenza”.
Totò Negro, nato il 2 gennaio 1953 a Muro Leccese, dove risiedeva, laureato in architettura, ha iniziato la carriera politica nella Democrazia Cristiana, eletto nel 1980 nel Consiglio comunale della sua città, di cui è stato sindaco per due mandati, dal 1995 al 2004. Il quinquennio successivo lo ha visto vicepresidente della Provincia di Lecce, fino al 2009. Nel 2010 ha avviato l’esperienza in Consiglio regionale, con l’elezione nelle liste dell’Unione di Centro. Fino al termine della legislatura ha presieduto il Gruppo consiliare, partecipando anche all’attività delle commissioni consiliari allo sviluppo economico ed ai servizi sociali. L’impegno in materia sociale è continuato nella decima legislatura regionale. Confermato nella circoscrizione di Lecce, nella lista I Popolari, ha assunto la responsabilità dell’Assessorato al welfare, benessere sociale e pari opportunità nella Giunta Emiliano. Altri incarichi lo hanno visto componente del Consiglio dell’Ordine degli architetti di Lecce, di cui ha assunto la vicepresidenza dal 1989 al 1992, del Consiglio nazionale dell’Unione delle Province italiane (UPI) e del direttivo regionale dell’Associazione nazionale comuni italiani.
Cronaca
Torre Pali, nella rete pesce tropicale velenoso
Si tratta del pesce scorpione: la puntura può creare gravi danni (anche letali). La specie originaria del mar Rosso è entrata nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez

Una rara specie di pesce tropicale, classificata come aliena, è stata ritrovata nello specchio d’acqua di Torre Pali, marina di Salve, sul Mar Ionio.
Si tratta di un esemplare di pesce scorpione o leone, specie diffusa nel Mar Rosso e nell’Oceano Pacifico, dal Sud-Est asiatico fino all’Australia, dal Giappone alla Polinesia.
Abita le lagune e i fondali sassosi e di barriera fino a 150 metri di profondità.
L’esemplare è finito nelle reti di un pescatore professionista, Daniele Perrone, che ha subito allertato l’associazione “Sportello dei Diritti” dalla quale, come da “protocollo specie aliene”, è partita la segnalazione alla guardia costiera di Gallipoli, settore specie aliene e alla D.ssa Diana D’Agata, Veterinary Surgeon nel Regno Unito, esperta di fauna marina che, dopo aver visionato la foto, ha confermato la specie.
L’esemplare catturato questa mattina, , a 35 metri di profondità, a 3 miglia dalla costa, è di circa 20 centimetri e del peso di 200 grammi circa.
È uno dei pesci più pericolosi al mondo, perché il veleno che rilascia tramite i suoi aculei nel caso si senta attaccato può causare seri danni ad altri esseri viventi, incluso l’uomo.
Nel caso di puntura il primo intervento da urgente versare sulla zona colpita acqua calda (ad almeno 45 gradi) e quindi rivolgersi ad un medico.
Il pesce leone è una specie infestante in quanto non ha predatori naturali e rappresenta un rischio per gli ecosistemi che invade.
Recentemente, ben tre esemplari di pesce scorpione sono stati segnalati a Gallipoli e due anche al largo della costa della Calabria, nelle acque di Le Castella in provincia di Crotone e a Marina di Gioiosa Ionica, in provincia di Reggio Calabria.
L’esemplare di Le Castella era finito intrappolato nella rete di un pescatore che ha immediatamente avvisato del ritrovamento l’Associazione Isola Ambiente Apnea.
Il pesce scorpione di Marina di Gioiosa, invece, è stato scorto durante un’immersione ricreativa organizzata da un centro sub della zona.
Il pesce scorpione è commestibile, ma è protetto da spine molto lunghe e velenose sulla zona dorsale, anale e pelvica: la puntura di queste spine può creare gravi danni a chi la subisce, in rari casi anche con esito letale.
ATTENTI A QUEI 4
Bisogna, inoltre, precisare che il pesce scorpione è parte della campagna di allerta denominata “Attenti a quei 4!”, realizzata dall’ISPRA e dall’Istituto per le risorse biologiche e biotecnologiche marine del Cnr.
Questo progetto vuole educare la cittadinanza non solo a riconoscere i quattro pesci tropicali alieni che abitano sempre più le nostre acque, ma anche a fare pronta segnalazione agli enti competenti quando questi vengono avvistati.
Negli ultimi tempi oltre al pesce scorpione, infatti, sono arrivati nel Mediterraneo dal Canale di Suez altre tre specie estranee che sono: il pesce palla maculato, il pesce coniglio scuro e il pesce coniglio striato.
Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, invita chiunque abbia visto o catturato uno di questi pesci in acque italiane ad inviare eventuali foto/video via WhatsApp al numero 3889411240 o attraverso il gruppo Facebook “Sportello dei Diritti.
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Castrignano del Capo
Tragedia a Leuca: muore soffocato da una fetta di prosciutto

Dramma a Santa Maria di Leuca dove un uomo di 63 anni, originario di Martano, è morto stamattina soffocato dopo aver ingerito una fetta di prosciutto appena acquistata in un supermercato del posto.
La tragedia si è consumata nel giro di pochi istanti, proprio dinanzi alla Farmacia del lungomare Cristoforo Colombo. L’uomo, in compagnia della sorella, avrebbe assaggiato il salume subito dopo averlo acquistato dal punto vendita, ed avrebbe iniziato poi immediatamente a mostrare segni di soffocamento. Le persone presenti hanno cercato di prestare aiuto, mentre venivano allertati i soccorsi.
Sul posto è intervenuto il personale del 118, ma nonostante i tentativi di rianimazione, per il malcapitato non c’è stato nulla da fare. Sul luogo anche i carabinieri, che hanno effettuato gli accertamenti di rito.

In quei concitati momenti è stato richiesto aiuto anche alla farmacia stessa, che in questi giorni rappresenta di fatto un presidio sanitario di riferimento per la marina. Leuca è infatti al momento sprovvista del servizio di guardia medica estiva, il cui avvio è in ritardo per motivi di cui parleremo, con un approfondimento dedicato, nel numero cartaceo de il Gallo in uscita questo fine settimana.
Cronaca
Sgominata violenta baby gang
Fermati nove ragazzi tutti minorenni. Si aggiravano nei pressi dei lidi gallipolini, accerchiavano la vittima e la costringevano a consegnare denaro ed eventuali oggetti preziosi. Le rapine sono state accompagnate da veri e propri pestaggi di gruppo

Gli agenti del Commissariato di Gallipoli, visti i reiterati episodi di violenza verificatisi nelle serate del 21 e 22 giugno, allorquando un gruppo di ragazzi, con stesso modus operandi, perpetravano delle rapine, aggirandosi nelle zone dei lidi e, scelta la vittima, la accerchiavano costringendola a consegnare denaro ed eventuali oggetti preziosi indossati.
Le rapine sono state accompagnate da veri e propri pestaggi di gruppo.
La Polizia ha per questo potenziato il controllo del territorio lungo il litorale, noto per i locali e la vita notturna.
Sono stati disposti servizi specifici sia per scongiurare ulteriori accadimenti, sia per individuare gli autori delle rapine e garantirli alla giustizia.
Il Dirigente ed il personale del Commissariato di Gallipoli, dopo l’’immediata denuncia sporta dalle vittime, hanno iniziato un’intensa e ininterrotta attività d’indagine grazie alla quale sono riusciti a ricostruire i fatti ed acquisire la descrizione dettagliata dei responsabili, che componevano una vera e propria baby gang.
Sono state inoltre acquisite immagini dei filmati di videosorveglianza reperiti nella zona interessata che hanno consentito, grazie al confronto con la descrizione resa dai testimoni, l’individuazione, proprio nei pressi della zona dove si erano svolti i fatti, di nove ragazzi, responsabili di una rapina.
Tutti molto giovani; si tratta di un 15enne, di tre 17enni, di tre 16enni e due 19enni.
Con l’ausilio della radiomobile dell’Arma dei Carabinieri, i nove sono stati accompagnati in Commissariato per gli accertamenti di rito.
Qui sono stati riconosciuti dalle vittime e i poliziotti hanno dato vita alla perquisizione domiciliare presso le abitazioni di due degli aggressori che sono stati visti impossessarsi dei beni dei rapinati.
A seguito della perquisizione, effettivamente sono stati rinvenuti gli indumenti descritti dalle vittime. Non è stata, però, ritrovata la refurtiva consistente in una collana, una banconota da 50 euro e occhiali da sole.
I responsabili sono stati denunciati a piede libero data la trascorsa flagranza del reato di rapina in concorso e a tre di loro è stato immediatamente notificato il foglio di via obbligatorio che vieta di fare ritorno a Gallipoli per due anni (sono residenti a Grosseto).
È ancora al vaglio la posizione dei 5 gallipolini per i quali si valuta l’applicazione di ulteriori misure di prevenzione.
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