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Cronaca

“Quell’arma va restituita!”

SANARICA. Confiscata durante una lite con il presunto rivale in amore gli fu sequestrata. La perizia balistica disposta dalla Corte d’Appello di Lecce su richiesta della difesa ha smentito l’appello del Procuratore della Repubblica Cataldo Motta

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Confiscata durante una lite con il  presunto rivale in amore gli fu sequestrata ed ora dovrà essergli resa. La perizia balistica disposta dalla Corte d’Appello di Lecce su richiesta della difesa ha smentito l’appello del Procuratore della Repubblica Cataldo Motta.


Finisce così, avanti alla Corte d’Appello Penale di Lecce, la storia di un presunto tradimento ai danni del marito, che l’allora GUP del Tribunale di Lecce, dott. Nicola LAriccia, quasi cinque anni fa, aveva rinviato a giudizio per detenzione illegali di armi e minaccia aggravata ai danni del presunto asserito concubino.


Si ricorderà la vicenda di un giovane di Sanarica che, ritenendo che l’autista comunale del suo paese intrattenesse una relazione extra-coniugale con la propria moglie, nata in occasione di una collaborazione della medesima quale assistente dello scuolabus, avrebbe rintracciato il presunto concubino sul suo telefono cellulare e gli avrebbe detto: “Sto venendo a trovarti”. L’autista,  spaventato che il marito della donna potesse raggiungerlo armato, sapendolo essere un appassionato di armi, e temendo per la sua incolumità, si era premurato di segnalare l’episodio al 112, richiedendo un tempestivo intervento presso la sua casa di campagna sulla strada comunale per Poggiardo dove al momento si trovava.


DIA14SBBEMIntervenivano prontamente i carabinieri di Muro Leccese, sotto la direzione del M.llo Gregorio Panzera, i quali, avendo accertato il litigio ancora in corso tra il marito e l’autista comunale, effettuavano la perquisizione dell’auto del primo rinvenendo una pistola automatica cal. 8 priva di tappo rosso. Seguiva una perquisizione domiciliare presso l’abitazione del marito dove furono rinvenute 2 carabine, un’altra pistola cal.6 e 11 cartucce artigianali cal.6.


I militari procedevano così al sequestro probatorio delle armi per le quali il Dott. Cataldo Motta aveva disposto la notifica del decreto di sequestro delle stesse e la notifica della conclusione delle indagini preliminari per i delitti di cui sopra.


L’allora GUP Nicola Lariccia (ora Presidente di altra sezione della stessa Corte d’Appello) all’udienza preliminare del 21 dicembre 2010 rinviò a giudizio l’uomo per violazione della legge sulle armi e minaccia aggravata.

Il marito e il presunto concubino si ritrovarono così ancora di fronte nell’aula d’udienza penale del Tribunale di Maglie. L’autista, che si costituì parte civile con l’ avv. Fulvio Salerno, confermò di essere stato minacciato dal marito della sua assistente, difeso dall’avv. Sergio Santese, e il M.llo Gregorio Panzera confermò la presenza dell’imputato all’interno del viale dell’abitazione dell’autista, ribadendo quanto aveva scritto nel suo rapporto di polizia giudiziaria anche con riferimento all’alterco verbale che era in atto tra i due. Il Giudice Pasquale Sansonetti, a conclusione della relativa istruttoria dibattimentale, ha dichiarato l’imputato colpevole dei reati ascritti e la confisca delle armi in sequestro, eccetto la detenzione della carabina ad aria compressa, monocolpo, calibro 4,5 mm, costruita in Germania, dotata di mirino di precisione, di cui dispose la restituzione all’imputato. Condannò, inoltre, quest’ultimo al risarcimento dei danni in favore dell’autista, nella somma di € 1.000,00, nonché al pagamento delle sue spese legali.


 


Il Procuratore della Repubblica, dott. Cataldo Motta, non ritenne di condividere l’assoluzione dell’imputato in ordine alla detenzione illegale della suddetta carabina, e interpose appello avverso detta assoluzione, asserendo che “contrariamente a quanto del tutto immotivatamente ritenuto dal Tribunale (verosimilmente tratto in errore dal teste Panzera, M.llo dei carabinieri, evidentemente ignaro della recente disciplina), non è stato affatto “accertato che la carabina in argomento abbia ridotta capacità offensiva” ed è, invece, risultato il contrario, perché sull’arma non era apposto alcun punzone di quelli che a norma di legge ne attestano la ridotta capacità offensiva che esenta dall’obbligo di denuncia dell’arma, non più equiparata ad arma comune da sparo”.


Avanti la Corte d’Appello Penale di Lecce, Presidente Vincenzo Scardia, il difensore dell’imputato, l’avv. Sergio Santese, sul presupposto che l’arma in questione non sviluppasse una energia cinetica superiore a 7,5 Joule ed appartenesse alla categoria degli strumenti non aventi capacità offensiva, chiese ed ottenne la parziale rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale, mediante la nomina di un esperto balistico, il quale, depositando la sua relazione peritale, ha smentito seccamente quanto asserito dal Procuratore della Repubblica. Più precisamente, l’esperto balistico ha riferito alla Corte che “sulla parte superiore del cilindro compressore dell’aria si leggono i dati relativi al costruttore ed il modello; si distinguono, inoltre, il Punzone di Conformità (C.N.92), previsto dalla legge in merito agli strumenti ad aria compressa a modesta capacità offensiva e l’indicazione che il valore massimo dell’energia cinetica trasferibile ai proiettili è inferiore a 7,5 joule”.


Nell’udienza di ieri, il perito durante il suo esame ha confermato tali circostanze tanto che il Sost. Procuratore Generale, Nicola D’Amato, ha concluso per il rigetto dell’appello della Procura. Il difensore della parte civile, sostituito dall’avv. Stefania Catamo, ha insistito nella condanna anche al risarcimento dei danni dell’autista. Ma la Corte, dopo l’arringa difensiva dell’ avv. Sergio Santese, ha confermato l’assoluzione dell’imputato con la formula piena “perché il fatto non sussiste” e la restituzione dell’arma al suo assistito, rigettando ogni richiesta risarcitoria della parte civile.


Cronaca

Presicce-Acquarica: droga, spari e morte

Un uomo è deceduto per un malore dopo aver aggredito i poliziotti durante la perquisizione. Nella stessa operazione arrestati un uomo del posto e la sua compagna. I controlli erano stati innescati da segnalazioni in merito a recenti sparatorie riconducibili a contrasti tra personaggi coinvolti nel traffico di droga

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Gli agenti della Polizia di Stato hanno svolto un articolato servizio di controllo del territorio di Presicce-Acquarica, a seguito di informazioni che segnalavano recenti sparatorie riconducibili a contrasti tra persone coinvolte nel traffico di sostanze stupefacenti.

L’attività, condotta dal Commissariato di Pubblica Sicurezza di Taurisano con il supporto dei Reparti Prevenzione Crimine e della Squadra Mobile della Questura di Lecce, ha permesso di effettuare una serie di perquisizioni domiciliari.

Nel corso dell’intervento, all’atto dell’accesso in una delle abitazioni oggetto di controllo, Stefano Urso (risultato poi residente a Salve), presente all’interno ha aggredito gli operatori di polizia.

Durante le concitate fasi, l’individuo ha improvvisamente accusato un malore, perdendo conoscenza.

Gli agenti hanno prestato i primi soccorsi in attesa dell’arrivo del personale sanitario.

Nonostante i tentativi di rianimazione, l’uomo è deceduto. L’Autorità Giudiziaria ha disposto gli accertamenti medico-legali per chiarire le cause del decesso.

Le attività di perquisizione hanno intanto consentito di rinvenire crack per un totale di 36 grammi e oltre 800 euro probabile provento di spaccio, strumenti di pesatura di precisione, e di accertare un allaccio abusivo alla rete elettrica.

All’esterno dell’abitazione è stato sequestrato anche un veicolo che presentava fori e segni d’arma da fuoco, elemento coerente con le segnalazioni iniziali relative alle sparatorie.

Al termine delle operazioni, due persone sono state arrestate in flagranza per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e furto aggravato.

Si tratta di Antonio Viola e della sua compagna Alessia Potenza, entrambi del posto, condotti dagli agenti al carcere di Lecce.

Proseguono gli accertamenti investigativi per ricostruire il contesto di tutti gli accadimenti.

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Cronaca

Poggiardo: «L’ultimo regalo»

Un manifesto a firma del Coordinamento Civico per la difesa di Ambiente e Salute di Poggiardo e Vaste, apparso in città, conferma il malcontento generale per la proroga decisa a Bari

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Sull’impianto di trattamenti dei rifiuti recentemente oggetto di una (ulteriore) proroga interviene il Coordinamento Civico per la difesa di Ambiente e Salute di Poggiardo e Vaste.

Nelle ultime ore in città è apparso un manifesto sull’argomento (immagine in basso alla pagina)

«Non potevamo restare ancora silenti», aggiungono dal Coordinamento Civico, «dinanzi all’ultimo affronto subito dalla nostra comunità per mezzo dell’ultima delibera della giunta regionale con la quale – probabilmente confidando di passare inosservati essendo tutte le attenzioni dell’opinione pubblica rivolte alla tornata elettorale – presidente ed assessori regionali uscenti hanno ulteriormente prorogato fino al 31 dicembre 2026 le attività dell’impianto di Trattamento Meccanico Biologico di Poggiardo la cui chiusura era prevista per il 2 giugno 2025».

«Il fallimento della politica di gestione dei rifiuti, incapace dopo 15 anni di trovare soluzioni e alternative valide ed efficaci», proseguono, «non può ricadere sulla salute e sulle tasche dei nostri cittadini i quali, dopo aver subito quest’anno un aumento della tassazione, si apprestano a subire ulteriori rincari a causa dell’avvio del nuovo servizio di raccolta dei rifiuti i cui costi paradossalmente risultano cresciuti rispetto a prima così come appurato in Consiglio comunale».

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Cronaca

Maltrattamenti in famiglia, arresto a Gagliano

Dopo una segnalazione i poliziotti del commissariato di Taurisano hanno trovato nell’abitazione indicata un 40enne del posto che inveiva e minacciava di morte i propri anziani genitori. Il padre presentava anche una ferita alla mano

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Gli agenti del Commissariato di Taurisano sono intervenuti dopo una segnalazione di maltrattamenti in famiglia a Gagliano del Capo.

Arrivati sul posto i poliziotti hanno trovato nell’abitazione segnalata un uomo di 40 anni che inveiva e minacciava di morte i propri anziani genitori.

Mentre, nella casa, erano visibili diversi elementi d’arredo danneggiati, il padre dell’aggressore presentava anche un’evidente ferita a una mano.

È stato così chiamato personale del 118 intervenuto in soccorso dell’uomo ferito che è stato accompagnato al pronto soccorso di Casarano,

Al termine delle cure necessarie, è stato dimesso con una prognosi di 7 giorni.

L’uomo ha sporto quindi denuncia nei confronti del figlio che, accompagnato negli uffici del Commissariato, al termine delle procedure, è stato arrestato dalla Polizia di Stato per maltrattamenti in famiglia e, su disposizione del P.M. di turno, condotto in carcere.

*foto in alto di repertorio
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