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Cronaca

Tricase…abusiva

Falsi imprenditori agricoli ottenevano permessi a costruire truffando il Comune. Il comandante della Polizia locale: “Abbassare la guardia su questi reati, socialmente accettati, crea terreno fertile per reati più gravi”

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Si è partiti da un caso e se ne sono scoperti altri nove. E, ad indagini ancora in corso, non è detto che la lista non possa allungarsi. Stiamo parlando della truffa aggravata nei confronti del Comune di Tricase ad opera di imprenditori  che, per ottenere l’autorizzazione a costruire anche in determinate zone sottoposte a vincolo e per essere esentati dal pagamento degli oneri di urbanizzazione (somme rilevanti se considerate dal punto di vista del privato), si spacciavano per imprenditori agricoli professionali sulla base di presupposti inesistenti.


Si tratta di reati che manifestano l’evoluzione dell’abuso edilizio e l’adeguamento dei fenomeni criminali all’evolversi della legge: non c’è più l’assenza dei titoli a costruire, reato classico con cui le forze di polizia si sono confrontate da sempre, ma la presenza di autorizzazione a costruire nonostante manchino le basi per ottenere tale permesso; in altre parole, sulla carta è tutto in regola, nella realtà no. Questo dimostra come l’attività di controllo oggi debba andare a fondo e verificare anche carteggi e documentazioni  ufficiali, così come ha fatto la Polizia Locale di Tricase da cui è partita l’indagine dopo un abuso riscontrato in agro tricasino e risalente ad una autorizzazione del 2013. Al secondo caso, poi, la Procura ha deciso di approfondire, delegando la Polizia Locale stessa per le indagini sul territorio.


I reati contestati sono falso per induzione e truffa aggravata nei confronti del Comune di Tricase, privato di tasse per circa 100mila euro. Alcuni tra i dieci responsabili sembrerebbero provenire anche da Andrano, a testimonianza del fatto che non si tratta di un reato circoscritto all’area di Tricase, ma radicato anche nel resto della provincia e sui cui, infatti, anche la Polizia Provinciale sta puntando i riflettori.


La prassi vedeva alcuni cittadini, sulla scorta di una semplice apertura di partita Iva ed autodichiarazione, definirsi imprenditore agricolo professionale ed ottenere il permesso a costruire. A complicare il quadro, la nozione stessa di imprenditore agricolo presente nel codice civile, recentemente allargata a soggetti che, nella prassi, si dedicano sporadicamente a varie attività, tanto da vedere compreso anche l’allevamento di mitili (le cozze di mare).


In proposito, il Comandante della Polizia Locale di Tricase, Luigi Muci, ci spiega che “il Comune di Tricase ha adottato per questi procedimenti amministrativi una nuova modulistica (già operante) che, in sede istruttoria, risulta più stringente e rende meno facile il verificarsi di casi in cui, come un tempo accadeva, qualcuno si dichiara in maniera fumosa qualcosa come “conduttore diretto”, che può significare tutto e niente, ed ottenere una autorizzazione a cui non corrisponde alcuna attività agricola, specialmente di tipo professionale. Ora, con la modifica della modulistica, si richiede al cittadino di indicare vari elementi che testimonino la sua professione agricola, come ad esempio la data di rilascio del titolo di imprenditore agricolo. Una istruttoria a monte più rigorosa e puntuale può evitate di dover intervenire in seguito”.

Il Comandante poi aggiunge: “È importante che si inizi a cogliere il peso di questi reati, che sono sempre più difficili da estirpare perché socialmente accettati. In un certo senso, non pagare gli oneri di urbanizzazione, se ci sembrano elevati, finisce per apparire quasi doveroso. È un fenomeno pericoloso che abbassa le difese immunitarie del cittadino e della società nei confronti di fenomeni illeciti e porta ad avere una concezione dell’illegalità sempre inferiore al dovuto. L’assuefazione ad un certo tipo di reati, socialmente considerati  minimi, come ad esempio un tempo accadeva con il contrabbando delle sigarette, non fa che creare terreno fertile per il diffondersi di reati di più grave entità. Abbassare la percezione della soglia di illegalità accentua e agevola il diffondersi dell’illegalità stessa. Oggi raggirare lo Stato viene visto come qualcosa di abitudinale e socialmente poco rilevante. Portiamo avanti un retaggio del passato per cui si crede che se un soggetto ne truffi un altro, è anche un po’ colpa del truffato che è stato ingenuo e si è fatto fregare”.


È chiaro in effetti che, finché non ci libereremo di questi preconcetti, andremo incontro a questo ed altro tipo di criminalità, continuando a definire furbo chi, truffando lo Stato, non sta facendo del male ad un’entità intangibile, ma a noi tutti.


Lorenzo Zito


Alessano

Utilitaria si ribalta, feriti due giovani

Il sinistro intorno alle 16 del pomeriggio sulla strada che da Alessano conduce a Presicce – Acquarica. Mentre per il ragazzo sono state sufficenti le cure sul posto, per la ragzza è stato necessario il ricovero all’ospedale di Tricase, ma non corre pericolo di vita

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Sinistro stradale nel pomeriggio sulla strada che da Alessano conduce a Presicce – Acquarica.

Una Lancia Ypsilon 10, con a bordo un ragazzo e una ragazza, si è ribaltata lungo la Porvinciale 79 e gli occupanti sono rimasti feriti.

Per cause ancora in corso di accertamento, l’autista dell’utilitaria ne ha perso il controllo e l’auto si è ribaltata.

I primi soccorsi sono arrivati dagli automobilisti di passaggio che hanno anche chiamato il 112.

Così sul posto sono intervenute due ambulanze provenienti dal Punto di primo intervento del presidio territoriale di Gagliano del Capo e dall’ospedale “Ferrari” di Casarano.

Il ragazzo è stato medicato sul posto, mentre per la giovane donna, vittima di fratture e contusioni, sono stati necessari il trasferimento al pronto soccorso dell’ospedale “Cardinale Giovanni Panico” di Tricase e il successivo ricovero.

Secondo quanto si apprende, le sue condizioni non sarebbero gravi ma i medici non hanno sciolto la prognosi e continuerebbero a tenerla sotto osservazione.

Dopo quando avvenuto, erano circa le 16 di questo pomeriggio, la strada è rimasta chiusa la traffico per un’ora.

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Cronaca

Marchi contraffatti, sequestro e denunce

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Nel sud Salento due persone effettuavano un vero e proprio servizio di vendita a domicilio di capi riportanti marchi di noti brand di moda

Nell’ambito del dispositivo di contrasto ai traffici illeciti, i militari della Compagnia della Guardia di finanza di Otranto hanno svolto controlli mirati nei confronti di alcune persone di nazionalità estera dedite alla vendita di capi di abbigliamento contraffatti riportanti marchi di noti brand di moda.

Dalle indagini è risultato che due persone effettuavano un vero e proprio servizio di vendita a domicilio nell’area del sud Salento.

L’intervento ha consentito di sottoporre a sequestro, oltre alle due autovetture in uso agli indagati, 1.330 prodotti ritenuti contraffatti, tra cui giubbotti, felpe, zaini e altri capi di abbigliamento, riportanti noti marchi come Prada, Louis Vuitton, K-way e Balenciaga.

Se immessi in commercio, i capi di abbigliamento sottoposti a vincolo, avrebbero fruttato migliaia di euro di profitti illeciti, contribuendo ad alimentare l’industria del falso.

I due soggetti, di nazionalità rumena, sono stati denunciati alla competente autorità giudiziaria, per le ipotesi delittuose di contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi, introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi e per il reato di ricettazione.

Le indagini proseguiranno con il fine di individuare e disarticolare la catena logistica, organizzativa e strutturale dell’intera filiera, contrastando una condotta illecita che alimenta i circuiti sommersi dell’evasione fiscale, del lavoro nero e della criminalità organizzata.

La contraffazione e il commercio di prodotti non genuini e insicuri danneggiano il mercato, sottraendo opportunità e lavoro alle imprese che rispettano le regole.

 

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Attualità

Acido cianidrico nei Sapori Amaretti alle mandorle della Colussi

Sono stati rilevati valori troppo alti di acido cianidrico. Non possono essere esclusi seri rischi per la salute. Sconsigliato il consumo

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Colussi SpA Milano ha emesso un richiamo dei suoi Sapori Amaretti alle mandorle in confezioni da 175 g con date di scadenza 2 maggio 2026 e 25 agosto 2026.

L’azienda afferma che negli amaretti sono stati riscontrati livelli elevati di acido cianidrico e non possono essere esclusi rischi per la salute.

Nello specifico si tratta di due lotti delle confezioni da 175 gr Lotto L355122 1 e L355237 1 con scadenza rispettivamente del 2 maggio 2026 e 25 agosto 2026.

Le altre date di scadenza e gli altri prodotti del marchio “Sapori”, non sono interessati dal richiamo.

Gli amaretti interessati dal richiamo sono prodotti da Colussi S.p.A. con sede legale in via G. Spadolini n° 5, nella città metropolitana di Milano.

L’acido cianidrico (HCN) o cianuro di idrogeno, chiamato anche acido prussico, è una tossina naturale con elevata tossicità acuta, caratterizzata dall’inibizione della respirazione cellulare.

Ciò può causare un’intossicazione acuta con sintomi quali convulsioni, vomito e mancanza di respiro, che possono portare a paralisi respiratoria fatale.

Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” di Lecce, raccomanda a coloro che hanno acquistato il prodotto incriminato, di non consumare gli articoli interessati e di restituirli, non aperti o anche già aperti, al rispettivo punto vendita.

Il prezzo di acquisto verrà rimborsato, anche in assenza di scontrino.

Chi abbia assunto questa sostanza e successivamente manifesti sintomi gravi o persistenti dovrà consultare un medico.

Non è consigliabile, invece, un trattamento medico preventivo in assenza di sintomi.

 

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