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Lavori a Tricase porto: altri 2 esposti

«Fermate tutto!». Nel mirino i lavori al Bar-Tabacchi. La replica di sindaco, Ufficio Tecnico e Soprintendenza

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Il 12 dicembre scorso avevamo scritto malcelando un certo stupore di un esposto denuncia che puntava a fermare i lavori in corso nella piazzetta di Tricase Porto.


Trascorso qualche mese di esposti ce ne sono stati altri due ed entrambi lamentano un ipotetico allargamento dell’immobile in piazza san Nicola (l’edificio che ospita il Menamè) «in direzione dell’immobile privato di via Duca degli Abruzzi».


Nel suo esposto, Francesca Nardelli, ha prima ricordato che «l’immobile, di proprietà del Comune, adibito a bar-tabacchi in virtù di un contratto di locazione che espressamente vieta un uso o destinazione diversa, pena la risoluzione del contratto, viene utilizzato come arena per concerti e manifestazioni di musica dal vivo».

Poi si è riservata «di richiedere all’Autorità Giudiziaria che le venga riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali per la perdita di valore del proprio immobile, della modifica peggiorativa causata dai lavori al locale bar, con conseguente maggiore esposizione al rumore, per la ridotta possibilità di esercizio del diritto di proprietà, per il danno alla privacy dell’immobile e il peggioramento della qualità della vita a causa dell’inquinamento acustico che il locale produce come danno esistenziale».


A stretto giro di posta il terzo esposto firmato questa volta dall’Architetto Biancaneve Codacci Pisanelli.


Secondo la denunciante «il cantiere è privo della cartellonistica. La blanda rete di delimitazione viene lasciata sempre aperta in un’area in cui sono presenti pericoli di vario genere» per cui il «cantiere in corso non rispetta le normative di sicurezza previste per i lavori edili». Sempre secondo la Codacci-Pisanelli «particolarmente evidente risulta l’ampliamento del locali in direzione del Palazzo di via Duca degli Abruzzi 1, immobile realizzato nel 1870 da Giuseppe Pisanelli, destinato a residenza del citato giurista, che ha rappresentato il territorio come Ministro nel primo Governo del Regno di Italia». La denunciante poi palesa il suo sospetto per il nuovo «solaio rinforzato composto da doppie travi precompresse adiacenti».


E allora? «La struttura è dimensionata per sopportare i carichi di una terrazza destinata a sopportare la realizzazione di un’area aperta al pubblico per eventi». Ci risiamo! Infatti la Pisanelli dopo aver ricordato che per il contratto di locazione stipulato nel 1994 «il locatario assume la conduzione dell’immobile al solo fine di adibirlo a Bar –Tabacchi ed è «vietato un diverso uso destinazione la cui inosservanza comporterà ipso iure la risoluzione del contratto», chiede al sindaco di Tricase di «procedere alla risoluzione di tale contratto visto l’utilizzo abituale come arena per concerti e manifestazioni di musica dal vivo».


IL SINDACO: «ANDREMO AVANTI»


Gli ennesimi esposti giunti in Comune con principali destinatari il sindaco di Tricase Carlo Chiuri e il responsabile dell’Ufficio Tecnico Vito Ferramosca. Il primo cittadino, che lamenta anche il fatto di essere lasciato solo in queste battaglie mentre lui vorrebbe in queste vicende che riguardano tutti la comunità schierata al suo fianco, ha giurato di non voler cedere ed anzi di voler andare a fondo, verificando la correttezza di tutti i lavori in corso e di quelli effettuati negli anni, e non solo quelli pubblici, in quella zona di Tricase Porto. «Per tranquillità mia e dell’ufficio comunale competente», ha riferito su nostra insistenza, «avrei potuto fermare i lavori; ma non avrei mai potuto perdonarmi di aver stroncato il futuro della marina della mia città. Andremo avanti e sempre nel rispetto della legge come abbiamo fatto fino ad ora».

Nel frattempo le osservazioni sono giunte sia dal settore urbanistica dei Lavori Pubblici di Tricase che dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lecce, Brindisi e Taranto, Maria Piccarreta.


DALL’UFFICIO TECNICO


L’ing. Vito Ferramosca, responsabile del settore tecnico del Comune di Tricase, spiega che l’intervento «prevede il recupero della cisterna realizzata nei primi anni del 1900 sotto la piazzetta del porto, la sua valorizzazione in linea con le attività dell’ecomuseo (area museale con l’utilizzo di realtà aumentata con temi inerenti il mare e il rapporto uomo-mare). I lavori alla cisterna e la necessità di realizzare un ascensore per garantire e facilitare l’accessibilità a soggetti disabili, impongono di riprogettare l’assetto delle aree esterne a servizio gli edifici esistenti sulla piazza, uno dei quali insiste sull’estradosso della cisterna ed attualmente in fase di avanzato stato di degrado strutturale come dimostrano i presidi di sicurezza (puntelli installati da oltre un anno a tutela della pubblica incolumità), atti a sostenere la pensilina fronte mare del fabbricato adibito a bar tabacchi sotto la quale sostano spesso gli avventori ».


Ferramosca sottolinea poi come «l’iter amministrativo di approvazione del progetto e delle opere ha seguito tutte le norme di legge come dimostra anche il fatto che, assoggettato al rigido sistema di controllo di enti europei, è stato considerato ammissibile a finanziamento. L’ampliamento oggetto dell’esposto è stato regolarmente approvato e i relativi atti sono stati riportati come per legge sul cartello dei lavori esposto sulla recinzione di cantiere. Tra l’altro lo stralcio del progetto che ritrae il vano tecnico è anche riportato nel cartello di cantiere che illustra il progetto nella sua interezza». Il responsabile del settore tecnico nonché progettista, direttore e coordinatore per la sicurezza dei lavori in oggetto fa anche presente «l’approccio generale e costante di proficua collaborazione istituzionale di questo Comune sia in fase di concertazione preliminare alla progettazione che in quella di esecuzione dei lavori con la Soprintendenza di Lecce».


Soprintendenza che ha «ritenuto opportuno e necessario procedere all’approvazione di un progetto definitivo di riqualificazione generale che ricomprende l’intera Piazzetta San Nicola ove è ubicato oltre al fabbricato adibito a bar-tabacchi anche un altro fabbricato adibito ad alimentari, stante l’esistente degrado urbano incompatibile con il vincolo Ministeriale imposto sulla località di Tricase Porto.

Tutti i fabbricati presenti sulla piazzetta, sia interrati che fuori terra, sono da considerarsi un unico interconnesso spazio architettonico, pertanto è stato necessario perseguire, sin dalla fase progettuale, l’integrazione dei vari elementi antropici (costruzioni, arredi, ecc.), e naturali circostanti del sito avente notevole valenza paesaggistica, per la sua riqualificazione».


Riguardo «la circostanza che il fabbricato si sia “avvicinato (di un metro lineare) in direzione del palazzo di Via Duca degli Abruzzi 1, …”, considerato che non risulta allo scrivente nessun vincolo di natura monumentale, diretto o indiretto, sull’immobile in parola, non è comprensibile. Anche perché non viene a mutare in alcun modo l’assetto paesaggistico generale del sito. L’originale distanza di circa 17 metri lineari si è ridotta di appena un metro. I due fabbricati restano comunque separati dalla originaria larghezza della sede stradale di via Duca degli Abruzzi».


Riguardo invece “la modifica della sagoma dell’immobile, della superficie utile ed evidentemente della destinazione d’uso”, Ferramosca fa presente e ribadisce che «la modifica della sagoma dell’immobile, regolarmente autorizzata, è data dall’aggiunta del vano tecnico atto ad accogliere impianti, attrezzature e i bidoni della spazzatura che altrimenti rimarrebbero “in bella vista” proprio sotto gli occhi degli esponenti».


L’ingegnere definisce invece «singolare» l’appunto registrato nell’esposto in merito alle scelte strutturali effettuate dal progettista: «La questione relativa al fatto che la “struttura è dimensionata per sopportare i carichi di una terrazza destinata a sopportare la realizzazione di un’area aperta al pubblico per eventi” è del tutto immaginaria. Non basta la realizzazione di un solaio con doppio travetto per fare un processo alle intenzioni. Per sgomberare il campo da tali illazioni/insinuazioni basti pensare che il manufatto è fondato sull’antica cisterna sottostante, che è il vero attrattore culturale ed il fulcro dell’intero progetto di valorizzazione della piazzetta.


Nessuno potrà mai autorizzare l’utilizzo pubblico della terrazza per almeno tre semplici motivi: il primo, la tenuta strutturale dell’immobile le cui pareti sono in muratura e non consentono di sopportare il sovraccarico; il secondo, la tutela della sottostante cisterna; il terzo per la mancanza di una scala di accesso. La scelta di utilizzare un doppio travetto affiancato è dettata dalla necessità di conferire all’immobile maggiore durabilità nel tempo stante la vicinanza dello stesso all’azione degli agenti meteomarini e non cambia nulla rispetto ai parametri urbanistici di progetto».


Il paventato “restringimento della sede viaria”, cioè il «sacrificio» di quattro posti auto su un’area di competenza comunale «vale certamente il prezzo da pagare per la tutela della storica cisterna e del paesaggio e paradossalmente anche dell’immobile dei sig.ri Pisanelli». Per fugare ogni dubbio circa l’occupazione abusiva del suolo pubblico Ferramosca, ha chiesto conferma al competente del Servizio Viabilità della Provincia di Lecce, il quale di riscontro, ha comunicato che «le aree di pertinenza del suddetto immobile (fabbricato bar-tabacchi), e la sottostante cisterna con la relativa bocca di pozzo non sembrano far parte anch’esse del patrimonio di questa Provincia, che pertanto resta esonerata dal rilascio di pareri in merito. Quand’anche la porzione di terreno occupata dall’antica cisterna sottostante fosse pertinenza della S.P. 306, via Duca degli Abruzzi, le opere di protezione della bocca pozzo sarebbero a tutto vantaggio della sicurezza stradale».


DALLA SOPRINTENDENZA


A sostegno dell’operato del Sindaco e di Ferramosca è giunto anche il riscontro della Soprintendenza a firma di Maria Piccarreta: «In diversi sopralluoghi effettuati dei funzionari di questa Soprintendenza», si legge, «è stato rilevato, che il contesto urbano, prospiciente l’area portuale di Tricase, nel quale ricadono gli immobili con destinazione d’uso “Bar-Tabacchi” “Alimentari”, prima del progetto in oggetto era caratterizzato da un generalizzato disordine con presenza di strutture precarie realizzate con materiali, finiture e cromie diversificate nelle quali si sommava la presenza ulteriore di insegne, parabole, bidoni porta rifiuti, unità di trattamento aria e che compromettevano la qualità paesaggistica del contesto».


L’arch. Piccarreta ricorda come «durante i numerosi colloqui intrapresi sin dal 2018 con l’amministrazione di Tricase si è condiviso il progetto diretto alla salvaguardia, valorizzazione e promozione del patrimonio naturale e culturale delle comunità costiere, attraverso il potenziamento del modello ecomuseale e che si è cercato di coniugare la proposta di valorizzazione e rifunzionalizzazione dell’antica cisterna , con opere volte tanto alla riqualificazione degli immobili sulla piazzetta quanto ad individuare azioni e interventi volti ad eliminare i numerosi detrattori del contesto urbano paesaggistico».


«La condivisione ha permesso di consolidare la conoscenza delle criticità e delle opportunità dell’intero contesto portuale», si legge ancora nella nota della Soprintendente, «e di maturare una visione organica. Pertanto l’amministrazione comunale ha approntato un progetto che mira: al restauro della cisterna; alla piena accessibilità del bene culturale e contemporaneamente del definitivo abbattimento delle barriere architettoniche tra piazza e banchina con l’istallazione di un ascensore a carattere urbano; al recupero strutturale funzionale dell’immobile di esclusiva proprietà comunale; al recupero e alla riqualificazione dell’intero contesto con ovvio vantaggio per l’intera comunità tricasina e non ultimo per i proprietari degli immobili che si affacciano direttamente sull’aria sovrastante la cisterna».

In conclusione la Piccarretta fa notare come «tali opere per quanto di competenza di questa soprintendenza sono state regolarmente autorizzate».

Voi tricasini cosa ne pensate? Se volete dire la vostra: whatsapp 371/3737310


Giuseppe Cerfeda


Attualità

Il saluto del Rettore Pollice per la fine del suo mandato

L’ho fatto con impegno e passione, e questo mi ha consentito di conoscere molti di voi e di poter apprezzare le vostre qualità…

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Carissimi colleghi e colleghe, carissime studentesse e studenti,

tra qualche giorno si chiuderà il mio mandato e lascerò la guida del nostro Ateneo, laddove mi ha portato il vostro sostegno, la fiducia che mi avete accordato oltre sei anni fa; una fiducia che spero abbia trovato conferma nel mio operato. Sono stati sei anni intensi e impegnativi, talvolta difficili, come nel periodo pandemico, ma anche entusiasmanti per le emozioni che ci hanno regalato e, nondimeno, appaganti per i risultati conseguiti, come la realizzazione della Scuola di Medicina che resta di certo il lascito più importante di questo mandato.

GLI ANNI CHE SONO STATI

Anni che ci hanno dato grandi soddisfazioni, andate ben oltre le nostre aspettative, restituendoci non solo una più solida prospettiva di sviluppo, ma anche la stima dei nostri interlocutori pubblici e privati, l’affetto della nostra comunità territoriale. Un riconoscimento indubbiamente importante, posto che tra le missioni istituzionali degli atenei il public engagement ha assunto una crescente importanza e con esso la capacità di concorrere allo sviluppo sociale, economico, culturale del contesto territoriale di cui si è parte.

Un obiettivo, quest’ultimo, che abbiamo tenacemente perseguito attraverso l’elaborazione del Masterplan della Terra d’Otranto, per citare l’azione più rappresentativa, o con la costituzione della rete dei Partner strategici che vede il coinvolgimento di circa centocinquanta attori di livello locale, nazionale e internazionale. Ma questo, come ogni altro risultato raggiunto, è stato in larga misura merito vostro, merito di quanti in questi anni si sono spesi per rinnovare l’immagine del nostro Ateneo; per costruire una nuova prospettiva di sviluppo per la nostra Università, per il nostro territorio.

Pur essendo stato promotore di molte iniziative ed avendo contribuito personalmente alla realizzazione di molte di esse, ho sempre creduto che uno dei compiti fondamentali di chi governa un’istituzione sia quello di mettere in valore le persone che ne fanno parte, di motivarle e coinvolgerle, facendo in modo che ciascuna di esse possa esprimere appieno il proprio potenziale e, sentendosi parte di un progetto corale e di un’istituzione accogliente e dinamica, possa impegnarsi per il bene della propria comunità. È per questo che negli anni del mandato ho cercato di essere sempre al vostro fianco, ascoltando le vostre proposte e aiutandovi a realizzarle, partecipando agli eventi di cui eravate promotori o accompagnandovi nello sviluppo di nuove e più sfidanti progettualità.

L’ho fatto con impegno e passione, e questo mi ha consentito di conoscere molti di voi e di poter apprezzare le vostre qualità, costruendo e rafforzando amicizie che costituiscono la più grande eredità personale di questo sessennio. Parlando di amicizie, sento il dovere di ringraziare la Prorettrice, i miei delegati e delegate, la mia segreteria e il Direttore Generale per avermi supportato e sopportato; una dimostrazione d’affetto che non potrò dimenticare.

INVESTIMENTI E PNNR

Sono orgoglioso di non aver mai interrotto le attività didattiche e di ricerca e di aver potuto contribuire in prima persona all’ottenimento di importanti investimenti come quelli relativi al restauro e la rifunzionalizzazione del Monastero degli Olivetani, o all’acquisizione di importanti asset immobiliari come il complesso ITCA dove a breve realizzeremo un nuovo studentato. Un investimento, quest’ultimo, che è andato ad aggiungersi ad un piano di investimenti immobiliari che, integrando i fondi del Piano per il Sud e del PNRR, ci ha consentito di ridisegnare il nostro Ateneo, ampliando e riqualificando il nostro patrimonio edilizio, rendendolo più sostenibile e funzionale e, al contempo, anche più bello.

In questo stesso periodo abbiamo anche contribuito a ridisegnare l’assetto urbano come la piazza della conoscenza che sta sorgendo tra i nostri plessi di Via Calasso e lo Studium 2000, creando un vero e proprio campus urbano; un’idea che proposi al Comune anni addietro e che trova oggi realizzazione, come il percorso ciclabile che conduce ad Ecotekne. Sono altresì felice di aver personalmente contribuito a ridefinire le strategie di orientamento, dando vita al Summer Camp e, soprattutto, incontrando ogni anno gli studenti e le studentesse di più di una trentina di istituti secondari di II grado delle tre province salentine e costruendo con i dirigenti scolastici un rapporto di intensa collaborazione che ha positivamente inciso sulla crescita delle iscrizioni che abbiamo registrato in questi anni con una dinamica nettamente migliore della media nazionale, pur all’interno di un perdurante processo di spopolamento del territorio salentino che resta una delle maggiori criticità che grava sul nostro futuro.

UN PENSIERO AGLI STUDENTI TUTTI

Agli studenti e studentesse del nostro Ateneo va un ringraziamento particolare per la fiducia che ci hanno accordato, ma anche per essere stati in questi anni una forza trainante e innovativa, collaborando attivamente alla definizione degli indirizzi strategici e degli interventi operativi. Quando penso ai nostri studenti il mio pensiero va, e non potrebbe essere diversamente, a Julie, la nostra studentessa francese che si tolse la vita due anni fa. È stato un momento doloroso che mi porta a dire “mai più”: nessuno studente deve essere lasciato indietro, nessuno deve sentirsi solo nella nostra comunità. In questi anni abbiamo fatto di tutto per rendere il nostro Ateneo più inclusivo, accogliente e sostenibile, potenziando le attività dell’ufficio inclusione, investendo risorse sul counseling psicologico, creando nel campus extraurbano in collaborazione con l’ASL il presidio medico, realizzando il gender equality plan e il bilancio di genere e, più di recente, allargando il nostro impegno agli studenti con bisogni educativi speciali.

Qualche tempo fa mi è capitato di far parte di una commissione che ha laureato uno studente nella sua casa in quanto le sue condizioni di salute non gli consentivano di spostarsi. Vorrei trasmettere a tutti voi l’emozione che ho provato quel giorno e che mi porta a dirvi: è su questi obiettivi che si misura la qualità di una Università pubblica; nel consentire a tutti, indipendentemente dalle condizioni personali e familiari, di mettere in valore il proprio talento, di dare un futuro alla propria vocazione. L’accesso alla formazione universitaria è un diritto che deve essere assicurato a tutti, ai nostri concittadini, certo, ma anche a tutti coloro ai quali questo diritto nel loro paese di provenienza non è garantito, a coloro che fuggono da guerre, persecuzioni o anche solo da condizioni di povertà che non consentono loro di poter avere un futuro.

LE COLLABORAZIONI

Di qui l’impegno a guardare anche oltre i nostri confini. Sul piano dell’internazionalizzazione abbiamo ampliato le nostre collaborazioni strategiche grazie a numerose missioni istituzionali che ci hanno portato in una ventina di Paesi europei ed extraeuropei con importanti risultati quali: la costituzione di una alleanza europea (il Consorzio Athena); la creazione di un centro di ricerca alle Galapagos, che speriamo presto di poter potenziare, e l’avvio di nuove missioni archeologiche all’estero come in Iran e in Uzbekistan. Ma le iniziative che mi rendono maggiormente orgoglioso sono l’istituzione del bando Unisalento4Talents e l’apertura di una sede didattica in Madagascar; proprio in questi giorni quest’ultima, in ragione del suo valore innovativo e dei valori etici che sono ad essa sottesi, è stata premiata con un finanziamento ad hoc della Fondazione con il Sud.

Sempre sul piano dell’internazionalizzazione ho saputo, proprio mentre vi scrivo, che un nostro progetto con i paesi della sponda meridionale del Mediterraneo – progetto di cui sono stato personalmente promotore – è stato fatto proprio dall’Unione Europea e vedrà la sua realizzazione già nel 2026. Del resto sulla cooperazione internazionale abbiamo investito in maniera convinta aprendo su questi temi una magistrale a Brindisi in collaborazione con le Nazioni Unite che in questa città hanno una delle loro più importanti basi logistiche. Una magistrale tesa anche a rilanciare il nostro impegno didattico nel capoluogo brindisino dove abbiamo aperto una sede nel chiostro di San Paolo Eremita.

Tornando agli obiettivi dell’inclusione questi si sono inseriti in una più generale strategia di Ateneo che ha cercato di dare piena attuazione ai principi ESG. È infatti in questa direzione che vanno lette azioni fondamentali come l’elaborazione del Piano di Sostenibilità di Ateneo, la ridefinizione del quadro organizzativo e l’investimento sul personale tecnico, amministrativo e bibliotecario affinché potesse raggiungere una dimensione quantitativa e qualitativa coerente con le esigenze dell’Ateneo e offrisse a tutti i dipendenti un’opportunità di crescita professionale in un ambiente più dinamico e meno stressante in ragione della redistribuzione dei carichi di lavoro. I margini di miglioramento su questo piano sono ancora molti, ma sono certo che la nuova governance andrà con determinazione in questa direzione. 

QUELLO CHE LASCIO

Se vogliamo puntare all’eccellenza abbiamo infatti bisogno del contributo di tutti voi e questo lo si potrà ottenere solo se ciascuno di voi sarà messo nelle condizioni di dare il meglio di sé. Ambire all’eccellenza vuol dire potenziare la ricerca, in quanto asse portante dell’istituzione universitaria; senza una ricerca di qualità non può esservi infatti una didattica di qualità e la stessa terza missione viene ad essere privata del suo slancio innovativo. È con questo obiettivo che in questi anni ci siamo impegnati a migliorare e ad arricchire i nostri laboratori di ricerca, a rafforzare la nostra presenza nelle reti nazionali e internazionali, a creare nuove infrastrutture di ricerca e di connessione con il mondo delle imprese. Abbiamo iniziato con la costituzione del Salento Biomedical District e abbiamo proseguito, entrando in ben tre dei cinque Centri Nazionali per la Ricerca creati con i fondi del PNRR. 

Ci stiamo dotando di attrezzature di ricerca che ben pochi atenei in Italia e in Europa possono vantare e, non ultimo, abbiamo realizzato importanti investimenti sul piano del trasferimento tecnologico, come la creazione della rete I-Store e la progettazione dell’incubatore-acceleratore d’imprese che è al momento in fase di realizzazione nell’area industriale di Surbo o, ancora, la costruzione a Campi Salentina di un centro integrato per la vitivinicoltura di qualità – un’altra iniziativa volta a mettere in valore le vocazioni produttive della nostra terra – e da ultimo, ma non per ultimo, a Cavallino nel Convento dei Domenicani stiamo creando un Centro per il Restauro in collaborazione con il Polo Bibliomuseale e la Regione Puglia. Abbiamo lavorato naturalmente anche sulla comunicazione, innovando l’immagine del nostro Ateneo – a partire dal logo che oggi esprime la nostra vocazione ad essere luogo di mediazione e di confronto – e creando nuovi ed efficaci strumenti di comunicazione come la Web Radio di Ateneo (SUR, Salento University Radio) e iniziative volte a rafforzare la reputazione e il senso di appartenenza, come il Graduation Day.

Dovrei riportare molte altre iniziative realizzate in questi anni o in corso di realizzazione e mi scuso con quanti non le troveranno elencate in queste poche pagine avendo dedicato ad esse larga parte del proprio tempo, ma credo di aver già abusato della vostra pazienza.

Ci eravamo ripromessi di essere un faro culturale, un gateway tecnologico, un ateneo inclusivo, un motore di sviluppo sostenibile, un bene comune per la nostra comunità; credo che tutti questi risultati siano stati raggiunti e la presenza del Presidente della Repubblica alla nostra ultima inaugurazione è stato il coronamento di questo percorso, il giusto riconoscimento all’impegno di tutti noi. Spero davvero di aver contribuito nel mio ruolo istituzionale a rendervi, come lo sono io, orgogliosi di far parte di questa comunità accademica.

Abbiamo fatto insieme molta strada, ma molta strada è ancora da percorrere e occorre che l’impegno di tutti e tutte voi non venga mai meno, che cresca e si rafforzi la coesione e la convergenza perché l’Ateneo e il territorio sono di fronte a sfide assai complesse e per vincerle c’è bisogno di tutti noi. Continuerò ad essere convintamente al vostro fianco, al fianco della nuova Rettrice, come voi e lei avete fatto con me in questi anni. Non mi resta che ringraziarvi e augurare a ciascuno di voi e alla nostra Università di non perdere mai di vista l’obiettivo: contribuire, attraverso il progresso della conoscenza e il pensiero critico e indipendente, a rendere il mondo un luogo migliore in cui vivere, a partire dal nostro amato territorio.

Un abbraccio Fabio Pollice

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Altritudini piace anche all’Europa

Il progetto dell’Associaizone Pari è risultato vincitore del bando Connecting Spheres-Oxfam Italia e finanziato dall’Ue. Cuore pulsante della residenza artistica, affidata agli esperti Walter Prete e Gustavo D’Aversa, gli studenti e le studentesse dell’Istituto comprensivo “Tricase- Via Apulia”

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Il progetto (soggetto proponente PARI APS e come soggetti partner il Comune di Tricase, la Commissione Pari Opportunità della Provincia di Lecce, Agedo Lecce) si propone di avviare un processo di trasformazione delle norme sociali che perpetuano la violenza di genere, promuovendo lo sradicamento degli stereotipi contro le persone LGBTQIA+, adottando una prospettiva intersezionale e utilizzando il linguaggio e la forza dirompente del teatro sociale.

La residenza artistica sarà affidata agli esperti Walter Prete e Gustavo D’Aversa, che guideranno dieci studenti e studentesse nella produzione e nella messa in scena di uno spettacolo teatrale inedito sul contrasto alla violenza di genere e contro le discriminazioni nei confronti delle persone LGBTQIA+.

Cuore pulsante della residenza artistica saranno gli studenti e le studentesse dell’Istituto comprensivo “Tricase – Via Apulia”, che, diretti da Walter Prete e Gustavo D’Aversa, si cimenteranno in attività di scrittura, ascolto di testimonianze, dialoghi, scenografia: il lavoro finale sarà socializzato nei prossimi mesi, prima a Tricase e poi in altri Comuni della provincia di Lecce.

Sono inoltre previste ulteriori azioni di sensibilizzazione nelle scuole della provincia di Lecce, anche attraverso la realizzazione di un video promozionale dell’iniziativa.

Alla conferenza stampa di presentazione, in corso in queste ore, nel salone del Gal a palazzo Gallone, partecipano: Lorenzo Zito, responsabile relazioni esterne PARI APS; Francesca Longo, vicesindaca di Tricase; Anna Toma, presidente della Commissione Pari Opportunità Rosaria Riccardo, presidente Agedo Lecce

Così Lorenzo Zito di PARI APS: «Il contesto della provincia di Lecce è caratterizzato, come il resto d’Italia, da una diffusa omolesbobitransfobia, che si esplicita in episodi violenti e anche in una marginalizzazione silenziosa delle istanze di tutela e della inclusione nei processi di partecipazione civica delle persone della comunità LGBTQI*, così come in un boicottaggio altrettanto silenzioso delle manifestazioni di rivendicazione di riconoscimento e diritti, come ad esempio il Pride.  Altra spia di tale percezione omotransfobica è il basso numero di scuole che hanno avviato la c.d. carriera “alias”: delle sole 7 scuole che hanno previsto la carriera “alias”, solo 2 si trovano fuori dalla città capoluogo (Tricase e Copertino), mentre sono e restano moltissime le scuole dove tale necessità è rimasta senza ascolto, nonostante la presenza nota di studenti e studentesse nella condizione di poterne o volerne usufruire. Occorre perciò coinvolgere in primo luogo gli studenti e le studentesse in percorsi di sensibilizzazione sul tema, incentivando la collaborazione e lo scambio di esperienze con le associazioni e le persone della comunità LGBTQI* e facendo in modo che da questa alleanza tra scuole e attivist* possa affermarsi una diversa percezione rispetto alle persone LGBTQI*».

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Partenariato Mediterraneo: Tricase e Tiro, Patto d’Amicizia

Una rotta di cooperazione e di dialogo che unisce le due città del Mediterraneo da quasi vent’anni. Venerdì nel Parco dell’ex Consorzio Agrario di Tricase verrà piantato un giovane Cedro del Libano

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La Città di Tricase e la storica Città di Tiro in Libano sigleranno, un Patto d’Amicizia, un documento formale che riconosce e sancisce un legame di cooperazione e solidarietà costruito in quasi due decenni di dialogo tra due comunità sulle due sponde del Mediterraneo.

In occasione della firma, in programma venerdì 7 novembre a Tricase, a rappresentare le comuni radici mediterranee e per testimoniare alle future generazioni la solidità e la continuità del legame tra le due città, nel Parco dell’ex Consorzio Agrario di Tricase verrà piantato un giovane Cedro del Libano, emblema nazionale, che stenderà le sue radici nella terra di Tricase come segno vivo e duraturo dell’amicizia tra le due comunità, destinata a crescere e rafforzarsi nel tempo, proprio come l’albero che la rappresenta.

Il partenariato tra Tricase e Tiro, infatti, non è solo un accordo istituzionale, ma un percorso che, da tempo, intreccia storie, esperienze e comunità.

L’iniziativa rientra nel progetto “Tricase e Tiro. Partenariato mediterraneo per lo sviluppo sostenibile”, promosso dal Comune di Tricase in collaborazione con la Municipalità di Tiro, l’associazione Magna Grecia Mare e Armadilla scs.

Sostenuto dalla Regione Puglia, nell’ambito della Legge regionale 20/2003 sulla cooperazione internazionale, il progetto mira a rafforzare i legami tra le comunità del Mediterraneo e promuovere uno sviluppo fondato su pace, dialogo e sostenibilità.

La firma del Patto di Amicizia sarà affidata al sindaco della Città di Tiro Hassan Dbouk che, accompagnato dal referente per i rapporti con l’Italia Ali Dbouk, sarà a Tricase dal 4 al 9 novembre per partecipare a visite e incontri istituzionali finalizzati a tessere nuovi rapporti con il territorio e ad approfondire la conoscenza delle reciproche culture.

Il rapporto tra le due città mediterranee nasce già nel 2007 grazie al lavoro e alle sinergie create nel tempo da realtà come il CIHEAM Bari, l’Associazione Magna Grecia Mare e CTM (Cooperazione nei Territori del Mondo) e si è tradotto negli anni in azioni condivise che hanno unito la dimensione istituzionale a quella culturale, sociale, ambientale e soprattutto umana.

Una serie di progetti e attività ha permesso scambi di esperienze e collaborazioni che hanno consolidato il legame tra Tricase, Tiro e l’intero Paese dei cedri. Anche nei momenti più difficili, segnati dalle tensioni nel Sud del Libano, la cooperazione non si è fermata, portando avanti azioni di sostegno con aiuti concreti alle comunità locali più vulnerabili.

Come fatto a Tricase, anche a Tiro sono stati recentemente installati tre totem direzionali, segni tangibili del legame che unisce la città libanese alle sue comunità sorelle del Mediterraneo.
Tricase è tra le municipalità, in Italia e all’estero, con cui Tiro ha costruito nel tempo solidi percorsi di collaborazione, insieme a Roma e Sant’Antioco (Italia), Marsiglia (Francia), Dezful (Iran), Cadice (Spagna) e Novorossijsk (Russia).

I tre totem, collocati in luoghi simbolici della città, rappresentano una testimonianza concreta di un’amicizia cresciuta negli anni grazie alla cooperazione tra istituzioni e cittadini. Il primo sorge di fronte alla sede municipale ed è stato inaugurato alla presenza del sindaco Hassan Dbouk, del referente per l’Italia Ali Dbouk e dell’ingegnere Mohamad Hachem, formatosi a Tricase grazie al corso “Sustainable Development of Coastal Communities 2025” del CIHEAM Bari. Il secondo totem è stato installato presso la Tyre Coast Nature Reserve, area di grande valore ambientale dove hanno operato giovani libanesi coinvolti nei programmi promossi da Tricase.
Il terzo, collocato al porto di Tiro, simboleggia l’incontro tra i popoli del Mediterraneo e i legami di cooperazione sviluppati negli anni, in particolare nel settore della pesca e delle attività marittime.

Il sindaco di Tiro ha dichiarato: «La cooperazione è una grande responsabilità che ci auguriamo di trasmettere alla nostra gente»

Il sindaco di Tricase Antonio De Donno ha aggiunto: «La sottoscrizione di questo Patto d’Amicizia è un momento tanto importante quanto naturale. Importante perché suggella l’inestimabile lavoro portato avanti sin qui dalle due città. Naturale proprio perché un dialogo e uno scambio di valori e di conoscenze di questa portata non poteva che condurre a un esito di questo tipo, particolarmente simbolico in questa fase di crisi internazionale».

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