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Tricase

Tricase: pedalando tra i rifiuti

Come nel caso del sentiero per la Torre del Sasso. Dell’Abate: “Installare videocamere sui veicoli della Polizia Locale o nei punti più sensibili del paese che in tempo reale permettano di riprendere le infrazioni e comminare una sanzione”

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I ragazzi dell’Associazione MTB Tricase, durante le loro uscite in bici, continuano ad imbattersi in discariche di rifiuti di ogni tipo che provvedono meticolosamente a segnalare (come nel caso di quella all’ingresso del sentiero per la Torre del Sasso).

Talvolta si tratta di siti che, se pure bonificati, ritornano in breve tempo a essere nuovamente ricettacoli di immondizie varie. Il consigliere di opposizione Nunzio Dell’Abate rivolge un “appello al senso civico e un sollecito all’amministrazione affinché ripulisca il territorio interessato non sono risolutivi. È necessario per un sufficiente arco di tempo”, ritiene il capo gruppo all’opposizione, “reprimere siffatti comportamenti“.


“Un ottimo strumento in tal senso”, secondo Dell’Abate, “potrebbero essere gli impianti di videosorveglianza. Non solo quelli fissi nei luoghi dove si riformano depositi incontrollati di rifiuti, ma anche mobili. Ad esempio”, suggerisce, “videocamere installate sui veicoli della Polizia Locale o nei punti più sensibili del paese che in tempo reale permettano di riprendere le infrazioni e comminare la sanzione”.

Secondo Dell’Abate a lungo andare diverrebbero un efficace deterrente e modificherebbero le cattive abitudini: “L’odierna tecnologia consente oggi a prezzo irrisorio l’acquisto di simili impianti, anche attraverso la partecipazione ai bandi di finanziamento per l’erogazione di questi servizi.  Oppure, per incentivare il regolare smaltimento di ingombranti ed inerti, si potrebbe pensare di premiare, con buoni-spesa o con benefit fiscali se pure di modica misura, coloro che dimostrino di utilizzare il centro ecologico di raccolta situato nella zona industriale. Insomma”, conclude, “qualcosa deve pur farsi”.


 


Casarano

Multe annullate se il tutor non è omologato

L’omologazione costituisce una necessaria procedura tecnica per garantire funzionalità e precisione del dispositivo. La sentenza pubblicata il 9 ottobre 2025 dalla seconda sezione civile del tribunale…

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Giro di vite all’utilizzo indiscriminato anche dei tutor: annullabili multe e taglio punti se il tutor è tarato ma non omologato.

Vale anche per l’apparecchiatura Sicve il principio per cui se il trasgressore contesta il funzionamento l’amministrazione deve provare che lo strumento è stato sottoposto alla necessaria procedura tecnica.

I Tribunali tornano a bacchettare l’indiscriminato utilizzo dell’autovelox e dei tutor con un nuovo orientamento giurisprudenziale. Addio alle multe e al taglio dei punti sulla patente se il tutor risulta tarato ma non anche omologato.

E ciò perché si applica anche al sistema Sicve il principio affermato dalla Cassazione secondo cui, se il soggetto sanzionato contesta il funzionamento dello strumento che misura elettronicamente la velocità dei veicoli, spetta all’amministrazione depositare i certificati che provano l’omologazione iniziale del dispositivo e la successiva taratura periodica: la sentenza costituzionale 113/15 vale per tutti gli strumenti adoperati sulle strade e dunque anche per il tutor, che misura la velocità media di un veicolo fra due punti e non quella puntuale come l’autovelox.

L’omologazione, poi, costituisce una necessaria procedura tecnica per garantire funzionalità e precisione del dispositivo.

È quanto emerge da una sentenza pubblicata il 9 ottobre 2025 dalla seconda sezione civile del tribunale di Latina.

Accolto l’appello proposto dall’automobilista: sono annullate le quattro ordinanze prefettizie per la violazione dell’articolo 142, commi settimo e ottavo, Cds (tre verbali da 124 euro e uno da 386).

Sbaglia il giudice di pace che ha ritenuto idoneo sul piano probatorio il solo certificato di taratura del tutor, peraltro risalente a undici mesi prima della violazione contestata. È grazie all’esame del fascicolo d’ufficio relativo al primo grado di giudizio che emerge come l’amministrazione non abbia fornito un’adeguata prova documentale del corretto funzionamento nel servizio di rilevazione elettronica della velocità.

Manca il certificato di omologazione, mentre non può sostenersi che sia sufficiente l’attestazione preventiva della funzionalità dell’apparecchio; i due procedimenti di approvazione e di omologazione del prototipo hanno caratteristiche, natura e finalità diverse: solo la seconda autorizza la riproduzione in serie di un apparecchio testato in laboratorio, con attribuzione della competenza al ministero per lo Sviluppo economico; la prima, invece, consiste in un procedimento che non richiede la comparazione del prototipo con caratteristiche ritenute fondamentali o con particolari prescrizioni previste dal regolamento.

Per i giudici dell’appello, di cui ha scritto il sito Cassazione.net, il motivo è fondato e, al riguardo, hanno ricordato che “L’omologazione consiste in una procedura che, pur essendo amministrativa come l’approvazione, ha anche natura necessariamente tecnica: tale specifica connotazione risulta finalizzata a garantire la perfetta funzionalità e la precisione dello strumento elettronico da utilizzare per l’attività di accertamento ex articolo 142, comma sesto, Cds”.

Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non basta premurarsi per fare multe a gogo se poi non si pensa effettivamente alla sicurezza stradale, alla certezza delle rilevazioni ed al rispetto del diritto di difesa dei presunti trasgressori.

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Appuntamenti

Una domenica particolare: la Madonna delle Grazie “torna a casa””

La devozione di questo popolo che da secoli venera la Vergine SS.ma delle Grazie è notevole e di profonde radici seppur affievolita dalle dinamiche sociali e culturali…

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E’ stata una domenica speciale quella del 5 ottobre per l’intera Comunità di Tutino che si è ritrovata su piazza Castello per accogliere la venerata immagine della Madonna delle Grazie dopo un periodo di assenza per restauro durato circa quattro mesi.
L’emozionante ritorno nella sua chiesa in un clima festante e gioioso di tutta Tutino ha riacceso nei cuori sentimenti di devozione e di preghiera, che all’apertura del grande portone del Castello, dove era stata collocata provvisoriamente, tra gli applausi e la curiosità dei fedeli, è stata rivelata ai presenti nella rinnovata rivitalizzazione dei colori che nel tempo si erano degradati.
Dopo la benedizione impartita dal parroco don Pasquale Carletta e la consegna della rosa d’oro ai piedi della statua si è avviato il corteo processionale per alcune strade del centro storico con le note della banda e dello sparo di fuochi pirotecnici.
Ad attenderla su piazza Santa Maria delle Grazie il vescovo Mons. Fernando Panico che dopo averla salutata e benedetta ha presenziato una solenne celebrazione Eucaristica in una chiesa gremita come non mai.

Lo stato di salute della statua era discreto ma bisognoso di un notevole intervento a causa di alcune crepature ed esfoliazione di piccole parti della pellicola pittorica per l’esposizione ai valori di umidità particolarmente alti in diversi periodi dell’anno.

Sono riapparsi i fregi dorati lungo il panneggio della Madonna e sul copricapo che erano stati coperti dai pennelli di Antonio De Donno artista originario di Tutino che ritenne opportuno cancellare in un restauro eseguito agli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso e i colori che nel tempo avevano perso la loro lucentezza ora sono ritornati più vivi.
Il lavoro del pregiato simulacro è stato affidato alla professionalità e competenza di Messapia Antiqua Restauri del maestro Dario Taras il quale ha anche provveduto al restauro e meccatura della base processionale.
Un’opera conservativa voluta da tutti, in primis dalla Comunità di Tutino, dai parroci e dai vari Comitati Festa che si sono succeduti negli anni sempre attenti alla tutela di questo bellissimo e raro simulacro di grande valore artistico plasmato dalle mani di un prestigioso cartapestaio leccese, (Manzo, Caretta? o altri) come dimostrano la plasticità e il movimento del corpo che rivelano l’alto livello scultoreo, che secondo la tradizione, ebbe ispirazione da una donna intenta ad allattare il proprio bambino mentre passava dalla sua bottega.
La devozione di questo popolo che da secoli venera la Vergine SS.ma delle Grazie è notevole e di profonde radici seppur affievolita dalle dinamiche sociali e culturali che hanno investito le nuove generazioni, perciò il suo ritorno rappresenti per tutti simbolicamente un auspicio di rinnovato fervore comunitario con sentimenti di fratellanza e di pace. Ben tornata Maria!

Fabrizio Cazzato

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Casarano

Pagliaro: “Si chiama Aeroporti di Puglia ma dovrebbe chiamarsi Aeroporto di Bari”

L’ennesimo sfregio al Salento, con il suo aeroporto ancora una volta ignorato ed escluso, sono i due nuovi collegamenti United Airlines con New York, che da maggio si aggiungeranno…

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“Nuove tratte, ma soltanto su Bari. Si chiama Aeroporti di Puglia, ma per onestà dovrebbe chiamarsi Aeroporto di Bari, la società partecipata al 99,6% dalla Regione, finanziata con soldi pubblici e con i bilanci in perdita, gestita dal barese Antonio Maria Vasile”.

Esordisce così la nota di Paolo Pagliaro, consigliere regionale di Fdi, e continua: “L’ennesimo sfregio al Salento, con il suo aeroporto ancora una volta ignorato ed escluso, sono i due nuovi collegamenti United Airlines con New York, che da maggio si aggiungeranno a quelli già attivi su Bari, rafforzandone il posizionamento turistico tra le destinazioni europee.

L’Aeroporto del Salento resta invece a bocca asciutta, e ne patiscono le conseguenze le tre province salentine. Una disparità figlia di un Bari-centrismo cieco e strafottente, che calpesta e umilia il nostro territorio.

Ma non è tutto: nel piano operativo invernale 2025 presentato da Ryanair, a fronte di 34 collegamenti da Bari, ce ne sono solo 12 da Brindisi. Un terzo.

E se parliamo di destinazioni, se ne aggiungono due balcaniche da Bari (Bucarest e Bratislava), zero da Brindisi.

Già in passato, più volte, numeri alla mano, abbiamo denunciato lo squilibrio fra gli aeroporti di Bari e del Salento, particolarmente evidente nei collegamenti internazionali, con una forbice addirittura di 80 a 12. Una vergogna.

È dovere della Regione, e del suo braccio operativo in tema di trasporto aereo, incentivare l’incoming e potenziare i collegamenti su tutti gli scali regionali.

Ma il governo Emiliano e Aeroporti di Puglia hanno tradito questo mandato e continuano a farlo con strafottenza in sfregio al Salento, che non viene degnato neppure di un volo diretto con New York mentre su Bari ce ne saranno quattro a settimana”.

E chiude con una esortazione: “Il Salento smetta di subire, dica basta con il voto del 23 e 24 novembre a politiche di centrosinistra che da vent’anni favoriscono solo e soltanto Bari”.

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