Attualità
Profughi ambientali: da Tricase una pietra nello stagno
L’appello degli studenti dello Stampacchia. “Impegno a tutti i livelli per adeguare il sistema di protezione e accoglienza dei rifugiati, riconoscendo le cause ambientali come fattore determinante delle migrazioni forzate”
Dai ragazzi del Liceo “Stampacchia” di Tricase è partito un appello, in linea con quanto già previsto in una recente risoluzione del Parlamento Europeo, affinché vengano delineate nuove forme di tutela per quanti sono costretti a lasciare il proprio Paese a causa dei cambiamenti climatici e di disastri ambientali.
Una piccola pietra gettata nello stagno di un paese di provincia che, però, ne siamo certi, è in grado di dare avvio ad una lunga serie di eventi, provocando reazioni a catena tra la gente di buon senso.
Gli studenti hanno convocato una conferenza stampa e presentato il percorso didattico che ha permesso loro di ascoltare la storia di Bah, ragazzo della Guinea Conakry, ospite dello Sprar a Tricase, e quindi approfondire tematiche di grande interesse quali le migrazioni forzate, le discriminazioni di genere, le emergenze climatiche, sociali, sanitarie.
La storia di Bah è ora un racconto che, secondo quanto annunciato dagli studenti, diverrà un libro e verrà reso pubblico all’inizio del prossimo anno scolastico.
Alla conferenza stampa era presente anche il ragazzo della Guinea: ha raccontato la sua storia di buona accoglienza a Tricase, che gli ha permesso di acquisire il titolo di licenza media, formarsi professionalmente (grazie a una borsa lavoro), integrarsi sul territorio e, infine, trovare casa e lavoro.
Gli operatori di Arci Lecce hanno raccontato del progetto “A tavola con noi”, che ha permesso a Bah di conoscere Silvia Romano e la sua famiglia. A seguito del pranzo è nata una bella amicizia che ha consentito al ragazzo di farsi apprezzare e conoscere meglio.
Silvia e la sua famiglia hanno così deciso di aiutarlo trovandogli casa e lavoro in un ristorante, chiudendo in maniera positiva il percorso in accoglienza. Molto commovente è stato l’intervento dello stesso Bah, che ha ringraziato tutti e ha abbracciato forte Giulia, la donna che lo ha accolto come un figlio nella sua casa.
L’incontro, vissuto come una festa, proprio come accade in una festa che si rispetti, ha lasciato per la fine i botti più fragorosi: gli studenti hanno infatti lanciato un appello per la protezione dei migranti ambientali, rivolgendosi diret-tamente ai “decisori politici locali, nazionali, europei, internazionali”.
Il Report “Global Warming of 1.5°”, redatto dall’Intergovernmental Panel on Climate Change su stimolo delle Nazioni Unite per verificare i prossimi passi da assumere dopo la storica sottoscrizione dell’Accordo di Parigi del 2015, ha messo in evidenza la necessità per il mondo di contenere i danni derivanti dall’aumento delle temperature e dei cambiamenti climatici, mettendo in atto iniziative coordinate e profonde riforme dei sistemi economici, sociali e culturali.
Il Global Compact For Safe, Orderly and Regular Migration, documento internazionale sottoscritto in Marocco alla fine del 2018 da ben 164 paesi del mondo, riconosce per la prima volta i cambiamenti climatici come uno dei fattori determinanti delle migrazioni internazionali forzate e che l’Organizzazione internazionale delle Nazioni Unite per le migrazioni osserva che il numero di sfollati a causa del clima, entro il 2050, potrebbe variare da 25 milioni a 1 miliardo di persone. Dopo queste premesse gli studenti hanno sottolineato come la Convenzione di Ginevra sullo stato dei rifugiati del 1951 non preveda alcuna forma di protezione per i profughi ambientali.
Quindi, considerato che “la risoluzione del Parlamento europeo del 16 gennaio 2018 sulle donne, la parità di genere e la giustizia climatica invita gli Stati europei a prendere seriamente in considerazione lo sfollamento indotto dal clima”, i ragazzi hanno invitato “i rappresentanti degli enti locali, i membri del Parlamento italiano e del Governo, i membri del Parlamento europeo e della Commissione europea e i decisori politici a livello internazionale, ad impegnarsi fin da subito in una concreta discussione per adeguare il sistema di protezione e accoglienza dei rifugiati, riconoscendo le cause ambientali come fattore determinante delle migrazioni forzate”.
Un piccola pietra gettata in uno stagno di provincia che, però, citando il giornalista-filosofo Marcello Veneziani, dà vita ad “onde concentriche che si allargano sulla sua superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore…”.
Il messaggio dei ragazzi dello “Stampacchia” è chiaro e mentre quella pietra affonda “altri movimenti invisibili si propagano in profondità, causando sempre nuove agitazioni molecolari”.
Intanto i ragazzi hanno svegliato noi adulti da un torpore intollerabile e ci hanno costretto a riflettere. Solo per questo dovremmo già dir loro grazie.
Giuseppe Cerfeda
Attualità
Tricase: “I lavori in via F.lli Allatini un bel pasticciaccio”
L’intervento dei consiglieri di minoranza Carità, Ciardo e Baglivo
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I consiglieri comunali di minoranza del Comune di Tricase Giovanni Carità, Armando Ciardo, Antonio Luigi Baglivo intervengono con una nota sulla situazione riguardanti i lavori in corso in via Fratelli Allatini.

Capita spesso, soprattutto quando si ricopre il ruolo di Consiglieri Comunali di opposizione, di uscire di casa e scoprire l’apertura di nuovi cantieri pubblici. Raramente capita di essere chiamati alla condivisione di un’idea, di un progetto, di una visione della città. Ovviamente, non è questo il caso dei lavori in via Fratelli Allatini e, a dire il vero, di tanti altri casi, come accaduto di recente per il cantiere di via Lecce.
Preso atto dell’inizio dei lavori in via Fratelli Allatini, per quello che compete al nostro ruolo, abbiamo immediatamente protocollato una interrogazione consiliare in data 21/11/2025 (prot. N. 00023283). L’interrogazione è stata calendarizzata per il Consiglio Comunale del 26/11/2025 e in quella sede discussa. La discussione è agli atti, pubblica e visibile sul canale istituzionale del Comune di Tricase.
Nel corso del dibattito abbiamo evidenziato le nostre perplessità, facendo spesso riferimento al rispetto del PEBA (Pieno di Eliminazione delle Barriere Architettoniche), esposto le potenziali criticità e chiesto certezze sulla futura viabilità. Il Sindaco, che ricopre anche il ruolo di Assessore ai Lavori Pubblici, ha risposto illustrando il progetto e dando garanzie sul rispetto del PEBA e sulla realizzazione dell’opera in funzione soprattutto del rispetto dei pedoni.
Questo è quanto avvenuto, nulla di più ma neanche nulla di meno. L’opposizione, che pare essere il problema di Tricase, ha svolto il suo ruolo, per quello che le compete.
Passiamo ora alle valutazione politiche, che poi sono quelle più importanti. L’opera in corso in via Fratelli Allatini parte da lontano, come da lontano vengono le tante criticità di questa nostra città. Come sempre manca una visione realistica e concreta di ciò che serve, ma anche di ciò che non serve e che paradossalmente peggiora la qualità della vita di tutti noi.
La strada in questione è una delle arterie viarie più importanti di Tricase. E’ situata nel mezzo di un quartiere fatto di uno stretto reticolato di strade parallele e perpendicolari alla stessa. Stradine frutto di una politica disastrosa e che tuttavia fungono anche come parcheggio per i residenti. Persone che li vi abitano e che continueranno ad abitarci. Un quartiere con un’alta densità demografica sul quale insistono anche diverse attività commerciali.
Preso atto di questo e anche delle difficoltà che l’area sopporta, a nostro parere, sarebbe stato necessario, e forse ancora lo è, soffermarsi sul da farsi con la giusta cautela, senza cedere alla cieca e disastrosa politica del fare tanto per fare.
In conseguenze di queste nostre pubbliche riflessioni e delle ulteriori criticità emerse, in particolare in via Massa e via Micetti, invitiamo il Sindaco, la Giunta e i colleghi di maggioranza ad una riflessione seria, urgente e pubblicasull’intero intervento.
Attualità
Con le donne, per le donne a Salve: Salento in Rosa
Da oggi la mostra organizzata dall’Istituto comprensivo Salve Morciano Patù che sarà intitolato a Renata Fonte. Venerdì 5 convegno con la rettrice di UniSalento Maria Antonietta Aiello, il Commissario della Polizia di Taurisano Federica Mele, l’imprenditrice Tina De Francesco e Viviana Matrangola (figlia di Renata Fonte)
Il convegno “Salento in rosa: Donne di Coraggio” è l’iniziativa che l’Istituto comprensivo Salve Morciano Patù organizza nell’ambito della staffetta promossa dalla rete de Il Veliero parlante “Donne coraggio”, nata per celebrare storie di donne visionarie e rivoluzionarie.
Nella Scuola Secondaria di via Rosenberg, oggi si inaugura una mostra (aperta al pubblico fino al 5 dicembre) che presenterà storie, esempi di passione civile e di sfida ai pregiudizi: un’occasione per mettere al centro le donne non solo nella giornata del 25 novembre.
Al termine della mostra, alle ore 10 di venerdì 5 dicembre, quattro figure femminili che si sono distinte nel panorama socio-culturale ed istituzionale si confronteranno e si racconteranno.
Tenacia, talento e impegno nella loro cassetta degli attrezzi, a testimoniare un duro lavoro e anche un bagaglio di esperienze da trasmettere alle nuove generazioni.
Interverranno Maria Antonietta Aiello, (Rettrice dell’Università del Salento), Federica Mele (nuovo Commissario capo di Polizia a Taurisano), l’imprenditrice Tina De Francesco (dell’azienda DFV) e Viviana Matrangola, figlia di Renata Fonte.
A quest’ultima, prima donna vittima di mafia, assassinata più di 40 anni fa per aver difeso quel meraviglioso lembo di costa che grazie a lei oggi è il Parco Regionale di Porto Selvaggio, sarà denominato l’Istituto comprensivo Salve, Morciano Patù.
La conferma arriva dal dirigente scolastico Gianni Sergi: «Intitoleremo la scuola ad una donna salentina che ha pagato col sangue l’amore per la propria terra. La nostra scuola continuerà nel solco del suo esempio a educare al rispetto delle persone, dell’ambiente e della legalità».
Per le nuove generazioni che si affacciano in un mondo sempre più complesso, il convegno, la mostra, il confronto con donne che ce l’hanno fatta possono rappresentare un modello, un faro puntato sui diritti necessari e non negoziabili, che la scuola vuol tenere sempre acceso.
Come sottolinea il Dirigente, «oggi la scuola non può e non deve rimanere neutrale di fronte a queste tematiche. Il nostro Istituto è impegnato quotidianamente non solo nell’istruzione ma anche nell’educazione dei suoi allievi alla cittadinanza attiva, al rispetto e al riconoscimento del valore inestimabile del contributo femminile in ogni ambito della società. Il coraggio di cui parliamo è la forza quotidiana di resistere, di studiare, di lavorare e di credere nei propri sogni».
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Attualità
Aldo, Giovanni e Giacomo hanno un messaggio per Tricase
Un simpatico video destinato a Tricase da parte del mitico trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo.
Il messaggio, indirizzato ai tricasini in vista del film Attitudini, in uscita al cinema, è stato recapitato al sindaco De Donno dalla regista della pellicola, Sophie Chiarello, passaporto francese, corsanese d’origine.
Ecco il video in cui il trio ironizza sul nome di Tricase e confida di essere…”culo e camicia” col primo cittadino.
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