Attualità
Casarano non è l’ombelico del mondo!
Nessun declino… “reputazionale”! Come avvenuto con gli epiteti di città mafiosa ed omofoba anche quella di città razzista dopo il caso Habib è un’etichetta ingiusta ed immeritata
Mi accingo con incoscienza serena a parlare di Casarano e soprattutto dei casaranesi.
Lo faccio da casaranese e di conseguenza da innamorato della propria città, come la maggior parte dei miei concittadini, e quindi anche come colui che non vorrebbe mai vederne il declino, in nessun campo, da quello economico a quello morale e non da ultimo quello reputazionale.
Chi ha superato i 40 anni sicuramente si ricorderà quando, da piccoli, ci si inorgogliva nel sentir nominare la propria città “alla televisione” (indipendentemente dalla natura del fatto che sarebbe potuto essere tanto di cronaca sportiva, quanto di cronaca nera) e sono sicuro che tantissimi conservano gelosamente, come una reliquia, la Schedina Totocalcio dove, per la prima volta, comparve Casarano nelle partite da pronosticare e di conseguenza fu conosciuto e “nominato” praticamente da tutta Italia. Questa fregola di esser visti e considerati, con il tempo, ha però indotto a pensare che fossimo il centro intorno al quale ruotasse tutto il resto, pensando di conseguenza che tutto ciò che accade in questa città è della stessa stregua, della stessa rilevanza e della stessa misura di ciò che sentiamo e vediamo in Tv o in rete.
È innegabile che (ormai un bel po’ di anni fa) una mafia minore a livello nazionale (ma non certo meno grave) avesse dei propri affiliati proprio a Casarano ma, guardando le ricostruzioni degli inquirenti, erano dei delfini, dei rappresentanti, dei potenziali eredi (forse neanche il cosiddetto “braccio destro”) di quelli che erano i boss.
Questo non giustifica certo la loro presenza o il loro operato, ma parliamo di ruoli al massimo di comprimari in quella storia che ha già avuto un epilogo e che è stato oltremodo per loro inglorioso fra boss arrestati, pentiti, sotto protezione o, per i più sfortunati, assassinati.
Eppure, a leggere alcuni articoli o a sentire l’opinione più o meno comune, sembra che Casarano sia ancora oggi la Corleone del Salento, dove regni la pura e dove le Forze dell’Ordine guardino inermi una Beirut dove anche gli amministratori sono succubi, se non addirittura complici; andando poi, ad ogni piè sospinto, ad attribuire responsabilità morali a tutti i cittadini ogni qualvolta la malavita (che sicuramente c’è e che cerca di controllare il mercato della droga, così come in ogni altro Comune d’Italia e forse del mondo) mette a segno qualche delitto.
Allo stesso modo Casarano divenne (fortunatamente per un breve periodo) il simbolo nazionale dell’omofobia allorché (complice un articolo sparato senza aver quantomeno cercato riscontri) fu negato l’affitto di un appartamento ad una coppia di ragazzi (poi si scoprì che il proprietario nemmeno lo sapeva che i ragazzi fossero innamorati e che il diniego era legato solo ad un reddito dimostrabile insufficiente).
Anche lì, però, i soliti ben pensanti, non mancarono nel richiamo ad una responsabilità morale di quanto accaduto nei confronti di tutti i cittadini.
Sino ad arrivare ai giorni nostri dove Casarano sta cercando “le profonde responsabilità morali” che lo hanno portato a scoprirsi a rischio razzismo.
Il tutto nasce da un fatto di cronaca: nei pressi di un supermarket, un ragazzo che abitualmente sosta all’ingresso, chiedendo l’elemosina, è stato malmenato da due o tre idioti (pare anche ubriachi). Bene, un semplice fatto di cronaca, è stato in grado di avviare una smisurata manfrina di dibattiti, esami di coscienza, inviti da parte della minoranza a “prendere posizione in merito all’accaduto”; il sindaco che ovviamente prende posizione nei confronti di un “inaccettabile episodio di discriminazione razziale” e poi tutta la congrega di coloro che si sono scandalizzati e sono preoccupati per la “deriva razzista verso cui si sta avviando la nostra città”.
Tutto questo come se davvero qualcuno (a parte qualche mentecatto ignorante che, statisticamente popola in ogni città) immaginasse un sindaco, un consigliere di minoranza o un qualsiasi altro cittadino che si incontra per strada, “in dubbio” di razzismo tanto da doversi precipitare a dire pubblicamente che da ciò “si prendono le distanze”.
Sottolineare inutilmente l’ovvio, rilasciare, contriti e preoccupati, dichiarazioni scontate, è sempre qualcosa di melenso e stucchevole e suscita la stessa sensazione che si ha nell’assaggiare i datteri contenuti in un fico secco immerso nel miele e ricoperto di zucchero caramellato: una dolcezza da voltastomaco.
A me piace invece guardare altri aspetti della mia città: guardare ad esempio il ragazzo diciottenne (anche se di origini matinesi) che in quella circostanza è prima intervenuto e poi ha chiamato la polizia; mi piace vedere che Habib, che staziona da anni, ogni giorno nei pressi di uno stesso supermarket, è ormai amico dei clienti abituali, distribuisce sorrisi a prescindere e da tutti è ricambiato, li aiuta a caricare la spesa in macchina e scambia quattro chiacchiere sulla propria famiglia; mi piace vedere chi, arrivato sulla nave della speranza dall’Albania, oggi è un imprenditore, un altro è commerciante, un altro ancora è uno stimato artigiano, tutti perfettamente integrati.
Ecco, questa è la Casarano che, chiunque abbia voglia di guardare riuscirebbe a vedere, quella delle associazioni volontarie e benefiche, la città che ha le strade con le buche, che deve essere migliorata in mille cose, dalla cultura agli spazi comuni, dal commercio alla viabilità; né più, né meno di tutte le altre città. Con buona pace di chi pensa che Casarano sia l’ombelico di un mondo in declino.
Antonio Memmi
Attualità
Casarano, l’Associazione Placemaking boccia i lavori in centro
Placemaking una preparazione professionale ce l’ha e, in maniera documentata, interviene nel dibattito di questi lavori (che, ricordiamolo, sono finanziati con fondi PNRR per circa 3,5 milioni di Euro).
di Antonio Memmi
Quando iniziarono lavori di Piazza San Domenico e giardini William Ingrosso a Casarano, il mondo era diverso: Trump non era stato ancora rieletto, non era ancora cominciato il conflitto israelo-palestinese e chat GBT era riservata a pochi eletti.
Si sa: i lavori pubblici non finiscono, entrano nella leggenda.
In un modo o nell’altro però, fra imprecazioni dei cittadini ed esercizi commerciali chiusi (anche) per l’impossibilità di raggiungerli, pare che almeno i primi abbiano trovato una conclusione. Tutti quindi contenti? Assolutamente NO!
I commenti sui social si rincorrono fra coloro che ne parlano male (tanti) e coloro che vedono qualcosa di positivo (pochi) ma, come sempre accade sui social, la maggior parte dei commentatori non ha alcuna preparazione tecnico artistica per parlare ed il tutto rimane confinato nel gradimentopersonale.
L’Associazione Placemaking invece una preparazione professionale ce l’ha e, in maniera documentata, interviene nel dibattito di questi lavori (che, ricordiamolo, sono finanziati con fondi PNRR per circa 3,5 milioni di Euro).
Nel documento, firmato dalla presidente arch. Loredana Manco, l’Associazione solleva una critica tecnica e civica, non politica, al metodo progettuale adottato e agli esiti degliinterventi.
Il nodo centrale è l’assenza di una reale coprogettazione con i cittadini: le piazze, secondo l’associazione, non sono semplici superfici da pavimentare, ma luoghi sociali, storici e simbolici che richiedono ascolto e partecipazione autentica.
Viene ricordato come le normative nazionali ed europee, comprese quelle legate al PNRR, promuovano processi partecipativi strutturati e trasparenti, non consultazioni di facciata ed evidenzia inoltre che i fondi PNRR non sono “regali”, ma debito pubblico che graverà sulle future generazioni, rendendo ancora più necessaria una visione strategica di lungo periodo.
Secondo Placemaking Casarano, i due interventi si sono invece limitati a una riqualificazione estetica, senza creare nuove funzioni, opportunità sociali o sviluppo economico, e particolarmente critiche sono le valutazioni su Piazza Umberto I, dove la fontana viene definita un elemento puramente scenografico, e su Piazza San Domenico, giudicata invece priva di una logica urbana, mancando allineamenti, assi civici e gerarchie spaziali.
Un altro punto centrale è poi l’assenza quasi totale di verde, ritenuto un grave errore in termini di sostenibilità climatica e qualità dello spazio pubblico così come viene criticata anche la demolizione del bar storico, sostituito poi da un edificio anonimo, considerato uno strappo all’identità del luogo.
L’Associazione infine contesta le modifiche alla viabilità e la discrepanza tra il progetto realizzato e quello presentato, sottolineando come la piazza rischi di perdere il suo significato simbolico; il tutto porta quindi verso una conclusione che è una bocciatura netta: le critiche, aggiunge, non sono un attacco politico, ma un atto di cittadinanza attiva.
E così, dopo anni in cui si attende l’inaugurazione più come una liberazione, si comprende come non sempre ciò che dura a lungo lascia il segno… qualche volta lascia solo domande.
Attualità
I carabinieri portano la magia del Natale in reparto
L’iniziativa ha coinvolto in particolare i piccoli pazienti dei reparti di Oncologia, Chirurgia, Reumatologia, Immunologia e Pediatria Generale…
Un gesto che scalda i cuori in pieno periodo natalizio: i Carabinieri di Lecce hanno portato la magia delle feste nel Reparto di Pediatria dell’Ospedale “Vito Fazzi”, donando giocattoli e materiale didattico ai bambini ricoverati.
L’iniziativa ha coinvolto in particolare i piccoli pazienti dei reparti di Oncologia, Chirurgia, Reumatologia, Immunologia e Pediatria Generale, dove opera con dedizione Suor Alessandra Notaro.
Grazie alla preziosa collaborazione della dott.ssa Roberta Tornese e della direzione sanitaria, l’evento è stato accolto con grande entusiasmo da grandi e piccini.
Presenti i responsabili dei reparti – tra cui la dott.ssa Assunta Tornesello, la dott.ssa Lucia Russo e la dott.ssa Adele Civino, oltre ad una folta rappresentanza di operatori sanitari.
I militari, in veste di Babbo Natale, hanno testimoniato l’attenzione costante dell’Arma verso i più piccoli, augurando a ciascun bambino di vincere la propria battaglia contro la malattia. Questo impegno va oltre le attività istituzionali di tutela e sicurezza, rafforzando il legame con il territorio attraverso gesti di prossimità verso le fasce più fragili.
Dal Comando dei Carabinieri si sottolinea come la sinergia tra Arma e personale sanitario trasformi l’ospedale in un luogo di speranza e solidarietà autentica, dimostrando il valore della vicinanza umana nelle azioni quotidiane.
Aradeo
Serie di misure della Polizia: tra fogli di via, truffa nei confronti di anziani e rissa
Sono state allertate le forze di Polizia e sul posto sono arrivati gli agenti del Commissariato di Galatina e i Carabinieri di Aradeo che hanno riscontrato evidenti segni della colluttazione, mentre il ferito veniva trasportato d’urgenza presso il pronto soccorso…
Le attività di controllo del territorio della Polizia di Stato nella trascorsa settimana hanno dato luogo all’emissione di diverse misure di prevenzione
I report dei controlli dell’ultima settimana della Polizia vedono l’emissione di diverse misure di prevenzione tra le quali: due ammonimenti del Questore, uno nei confronti di un 38enne e l’altro di un 34enne, entrambi per atti persecutori nei confronti delle rispettive ex-compagne;
Tre fogli di via obbligatori: uno per truffa aggravata e continuata in concorso in danno di anziani nei confronti di un 42 enne di Napoli che vieta di fare ritorno nel comune di Aradeo per tre anni;
un altro di 3 anni nei confronti di un 44enne originario di Napoli per truffa aggravata in concorso che fingendosi un appartenente all’Arma dei Carabinieri, tentava insieme a un complice, una truffa in danno di anziani a Cursi;
il terzo foglio di via vieta l’ingresso ad Uggiano la Chiesa per due anni ad un 23enne di Scorrano che, alla guida di un’auto sprovvisto di patente, non si fermava all’alt dei Carabinieri innescando una fuga che creava pericolo tra gli abitanti del predetto paese.
Due Daspo: uno di tre anni nei confronti di un 47enne di Bagnolo del Salento e uno di due anni per un 17enne di Carovigno (Br) a seguito dei fatti occorsi durante l’incontro di calcio “Polis Bagnolo Vs Città di Carovigno” il 16 novembre u.s. disputatosi presso lo stadio comunale di Otranto, dove alcuni tifosi delle opposte tifoserie hanno dato luogo ad un pericoloso lancio di oggetti in cui una bottiglia in vetro si è infranta in direzione delle forze dell’ordine.
Inoltre è stato notificata un Dacur per i fatti occorsi in un bar di Aradeo il 15 novembre u.s. quando nel locale si è verificata una violenta rissa tra alcuni avventori, scaturita da futili motivi riconducibili all’abuso di sostanze alcoliche.
Durante l’alterco, uno dei soggetti coinvolti ha estratto un coltello colpendo al fianco sinistro un altro avventore, provocando una ferita con abbondante perdita di sangue.
Sono state allertate le forze di Polizia e sul posto sono arrivati gli agenti del Commissariato di Galatina e i Carabinieri di Aradeo che hanno riscontrato evidenti segni della colluttazione, mentre il ferito veniva trasportato d’urgenza presso il pronto soccorso.
Tutti i soggetti coinvolti risultano gravati da precedenti di polizia, incluso l’autore dell’accoltellamento, un 49enne del posto, deferito in stato di libertà per lesioni personali e porto illegale d’arma.
L’episodio, avvenuto in orario preserale in un locale aperto al pubblico, ha generato particolare allarme sociale, determinando una concreta minaccia all’ordine e alla sicurezza pubblica, per tali motivi l’autore dell’aggressione è stato colpito dalla misura di prevenzione del Dacur, che vieta al responsabile la frequentazione dell’esercizio commerciale teatro dei fatti, nonché di altri bar e locali pubblici situati nel centro abitato di Aradeo.
La Divisione Anticrimine della Questura di Lecce ha avviato una specifica istruttoria finalizzata all’adozione di ulteriori misure di prevenzione nei confronti di altri soggetti coinvolti nella rissa.
Parallelamente, la Squadra Amministrativa della Questura ha avviato il procedimento per la sospensione, per dieci giorni, della licenza a carico del titolare del locale.
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