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Imma, la mamma di Noemi: “Vergogna, dopo sei anni dalla morte di mia figlia il suo assassino è già libero”

«Questa è in-giustizia. È come se a mia figlia venisse tolta la vita per una seconda volta. Lucio Marzo è un assassino e se è stato condannato deve scontare la sua pena in carcere. Non ci può essere pietà per chi ha tolto la vita in quel modo…”

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INTERVISTA ESCLUSIVA


di Giuseppe Cerfeda


LA RABBIA DI MAMMA IMMA


Ricorre il sesto anniversario dalla scomparsa di Noemi Durini, la sedicenne di Specchia barbaramente assassinata da colui che era il suo fidanzato ed avrebbe invece dovuto amarla.


Da quel giorno (3 settembre 2017), la serenità è uno status alieno ai familiari di Noemi per i quali, ovviamente, nulla è stato, è e sarà, più come prima.

Sofferenza, rabbia, alimentate ancora una volta da chi è stato la causa di tutto: quel Lucio Marzo di Montesardo che, sei anni fa, si macchiò di un crimine così orrendo.


Fomentate da lui e, forse, anche da una legislazione carente e dall’approssimazione di chi quelle leggi deve fare rispettare. In piena canicola agostana, l’ormai 24enne omicida, condannato in via definitiva a 18 anni e otto mesi di carcere, ha tentato di fuggire dalla polizia stradale a Cagliari, che l’ha fermato nel corso di un normale controllo, prima con l’auto e poi a piedi.


Era in permesso premio per svolgere un’attività lavorativa in un esercizio commerciale a Sarroch, a 20 chilometri dal capoluogo sardo.

A richiamare l’attenzione degli agenti, sarebbe stato l’eccessivo rumore della macchina che il 24enne guidava.


Dopo un rocambolesco inseguimento in auto e un tentativo di fuga a piedi, il fermo.


Non poteva guidare perché il giudice non gliel’aveva concesso. Sottoposto all’alcoltest, è risultato positivo. Così la sua già corposa fedina penale si è arricchita di una denuncia a piede libero per guida in stato di ebbrezza.


Trasuda rabbia Imma Rizzo, la mamma di Noemi, che non riesce a credere a quanto ha appreso: «È una vergogna», tuona, «non sono nemmeno trascorsi sei anni dalla morte di mia figlia e il suo assassino è già libero. Gli hanno concesso un permesso premio! Ma come è possibile?», si chiede senza attendere una risposta. Anzi è lei stessa che incalza: «Vorrei sapere chi ha compilato la relazione psicologica prevista in questi casi e, soprattutto, mi piacerebbe leggerne il contenuto…».


Imma non si dà pace: «Lui ha la possibilità di lavorare, di uscire dal carcere, scorrazzare libero, addirittura ubriaco in auto, mentre Noemi ha perso tutto proprio per mano sua. Chi ha tolto la vita ad un altro essere umano non dovrebbe poter beneficiare di nulla, invece…».

Integrazione, recupero? La mamma di Noemi non ne vuole neanche sentire parlare, eventualmente siano «processi da portare a compimento in carcere non certo con permessi premio ad appena sei anni dalla condanna per siffatto crimine».



Imma è ancora più chiara e non lascia spazio a repliche: «Questa è in-giustizia. È come se a mia figlia venisse tolta la vita per una seconda volta. Lucio Marzo è un assassino e se è stato condannato deve scontare la sua pena in carcere. Non ci può essere pietà per chi ha tolto la vita in quel modo ad una ragazzina. Hanno rimesso in libertà una persona che si è macchiata del crimine peggiore, un uomo pericoloso per l’intera società che, invece, è composta per la maggior parte da persone per bene».

A riguardo anche le dichiarazioni dell’avvocato Valentina Presicce, uno degli avvocati della famiglia di Noemi: «Il brutale omicidio della giovane Noemi Durini, commesso con lucida premeditazione da Lucio Marzo, costituisce manifestazione estrema di una personalità orientata all’uso della violenza concepita, da questo assassino, quale usuale metodo di soluzione dei conflitti. In ragione dell’estrema gravità dei fatti commessi, si è venuta a creare una frattura con la società il cui superamento richiede un lungo tempo di detenzione non sicuramente compatibile con il decorso di neanche 6 anni di detenzione. Oggi pretendiamo che qualcuno ci dica chi ha valutato la pericolosità sociale di Lucio Marzo, pretendiamo che qualcuno ci dica a chi era intestata l’autovettura che guidava ubriaco».


Per tali motivi l’avv. Presicce ha «trasmesso al Ministro della Giustizia una richiesta di accertamenti urgenti sui fatti gravissimi accaduti in Sardegna per capire come mai un assassino ancora pericoloso per la società, era ubriaco alla guida di una autovettura e se ci sono responsabilità da imputare a terzi».

Il 5 settembre sarà, come sempre dal 2017, il giorno del silenzio, della messa in suffragio e delle preghiere. Poi l’indomita Imma ricomincerà quella che è diventata la sua missione, ciò che le dà la forza di andare avanti: incontrare i più giovani, sensibilizzare sui temi della violenza di genere, del femminicidio, che sono l’esatto opposto dell’amore: «Quando parlo alle giovani ragazze, sottolineo sempre che, quando si trovano di fronte a giovani uomini difficili, violenti, con problematiche e disagi, non possono pensare di aiutarlili con l’amore. Non si lascino affascinare dai bulli, dai manipolatori, da coloro che alzano la voce e le mani».


Imma continua a portare la sua testimonianza nelle scuole, negli oratori, a convegni ed in ogni altra occasione utile. Come accaduto a fine luglio con il 7° torneo estivo «Un calcio alla violenza», tenutosi a Scorrano. Nell’occasione tutte le associazioni di Scorrano (tra cui anche l’Associazione Astrea di cui fa parte proprio l’avv. Valentina Presicce) e tutti i ragazzi scesi in campo, con dedizione e correttezza hanno portato avanti lo scopo benefico del torneo in ricordo di Noemi e di tutte le donne uccise per mano di chi diceva di amarle.


Anche in questa occasione, relegando per un attimo in un angolino rabbia e dolore ridestati dalle contingenze Imma lancia il suo “solito” appello: «L’amore non è violenza. Alle ragazze dico: Denunciate sempre! È l’unico modo per salvarvi».


g.c.


LA STORIA


Noemi Durini, 16 anni, di Specchia, il 3 settembre 2017 non tornò a casa. Era domenica proprio come quest’anno…

I genitori denunciarono la scomparsa alla polizia sperando fino all’ultimo potesse non essere qualcosa di grave.


I genitori avevano sollecitato più volte Noemi a non frequentarlo: la madre aveva addirittura denunciato il ragazzo a causa del suo carattere violento.

Ne erano nati due procedimenti: uno penale per violenza privata, l’altro civile per verificare il contesto familiare in cui vive il giovane.


Procedimenti che non portarono ad alcun provvedimento cautelare.


Il 13 settembre 2017 Lucio Marzo confessò l’omicidio di Noemi ed indicò ai carabinieri il luogo in cui aveva nascosto il cadavere: sotto un cumulo di pietre in una campagna in località “San Giuseppe” a Castrignano del Capo. Ammise di averla uccisa con una pietra e di averne sepolto il corpo tra i sassi.


L’autopsia disposta dalla Procura rilevò come Noemi fosse stata prima picchiata a mani nude e poi accoltellata alla nuca e seppellita mentre era ancora viva: sarebbe dunque morta per asfissia. Fu indagato anche il padre di Lucio, Biagio, per occultamento di cadavere ma venne poi scagionato.


Il 2 ottobre 2018 il pm Anna Carbonara chiese per il ragazzo una condanna a 18 anni di carcere. Chiesto un altro anno e mezzo per reati collaterali, confluiti nel procedimento. Il 4 ottobre il Tribunale dei Minorenni di Lecce condannò il reo confesso a 18 anni e 8 mesi di reclusione.


I giudici della Corte d’appello del tribunale minorile di Lecce hanno respinto la richiesta di rinnovare la perizia psichiatrica e della messa alla prova con il riconoscimento delle attenuanti generiche avanzata dalla difesa.


Il 7 giugno 2019 all’omicida, in carcere dal settembre 2017, è stata confermata la condanna emessa in primo grado a 18 anni e 8 mesi.

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Da domani il 112 vale per tutti

Attivo anche nel distretto telefonico di Lecce, Gallipoli e Maglie quindi valido per tutti anche nella nostra provincia. Intanto sullo smartphone si può scaricare l’app “Where Are U”

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Da domani 112 NUE – Numero Unico di Emergenza Europeo sarà attivo in tutti gli Stati dell’Unione Europea.

Ovviamente, anche nel distretto telefonico di Lecce, Gallipoli e Maglie e quindi varrà per tutti i paesi della provincia di Lecce.

Il servizio, completamente gratuito, garantito 24 ore su 24, 7 giorni su 7, potrà essere utilizzato per ogni tipo di richiesta di intervento o soccorso.

Il 112 NUE sostituisce tutti quei numeri di emergenza attualmente utilizzati:

  • il 112 dei Carabinieri
  • il 113 della Polizia di Stato
  • il 115 dei Vigili del Fuoco
  • il 118 del Soccorso Sanitario
  • il 1530 dell’emergenza in mare

Il 112 farà capo ad una Centrale Unica di risposta del Dipartimento di Protezione Civile che provvederà ad indirizzare le chiamate a seconda del tipo di emergenza e assistenza necessaria nonché di priorità, avendo un quadro completo delle richieste sull’intero territorio.

Per tale motivo dalla Polizia di Stato invitano gli utenti residenti nei centri che fanno riferimento ai Commissariati di Galatina, Gallipoli, Nardò, Otranto e Taurisano a non contattare il numero diretto del Commissariato competente, ma di chiamare comunque il NUE 112 che sarà in grado di intervenire più velocemente.

Stesso discorso ovviamente per le caserme dei carabinieri, quelle dei vigili del fuoco per il soccorso sanitario e per le emergenze in mare.

Il numero può essere chiamato da rete fissa o mobile, anche da cellulare sprovvisto di SIM o privo di credito o bloccato ed è disponibile inoltre il servizio multilingue.

Inoltre il 112 NUE può essere chiamato direttamente scaricando dall’App store l’applicazione dedicata “Where Are U” che si consiglia di installare sul proprio telefono cellulari, in quanto la tecnologia utilizzata permette una localizzazione della chiamata in modo più preciso e veloce, particolarmente utile nel caso di chiamate mute o di utenti non udenti.

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Il nuovo corso del Parco

Il Parco Otranto Santa Maria di Leuca Bosco di Tricase rinnova gli organi e gli obiettivi. Il sindaco di Alessano Osvaldo Stendardo nuovo presidente, e Alberto Capraro, vice sindaco di Castro, vice presidente. Professionisti nel Cda per Otranto e Tricase

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 I 12 sindaci del Parco all’unanimità insieme alla Provincia di Lecce danno nuova vita agli organi direttivi, eleggendo il Comitato esecutivo e presidente e vice presidente dell’assemblea.

Dopo un confronto serrato (un eufemismo, al netto di alcune posizioni estreme nelle parole e nei fatti fortunatamente marginalizzate) e costruttivo, si è concordato un criterio di rappresentanza territoriale nel CDA estesa a tutto il Parco, e sono stati eletti all’unanimità il dott. Tenore, proposto da Otranto, di lunga esperienza amministrativa e professionale, il dott. Cataldi, proposto da Tricase, responsabile scientifico del CIHEAM Bari che porterà l’esperienza della progettazione internazionale nel Parco, e l’ing. Cristina Rizzo, ingegnere ambientale, proposta da Castrignano del Capo.

Avendo proposto professionisti nel CDA, Otranto e Tricase hanno rinunciato alla carica elettiva nell’assemblea dei sindaci che, sempre all’unanimità anche con il voto della Provincia, ha eletto il sindaco di Alessano Osvaldo Stendardo presidente, e Alberto Capraro, vicesindaco di Castro, a vice presidente.

Ieri (10 maggio) si è tenuta la prima seduta dei nuovi organi del Parco, con la condivisione di visione e prospettive.

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Cede la sede stradale, furgone “affonda” nell’asfalto ad Alessano

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Imprevisto questa mattina nel centro abitato di Alessano dove un furgone è improvvisamente finito “in trappola” per via di un cedimento della sede stradale (foto a fine articolo).

L’episodio si è verificato in via Venezia. Sfortunato protagonista il conducente di un Iveco Daily. L’uomo non ha riportato conseguenze. Il mezzo invece si è ritrovato con una delle ruote posteriori affondate nell’asfalto.

Asfalto che, a sua volta, si è letteralmente spaccato, a causa di un cedimento del terreno.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del Distaccamento di Tricase, che hanno operato la rimozione del furgone bloccato. Il tratto stradale è stato chiuso al traffico per garantire la sicurezza di mezzi e pedoni in transito.

Le cause dell’accaduto sono da approfondire. Secondo primi riscontri potrebbero essere dovute ad una perdita idrica nel sottosuolo.

Le foto

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