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Cronaca

Abusivismo e ulivi senza certificazione, sigilli e denunce   

 Campagna controlli “Pascolo Sicuro” dei Carabinieri Forestali. A Minervino di Lecce scoperti lavori abusivi su un terreno con impianto di ulivi senza certificazione. Denunciati proprietario e conduttore del terreno

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I Carabinieri Forestali del Nucleo di Otranto, nell’ambito della campagna di controlli a livello nazionale denominata “Pascolo Sicuro”, hanno accertato lavori non autorizzati su un fondo rustico, in contrada Santa Croce in agro di Minervino di Lecce, in zona sottoposta a vincolo paesaggistico secondo il P.P.T.R. (Piano Paesaggistico Territoriale Regionale).


In particolare, i militari hanno constatato la realizzazione di muretti a secco e di un fabbricato in muratura della superficie di circa 4 metri quadri, da utilizzare come locale di servizio, e di due colonne in conci di tufo poste ai lati dell’accesso alla proprietà.


Oltre a ciò, il terreno, censito come pascolo, è stato sottoposto ad interventi di rilevante trasformazione, con la fresatura della roccia affiorante per una superficie di circa 6.900 metri quadri.


La trasformazione del pascolo era funzionale all’impianto di un giovane uliveto, effettivamente realizzato, con la messa a dimora di 221 piantine, di cui il titolare del fondo non ha fornito documentazione alcuna sulla provenienza, né tantomeno sul soddisfacimento dei requisiti di produzione in ambiente sterile da batteriosi (attestato dal cosiddetto “passaporto Xylefa”, con codice di tracciabilità, introdotto dal Regolamento di esecuzione UE n. 2020/1201 e successive modificazioni e integrazioni, emanato per contrastare la diffusione di Xylella fastidiosa).


In applicazione del Decreto legislativo n. 19 del 2021, che disciplina le misure per contrastare l’introduzione di organismi nocivi, i Carabinieri Forestali hanno comminato una sanzione amministrativa ai sensi della stessa norma, con contestuale sequestro della piantagione.

I giovani ulivi, in caso di confisca, saranno destinati a distruzione, per evitare eventuali possibilità di contagio, stante l’incertezza della provenienza.


I Forestali hanno inoltre denunciato alla Procura della Repubblica di Lecce il proprietario ed il conduttore del terreno, per interventi di trasformazione in assenza di permesso e della prescritta autorizzazione paesaggistica.


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Cronaca

Femminicidio in casa: 81enne uccide la moglie

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Un’altra drammatica pagina di cronaca si apre tra le vie di Lecce: una donna di 83 anni, Amalia Quarta, è stata uccisa in casa da un colpo di pistola sparato dal marito, Luigi Quarta, di 81 anni, mentre lei dormiva. I fatti si sono svolti poco dopo le 12:20 nella loro villetta di via Bernardino Bonifacio, nel quartiere San Pio.

Secondo le prime ricostruzioni, Amalia – coetanea del marito – è deceduta sul colpo per una ferita alla testa, causata da una pistola legalmente detenuta dall’uomo . Dopo aver compiuto il tragico gesto, Luigi Quarta ha chiamato lui stesso il numero unico per le emergenze, confessando il delitto.

L’intervento delle forze dell’ordine e del pubblico ministero

Pochi minuti dopo la chiamata al 118, sul posto sono arrivati Carabinieri e sanitari, che hanno trovato la vittima ormai priva di vita all’interno della camera da letto . L’uomo è stato accompagnato in caserma per essere interrogato dalle autorità, nella speranza di far luce sul movente e sulla dinamica esatta dei fatti.

Sul luogo dell’omicidio si è recato anche il pubblico ministero Alessandro Prontera, insieme ai militari della Scientifica, incaricati di svolgere rilievi e acquisire ogni elemento utile alle indagini  .

Dietro al gesto: silenzi e domande

Il femminicidio, consumatosi all’interno di un’abitazione che avrebbe dovuto rappresentare un luogo di protezione, riporta al centro dell’attenzione il tema della violenza di genere all’interno delle mura domestiche.

Le autorità intendono ora ricostruire se vi fossero stati indizi o segni di malessere nella coppia, oppure motivi scatenanti dietro il gesto estremo.

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Cronaca

Rubati farmaci al “Cardinale Panico” per decine di migliaia di euro

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Nella notte appena trascorsa, ignoti si sono introdotti all’interno della farmacia ospedaliera dell’ospedale “Cardinale Giovanni Panico” di Tricase, riuscendo a trafugare numerose confezioni di farmaci, tra cui medicinali di alto valore economico e terapeutico.

Secondo quanto emerso dalle prime ricostruzioni, i malviventi avrebbero forzato un infisso per accedere agli ambienti della farmacia interna. Una volta dentro, si sono mossi con rapidità e precisione, allontanandosi senza essere intercettati e facendo perdere le proprie tracce.

L’ammontare del danno è ancora in fase di quantificazione, ma i primi rilievi fanno pensare a un bottino consistente: si stima che siano stati sottratti farmaci per un valore di diverse decine di migliaia di euro. Tra questi, alcuni destinati a terapie oncologiche, notoriamente molto costosi e delicati da gestire.

Sul posto, questa mattina, sono intervenuti i Carabinieri della Compagnia di Tricase, che hanno effettuato i rilievi e avviato le indagini. Al momento non si esclude alcuna pista.

Le indagini sono in corso e proseguono nel massimo riserbo.

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Cronaca

Spillano 40mila euro ad imprenditore galatinese con una truffa sul cellulare

Per non far destare alla vittima il minimo sospetto sull’intera operazione fraudolenta perfettamente architettata, solo nel corso dell’ultima telefonata l’imprenditore veniva invitato a recarsi presso gli Uffici della Polizia Postale di Lecce per denunciare il tentativo di truffa…

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TRUFFA UN IMPRENDITORE, LA POLIZIA DI STATO LO INDIVIDUA E LO DENUNCIA. RECUPERATI 40.000 EURO.

 Nello scorso mese di novembre, un imprenditore di Galatina si era presentato presso il locale Commissariato Polizia denunciando di essere stato vittima di phishing.

La vittima aveva riferito di aver ricevuto sulla propria utenza mobile personale un sms dal proprio istituto di credito ove gli era stato chiesto di confermare un pagamento di circa diecimila euro o, in alternativa, di contattare il numero verde contestualmente indicato sempre nel messaggio.

A quel punto, l’ignara vittima aveva contattato il numero del servizio clienti fornitogli ed un sedicente operatore bancario gli aveva riferito di essere riuscito a bloccare il suddetto pagamento di diecimila euro ma che c’era la possibilità che vi fosse il tentativo di un altro movimento, questa volta pari a circa cinquantamila euro.

Pochi minuti dopo, l’imprenditore veniva raggiunto da un’altra telefonata, nel corso della quale il sedicente operatore lo avvisava che, a breve, sarebbe stato contattato dal personale della Polizia della Questura di Lecce.

E così, come preannunciato, subito dopo, veniva raggiunto telefonicamente da un numero che coincideva con l’utenza fissa del centralino della locale Questura, e veniva invitato a seguire tutte le indicazioni che un fantomatico “operatore” gli avrebbe fornito per evitare di rimanere vittima di una truffa.

Seguiva un’altra chiamata, nella quale, il sedicente operatore bancario gli comunicava di spostare con immediatezza tutto il saldo su un conto corrente per il quale lui gli avrebbe fornito l’iban.

La vittima, certo di aver parlato con un “operatore di Polizia”, si recava presso il proprio istituto bancario e spostava il saldo sull’iban indicato dal truffatore.

Per non far destare alla vittima il minimo sospetto sull’intera operazione fraudolenta perfettamente architettata, solo nel corso dell’ultima telefonata l’imprenditore veniva invitato a recarsi presso gli Uffici della Polizia Postale di Lecce per denunciare il tentativo di truffa.

Il malcapitato, quindi, ingenuamente contattava gli Uffici della Sezione di Polizia Postale e, solo in questa occasione, dopo aver appreso che nessun operatore di Polizia lo aveva mai contattato, realizzava di essere stato vittima di una truffa perfettamente pianificata da parte di soggetti preparati alla commissione di questa specifica tipologia di reato e veniva invitato a sporgere denuncia/querela nel più vicino Ufficio di Polizia.

Nella giornata di ieri, gli agenti del Commissariato di Galatina, al termine dell’attività di indagine, hanno individuato il presunto autore della truffa, risultato essere un soggetto residente in Campania, già noto per analoghi fatti delittuosi.

Infine, grazie anche alla collaborazione di personale della Questura di Napoli, il truffatore è stato denunciato in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria e la somma sottoposta a sequestro, di circa quarantamila euro, risultata essere quella sottratta all’imprenditore galatinese, è stata recuperata e, su disposizione della Procura partenopea, restituita alla vittima.

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