Connect with us

Cronaca

Ambulanze sporche e personale non autorizzato: chiesta revoca autorizzazione

Il mezzo oggetto della verifica era in pessime condizioni igieniche e denotava mancanza di manutenzione, pulizia e sanificazione periodica. Autista soccorritore e ausiliario non hanno poturo esibire i titoli autorizzativi. L’ambulanza controllata presso il nosocomio di Tricase effettuava il servizio di trasporto di dializzati presso i centri di emodialisi nel distretto di Gagliano del Capo

Pubblicato

il

📍 Segui il GalloLive News su WhatsApp 👉 clicca qui


L’Asl chiede di fermare le Ambulanze per la dialisi perché non rispondono ai requisiti igienici richiesti e il personale non è autorizzato.


Il Dipartimento Prevenzione Sisp Sud dell’azienta sanitaria leccese che in carico la “Disciplina per l’autorizzazione e la vigilanza per il trasporto di infermi e feriti”, ha dato seguito alla relazione di servizio a firma dei Tecnici della Prevenzione del S.I.S.P. Area Sud-Maglie.


Tutto è iniziato con un esposto al Dipartimento di Prevenzione presentato nel giugno scorso e con il quale veniva segnalato, da parte della ditta incaricata, il trasporto infermi e feriti (dializzati) con mezzi non idonei e da personale non qualificato.


Così qualche giorno dopo la segnalazione, personale ispettivo del Servizio Igiene e Sanità Pubblica – Area Sud Maglie del Dipartimento di Prevenzione, si è recato presso il Centro Emodialisi dell’ospedale di Tricase e ha sottoposto a controllo i mezzi di trasporto infermi in arrivo presso il nosocomio.


Era il 3 luglio e, intorno alle 7,20, sopraggiungeva un’ambulanza che trasportava un paziente dializzato.


Dalle verifiche effettuate sul posto, risultava che il mezzo, condotto da un uomo che dichiarava di avere anche la qualifica di ausiliario, e di proprietà di un’associazione di volontari convenzionato con l’Asl.


Sul mezzo era presente un altro uomo nella sua dichiarata qualità di autista soccorritore.


I due, però, non erano in grado di esibire la specifica autorizzazione né di produrre i titoli relativi alla qualifica di autista soccorritore.


Tali titoli non sono stati prodotti neanche successivamente.

Entrambi, quindi, risultavano sprovvisti di documentazione attestante l’idoneità per l’espletamento di tali mansioni.


Peraltro, il già menzionato personale «non risultava conforme ai dettami stabiliti dall’art.3, comma 3, della L.R.15.12.1993, n.27 e s.m.i.».


Il mezzo oggetto della verifica, poi, era in pessime condizioni igieniche e denotava mancanza di manutenzione, pulizia e sanificazione periodica.


Inoltre, dalla carta di circolazione è risultato come la revisione periodica del mezzo risultasse scaduta a marzo 2025, più di 3 mesi prima del controllo.


Dalle successive verifiche, effettuate presso di Distretto Socio Sanitario di Gagliano del Capo è stato evidenziato come al momento dell’accertamento l’ambulanza effettuasse il servizio di trasporto di dializzati presso i centri di emodialisi per conto di una società cooperativa sociale omonima alla ditta proprietaria del mezzo.


Quindi il Dipartimento prevenzione Sisp Sud dell’Asl, preso atto chel’associazione volontari titolare di autorizzazione per il trasporto di infermi e feriti Tipo “B” concedeva l’uso della propria ambulanza autorizzata, peraltro in pessime condizioni igienico-sanitarie e con revisione periodica scaduta in marzo 2025, a altro soggetto giuridico sprovvisto della prescritta autorizzazione».


Per questo ha poposto la revoca dell’autorizzazione al trasporto infermi e feriti con ambulanza Tipo “B” all’associazione titolare.


Associazione che, dalla richiesta di revoca (1° ottobre), ha tempo 60 giorni per ricorrere al Tribunale Amministrativo di Lecce o, in alternativa, 120 giorni per proporre un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.


Cronaca

«È viva, è viva!»

Sospiro di sollievo per il ritrovamento di Tatiana Tramacere la 27nne di Nardò scomparsa dallo scorso 24 novembre.  Molte le domande rimaste ancora senza risposte: rapimento o allontanamento volontario?

Pubblicato

il

Tatiana è viva e sta bene, questa la notizia più importante.

È stata trovata nella mansarda di un amico, il 30nne Dragos Gheormescu.

Proprio colui che i carabinieri erano andati a interrogare perché era l’ultima persona che aveva visto la 27nne scomparsa dal 24 novembre nove giorni e, stando alle notizie fatte circolare, era indagato per istigazione al suicidio.

A momento in cui Tatiana Tramacere è stata ritrovata e accompagnata dagli inquirenti in ospedale per gli accertamenti del caso, nella zona si era radunata una folla di persone che ha lungamente applaudito quando ha visto la 27nne con i carabinieri camminare con le proprie gambe.

La folla radunata nella zona in cui è stata ritrovata Tatiana

Tirato un sospiro di sollievo dopo dieci lunghi giorni di ansia alimentata dai peggiori timori, restano molti interrogativi riguardo a quanto sia accaduto, nubi che sicuramente nelle prossime ore o nei prossimi giorni saranno diradate.

Perché come ha detto il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Lecce, il Colonnello Andrea Siazzu, «lasciateci lavorare, dovremo capire se si tratta di rapimento o allontanamento volontario»

Anche Gheormescu avrebbe dichiarato ai carabinieri: «È stata lei ad organizzare tutto e a chiedermi di aiutarla perché diceva che ero l’unico di cui si fidava. Mi ha detto che era giù di morale e voleva isolarsi dal mondo per un po’, ancora qualche giorno e poi sarebbe tornata a casa».

Una versione che sarebbe stata confermata anche dalla stessa Tatiana.

Questi i fatti finora noti che, però, non districano per intero la matassa di un mistero che resta fitto.

Se di allontanamento volontario si tratta, quali sono i veri motivi che hanno portato Tatiana a tale decisione?

Già giorni fa, alcune testate nazionali anche prestigiose hanno scritto che di Tatiana era stato ritrovato il corpo senza vita. Quali erano le fonti? Perché era venuta fuori questa notizia?

E anche ieri fino al punto in cui il fratello di Tatiana ha urlato «è viva, è viva!», scatenando la gioia dei tanti presenti in zona, alcune televisioni riportavano addirittura la notizia che Tatiana si fosse suicidata, circostanza che avvalora la tesi che voleva il Gheormescu indagato per istigazione al suicidio.

Tatiana è viva e sta bene e questa resta la cosa più importante.

Dopo tanto clamore, però, è giusto anche che la verità emerga e venga raccontata.

Segui il GalloLive News su WhatsApp  clicca qui

Tatiana, il momento dell’usicta dalla mansarda dell’amico e la gioia dei presenti

 

Continua a Leggere

Cronaca

Ordigno di sabato sera in pieno centro

La bomba artigianale con oltre un chilo di polvere pirica era stata piazzata in uno dei luoghi più frequentati della vita notturna leccese. La mancata esplosione ha evitato conseguenze che avrebbero potuto essere gravissime. Già individuato colui che l’ha piazzata, un 31enne di Melendugno che è stato arrestato

Pubblicato

il

Segui il GalloLive News su WhatsApp  clicca qui

Poteva finire davvero male vista la dimensione dell’ordigno, con oltre un chilo di miscela pirica piazzato nel centro dei luoghi di vita notturna di Lecce.

Per quell’esplosivo è finito nei guai un 31nne di Melendugno che è stato arrestato dalla polizia.

Ora è indagato per porto abusivo di armi e tentata pubblica intimidazione.

L’attività investigativa della Digos della Questura di Lecce ha preso avvio dopo l’allarme scattato lo scorso 16 novembre in piazzetta Santa Chiara, dove gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico erano intervenuti per il ritrovamento di un ordigno artigianale inesploso.

Grazie alle immagini della videosorveglianza dell’intero centro cittadino, alle testimonianze di alcuni presenti e al riconoscimento diretto degli investigatori degli avventori della zona, gli investigatori hanno tempestivamente ricostruito la vicenda, giungendo all’individuazione e all’identificazione del responsabile.

Gli artificieri della Polizia di Stato, dopo aver messo in sicurezza l’area, hanno accertato che il manufatto conteneva oltre un chilo di miscela pirica.

La mancata esplosione ha evitato conseguenze che avrebbero potuto essere gravissime, considerando l’elevata affluenza della zona nelle ore serali, specie di sabato sera.

L’operazione rientra nel piano di rafforzamento dei controlli disposto dal Questore di Lecce, volto a garantire maggiore sicurezza nei luoghi più frequentati della vita notturna.

Continua a Leggere

Cronaca

Quattro deferimenti per il nuovo parcheggio privato di Tricase Porto

L’intervento dei carabinieri sarebbe stato realizzato in violazione a quanto previsto dalla concessione comunale e dalle leggi paesaggistiche

Pubblicato

il

Segui il GalloLive News su WhatsApp  clicca qui

Ne avevamo già parlato sulle colonne del nostro giornale prima dell’estate. In città non si parlava d’altro, tanto da spingere il sindaco Antonio De Donno, a rilasciare, sempre su il Gallo, alcune note sulla situazione parcheggi a Tricase Porto.

Oggi il sequel di quelle puntate: la Guardia forestale ha denunciato 4 persone per aver estirpato alberi e arbusti in zona vincolata, sempre al Porto, nell’area che sorge a due passi dalla chiesa di San Nicola.

Quattro persone: il proprietario dell’area, il direttore dei lavori e due imprenditori titolari della ditta esecutrice, sono stati deferiti alla Procura della Repubblica di Lecce per abusi nei lavori di realizzazione di un parcheggio pubblico nella marina di Tricase Porto.

 

Nel caso in specie, la realizzazione di un parcheggio pubblico, per decongestionare la viabilità litoranea dai massicci afflussi di turismo balneare durante la stagione estiva.

Proprio per il carattere temporaneo (stagionale) di tali opere, è previsto però che non venga modificato lo stato dei luoghi, tanto più se in modo permanente, e che al termine del periodo vengano ripristinate le condizioni iniziali.

Così, evidentemente, non avrebbe potuto essere per il parcheggio pubblico di Tricase Porto, dove, invece, era stato realizzato un grande piazzale con la posa ed il livellamento, su terreno agricolo, di materiale litoide stabilizzato, previa estirpazione della vegetazione, alberi ed arbusti della macchia mediterranea, con delimitazione delle piazzole di sosta.

Quest’ intervento dei Carabinieri Forestali si inserisce nella più ampia azione di contrasto, denominata “Operazione Another Brick”, che, anche con l’ ausilio di droni ed elicottero, mira ad accertare e sanzionare tutte quelle situazioni di abusi edilizi e di violazioni alle normative di tutela paesaggistica e delle aree naturali, che si sono rilevate numerose in tutto il Basso Salento.

Continua a Leggere
Pubblicità
Pubblicità

Più Letti