News & Salento
Regione, il ping pong delle tasse: Loredana Capone
Patto di stabilità, erogazioni agli Enti locali decurtate (eufemismo) e Piani di rientro rischiano di lasciare noi pugliesi letteralmente in mutande o addirittura, vista
Patto di stabilità, erogazioni agli Enti locali decurtate (eufemismo) e Piani di rientro rischiano di lasciare noi pugliesi letteralmente in mutande o addirittura, vista l’aria che tira, anche senza quelle. Colpa di chi? Secondo Loredana Capone, vice presidente della Regione Puglia, esclusivamente di chi a Roma ha il bastone del comando, vale a dire Berlusconi e compagnia bella. Così la Capone: “Il Governo ha varato una Manovra durissima che danneggia sia la Regione che Province e Comuni. E questi ultimi subiscono due volte il taglio perché ci rimettono sia in termini di trasferimenti diretti di denaro da Roma che in termini di erogazioni da parte della Regione. E si tratta di tagli che colpiscono le persone con maggiore difficoltà visto che riguardano soprattutto i fondi nazionali per le politiche sociali e ne risentiranno tutti quei servizi inerenti persone non autosufficienti, come il trasporto per i disabili. Noi l’anno scorso abbiamo conferito 15 milioni di euro al capitolo, dando un contributo concreto a quelle famiglie in difficoltà con persone non autosufficienti a carico. Togliere questo contributo significa mettere in guai seri intere famiglie”. Il contributo è stato completamente azzerato? “Da parte dello Stato si, ma non ce la sentivamo di abbandonare queste persone ed ecco perché è arrivato il famoso aumento di 2,6 cent al litro della benzina. In questo modo avremo la possibilità di inserire soldi in quel capitolo”.
Eppure il PdL vi accusa di nascondervi dietro i tagli berlusconiani per giustificare gli aumenti previsti dal vostro Piano di rientro per l’emorragia di denaro nel settore sanitario. “In realtà al Piano di rientro sono ricorse tutte le Regioni del Mezzogiorno e, tra queste, la Puglia non aveva mai avuto problemi di rientro fino a quando il Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, non ha cambiato le regole… Non solo: la nostra è l’unica Regione del sud non commissariata per quel che concerne la Sanità, non lo è stata fino ad ora e non lo è adesso. Ciò vuol dire che anche in quel settore abbiamo agito nel modo migliore ed anche questa volta abbiamo fatto quel che dovevamo fare, impegnandoci anche con posizioni durissime. L’accusa che ci viene rivolta, quindi, mi pare assurda e denota assoluta cecità politica dei suoi fautori”.
Secondo il Governo, però, determinate spese non erano più sostenibili “La situazione è veramente grave perché ad una politica di riduzione dei consumi e delle spese non ne è stata affiancata una che possa agevolare lo sviluppo. Non c’è traccia di una seria politica di reindustrializzazione e questo non lo dico solo io amministratore del sud, visto che a lanciare il grido d’allarme sono anche assessori di regioni come l’Emilia Romagna e la Lombardia. Ma com’è possibile che Svizzera e Germania riescano ad attuare pacchetti localizzativi per le imprese, agevolando gli investimenti in quei territori anche di imprese italiane, mentre l’Italia non è in grado di sostenere una politica industriale di crescita che attiri le imprese? E stiamo parlando di Svizzera e Germania, mica di Paesi come la Romania e la Bulgaria che stanno attuando una grossa politica di attrazione degli investimenti grazie alle zone franche. Ed in questo scenario cosa fa il Governo Berlusconi? Invece di investire sulla crescita e sul regime fiscale di vantaggio, toglie le zone franche…
La situazione è drammatica se solo ricordiamo che sul taccuino del Ministro dello Sviluppo sono aperti 180 “tavoli di crisi”, alcuni dei quali riguardano imprese pugliesi. E in questi “tavoli” non si arriva mai ad una conclusione, uno scandalo che non possiamo più accettare. Al PdL pugliese dico di togliersi i paraocchi e lottare tutti insieme per favorire la crescita perché senza crescita saranno inutili gli sforzi che la Regione sta compiendo sul piano della ricerca e dell’innovazione e dell’internazionalizzazione, con i risultati che già si vedono (“l’esportazione in Puglia è cresciuta più di quella di tutte le altre regioni: 24,6% contro il 12,4 delle altre zone”). Noi stiamo facendo il possibile, ma la Regione da sola non può farcela senza una politica industriale organica che non sacrifichi i diritti dei lavoratori e spinga sull’attrazione degli investimenti. Nell’ultimo anno abbiamo speso oltre 200 milioni di euro in questo settore per attrezzare le aree industriali (“60 milioni di euro”), per la ricerca e l’innovazione, per il trasferimento tecnologico in pastifici, panifici, aziende nei settori della moda, della meccanica, ecc. E se l’investimento in pastifici, panifici, giusto per fare un esempio, rafforza le aziende del settore per aiutarle ad esportare meglio, nel caso di Alenia Aeronautica vuol dire trattenere qui un’azienda così importante con oltre 1.500 dipendenti”.
Tornando ai tagli, in che termini pagheranno i pugliesi? “Con un disagio sociale e la diminuzione della spesa. Il che significa avviare una manovra recessiva. Il Governo si sta rendendo responsabile di una vera e propria recessione”.
Nessuna via d’uscita? “Noi ci proviamo e per questo abbiamo approvato un Bilancio di previsione con tante norme passate all’unanimità proprio allo scopo di resistere”.
Giuseppe Cerfeda
Attualità
C’era una volta un albero, un Principe e la Politica a Specchia
Soldi spesi male? Perché, così come proposto dal nostro gruppo, nell’ottobre 2022, non siamo stati interpellati prima di prendere una decisione definitiva? Qual è il valore che i nostri amministratori danno ai soldi di tutti i cittadini, visto che come spesso accade, si spende e si spande, impegnando le somme del bilancio comunale, con una facilità inaudita?
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
La vicenda dell’albero di Bagolaro di via Principe Orsini, muove i suoi primi passi nell’ottobre 2022.
Risale, infatti, al 25.10.2022 la Determina con la quale si dava incarico al dottor Cannoletta, agronomo forestale di lunga e comprovata esperienza, di redigere una relazione tecnica finalizzata alla valutazione della stabilità della pianta di Bagolaro e alle eventuali modalità esecutive dell’intervento di conservazione della stessa mediante la sua messa in sicurezza ed il consolidamento del muro di contenimento adiacente.
Nella determina si metteva in risalto l’importanza di evitare l’abbattimento, trattandosi di un esemplare di considerevole pregio storico e naturalistico.
Appreso di questo problema, i nostri consiglieri, con una nota presentata all’ufficio tecnico e all’assessore ai Lavori Pubblici, chiesero di assistere al sopralluogo e, soprattutto, una volta ottenuta la relazione, redatta dall’agronomo, si resero disponibili ad individuare insieme ai tecnici ed alla maggioranza una soluzione ottimale, capace di salvaguardare l’albero e l’ambiente circostante.
Lo stesso Sindaco, Anna Laura Remigi, in un suo post di novembre 2022 scriveva: “L’albero non si può neppure eradicare perché porterebbe con sé metà strada. Abbiamo trovato somme in bilancio che ci consentiranno di salvare l’albero e mettere in sicurezza l’intera zona”.
Ed in effetti, le conclusioni con le quali Cannoletta chiude la sua analisi propendono per una soluzione di tale natura.
Infatti, scrive: “Sulla base di esperienze fatte in altre situazioni analoghe, si ritiene di poter affermare, con ragionevole certezza, che non è possibile effettuare un mero intervento localizzato, salvaguardando nel contempo l’albero. A questo punto si tratta di fare una scelta tra il tagliare l’albero o intervenire con un intervento importante di consolidamento”.
La prima ipotesi non è, a parere del sottoscritto, assolutamente praticabile. Estirpare senza danni collaterali di una certa rilevanza, una pianta di Bagolaro di quelle dimensioni e in quella posizione, non è assolutamente una strada percorribile! L’intervento innescherebbe una serie di frane con esiti disastrosi.
A distanza di più di un anno, da questa dettagliata relazione, cosa scopriamo?
La decisione finale è quella di abbattere l’albero! Ricapitolando, da ottobre 2022 ad oggi, cosa è accaduto:
– Ottobre 2022 viene dato incarico al dott. Cannoletta per redigere una relazione tecnica finalizzata alla valutazione della stabilità della pianta di Bagolaro. Costo € 2.000,oo
– Dicembre 2022, viene dato incarico per la caratterizzazione geognostica del terreno con redazione di relazione geologica. Costo € 3.425,76,oo
– La strada viene chiusa tramite ordinanza perché ritenuta pericolosa.
– Settembre 2023 viene dato incarico per la messa in sicurezza del muro di contenimento della massicciata stradale a ridosso del bagolaro. Costo € 2.000,oo
– Marzo 2024, viene indetta gara per “lavori di manutenzione straordinaria per la messa in sicurezza del muro in prossimità del bagolaro e della sottostante grotta”, in quanto (si legge nella relazione di accompagnamento alla gara presente sul portale TuttoGare del Comune di Specchia) l’abbattimento dell’albero si presenta come la soluzione più adeguata e responsabile di fronte alla priorità di salvaguardare la pubblica incolumità”. Costo € 16.863,37.
Ci chiediamo: perché spendere tanti soldi per poi arrivare alla soluzione più semplice e scontata?
Che fine hanno fatto tutte le considerazioni sul “considerevole pregio storico e naturalistico” dell’albero e sulla salvaguardia dei luoghi?
Perché, così come proposto dal nostro gruppo, nell’ottobre 2022, non siamo stati interpellati prima di prendere una decisione definitiva?
Qual è il valore che i nostri amministratori danno ai soldi di tutti i cittadini, visto che come spesso accade, si spende e si spande, impegnando le somme del bilancio comunale, con una facilità inaudita?
Cardigliano affidato per 70 anni, mutuo da 1 ml di euro con un piano di rientro di 29 anni, eradicazione pianta di Bagolaro e modifica dello stato dei luoghi…
Lista Civica, Adesso Specchia, Biasco Francesco
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