News & Salento
Presicce: l’Amministrazione contro la Centrale a biomasse
Convocato per domenica 20 febbraio, a partire dalle 17, un Consiglio Comunale straordinario nella Sala del Trono del Palazzo Ducale in Piazza del Popolo.
Convocato per domenica 20 febbraio, a partire dalle 17, un Consiglio Comunale straordinario nella Sala del Trono del Palazzo Ducale in Piazza del Popolo. Si ribadirà la contrarietà al progetto della Centrale a Biomasse da 2 MW (1,5 MW a biomasse e 0,5 MW fotovoltaico) che dovrebbe sorgere in paese in località “Spiggiano”. Il sindaco Leonardo La Puma conferma la battaglia sua e di tutta l’Amministrazione contro tale impianto: “Non siamo contrari per principio, ma vogliamo tutelare il nostro territorio e la salute dei cittadini. Purtroppo il Salento e soprattutto Casarano hanno il più alto tasso di tumori in Italia. Per questo motivo non vogliamo sul nostro territorio altre possibili fonti di grave inquinamento”. Anche il “Comitato Tutela Ambiente” si oppone al progetto Biomasse: “La Centrale darà occupazione soltanto a tre o quattro persone, necessarie a far funzionare l’impianto. La preoccupazione principale ricade sui fumi che saranno immessi nell’aria, ritenuti nocivi per la salute e portatori di gravi malattie tiroidee e tumorali, peraltro in continuo aumento nel Salento. Il “Pacchetto Energia-Clima” approvato dall’Unione Europea ha stabilito la riduzione entro il 2020 del 20% delle emissioni di anidride carbonica, oltre all’aumento del 20% dell’efficienza energetica degli edifici ed all’aumento del 20% della produzione di energia da fonti rinnovabili. Per ottenere la riduzione delle emissioni di anidride carbonica è necessario invertire l’attuale tendenza della Centrale di Cerano, che ha aumentato il consumo di carbone, utilizzato per produrre energia. Infatti l’obiettivo fondamentale è la riduzione della quantità di energia prodotta da fonte fossile e contemporaneamente l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili, come l’eolico, il fotovoltaico e gli impianti a biomasse, mediante l’utilizzo di regole chiare e precise”. Nel frattempo l’assessore provinciale alle Politiche dell’energia, Gianni Stefano, si dichiara favorevole esclusivamente agli impianti a filiera corta (non oltre i 70 km) ed alimentati a biomassa locale escludendo categoricamente gli impianti a filiera lunga. Intanto il sindaco La Puma ha ricevuto la solidarietà e l’appoggio di tanti gruppi ed associazioni, come il Partito Socialista di Presicce, Italia Nostra, Legambiente e l’Associazione “Salviamo il Salento”, promotrice, assieme ad altri gruppi, di una proposta di moratoria al presidente della Regione, Nichi Vendola, per fermare la costruzione selvaggia di tutti gli impianti a biomasse, eolici e fotovoltaici.
Luca Faiulo
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Attualità
Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare
Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»
È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.
Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.
L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.
La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.
Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».
Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.
Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.
Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.
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