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Cronaca

Camere di Commercio: si celebrano i 150 anni dalla fondazione

Il nostro Paese, in questi mesi, sta vivendo un passaggio storico carico di sfide importanti, sostenute da grandi aspettative

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Con la consegna del tricolore nelle mani del presidente dell’Ente camerale salentino, Alfredo Prete, hanno preso il via le iniziative promosse dal sistema camerale italiano in occasione del 150° anniversario dalla fondazione delle prime Camere di Commercio nello Stato unitario. La cerimonia si è svolta a Reggio Emilia, nella sala del Tricolore, dove è nata la bandiera nazionale italiana il 7 gennaio 1797. All’incontro erano presenti tutti i rappresentanti degli Enti camerali nati nel 1862. A poco più di un anno dalla proclamazione dell’Unità, il Parlamento italiano promulgava, infatti, la prima legge istitutiva degli enti camerali dando il via, con questo provvedimento, alla costruzione dell’architettura di una rete di istituzioni diffusa su tutto il territorio nazionale. “Il nostro Paese, in questi mesi, sta vivendo un passaggio storico carico di sfide importanti, sostenute da grandi aspettative di cambiamento” ha dichiarato il presidente della Camera di Commercio di Lecce, Alfredo Prete  “occorre fare tesoro dell’eredità che ci perviene dal nostro passato, ed utilizzarla come materia prima per la costruzione del nostro futuro cementandola con la voglia di vincere le sfide poste dal mercato globale. Un’attività che si basa sulla forza delle tradizioni produttive italiane, che ci hanno portato ad essere uno dei Paesi-guida a livello internazionale. Un successo frutto della qualità, dell’innovazione e della creatività che da sempre caratterizzano le nostre produzioni. In quest’ambito le imprese salentine sono impegnate sui mercati internazionali: tale risultato premia lo spirito di sacrificio e l’abnegazione che caratterizza ogni imprenditore e la propria attività d’impresa; essi investendo energie economiche e personali, in virtù della fiducia che ripongono nel fare impresa secondo le regole della trasparenza e della buona gestione, nonostante gli ostacoli e le zavorre che costringono ad un supplemento di sforzi per competere alla pari della concorrenza. Proprio per questo, nell’impresa si ritrovano tutti quei valori che tengono uniti gli italiani. Quegli ideali che stanno dentro i colori della nostra bandiera e che tanto bene simboleggiano la nostra identità”. La storia ultra-centenaria della Camere di Commercio corre parallela alla storia delle imprese che le hanno accompagnate e nutrite, presenti in ogni angolo del territorio nazionale. E proprio per rendere maggiormente visibile queste straordinarie esperienze e favorire la trasmissione dei valori che esse hanno saputo incarnare nel tempo, che Unioncamere ha istituito il Registro delle imprese storiche, che già oggi vede protagoniste 1.800 imprese ed al quale tutte le imprese che detengono i requisiti possono iscriversi, a seguito del nuovo bando pubblicato in questi giorni sul sito dell’ente camerale salentino. “Si tratta di un Registro dove trovano posto tutte quelle imprese che ancora oggi tengono alto il tricolore in Italia e nel Mondo” conclude il presidente Prete, “imprese che, nel corso di questi anni, hanno dimostrato l’attaccamento alla tradizione e alla continuità e la loro capacità di adattamento alla costante mutevolezza delle condizioni di mercato”. Per tutto l’anno 2012 il logo della Camera di Commercio di Lecce riporterà l’immagine dedicata all’importante anniversario. Per maggiori informazioni sul bando del Registro delle Imprese storiche, consultare il sito istituzionale dell’ente camerale salentino: www.camcom.le.gov.it

Cronaca

Torre Suda: calci e pugni alla compagna incinta che perde il suo bimbo

Arrestato 32enne che dopo una lite per futili motivi ha colpito ripetutamente la convivente provocandole l’aborto al terzo mese

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Ancora violenza tra le mura domestiche.

Questa volta, se possibile, le notizie lasciano ancora più esterrefatti per la brutalità dell’aggressore e per le contingenze del caso.

I militari dell’Arma hanno arrestato nella flagranza di reato un 32enne, originario del posto, ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia.

In particolare, i carabinieri sono intervenuti a seguito di una segnalazione al 112 (Numero Unico Emergenze) per una lite tra un uomo e una donna, in un appartamento di Torre Suda, marina di Racale.

Giunti sul posto, hanno accertato che una donna aveva avuto una lite per futili motivi con il proprio compagno.

Quest’ultimo, al culmine della discussione, l’ha colpita con calci e pugni, provocandole vari ematomi.

Accompagnata presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Gallipoli per le cure del caso, alla donna è stata accertata l’interruzione della gravidanza in atto, al terzo mese. Costatato ciò e dopo un’immediata attività info-investigativa da parte dei militari dell’Arma, coordinata dalla Procura della Procura di Lecce che conduce le indagini, l’uomo è stato arrestato e condotto presso la Casa Circondariale di Lecce.

Resta alta l’attenzione dei Carabinieri nei casi di violenza di genere e si inviato tutte le vittime a segnalare e denunciare tempestivamente eventuali aggressioni o comportamenti violenti subiti.

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Cronaca

Violento rogo a Torre S. Giovanni: distrutte tre auto

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Tre auto distrutte dalle fiamme nella notte in un incendio che desta forti sospetti, scoppiato a Torre San Giovanni, marina di Ugento.

Erano da poco passate le tre quando una chiamata al 115 ha fatto accorrere una squadra dei Vigili del Fuoco del Comando di Lecce, distaccamento di Gallipoli in via Monte Pollino.

Qui le lingue di fuoco avevano rapidamente avvolto tre macchine ferme in sosta sulla sede stradale: una Renault modello Kangoo, un’Alfa Romeo modello Stelvio e un furgone Fiat modello Doblo.

Grazie al tempestivo intervento della squadra dei Vigili del Fuoco, ulteriori danni a persone e beni sono stati evitati, garantendo la sicurezza pubblica e privata. 

Da chiarire però le cause che hanno originato l’incendio, tuttora oggetto di indagine.

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Cronaca

Turismo, penuria di personale: «Allora non era colpa del Reddito di Cittadinanza…»

Il dibattito sulla difficoltà nel reperire lavoratori stagionali: Daniela Campobasso, nuova segretaria generale della Filcams Cgil Lecce: «Evidentemente non era colpa del sussidio. Basterebbe applicare il Contratto. Invece lavoro sottopagato, orari che eccedono di gran lunga quello ordinario, condizioni di sfruttamento, lavoro nero. In due parole: precarietà e sfruttamento»

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Puntualmente, in questo periodo, si ritorna a discutere di turismo in tutte le sue sfaccettature e, altrettanto puntualmente, le imprese del settore lamentano penuria di personale.

Fino allo scorso anno il mantra ricorrente recitava più o meno così: «La gente non ha più voglia di lavorare; è tutta colpa del Reddito di cittadinanza».

«Abbiamo sempre sostenuto invece che, pur tra tanti abusi oggettivi, il Reddito di cittadinanza non fosse la vera causa di questa difficoltà», tuona Daniela Campobasso (nella foto in alto), la nuova segretaria generale della Filcams Cgil Lecce, «lo abbiamo detto sulla base di un ragionamento semplice, consequenziale: se gli addetti al settore turismo fossero stati pagati come previsto dalla contrattazione nazionale e se il contratto collettivo fosse stato rispettato anche su riposi, ferie, permessi, orario di lavoro, quale convenienza avrebbero avuto migliaia di lavoratori nel percepire un sussidio così esiguo? Risposta scontata: non avrebbero avuto alcuna convenienza».

«Oggi», prosegue la neo segretaria generale della Filcams Cgil Lecce, «i nodi vengono al pettine e la realtà dice che quel nostro discorso non faceva una piega, visto che anche quest’anno, con il Reddito di cittadinanza debellato dal Governo, la “penuria di personale stagionale” si ripresenta».

In un recente articolo di stampa, il vice presidente del Fipe nazionale, «dopo aver ammesso quanto da noi già in passato sostenuto», afferma che lo sfruttamento nel settore del turismo sia una “leggenda metropolitana”, citando la sua personale esperienza di imprenditore rispettoso di regole e contratti.

«Pur apprezzando la sua condotta di datore di lavoro che è bene ricordare dovrebbe essere considerata normale», la replica di Daniela Campobasso, «quel che noi incrociamo quotidianamente nelle nostre sedi racconta una realtà completamente diversa: lavoro sottopagato, orari che eccedono di gran lunga quello ordinario, condizioni di sfruttamento, lavoro nero. In due parole: precarietà e sfruttamento».

«È troppo semplicistico invitare le persone alla denuncia», aggiunge la sindacalista, «perché sappiamo bene quali retaggio culturale e paure si celino dietro questa scelta. Sarebbe più opportuna una scelta etica da parte di tutte le imprese del settore, una scelta di rispetto non solo di regole e contratti, ma anche e soprattutto della vita di ciascun lavoratore».

«È una battaglia culturale», conclude Daniela Campobasso, «che dovrebbe vedere protagonisti proprio quegli imprenditori onesti che si vedono ingiustamente omologati in quella platea, purtroppo maggioritaria, di “prenditoriinteressati solo ad accrescere il proprio profitto, indifferenti a dare il proprio contributo non solo alla crescita individuale, ma anche allo sviluppo territoriale».

 

 

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