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Cronaca

Le “Tavole di San Giuseppe” a Sereno Variabile

Insieme ai piatti tipici delle “Tavole di San Giuseppe” di Giurdignano sono raccontati in due “pillole” su “Sereno Variabile”, su Rai 2

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Dolmen e menhir del “Giardino megalitico d’Italia” insieme ai piatti tipici delle “Tavole di San Giuseppe” di Giurdignano sono raccontati in  due “pillole” su “Sereno Variabile” da Simona Giacomelli per la regia di Andrea Campisi, sabato 17 marzo alle ore 17, su Rai2. Le riprese sono state realizzate con l’assistenza di Pugliapromozione e la collaborazione del Comune e  della Pro Loco “Sant’Arcangelo de Casulis” di Giurdignano. Intorno al Menhir San Paolo, infisso su uno sperone roccioso entro il quale è scavata l’edicola “a grotticella” con l’affresco di San Paolo protettore delle “tarantate” pizzicate dal morso del ragno velenoso,  Melania Angelino e  Federico Stefàno al ritmo del tamburello di Alberto Leo ballano la pizzica salentina. La guida turistica Francesca Vilei invece racconta il fascino di questi monumenti megalitici avvolti nel mistero degli usi religiosi e delle credenze popolari. Dal simbolismo antico, quello della comunità degli agricoltori del Neolitico, a quello più contemporaneo rappresentato dal rito delle “Tavole di san Giuseppe” allestite come ex voto, per grazia ricevuta o richiesta. Le famiglie devote  al Santo come quella della ottantenne Giuseppina Marti preparano al forno di pietra  i grossi pani a ciambella decorati con  i simboli della Sacra Famiglia e dei  “Santi”. Il fascino del simbolismo del rito in onore di san Giuseppe è raccontato da Maria Grazia Caprino, presidente della Pro Loco, davanti alla suggestiva “Tavola” allestita  nella Cripta di san Salvatore (VIII sec. d.C.) scavata nel banco tufaceo. A Giurdignano le “Tavole” allestite in casa sono oltre una sessantina. Ai visitatori i devoti offrono pucce benedette, pampasciuni e fritti di San Giuseppe. Nei giorni della festa, il 18 sera  in piazza e a mezzogiorno del 19 marzo nelle case, i “Santi”, da 3 a 13, assaggiano piatti cotti e dolci: rape lesse, bucatini con miele e pan grattato, pesce fritto e zeppole.

Cronaca

Brucia auto nella notte: incendio sospetto a Matino

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Alle ore 02:00 di questa notte un incendio divampato a Matino ha distrutto una vettura.

Sul posto, una squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Gallipoli, appartenente al Corpo dei Vigili del Fuoco di Lecce, precisamente in via Verdi.

L’auto è una Mercedes, modello 180, di proprietà di un 36enne.

Grazie alla rapida risposta e all’efficace azione dei Vigili del Fuoco, è stato possibile contenere l’incendio evitando danni ulteriori a persone e beni.

Al momento e’ in corso l’attività investigativa per determinare la natura dell’incendio.

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Cronaca

Tricase: ferisce la nonna e poi sferra calcio in faccia a carabiniere

Ventinovenne del posto arrestato in flagranza per per violenza e minaccia a pubblico ufficiale, resistenza e lesioni personali

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I Carabinieri della Sezione Radiomobile di Tricase hanno arrestato un uomo di 29 anni, del posto, per violenza e minaccia a pubblico ufficiale, resistenza e lesioni personali.

L’arrestato, nel corso della serata, aveva avuto un accesa discussione per futili motivi prima con la nonna usando violenza fisica e causandole addirittura una distorsione al braccio e poi con la madre oggetto di violenza verbale.

I militari dell’Arma che, allertati dalla madre, sono intervenuti mentre l’aggressore era ancora presso l’abitazione.

Vano il tentativo di calmarlo: in evidente stato di agitazione e non tollerando l’intervento dei Carabinieri, si è scagliato contro uno di loro colpendolo con un calcio al volto.

Sul posto a dar manforte ai colleghi anche i carabinieri della Stazione di Gagliano del Capo.

Il 29enne è stato bloccato e arrestato in flagranza di reato.

Come disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce, il fermato è stato condotto presso la Casa Circondariale Borgo San Nicola del capoluogo salentino.

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Cronaca

Tricase Porto: Villa Sauli, che succede?

Nonostante una sentenza esecutiva e inappellabile del Consiglio di Stato che a dicembre ne ha ordinato l’abbattimento l’ecomostro è ancora lì a fare ombra all’antico e prezioso porto. E i tempi potrebbero ancora allungarsi causa altro ricorso al Tar. Vi spieghiamo perché e quali potrebbero essere i possibili scenari

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Che succede a Tricase Porto?

Mentre in altri lidi, vedi Sant’Isidoro a Nardò, hanno già inviato le ruspe per abbattere gli ecomostri nel porto rifugio tricasino, autentico gioiello tanto amato ed osannato, continua a tiranneggiare la famigerata “Villa Sauli”.

Eppure su quello che nelle intenzioni dichiarate negli anni Sessanta doveva diventare un albergo diffuso, pende come una mannaia inesorabile la sentenza, esecutiva ed inappellabile, datata 14 dicembre 2023, con la quale il Consiglio di Stato ne ha ordinato l’abbattimento, ponendo definitivamente fine ad una vicenda giudiziaria avviata nel 2017 dall’allora sindaco Carlo Chiuri che intraprese una battaglia personale per la sicurezza ed il decoro del Porto di Tricase.

E quindi? Quindi abbiamo scoperto che i tempi potrebbero ancora allungarsi causa l’ennesimo ricorso.

Ma come, direte, la sentenza non era inappellabile?

Si lo era e tale rimane, ci mancherebbe altro!

Quello che è avvenuto è che, all’atto di procedere all’abbattimento, così come ordinato dal Consiglio di Stato, per un eccesso di correttezza e zelo, dal Comune son partiti gli avvisi agli eredi, proprietari del fabbricato.

Uno di questi, però, non sarebbe andato a buon fine per un mero errore formale, forse un “difetto di notifica”, che ha dato adito ad uno degli eredi di ricorrere nuovamente al Tar.

Difficile, anzi improbabile, secondo il parere di alcuni legali da noi interpellati, mettere mano alla sentenza di abbattimento emessa dal Consiglio di Stato, ma i tempi, come dicevamo, potrebbero allungarsi ed anche di anni.

Il ricorso (iscrizione a ruolo del 22/4/2024 n° 465/2024) è stato già comunicato al Comune di Tricase che, a quanto ci risulta, non si è costituito in giudizio.

I possibili scenari: in caso di richiesta di sospensiva i tempi sarebbero certamente più celeri; se, invece, si entrerà nel merito, lo si farà su input delle parti e, a quel punto, conoscendo le lungaggini di questo tipo di procedure, potrebbero volerci anche 4-5 anni.

Anni durante i quali dovremo continuare a spiegare a chi verrà trovarci, come mai quell’ecomostro domini ancora l’antico porto preso a modello in tutto il Mediterraneo per la sua bellezza e per le pratiche di sviluppo sostenibile di ecosistemi rurali e costieri.

Giuseppe Cerfeda

 

 

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