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Lecce

Cambiamenti climatici: cronaca di un disastro annunciato

Il progetto del Formicaio, finanziato dal Consiglio degli Studenti dell’Università del Salento, in collaborazione con UDU Lecce e Spazio Sociale Zei

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Da lunedì 29 ottobre alle ore 16, presso l’Aula Ferrari dell’Ateneo di Lecce (Palazzo Codacci- Pisanelli) prenderà il via il progetto del Formicaio, finanziato dal Consiglio degli Studenti dell’Università del Salento, in collaborazione con UDU Lecce e Spazio Sociale Zei, incentrato sul problema dei cambiamenti climatici.


Il cambiamento climatico rappresenta il principale problema ambientale a livello globale. La comunità scientifica ha dichiarato che è l’uomo stesso il principale responsabile, a causa delle emissioni senza precedenti di gas serra.

La comprensione del problema e delle possibili soluzioni è quindi fondamentale per favorire l’azione verso politiche di riduzione e adattamento.

Il progetto prevede un ciclo di tre seminari, a cui parteciperanno docenti e ricercatori impegnati nella ricerca scientifica sul tema e sulle possibili soluzioni tecnologiche. Si parlerà anche del modo in cui alcuni mezzi di informazione minimizzano o negano il problema, difendendo gli interessi delle lobbies più inquinanti. Il ciclo di seminari sarà supportato da attività complementari, quali proiezioni e incontri basati sulla comunicazione non-formale ( world café, discussion games).


Il primo seminario si terrà lunedì 29 ottobre alle ore 16 presso l’Aula Ferrari-Palazzo Codacci-Pisanelli e vedrà la presenza di Piero Lionello, climatologo, docente presso l’Università del Salento  Stefano Caserini, docente presso il Politecnico di Milano, già autore di alcuni libri riguardanti la scorretta divulgazione del problema da parte di alcuni mezzi di informazione  Antonello Pasini, ricercatore presso il CNR-IIA di Roma.


Attualità

Molto sugo, la “Pupazza” street art tricasina espone a Milano

Il protagonista è il sugo di pomodoro, soggetto presente non solo nelle opere pittoriche e negli oggetti di arredo e design, ma anche nell’intrattenimento e nell’allestimento. Bottiglie di sugo con etichetta “Molto Sugo” e finte pozzanghere di salsa di pomodoro sul pavimento sono solo alcune delle invenzioni de la Pupazza, artista eclettica, visionaria, decisamente vulcanica…

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MOLTO SUGO, la Pupazza espone a Milano dall’11 maggio al 2 giugno

La street artist la Pupazza approda a Milano dove, dall’11 maggio al 2 giugno 2024, presso lo Spazio Culturale SC3 Milano, andrà in scena la mostra-evento MOLTO SUGO, curata da Daniela Del Moro, con inaugurazione sabato 11 maggio, a partire dalle ore 19.

L’esposizione sarà aperta al pubblico dal lunedì alla domenica, dalle 11.30 alle 19.30, ad ingresso libero.

In mostra i lavori della pittrice realizzati ad acrilico e bomboletta su tavola e carta, gli oggetti di design e arredo personalizzati, l’inedito shop con oggettistica e abbigliamento, tutto brandizzato la Pupazza.

Il protagonista è il sugo di pomodoro, soggetto presente non solo nelle opere pittoriche e negli oggetti di arredo e design, ma anche nell’intrattenimento e nell’allestimento. Bottiglie di sugo con etichetta “Molto Sugo” e finte pozzanghere di salsa di pomodoro sul pavimento sono solo alcune delle invenzioni de la Pupazza, artista eclettica, visionaria, decisamente vulcanica. Le sue mostre sono note per essere coinvolgenti, riflesso di un’anima giocosa, che ama divertirsi e divertire il pubblico: infatti, il visitatore sarà coinvolto in prima persona nelle installazioni studiate ad hoc per l’evento.

La giovane artista, nata a Tricase (LE), che usa rappresentarsi graficamente con un occhio stilizzato, si è fatta conoscere a Milano grazie agli interventi artistici che hanno decorato molte cabine elettriche, i cui soggetti allegri e spiazzanti hanno strappato un sorriso ai passanti di tutte le lingue. Perché la sua arte è universale, parla a tutti, vuole essere di tutti. “La mia arte è Pop, anzi Pup!” sintetizza con ironia.

E l’ironia è centrale nel mondo de la Pupazza, basta leggere i titoli delle opere: Asciutta pastaOlive incazzate nereProsciutto innamorato cotto. E ancora, il frigo dipinto dall’artista diventa Io me ne frigo e il letto con su dipinto un angelo diventa l’Angio-letto.

Se le motivazioni per partecipare non fossero ancora sufficienti, l’artista – nota anche per aver dipinto il palco in occasione dell’edizione 2016 della Notte della Taranta – ha in serbo un’ulteriore sorpresa riservata principalmente al pubblico dei giovanissimi, che ne esalterà ulteriormente la fantasia.

Tra le tante novità è il caso di menzionare la presenza di uno shop: piatti in ceramica, poster e t-shirt griffati la Pupazza. I proventi delle vendite dei sughi Vizzino e della pasta Benedetto Cavalieri saranno devoluti alla Fondazione Mons. De Grisantis seguita da Don Lucio Ciardo. Inoltre, l’11 maggio è in uscita il libro “Molto Sugo”, edito da Sensoinverso Edizioni, la prima raccolta di poesie dell’artista, stravaganti come sanno esserlo i suoi quadri e murales.

L’evento si realizza grazie alla generosa partecipazione di alcuni storici sponsor tra cui SANTERO 958, brand di vino spumante per il quale la street artist ha firmato la linea la Pupazza SANTERO 958, che inaugurerà la mostra sabato 11 maggio con un party sulle note frizzanti di deejay Morgana.

La Pupazza garantisce sempre una scorpacciata di fantasia.

 

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Attualità

Poker online: cosa ci aspetta il futuro tra evoluzioni e nuove tecnologie

L’altro grande filone di sviluppo, è ovviamente quello del poker mobile. Nel 2018 uno studio di settore di NewZoo ha sottolineato una svolta epocale, ovvero il superamento del gaming mobile su quello per PC e console a livello di giro d’affari globale…

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“Non escludo il ritorno” cantava Franco Califano in una delle sue canzoni più riuscite. Un titolo evocativo che possiamo applicare senza ombra di dubbio anche al poker online, fenomeno di costume di portata globale all’inizio degli anni ‘10 del millennio, sparito dai radar per il successivo decennio e oggi tornato prepotentemente alla ribalta grazie alle nuove piattaforme streaming come Twitch e ai canali tematici dedicati. Un nuovo boom che merita di essere analizzato in maniera approfondita, e che spinge alla riflessione sulle possibili evoluzioni future di una disciplina che viene considerata come un vero e proprio sport della mente.

Oggi chi intende avvicinarsi alla disciplina ha a disposizione moltissimi portali dedicati alle regole del poker online in cui vengono spiegati i valori delle mani, le principali strategie di gioco e l’andamento delle partite. Una situazione completamente diversa rispetto alla fine dello scorso millennio quando chi desiderava imparare era costretto a recarsi fisicamente nelle poker room o nelle sale specializzate dei casinò, oppure ad acquistare i libri di strategia scritti dai più grandi campioni.

Portali dedicati e guide online sono il presente della parte didattica della disciplina. Il futuro, però, potrebbe essere rappresentato dai cosiddetti “poker solver”. Per chi non li conoscesse già, si tratta di software capaci di simulare situazioni di gioco reali e di usare i dati ottenuti per fornire al giocatore nuovi spunti per creare strategie vincenti o nuove tattiche.

Tool informatici che vengono già ampiamente utilizzati dai professionisti nei tornei live e che si stanno rivelando estremamente utili anche per gli specialisti dell’online che intendono migliorarsi a ogni sessione.

Molto del futuro del poker, anche a livello di diffusione e di introiti economici, è legato alle evoluzioni tecnologiche. In tal senso una delle più interessanti è quelle che lega la disciplina al metaverso, l’universo virtuale che potrebbe caratterizzare le nostre vite nei prossimi anni nonostante rallentamenti e questioni etiche molto dibattute. I primi esperimenti di partite giocate nel mondo “virtuale” ci sono già e stanno riscuotendo successi sempre maggiori con piattaforme che ospitano migliaia di giocatori ogni giorno e incassi che toccano cifre superiori al miliardo di euro.

Nel frattempo, come già citato nell’introduzione, il poker sembra destinato a legarsi ancora di più al mondo dello streaming. I canali tematici su piattaforme come Twitch sono già una realtà di successo e il prossimo passo potrebbe essere la possibilità data agli appassionati di vedere i più grandi campioni all’opera “da dietro le quinte” durante i tornei per provare a capire i loro segreti e imparare a conoscere le loro strategie.

L’altro grande filone di sviluppo, è ovviamente quello del poker mobile. Nel 2018 uno studio di settore di NewZoo ha sottolineato una svolta epocale, ovvero il superamento del gaming mobile su quello per PC e console a livello di giro d’affari globale. Gli smartphone presenti sul mercato hanno prestazioni che hanno poco da invidiare a quelle delle altre piattaforme di gioco e le nuove generazioni sono nate con il “telefono in mano”. La diretta conseguenza è stata che gli operatori di gioco, intuite le potenzialità del settore, hanno deciso di investire notevoli risorse sullo sviluppo di suite dedicate proprio a questi dispositivi. Non fanno eccezione le case produttrici specializzate nel poker che oggi offrono gli stessi titoli dei portali in versione mobile.

E se ancora oggi c’è chi preferisce laptop e PC per avere un multi-tabling più efficace, non è da escludere che nei prossimi anni la situazione si ribalti con i piccoli schermi adattati e configurati anche per giocare più partite in contemporanea senza rallentamenti di sorta.

C’è però un dato che appare sicuro: il poker online è destinato ancora a crescere dopo il periodo di appannamento già citato. Una recente ricerca condotta dalla celebre Research and markets for the European gaming and betting association (Egba) prevede che il mercato raggiungerà la cifra record di 193 miliardi di dollari a livello globale entro il sempre più vicino 2030.

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Cronaca

Turismo, penuria di personale: «Allora non era colpa del Reddito di Cittadinanza…»

Il dibattito sulla difficoltà nel reperire lavoratori stagionali: Daniela Campobasso, nuova segretaria generale della Filcams Cgil Lecce: «Evidentemente non era colpa del sussidio. Basterebbe applicare il Contratto. Invece lavoro sottopagato, orari che eccedono di gran lunga quello ordinario, condizioni di sfruttamento, lavoro nero. In due parole: precarietà e sfruttamento»

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Puntualmente, in questo periodo, si ritorna a discutere di turismo in tutte le sue sfaccettature e, altrettanto puntualmente, le imprese del settore lamentano penuria di personale.

Fino allo scorso anno il mantra ricorrente recitava più o meno così: «La gente non ha più voglia di lavorare; è tutta colpa del Reddito di cittadinanza».

«Abbiamo sempre sostenuto invece che, pur tra tanti abusi oggettivi, il Reddito di cittadinanza non fosse la vera causa di questa difficoltà», tuona Daniela Campobasso (nella foto in alto), la nuova segretaria generale della Filcams Cgil Lecce, «lo abbiamo detto sulla base di un ragionamento semplice, consequenziale: se gli addetti al settore turismo fossero stati pagati come previsto dalla contrattazione nazionale e se il contratto collettivo fosse stato rispettato anche su riposi, ferie, permessi, orario di lavoro, quale convenienza avrebbero avuto migliaia di lavoratori nel percepire un sussidio così esiguo? Risposta scontata: non avrebbero avuto alcuna convenienza».

«Oggi», prosegue la neo segretaria generale della Filcams Cgil Lecce, «i nodi vengono al pettine e la realtà dice che quel nostro discorso non faceva una piega, visto che anche quest’anno, con il Reddito di cittadinanza debellato dal Governo, la “penuria di personale stagionale” si ripresenta».

In un recente articolo di stampa, il vice presidente del Fipe nazionale, «dopo aver ammesso quanto da noi già in passato sostenuto», afferma che lo sfruttamento nel settore del turismo sia una “leggenda metropolitana”, citando la sua personale esperienza di imprenditore rispettoso di regole e contratti.

«Pur apprezzando la sua condotta di datore di lavoro che è bene ricordare dovrebbe essere considerata normale», la replica di Daniela Campobasso, «quel che noi incrociamo quotidianamente nelle nostre sedi racconta una realtà completamente diversa: lavoro sottopagato, orari che eccedono di gran lunga quello ordinario, condizioni di sfruttamento, lavoro nero. In due parole: precarietà e sfruttamento».

«È troppo semplicistico invitare le persone alla denuncia», aggiunge la sindacalista, «perché sappiamo bene quali retaggio culturale e paure si celino dietro questa scelta. Sarebbe più opportuna una scelta etica da parte di tutte le imprese del settore, una scelta di rispetto non solo di regole e contratti, ma anche e soprattutto della vita di ciascun lavoratore».

«È una battaglia culturale», conclude Daniela Campobasso, «che dovrebbe vedere protagonisti proprio quegli imprenditori onesti che si vedono ingiustamente omologati in quella platea, purtroppo maggioritaria, di “prenditoriinteressati solo ad accrescere il proprio profitto, indifferenti a dare il proprio contributo non solo alla crescita individuale, ma anche allo sviluppo territoriale».

 

 

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