News & Salento
T. S. Giovanni: “Non intossicate la nostra terra”
Agricoltore denuncia: “Scaricano nelle campagne acque reflue che emanano un odore nauseabondo e mettono a repentaglio la salute di chi pensa di mangiare incontaminate prelibatezze”
Intere colture a rischio contaminazione. È l’allarme lanciato da Antonio Casciaro agricoltore proprietario di un terreno di circa duemila metri quadri a Torre San Giovanni, in pieno parco naturale, nella cosiddetta “Zona 2”. “Si sta avvicinando la bella stagione”, ci ha detto Casciaro, “e non vorrei proprio si ripresentasse per il quarto anno consecutivo l’indegno spettacolo di fango melmoso e maleodorante al quale abbiamo assistito nelle estati trascorse. E questo nonostante le mie tante denunce agli Enti preposti e i tanti sopralluoghi effettuati da ARPA (Agenzia regionale per l’Ambiente), Asl, Guardia di Finanza, ecc.”. Ma ciò che davvero preoccupa il nostro agricoltore è il fatto che “come altri nella zona nel terreno di mia proprietà coltivo pomodori, verdure e quant’altro. Tutti prodotti di assoluta genuinità. Ma come potremo continuare a farlo se continua questo scempio? Si tenga presente che già l’ASL, come verbalizzato, aveva verificato la presenza di indicatori microbiologici di contaminazione fecale. Chiedo alle autorità preposte ai controlli”, prosegue l’agricoltore ugentino, “di continuare a vigilare affinché tutto questo non avvenga più: nessuno deve più sversare acque reflue e schifezze maleodoranti in quel posto!”. Casciaro coltiva quel terreno da 40 anni e prima di lui l’avevano fatto la mamma e il papà della mamma. Dopo 100 anni ora il rischio è serio: “Vogliamo forse rovinare un angolo di paradiso mettendo a repentaglio la salute di chi pensa di mangiare le incontaminate prelibatezze della nostra terra?”. Uomo avvisato…
Appuntamenti
Passeggiata tra la cartapesta e le chiese di Galatina. Oggi
E sarà a questa Galatina che apriremo le porte sabato pomeriggio per una passeggiata gratuita tra i tesori della nostra cartapesta
Attualità
”FRIENDS 4 AUT”, parte il progetto del centro servizi per l’autismo
Con la realizzazione di percorsi di assistenza alla socializzazione in favore di soggetti di età fino ai 21 anni con disturbi dello spettro autistico, residenti nei 14 Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo…
Attualità
Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare
Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»
È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.
Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.
L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.
La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.
Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».
Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.
Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.
Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.
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