News & Salento
Tricase e il turismo: “Senza strutture non si va lontano!”
Dai banchi dell’opposizione l’invito al Sindaco per “confrontarsi e discutere di tutta la materia inerente la Pianificazione del Territorio. La invitiamo altresì a rendere conto degli impegni presi e degli eventuali strumenti predisposti per la crescita dell’offerta turistica della nostra Città”.
“Basta con le eterne attese e gli ostacoli frapposti alla crescita turistica, risolleviamo le nostre marine. Con questo spirito” il Consigliere d’opposizione Nunzio Dell’Abate ha “preso carta e penna e scritto al Sindaco”, riferendosi in particolare alla vicenda “di un giovane imprenditore che, dopo aver tribolato per oltre 10 anni su e giù per gli Uffici del nostro Comune, ha visto infranto il suo sogno che avrebbe sicuramente valorizzato la nostra sempre più trascurata Marina Serra: realizzare un modesto stabilimento balneare a struttura removibile leggera in legno, oltre il “bagno Lavaturo” in una zona non praticabile per via degli scogli rocciosi, fornito di servizi igienici, accesso e percorso per i disabili, area adibita ai bambini, servizio di primo soccorso, e con impegno a manutenere la stradina sterrata ed il canneto”.
“Eppure”, sottolinea Dell’Abate, “era ad un passo dalla conclusione del faticosissimo iter di approvazione, avendo egli conseguito i pareri positivi di tutti gli enti preposti alla tutela degli interessi paesaggistico-ambientali ad esclusione di quello del Parco Otranto-S.Maria di Leuca-Bosco di Tricase. Il motivo del diniego non verteva sulla bontà dell’intervento, ma sulla mancata adozione da parte del Parco del Piano Territoriale. Il Parco, come Lei sa, è stato istituito nel 2006; siamo nel 2013 e fino a quando il Piano Territoriale non vedrà la luce il parere su ogni intervento, anche la semplice installazione di strutture smontabili, sarà negativo”.
“Duole constatare”, insiste il Consigliere d’opposizione, “che molte località marittime, ben più piccole delle nostre, si siano dotate da tempo di insediamenti costieri intorno ai quali si è sviluppata un’economia a largo raggio che ha toccato tutti i settori produttivi. E’ di qualche mese fa la notizia che un nostro concittadino ha investito proprie risorse in un lido balneare, con annessi servizi ricreativi e di ristorazione, nella vicina Andrano, con un inaspettato risultato a pochi giorni dalla sua apertura. Così come duole constatare la sempre più accresciuta presenza di tricasini nelle altre marine, proprio per la comodità degli stabilimenti che di anno in anno migliorano i propri servizi e consolidano la tenuta e la sostenibilità dell’offerta turistica del territorio. Tutto questo, in tempo di federalismo fiscale, significa maggiori introiti per le casse dei Comuni rivieraschi. L’impressione è che si abbia un tesoro per le mani e che per paura di rovinarlo si preferisca chiuderlo in una teca di vetro, con il rischio di non farlo conoscere ed apprezzare ai tanti turisti che si riversano nel Salento. Occorre sfatare il credo di un turismo che cementifica e deturpa; il turismo accresce il suo potenziale proprio con il rispetto e la tutela dell’ambiente. E’ su queste coordinate che occorre facilitare le iniziative economiche dei privati, non scoraggiarle con le lungaggini burocratiche ed i tanti vincoli; promuovere l’aggregazione degli operatori del settore, “fare squadra” con l’impegno univoco di individuare il programma di sviluppo migliore. Inoltre, è urgente chiarire il ruolo che il Comune di Tricase ha svolto e svolge all’interno del Consorzio del Parco. A causa di questo incredibile ritardo, è stata compromessa anche l’adozione del Piano Comunale delle Coste che necessita di un parere che l’Ente Parco non può rilasciare proprio in assenza del Piano Territoriale. Tutto questo ha ulteriormente rallentato gli investimenti e compromesso l’opportunità di migliorare la fruizione della nostra costa e il conseguente avvio di importanti attività economiche.
Che il nostro sia un territorio a prevalente vocazione turistica ne siamo convinti tutti, mi auguro. Che lo sviluppo turistico, in termini economici ed occupazionali, non possa non partire dal mare, è un dato altrettanto scontato. Ma senza strutture, ovviamente compatibili con l’ambiente, che rendano il mare e le sue coste pienamente fruibili, non si va lontano”.
Per tutto questo tutti i Consiglieri di opposizione invitano il Sindaco “a volersi confrontare e discutere di tutta la materia inerente la Pianificazione del Territorio. La invitiamo altresì a rendere conto degli impegni presi e degli eventuali strumenti predisposti per la crescita dell’offerta turistica della nostra Città. Il nostro”, conclude Dell’Abate, “vuol essere uno sprone a premere sull’acceleratore per recuperare il tempo perduto”.
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Attualità
Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare
Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»
È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.
Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.
L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.
La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.
Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».
Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.
Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.
Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.
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